BCE: Politiche Monetarie e prospettive di ripresa

Moderazione economica nell’area dell’euro

Area Euro - Inflazione complessiva e sue principali componenti
Area Euro – Inflazione complessiva e sue principali componenti

Il Bollettino Economico della Banca Centrale Europea (BCE) n. 6/2024 (PDF) delinea un quadro di moderazione economica nell’area dell’euro, evidenziando come l’inflazione e la crescita economica rimangano sotto stretta osservazione.

Nonostante le sfide globali e interne, la BCE mantiene il suo impegno a garantire stabilità e a riportare l’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine.

Decisioni di politica monetaria

Nella riunione del 12 settembre 2024, la BCE ha deciso di ridurre il tasso di interesse sui depositi di 25 punti base, portandolo al 3,50%. Questa decisione è stata presa in considerazione delle recenti tendenze inflazionistiche e delle proiezioni macroeconomiche. Sebbene l’inflazione complessiva rimanga elevata, l’economia dell’area euro mostra segnali di stabilizzazione. Il Consiglio direttivo della BCE ha ribadito che il livello e la durata delle restrizioni monetarie saranno guidati dai dati economici futuri. Tabella tassi BCE

Inflazione: un trend discendente

Le proiezioni della BCE indicano che l’inflazione complessiva nell’area euro si attesterà al 2,5% per il 2024, al 2,2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026. Sebbene sia previsto un leggero aumento dell’inflazione nell’ultimo trimestre del 2024, dovuto alla cessazione degli effetti del ribasso dei prezzi energetici, le pressioni inflazionistiche dovrebbero continuare a diminuire. Le proiezioni per l’inflazione di fondo sono state lievemente riviste al rialzo per il 2024 e il 2025 a causa dei rincari dei servizi, ma si prevede una discesa costante verso il target del 2%.

Le pressioni sui prezzi rimangono sostenute dalla crescita dei salari, anche se il tasso di crescita del costo del lavoro sta iniziando a rallentare, attenuando le pressioni inflazionistiche.

Crescita economica debole

L’economia dell’area euro continua a mostrare segnali di debolezza.

Nel secondo trimestre del 2024, il PIL è cresciuto dello 0,2%, un dato inferiore alle aspettative iniziali. Questo rallentamento è attribuibile alla contrazione della domanda interna e agli effetti persistenti di politiche monetarie restrittive.

Le previsioni della BCE indicano una crescita annua del PIL reale pari allo 0,8% nel 2024, con un lieve miglioramento previsto per il 2025 (1,3%) e il 2026 (1,5%). Tuttavia, la ripresa è attesa in gran parte nella seconda metà del 2024, grazie a un previsto miglioramento della fiducia dei consumatori e un aumento dei redditi reali.

Mercato del lavoro: una tenuta fragile

Il mercato del lavoro dell’area euro ha mostrato segni di rallentamento. Nel secondo trimestre del 2024, l’occupazione è cresciuta solo dello 0,2%, una decelerazione rispetto ai trimestri precedenti. Il tasso di disoccupazione si è stabilizzato al 6,4%, ma le prospettive per la crescita dell’occupazione nel breve periodo sono deboli, con una diminuzione della domanda di manodopera e un calo dei posti vacanti.

Rischi e prospettive globali

I rischi per la crescita economica rimangono orientati verso il basso, influenzati da fattori geopolitici e dall’incertezza sulle prospettive commerciali globali. Il rallentamento della domanda internazionale, in particolare dalla Cina e da altre economie emergenti, potrebbe frenare ulteriormente la crescita dell’area euro. Inoltre, la guerra tra Russia e Ucraina e le tensioni in Medio Oriente continuano a rappresentare fattori di rischio significativi.

Al contrario, l’inflazione potrebbe sorprendere al rialzo se le pressioni salariali o i profitti aziendali aumentassero più del previsto. Gli esperti della BCE continueranno a monitorare attentamente queste variabili e a valutare l’impatto delle politiche monetarie restrittive sugli sviluppi economici.

Sintesi

  • La BCE rimane ferma nel suo obiettivo di riportare l’inflazione al 2% nel medio termine.
  • Per raggiungere questo obiettivo, la Banca Centrale è pronta a mantenere tassi di interesse su livelli restrittivi finché necessario e a regolare tutti i suoi strumenti per sostenere la stabilità monetaria.
  • La crescita economica rimane debole, ma si prevede che i consumi privati e il mercato del lavoro possano fornire un sostegno alla ripresa nella seconda metà del 2024.
  • Con un’attenzione costante all’evoluzione dei dati economici e finanziari, la BCE dimostra di essere pronta ad adattarsi per mantenere un percorso di crescita sostenibile e stabile per l’area euro.

Analisi dell’IRPEF in Italia : Dichiarazioni 2023 – Anno d’imposta 2022

IRPEF: disparità Regionali e concentrazione delle Entrate Fiscali

Tipo di imposta : IRPEF
Modello : Persone fisiche totali
Tipologia contribuente: Lavoratori dipendenti

Analisi dell’IRPEF in Italia : Dichiarazioni 2023 – Anno d’imposta 2022
Modello : Persone fisiche totali
Tipologia contribuente : Lavoratori dipendenti

Dalla tabella sull’IRPEF di seguito, divisa per regione relativa alle dichiarazioni 2023 e  anno d’imposta 2022, ci sono diverse informazioni che possiamo dedurre:

  1. Concentrazione delle entrate fiscali: La Lombardia risulta essere la regione con la più alta frequenza di contribuenti IRPEF, rappresentando il 18,23% del totale. Questo potrebbe indicare una forte concentrazione di reddito e di contribuenti ad alta capacità contributiva nella regione.

