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Di Michele Giudilli

La cura

La cura? Tra le diverse cure messe in cambio la proposta peggiore o migliore a seconda del punto di vista è quella di Bush, anche se ci sono soluzioni meno costose e meno invasive. E’ la peggiore perché il piano da 700 miliardi prevede il riacquisto da parte del governo Usa di pacchetti obbligazioni di mutui ad alto rischio, quali subprime e che ora definiscono “tossici”.

Per il contribuente americano si tratta di un maggior debito pubblico, già aggravato dalle scelte dell’amministrazione Bush, anche se questo potrebbe tradursi in un grande affare per gli Stati Uniti un domani: infatti le obbligazioni che oggi sono tossiche potrebbe essere altamente salutari, una volta passata la tempesta e ci si renderà conto che i sottoscrittori di mutui che non pagheranno le rate saranno inferiori alle aspettative di quanto oggi il mercato sostanzialmente sta stimando, presi magari dal panico di questi eventi. Infatti già oggi le obbligazioni subprime ai prezzi cui vengono scambiate (40% in meno rispetto al loro valore facciale) sono un grande affare per fondi di investimento audaci, in quanto è altamente improbabile che il 40% di tali mutui non verranno rimborsati.

Quindi un domani tra qualche anno ci risveglieremo da questa situazione come da un brutto incubo e renderci conto che in fondo più che una crisi finanziaria è stata una crisi di panico, creata da un criterio contabile eccessivamente prudenziale. Contabilmente poi basterebbe guardare a questi crediti, non per il valore delle ipoteche e delle case su cui sono basate, ma basterebbe considerare i flussi di cassa futuri che genereranno e si avrebbe una valutazione più congrua. Secondo il mio parere.

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