  2. Disparità regionali: Ci sono notevoli differenze nelle entrate fiscali tra le diverse regioni. Ad esempio, mentre la Lombardia è in cima alla lista con oltre il 18% del totale, la Valle d’Aosta contribuisce solo lo 0,24%.

  3. Regioni più popolose vs regioni meno popolose: C’è una certa correlazione tra la popolazione di una regione e le sue entrate fiscali, ma non è una relazione diretta. Ad esempio, la Lombardia è la regione più popolosa d’Italia, ma la sua quota di IRPEF è significativamente più alta rispetto ad altre regioni altamente popolate come il Lazio e la Campania.

  4. Contributo delle regioni del Nord vs Sud: Le regioni del Nord come Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna contribuiscono in modo significativo alle entrate fiscali complessive rispetto alle regioni del Sud come Calabria, Basilicata e Molise.

  5. Distribuzione geografica: Alcune regioni hanno due voci separate nella tabella, come il Trentino Alto Adige con le province autonome di Trento e Bolzano. Questo potrebbe indicare differenze nella raccolta delle tasse o nella popolazione contribuente tra le due province.

Regione Frequenza Percentuale
Piemonte 1.691.324 7,26
Valle d’Aosta 54.954 0,24
Lombardia 4.251.860 18,23
Liguria 612.575 2,63
Trentino Alto Adige (P.A. Trento) 262.992 1,13
Trentino Alto Adige (P.A. Bolzano) 284.227 1,22
Veneto 2.133.210 9,16
Friuli Venezia Giulia 523.109 2,25
Emilia Romagna 1.984.720 8,52
Toscana 1.522.701 6,54
Umbria 361.355 1,55
Marche 620.908 2,66
Lazio 2.257.557 9,69
Abruzzo 494.099 2,12
Molise 101.129 0,43
Campania 1.832.826 7,87
Puglia 1.389.817 5,96
Basilicata 197.261 0,85
Calabria 612.418 2,63
Sicilia 1.534.389 6,59
Sardegna 576.130 2,47
Non indicata 593 0,00
TOTALE 23.300.154 100,00

Fonte dati: Dipartimento delle Finanze

La fiducia dei consumatori e imprese in calo ad aprile 2024

Ad aprile 2024 la “fiducia” dei consumatori scende da 96,5 a 95,2 e l’indicatore composito del clima di fiducia delle imprese da 97,0 a 95,8

La fiducia dei consumatori ed imprese dal 2015 al 2024
  • Fiducia dei Consumatori: Ad aprile 2024, l’indice del clima di fiducia dei consumatori è diminuito da 96,5 a 95,2, segnalando un peggioramento del clima economico, personale e futuro.

  • Fiducia delle Imprese: L’indicatore composito del clima di fiducia delle imprese è sceso da 97,0 a 95,8, con una riduzione in tutti i comparti economici, in particolare nelle costruzioni, nel commercio al dettaglio e nei servizi di mercato.

  • Investimenti 2024: Gli imprenditori del settore manifatturiero e dei servizi di mercato prevedono un’evoluzione positiva degli investimenti nel 2024 rispetto al 2023.

Per ulteriori approfondimenti il comunicato ufficiale ISTAT

Gli ultimi dati del 2024 su FIDUCIA DEI CONSUMATORI E DELLE IMPRESE

La fiducia dei consumatori e imprese Dicembre 2023 – Aprile 2024

 

Altre informazioni utili sull’argomento sul sito ISTAT

Scende l’inflazione in Area Euro a Marzo: stimata al 2,4%

Un dato, quello dell’inflazione a Marzo, che BCE aspettava con ansia

Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea, stima che l’inflazione annua dell’area euro dovrebbe attestarsi al 2,4% a marzo 2024.

In calo rispetto al 2,6% di febbraio scorso e l’aumento mensile in leggero aumento rispetto al dato del mese scorso:+0,8%. Lo scorso mese la variazione mensile era stata uguale a +0,6%.

Tabella stima aumenti prodotti panel inflazione Area Euro Marzo 2024

Considerando le principali componenti dell’inflazione dell’area euro, si stima che i servizi registreranno il tasso annuo più elevato a marzo (4,0%, stabile rispetto a febbraio), seguiti da alimentari, alcol e tabacco (2,7%, rispetto al 3,9% di febbraio), i beni industriali non energetici (1,1%, contro 1,6% a febbraio) e l’energia (-1,8%, contro -3,7% a febbraio).

Dopo questo dato dell’inflazione, tanto atteso dalla BCE, si spera in un taglio dei tassi di interesse entro giugno prossimo.

Tassi di interesse e inflazione area euro

Statistiche Protesti in Italia anno 2022

L’Istat ha diffuso i dati relativi ai dati dei Protesti per l’anno 2022.

I dati Istat dicono che i Protesti sono  in calo come numero e valore monetario

Nel 2022 i protesti iscritti nel Registro informatico sono stati 255.202, di cui 224.899 cambiali (88,1%) e 30.303 assegni (11,9%).

Il loro valore monetario complessivo raggiunge un ammontare superiore ai 242 milioni di euro: circa 157 milioni riguardano le cambiali (64,8%) e circa 85 milioni gli assegni (35,2%).
I soggetti protestati sono 70.860: 50.297 persone (71,0%) e 20.563 imprese (29,0%).

Variazioni rispetto al 2021 dei protesti

Rispetto al 2021 i valori sono tutti in calo:

  • numero dei protesti -7,7%,
  • valore monetario -11,8%,
  • soggetti protestati -19,0% (di cui persone -18,1%; imprese -21,0%)

Nel 2022 il calo ha interessato tutto il Paese, con variazioni rispetto al 2021 che oscillano da -18,8% nel Sud a -1,7% nel Centro; fa eccezione il Nord-ovest che segna un aumento del 4,2%.

Il calo si osserva in quasi tutte le regioni con differenze accentuate: da -31,3% in Calabria a -1,8% in Liguria.

Soltanto Lombardia e Lazio hanno variazioni positive (rispettivamente +8,1% e +5,7%).
Le cambiali protestate coprono l’88,1% dei protesti (224.899), raggiungono quote più elevate al Sud (98,8%), nel Nord-est (98,6%) e nelle Isole (97,7%) e risultano associate più alle persone (139.732; 62,1% delle cambiali protestate) che alle imprese. Gli assegni sono 30.303iii, l’11,9% del totale dei protesti, con quote più alte al Centro (27,1%) e nel Nord-ovest (14,9%). Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste e Province Autonome di Bolzano/Bozen e di Trento non presentano assegni protestati.

Diversamente dalle cambiali, gli assegni sono più a carico delle imprese (16.293, il 53,8% degli assegni protestati).

Riferimenti ufficiali: Le tavole ISTAT

L’inflazione negli USA scende al 3,1% a novembre

Terza discesa consecutiva per la variazione mensile: tra novembre e ottobre  -0,2%

La variazione mensile registrata  a novembre è la più bassa da Gennaio 2023. Solo il dato di dicembre 2023 registra un valore più basso con -0,3%.

La discesa dell’inflazione negli US è iniziata da Gennaio 2022 quando  tocco il picco di 9,1% valore più alto da dicembre 1981. Ora toccherà alla FED dare un segnale forte sui tassi di interesse.

Inflazione USA Novembre 1981 Novembre 2023

Il commento sui dati US di novembre 2023

Dopo che i prezzi come già detto sopra hanno raggiunto il massimo dopo quattro decenni, l’inflazione negli US, per tutti i tipi di beni e servizi è diminuita in maniera considerevole.

L’indice relativo agli alloggi ha continuato a salire a novembre, controbilanciando il calo dell’indice della benzina. L’indice energetico è sceso del 2,3% nel corso del mese poiché un calo del 6,0% dell’indice della benzina ha più che compensato gli aumenti degli altri indici delle componenti energetiche. L’indice alimentare è aumentato dello 0,2% a novembre, dopo essere aumentato dello 0,3% a ottobre. L’indice relativo al cibo da asporto è aumentato dello 0,1% nel corso del mese mentre l’indice relativo al cibo consumato fuori casa è cresciuto dello 0,4%.

L’indice relativo a tutte le voci, esclusi cibo ed energia, è aumentato dello 0,3% a novembre, dopo essere aumentato dello 0,2% a ottobre. Gli indici che sono aumentati a novembre includono l’affitto, l’affitto equivalente ai proprietari, l’assistenza medica e assicurazione dei veicoli a motore. 

Gli indici relativi all’abbigliamento, all’arredamento e alle attività domestiche, alla comunicazione e alle attività ricreative sono stati tra quelli in calo nel corso del mese.

Tutte le statistiche sull’inflazione US

Estrai gli ultimi dati dell’inflazione US

I dati Ufficiali US

 

Quanto sarà il tasso Euribor nel 2024?

Analizziamo la storia del Tasso Euribor per comprendere il futuro

Nel 2008, l’Euribor a 12 mesi raggiunse il suo massimo il 2 ottobre con il 5,526%, mentre l’inflazione nell’Area Euro era già in diminuzione dal 4,1% di luglio scese a 3,2% nell’ottobre 2008. Il tasso BCE, a luglio 2008, era del 4,25%, diminuendo a ottobre al 3,75%, un calo di  0,5 punti percentuali in risposta alla discesa dell’inflazione.

Cosa accadde l’anno successivo al picco dell’Euribor?

L’Euribor a 12 mesi il 2 ottobre 2009 era quotato all’1,235%, mostrando una drastica discesa dal 5,526% dello scorso anno. Nel frattempo, il tasso BCE subì variazioni significative, scendendo dal 3,75% di ottobre 2008 all’1% a maggio 2009. Interessante notare che durante lo stesso periodo l’inflazione diminuì notevolmente, passando dal 3,2% di ottobre 2008 a -0,1% di ottobre 2009.

Periodi Inflazione annua
Gennaio-2007  Gennaio-2008 3,20%
Febbraio-2007  Febbraio-2008 3,30%
Marzo-2007  Marzo-2008 3,60%
Aprile-2007  Aprile-2008 3,30%
Maggio-2007  Maggio-2008 3,70%
Giugno-2007  Giugno-2008 3,90%
Luglio-2007  Luglio-2008 4,10%
Agosto-2007  Agosto-2008 3,80%
Settembre-2007  Settembre-2008 3,60%
Ottobre-2007  Ottobre-2008 3,20%
Novembre-2007  Novembre-2008 2,10%
Dicembre-2007  Dicembre-2008 1,60%
Gennaio-2008  Gennaio-2009 1,10%
Febbraio-2008  Febbraio-2009 1,20%
Marzo-2008  Marzo-2009 0,60%
Aprile-2008  Aprile-2009 0,60%
Maggio-2008  Maggio-2009 0,00%
Giugno-2008  Giugno-2009 -0,10%
Luglio-2008  Luglio-2009 -0,60%
Agosto-2008  Agosto-2009 -0,20%
Settembre-2008  Settembre-2009 -0,30%
Ottobre-2008  Ottobre-2009 -0,10%
Novembre-2008  Novembre-2009 0,50%
Dicembre-2008  Dicembre-2009 0,90%
Grafico medie mensili tasso Euribor 12 mesi dal 2008 al 2009

Pertanto, possiamo dedurre che l’inflazione ha avuto un impatto significativo sui cambiamenti nei tassi di interesse e sull’Euribor nel periodo considerato. La BCE potrebbe aver adottato politiche monetarie più accomodanti, abbassando i tassi di interesse per stimolare l’economia in risposta alla discesa dell’inflazione.

Tasso BCE, Inflazione Area euro e Euribor 12 mesi

Data Tasso BCE Inflazione
Area Euro
Tasso Euribor
12 mesi
13 Maggio 2009 1% 0% Dettaglio 1,636%
8 Aprile 2009 1,25% 0,6% Dettaglio 1,785%
11 Marzo 2009 1,5% 0,6% Dettaglio 1,932%
21 Gennaio 2009 2% 1,1% Dettaglio 2,474%
10 Dicembre 2008 2,5% 1,6% Dettaglio 3,563%
12 Novembre 2008 3,25% 2,1% Dettaglio 4,412%
15 Ottobre 2008 3,75% 3,2% Dettaglio 5,312%

Quale futuro per l'Euribor?

Ipotizzando che si ripeta quanto accaduto tra il 2008 e il 2009 e considerando l'attuale discesa dell'inflazione nell'Area Euro (da 10,6% a ottobre 2021 al 2,4% a novembre 2023, secondo stime di novembre 2023), ci aspettiamo nel 2024 una discesa dei tassi da parte della BCE e, di conseguenza, un Euribor a 12 mesi nettamente al di sotto dell'attuale valore del 3,902% del 1 dicembre 2023.

Inflazione Euro Area Novembre 2013-Novembre 2023

Può essere utile consultare

MES: FAQ sul Meccanismo Europeo di Stabilità

Tutto ciò che devi sapere sul Meccanismo Europeo di Stabilità (MES)

1. Cos’è il Meccanismo europeo di stabilità (MES)?

Il Meccanismo europeo di stabilità (MES) è stato istituito mediante un trattato intergovernativo, al di fuori del quadro giuridico dell’UE, nel 2012. La sua funzione fondamentale è concedere, sotto precise condizioni, assistenza finanziaria ai paesi membri che, pur avendo un debito pubblico sostenibile, trovino temporanee difficoltà nel finanziarsi sul mercato.

2. Quali sono le condizioni per ottenere assistenza finanziaria dal MES?

e condizioni per ottenere assistenza finanziaria dal MES variano a seconda della natura dello strumento utilizzato. Per i prestiti, le condizioni assumono la forma di un programma di aggiustamento macroeconomico specificato in un apposito memorandum. Le linee di credito precauzionali sono destinate a paesi in condizioni economiche e finanziarie fondamentalmente sane ma colpiti da shock avversi, quindi le condizioni sono meno stringenti.

 

3. Come è composto il Consiglio dei Governatori del MES?

Il Consiglio dei Governatori del MES è composto dai 19 Ministri delle finanze dell’area dell’euro. Questo Consiglio assume all’unanimità tutte le principali decisioni, inclusa quella relativa alla concessione di assistenza finanziaria e all’approvazione dei protocolli d’intesa con i paesi che la ricevono.

 

4.  Qual è il capitale sottoscritto e versato del MES?

Il capitale sottoscritto del MES è pari a 704,8 miliardi, di cui 80,5 miliardi sono stati versati. La sua capacità di prestito ammonta a 500 miliardi.

 

5.Quali sono i diritti di voto dei membri del Consiglio dei Governatori del MES?

I diritti di voto dei membri del Consiglio dei Governatori del MES sono proporzionali al capitale sottoscritto dai rispettivi paesi. Germania, Francia e Italia hanno diritti di voto superiori al 15 per cento e possono quindi porre il loro veto anche sulle decisioni prese in condizioni di urgenza.

 

6.Qual è la funzione principale del MES?

La funzione principale del MES è concedere assistenza finanziaria ai paesi membri che, pur avendo un debito pubblico sostenibile, trovino temporanee difficoltà nel finanziarsi sul mercato. Inoltre, con la riforma proposta, il MES potrebbe fornire una rete di sicurezza finanziaria al Fondo di risoluzione unico nell’ambito del sistema di gestione delle crisi bancarie.

 

7.Qual è il ruolo del MES nel sistema decisionale per l’erogazione di aiuti ai paesi?

Il MES ha un ruolo attivo nella gestione delle crisi e nel processo che porta all’erogazione dell’assistenza finanziaria. Tuttavia, non accresce i suoi poteri rispetto alla Commissione europea, ma affianca la Commissione nell’attività decisionale. Le modalità di cooperazione tra le due istituzioni saranno definite in un accordo che verrà sottoscritto quando le modifiche al Trattato entreranno in vigore.

 

8.Qual è il ruolo dell’Italia nel MES?

L’Italia ha sottoscritto il capitale del MES per 125,3 miliardi e ne ha versati oltre 14 miliardi. I diritti di voto dell’Italia sono proporzionali al capitale sottoscritto. L’Italia è il terzo principale finanziatore del MES.

 

9.Qual è l’obiettivo della riforma del MES?

La proposta di riforma del Trattato istitutivo del MES interviene sulle condizioni necessarie per la concessione di assistenza finanziaria e sui compiti svolti dal MES in tale ambito, introducendo modifiche di portata complessivamente limitata. La riforma non prevede né annuncia un meccanismo di ristrutturazione dei debiti sovrani e non affida al MES compiti di sorveglianza macroeconomica.

 

10.Qual è l’effetto della presenza del MES sulla probabilità di un default sovrano?

La presenza del MES riduce la probabilità di un default sovrano, almeno per i paesi le cui difficoltà sono temporanee e possono essere risolte con prestiti o linee di credito. Con la riforma proposta, che consente al MES di fungere da backstop del Fondo di risoluzione unico, il MES contribuirebbe anche a contenere i rischi di contagio connessi con eventuali crisi bancarie di rilievo sistemico.

 

11.Qual è la posizione del Governatore Visco sulla riforma del MES?

Il Governatore Visco ha sostenuto che l’introduzione di un meccanismo di ristrutturazione del debito sovrano comporterebbe un rischio enorme. Tuttavia, la riforma del MES non prevede né annuncia un tale meccanismo.

 

12.Quali sono le condizioni per l’accesso ai finanziamenti del MES?

Le condizioni per l’accesso ai finanziamenti del MES rimarrebbero sostanzialmente inalterate a seguito della riforma. Per i prestiti, sarebbe richiesta la preliminare verifica della sostenibilità del debito e della capacità di ripagare il prestito. Per le linee di credito precauzionali, la differenza tra la condizionalità semplice e quella a condizionalità rafforzata verrebbe confermata.

 

13.Qual è l’effetto della riforma del MES sulla probabilità di un default sovrano?

La riforma non aumenta la probabilità di un default sovrano. La riforma chiarisce che la ristrutturazione del debito sovrano con il coinvolgimento del settore privato rimane strettamente circoscritta a casi eccezionali. La modifica delle clausole di azione collettiva (CACs) mira a rendere più ordinata un’eventuale ristrutturazione del debito, riducendo i costi connessi all’incertezza sulle modalità e sui tempi della sua realizzazione.

 

Approfondisci sul sito ufficiale

Altre notizie sul MES sul sito dell’Unione Europea

L’inflazione fa ancora paura alla BCE: tassi su al 4,5%

La BCE Aumenta i Tassi di Interesse per Affrontare l’Inflazione

L’inflazione in Area Euro continua a diminuire, ma si prevede che rimarrà troppo alta per troppo tempo.

Il Consiglio direttivo della BCE è determinato a garantire che l’inflazione in Area Euro ritorni al suo obiettivo a medio termine del 2% in modo tempestivo.

Per rafforzare i progressi verso questo obiettivo, il Consiglio direttivo ha deciso oggi di aumentare i tre principali tassi di interesse della BCE di 25 punti base.

L’incremento del tasso di interesse di oggi riflette la valutazione del Consiglio direttivo sulla prospettiva dell’inflazione alla luce dei dati economici e finanziari recenti, della dinamica sottostante dell’inflazione e della forza della trasmissione della politica monetaria.

Le previsioni macroeconomiche del personale della BCE per l’Eurozona a settembre vedono un’inarrestabile inflazione media dell’5,6% nel 2023, del 3,2% nel 2024 e del 2,1% nel 2025.

Questo rappresenta una revisione al rialzo per il 2023 e il 2024 e una revisione al ribasso per il 2025. L’aumento previsto per il 2023 e il 2024 è principalmente dovuto a una traiettoria più alta dei prezzi dell’energia. Le pressioni sui prezzi sottostanti rimangono elevate, anche se la maggior parte degli indicatori ha iniziato a diminuire.

La  BCE ha leggermente ridotto la traiettoria prevista per l’inflazione escludendo energia e alimentari, a una media dell’5,1% nel 2023, del 2,9% nel 2024 e del 2,2% nel 2025.

Gli aumenti dei tassi di interesse precedenti del Consiglio direttivo continuano a essere trasmessi con forza. Le condizioni di finanziamento si sono ulteriormente irrigidite e stanno sempre più frenando la domanda, che è un elemento importante per riportare l’inflazione all’obiettivo. Con l’incremento dell’impatto di questa stretta sulla domanda interna e il debole ambiente di scambi internazionali, il personale della BCE ha notevolmente ridotto le previsioni di crescita economica. Si prevede ora che l’economia dell’Eurozona crescerà dello 0,7% nel 2023, dell’1,0% nel 2024 e dell’1,5% nel 2025.

Sulla base della sua attuale valutazione, il Consiglio direttivo ritiene che i principali tassi di interesse della BCE abbiano raggiunto livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, contribuiranno in modo significativo al ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo. Le decisioni future del Consiglio direttivo garantiranno che i tassi di interesse chiave della BCE siano fissati a livelli sufficientemente restrittivi per quanto necessario. Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio basato sui dati per determinare il livello appropriato e la durata delle restrizioni. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse del Consiglio direttivo saranno basate sulla sua valutazione della prospettiva dell’inflazione alla luce dei dati economici e finanziari recenti, della dinamica sottostante dell’inflazione e della forza della trasmissione della politica monetaria.

La tabella aggiornata dei Tassi BCE

Come risparmiare in presenza di tassi e inflazione elevata

Consigli utili per risparmiare durante un periodo caratterizzato da tassi elevati e inflazione alta

Investimenti sicuri: In periodi di alta inflazione, potrebbe essere opportuno optare per investimenti più sicuri che offrano rendimenti stabili nel tempo. Ad esempio si potrebbe considerare l’acquisto di titoli di stato o altri strumenti finanziari a basso rischio.

Salvadanaio

Diversificazione degli investimenti

La diversificazione è una strategia importante per proteggere i risparmi. Distribuire gli investimenti su diverse categorie di asset, come azioni, obbligazioni, immobili e materie prime. In questo modo si riduce il rischio di subire perdite significative in un’unica area.

Tagliare le spese superflue

Valutare attentamente le spese e identificare quelle che possono essere ridotte o eliminate. Concentrarsi su ciò che è essenziale per cercare di evitare acquisti impulsivi. Creare un budget dettagliato e tenerlo sotto controllo, questo potrà essere utile per identificare le aree in cui si può ridurre spese non necessarie e pianificare di risparmiare una parte delle entrate ogni mese.

Ridurre le spese superflue analizzando attentamente le spese per individuare quelle che possono essere tagliate. Rinunciare a piccoli lussi, come la colazione al bar (La colazione si può fare a casa), l’abbonamento a servizi non essenziali o pranzi e cene al ristorante.

Cercare alternative convenienti

Esplorare alternative economiche per i prodotti e servizi di cui si ha bisogno. Comparare i prezzi, cercando offerte e considerare l’acquisto di prodotti a marchio del distributore invece di quelli di marca. Considerare l’utilizzo di piattaforme di condivisione o il noleggio di beni invece di comprarli.

Risparmiare sull’abbigliamento acquistando abiti in saldo, la ricerca di offerte online o l’esplorazione di negozi di seconda mano per risparmiare sui vestiti. Cercare di riparare o riutilizzare gli abiti  invece di comprarne di nuovi.

Risparmio energetico

Ridurre i costi energetici può contribuire a risparmiare sulle bollette. Utilizzare l’energia in modo efficiente, spegnere gli elettrodomestici quando non utilizzati, sostituire le lampadine tradizionali con quelle a LED e cercare di ridurre l’uso dell’aria condizionata o del riscaldamento quando possibile.

Controllo di  tariffe e  contratti

Periodicamente, rivedere le proprie bollette per assicurarsi di ottenere le tariffe migliori per i servizi come l’elettricità, il gas, l’assicurazione, servizi bancari, la telefonia e internet. Valutare la possibilità di cambiare fornitore o di negoziare nuovi contratti più vantaggiosi.

Risparmiare sull’acquisto di generi alimentari

Cercare offerte speciali, sconti e promozioni quando si fa la spesa. Pianificare i pasti in anticipo, fare una lista della spesa e cercare di evitare gli sprechi alimentari e alimenti fuori stagione perché più cari.

Monitorare i risparmi

Tenere traccia dei propri risparmi e degli investimenti regolarmente. Controllare l’andamento dei tassi d’interesse e le opzioni disponibili per ottimizzare i propri risparmi o quelli della famiglia.

Impostare un piano di risparmio automatico in modo che una certa percentuale delle entrate venga trasferita ogni giorno direttamente in un “salvadanaio” o meglio su un conto di risparmio. Risparmiare un € 1,50 ogni giorno alla fine dell’anno sommano circa € 550,00 e dopo cinque anni circa € 3.000,00 .

Potrebbe essere interessante leggere questo interessante articolo Thinking about money di Seth Godin

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I tassi Euribor

Parole più comuni utilizzate nel contesto dei discorsi economici

L’importanza del linguaggio nei discorsi economici: un’analisi delle parole chiave

Nel mondo della politica economica, i discorsi svolgono un ruolo cruciale nell’informare, persuadere e influenzare le opinioni e le decisioni

Al centro di questi discorsi, vi sono le parole, potenti strumenti che possono plasmare la percezione e definire le priorità nell’arena economica. Nel contesto dei discorsi economici, alcune parole emergono come pilastri fondamentali, utilizzate ricorrentemente per descrivere concetti, obiettivi e sfide.

Questo articolo si propone di esaminare da vicino alcune delle parole più comuni che vengono spesso utilizzate nei discorsi economici. Attraverso un’analisi approfondita di queste parole chiave, cercheremo di comprendere il loro significato, l’impatto che possono avere sul dibattito economico e le tendenze emergenti nel linguaggio utilizzato dai leader politici, dagli esperti e dagli organismi internazionali.

Esploreremo concetti come “economia“, che rappresenta l’ampio contesto di riferimento, e “crescita“, l’obiettivo primario delle politiche economiche. Analizzeremo anche termini come “occupazione“, “investimenti“, “mercato” e “sviluppo“, che riflettono aspetti specifici del panorama economico. Inoltre, considereremo parole come “impresa” e “inflazione“, che evidenziano le dinamiche e le sfide specifiche dell’attività economica.

Attraverso questa esplorazione, cercheremo di comprendere come queste parole influenzano il dibattito e le politiche economiche, riflettendo le priorità e le preoccupazioni dei decision-makers. Inoltre, ci interrogheremo sulle possibili evoluzioni del linguaggio economico e sulle nuove parole che potrebbero emergere nel contesto di un mondo in costante cambiamento.

L’analisi delle parole chiave nei discorsi economici ci permetterà di approfondire la comprensione delle tematiche che vengono affrontate, nonché di esaminare come il linguaggio stesso può modellare le percezioni e le politiche. Questo studio offre uno sguardo approfondito su un aspetto spesso trascurato ma essenziale dell’ambito economico, aprendo la strada a una riflessione critica sul potere del linguaggio nella sfera pubblica.

Quali sono le parole più comuni utilizzate nel contesto dei discorsi economici?

Nel contesto dei discorsi economici, alcune delle parole più comuni che vengono spesso utilizzate includono:

  1. Economia: Essendo al centro del discorso economico, questa parola viene spesso menzionata per riferirsi all’attività economica di un paese o di una regione.

  2. Crescita: Rappresenta l’obiettivo principale degli sforzi economici, facendo riferimento all’aumento del prodotto interno lordo (PIL) o delle attività economiche positive.

  3. Occupazione: Si riferisce all’occupazione lavorativa e alla creazione di posti di lavoro, che sono spesso un indicatore importante per valutare la salute economica.

  4. Investimenti: Indica gli sforzi per canalizzare risorse finanziarie verso progetti e attività che possono generare profitti o benefici a lungo termine.

  5. Mercato: Fa riferimento all’ambiente in cui si scambiano beni, servizi e risorse economiche.

  6. Sviluppo: Si riferisce all’evoluzione e all’espansione di settori o regioni economiche, inclusa l’infrastruttura, l’istruzione, la tecnologia e altri aspetti che favoriscono la crescita.

  7. Impresa: Rappresenta le attività commerciali e industriali, inclusa la creazione e la gestione di aziende.

  8. Inflazione: Si riferisce all’aumento dei prezzi dei beni e dei servizi nel tempo, che può influenzare l’economia e il potere d’acquisto.

Queste sono solo alcune delle parole frequentemente utilizzate nei discorsi economici, ma ci possono essere altre parole chiave specifiche a seconda del contesto e degli argomenti affrontati nel discorso stesso.

 

La Banca Centrale Europea compie 25 anni

Il 1 giugno 2023 sarà il compleanno della BCE: compirà 25 anni

Consiglio Generale BCE

La Banca Centrale Europea (BCE) è stata istituita con il Trattato di Maastricht (1992) e costituita il 1° giugno 1998 e  ha sede a Francoforte.

Dal 1° gennaio 1999 gli Stati membri dell’UE aderenti all’area dell’euro le hanno trasferito la sovranità monetaria. Insieme alle banche centrali nazionali degli Stati membri dell’UE che hanno introdotto l’euro nella terza fase dell’unione monetaria europea (19 nel 2015 e attualmente l’euro (€) è la valuta ufficiale di 20 dei 27 Stati membri dell’UE che insieme costituiscono l’area dell’euro.) costituisce l’Eurosistema, che è governato dal Consiglio direttivo e dal Comitato esecutivo della BCE.

Insieme alle banche centrali nazionali di tutti gli Stati membri dell’UE (inclusi quelli che mantengono la moneta nazionale), costituisce il più ampio Sistema Europeo delle Banche Centrali (SEBC).

Obiettivo primario della politica monetaria condotta dal SEBC è il mantenimento della stabilità dei prezzi ovvero mantenere l’inflazione a livelli non superiore al 2%Lo slogan che capeggia nella home page del sito è: Manteniamo i prezzi stabili e il tuo denaro al sicuro

Proponiamo al riguardo un articolo pubblicato sul blog della BCE da parte di Christine Lagarde, Presidente della BCE: 25 years of euro unity By Christine Lagarde, President of the ECB

Potrebbe tornare utile consultare  la serie storica dell’inflazione media nell’area EuroTabella tasso di riferimento BCE

 

 

 

Inflazione USA: 4,9% ad aprile 2023, la più bassa dal 2021

L’indice dei prezzi al consumo negli US (CPI-U) è aumentato dello 0,4% ad aprile 2023 su base destagionalizzata, dopo l’aumento dello 0,1% a marzo. L’inflazione annua è aumentata del 4,9% rispetto ad aprile dello scorso anno.

 

Il prezzo di beni e servizi negli Stati Uniti è rimasto ostinatamente alto nel mese di aprile, aumentando del 4,9% rispetto a un anno fa. Il tasso annuo di inflazione è diminuito drasticamente da quando ha toccato il massimo degli ultimi 40 anni del 9,1% lo scorso giugno.

L’aumento di aprile ha quasi eguagliato l’aumento del 5% registrato a marzo.

Ultimi dati Inflazione USA

Periodi Inflazione
annua
Inflazione
mensile
Gennaio-2019 Gennaio-2020 2,5% 0,4%
Febbraio-2019 Febbraio-2020 2,3% 0,3%
Marzo-2019 Marzo-2020 1,5% -0,2%
Gennaio-2020 Gennaio-2021 1,4% 0,4%
Febbraio-2020 Febbraio-2021 1,7% 0,5%
Marzo-2020 Marzo-2021 2,6% 0,7%
Aprile-2020 Aprile-2021 4,2% 0,8%
Maggio-2020 Maggio-2021 5,0% 0,8%
Giugno-2020 Giugno-2021 5,4% 0,9%
Luglio-2020 Luglio-2021 5,4% 0,5%
Agosto-2020 Agosto-2021 5,3% 0,2%
Settembre-2020 Settembre-2021 5,4% 0,3%
Ottobre-2020 Ottobre-2021 6,2% 0,8%
Novembre-2020 Novembre-2021 6,8% 0,5%
Dicembre-2020 Dicembre-2021 7,0% 0,3%
Gennaio-2021 Gennaio-2022 7,5% 0,8%
Febbraio-2021 Febbraio-2022 7,9% 0,9%
Marzo-2021 Marzo-2022 8,5% 1,3%
Aprile-2021 Aprile-2022 8,3% 0,6%
Maggio-2021 Maggio-2022 8,6% 1,1%
Giugno-2021 Giugno-2022 9,1% 1,4%
Luglio-2021 Luglio-2022 8,5% -0,0%
Agosto-2021 Agosto-2022 8,3% -0,0%
Settembre-2021 Settembre-2022 8,2% 0,2%
Ottobre-2021 Ottobre-2022 7,7% 0,4%
Novembre-2021 Novembre-2022 7,1% -0,1%
Dicembre-2021 Dicembre-2022 6,5% -0,3%
Gennaio-2022 Gennaio-2023 6,4% 0,8%
Febbraio-2022 Febbraio-2023 6,0% 0,6%
Marzo-2022 Marzo-2023 5,0% 0,3%
Aprile-2022 Aprile-2023 4,9% 0,5%

Il dato di aprile 2023 è il decimo dato consecutivo in ribasso ma i prezzi continuano a salire a un tasso che è più del doppio del tasso obiettivo della Federal Reserve del 2% annuo.

L’ultimo indice dei prezzi al consumo (CPI) – una misura ampiamente seguita dei costi di beni e servizi nell’economia statunitense – ha mostrato che i prezzi sono aumentati dello 0,4% nel mese, rispetto all’aumento dello 0,1% di marzo.

Il comunicato ufficiale su U.S. BUREAU OF LABOR STATISTICS

Scarica la serie storica dei dati dell’inflazione US tra due periodi

BCE vuole domare l’inflazione: tassi su al 3,75%

Le prospettive di inflazione in Area euro continuano a essere troppo elevate e da troppo tempo quindi su i tassi di interesse.

Alla luce delle perduranti alte pressioni inflazionistiche, il Consiglio direttivo ha deciso in data 4 maggio 2023 di innalzare di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. La decorrenza sarà il 10 maggio pv.

L’inflazione complessiva ha registrato una riduzione negli ultimi mesi, sebbene le pressioni di fondo sui prezzi restino intense. La stima per Aprile 2023 è al 7% a marzo era 6,9%

Grafico-inflazione-area-euro-gennaio-2022-marzo-2023

Al tempo stesso, i passati incrementi dei tassi di interesse si stanno trasmettendo con vigore alle condizioni monetarie e di finanziamento nell’area dell’euro, mentre il ritardo e l’intensità della trasmissione all’economia reale rimangono incerti.

Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati a livelli sufficientemente restrittivi da conseguire un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine e siano mantenuti su tali livelli finché necessario. Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati per determinare livello e durata adeguati della restrizione.

In parallelo, il Consiglio direttivo continuerà a ridurre il portafoglio del Programma di acquisto di attività (PAA) dell’Eurosistema a un ritmo misurato e prevedibile. Alla luce di tali principi, il Consiglio direttivo prevede di porre fine ai reinvestimenti nell’ambito del PAA a partire da luglio 2023. Il Consiglio direttivo ha deciso di innalzare di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. Pertanto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno innalzati rispettivamente al 3,75%, al 4,00% e al 3,25%, con effetto dal 10 maggio 2023.

Tassi di interesse di riferimento della BCE

Grafico tassi BCE dal 1958 a maggio 2023

La tabella aggiornata dei tassi BCE

In Area euro l’inflazione in leggero aumento ad aprile 2023

Tasso annuo di inflazione nell’area al 7,0% in aumento rispetto al 6,9% di marzo 2023

L’inflazione annua nell’area dell’euro si stima che dovrebbe essere del 7,0% ad aprile 2023, in aumento rispetto al 6,9% di marzo 2023.

L’aumento rispetto al mese scorso è stato dello 0,7% in discesa rispetto al valore di marzo che era stato dello 0,9%. 

Tabella dati inflazione Gennaio 2022 – Marzo 2023

N Periodi Inflazione annua Inflazione mensile
1 Gennaio-2021 Gennaio-2022 5,1% 0,3%
2 Febbraio-2021 Febbraio-2022 5,9% 0,9%
3 Marzo-2021 Marzo-2022 7,4% 2,4%
4 Aprile-2021 Aprile-2022 7,4% 0,6%
5 Maggio-2021 Maggio-2022 8,1% 0,8%
6 Giugno-2021 Giugno-2022 8,6% 0,8%
7 Luglio-2021 Luglio-2022 8,9% 0,1%
8 Agosto-2021 Agosto-2022 9,1% 0,6%
9 Settembre-2021 Settembre-2022 9,9% 1,2%
10 Ottobre-2021 Ottobre-2022 10,6% 1,5%
11 Novembre-2021 Novembre-2022 10,1% -0,1%
12 Dicembre-2021 Dicembre-2022 9,2% -0,4%
13 Gennaio-2022 Gennaio-2023 8,6% -0,2%
14 Febbraio-2022 Febbraio-2023 8,5% 0,8%
15 Marzo-2022 Marzo-2023 6,9% 0,9%
16 Aprile-2022 Aprile-2023 7,0% 0,7%