Equo Canone. Disciplina delle locazioni di immobili urbani
Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 29 luglio 1978, n. 211
TITOLO I –Â Del contratto di locazione
Capo I
Locazione di immobili urbani adibiti ad uso di abitazione
Art. 1
Durata della locazione
La durata della locazione avente per oggetto immobili urbani per uso abitazione non può essere inferiore a quattro anni. Se le parti hanno determinato una durata inferiore o hanno convenuto una locazione senza determinazione di tempo la durata si intende convenuta per quattro anni. Il disposto del comma precedente non si applica quando si tratti di locazioni stipulate per soddisfare esigenze abitative di natura transitoria.
Art. 2
Disciplina della sublocazione
Il conduttore non può sublocare totalmente lâimmobile, né può cedere ad altri il contratto senza il consenso del locatore. Salvo patto contrario il conduttore ha la facoltà di sublocare parzialmente lâimmobile, previa comunicazione al locatore con lettera raccomandata che indichi la persona del subconduttore, la durata del contratto ed i vani sublocati.
Art. 3
Rinnovazione tacita
Il contratto si rinnova per un periodo di quattro anni se nessuna delle parti comunica allâaltra, almeno sei mesi prima della scadenza, con lettera raccomandata, che non intende rinnovarlo. La stessa disciplina si applica ad ogni altra successiva scadenza.
Art. 4
Recesso del conduttore
à in facoltà delle parti consentire contrattualmente che il conduttore possa recedere in qualsiasi momento dal contratto dandone avviso al locatore, con lettera raccomandata, almeno sei mesi prima della data in cui il recesso deve avere esecuzione. Indipendentemente dalle previsioni contrattuali il conduttore, qualora ricorrano gravi motivi, può recedere in qualsiasi momento dal contratto con preavviso di almeno sei mesi da comunicarsi con lettera raccomandata.
Art. 5
Inadempimento del conduttore
Salvo quanto previsto dallâarticolo 55, il mancato pagamento del canone decorsi venti giorni dalla scadenza prevista, ovvero il mancato pagamento, nel termine previsto, degli oneri accessori quando lâimporto non pagato superi quello di due mensilità del canone, costituisce motivo di risoluzione, ai sensi dellâarticolo 1455 del codice civile.
Art. 6
Successione nel contratto
In caso di morte del conduttore, gli succedono nel contratto il coniuge, gli eredi ed i parenti ed affini con lui abitualmente conviventi. In caso di separazione giudiziale, di scioglimento del matrimonio o di cessazione degli effetti civili dello stesso, nel contratto di locazione succede al conduttore lâaltro coniuge, se il diritto di abitare nella casa familiare sia stato attribuito dal giudice a questâultimo. In caso di separazione consensuale o di nullità matrimoniale al conduttore succede lâaltro coniuge se tra i due si sia così convenuto(1).
(1) La Corte Cost., con sentenza 7 aprile 1988, n. 404, ha dichiarato: lâillegittimità cost. del presente comma, nella parte in cui non prevede tra i successibili nella titolarità del contratto di locazione, in caso di morte del conduttore, il convivente more uxorio; lâillegittimità cost. del terzo comma, nella parte in cui non prevede che il coniuge separato di fatto succeda al conduttore, se tra i due si sia così convenuto; lâillegittimità dellâart. 6, nella parte in cui non prevede la successione nel contratto di locazione al conduttore che abbia cessato la convivenza, a favore del già convivente quando vi sia prole naturale.
Art. 7
Clausola di scioglimento in caso di alienazione
à nulla la clausola che prevede la risoluzione del contratto in caso di alienazione della cosa locata.
Art. 8
Spese di registrazione
Le spese di registrazione del contratto di locazione sono a carico del conduttore e del locatore in parti uguali.
Art. 9
Oneri accessori
Sono interamente a carico del conduttore, salvo patto contrario, le spese relative al servizio di pulizia, al funzionamento e allâordinaria manutenzione dellâascensore, alla fornitura dellâacqua, dellâenergia elettrica, del riscaldamento e del condizionamento dellâaria, allo spurgo dei pozzi neri e delle latrine, nonché alla fornitura di altri servizi comuni. Le spese per il servizio di portineria sono a carico del conduttore nella misura del 90 per cento, salvo che le parti abbiano convenuto una misura inferiore. Il pagamento deve avvenire entro due mesi dalla richiesta. Prima di effettuare il pagamento il conduttore ha diritto di ottenere lâindicazione specifica delle spese di cui ai commi precedenti con la menzione dei criteri di ripartizione. Il conduttore ha inoltre diritto di prendere visione dei documenti giustificativi delle spese effettuate. Gli oneri di cui al primo comma addebitati dal locatore al conduttore devono intendersi corrispettivi di prestazioni accessorie a quella di locazione ai sensi e per gli effetti dellâart. 12 del D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633(1). La disposizione di cui al quarto comma non si applica ove i servizi accessori al contratto di locazione forniti siano per loro particolare natura e caratteristiche riferibili a specifica attività imprenditoriale del locatore e configurino oggetto di un autonomo contratto di prestazione dei servizi stessi(1).
(1) Comma aggiunto dallâart. 67, d.l. 30 agosto 1993, n. 331, conv. in l. 29 ottobre 1993, n. 427.
Art. 10
Partecipazione del conduttore allâassemblea dei condomini
Il conduttore ha diritto di voto, in luogo del proprietario dellâappartamento locatogli, nelle delibere dellâassemblea condominiale relative alle spese e alle modalità di gestione dei servizi di riscaldamento e di condizionamento dâaria. Egli ha inoltre diritto di intervenire, senza diritto di voto, sulle delibere relative alla modificazione degli altri servizi comuni. La disciplina di cui al primo comma si applica anche qualora si tratti di edificio non in condominio. In tale ipotesi i conduttori si riuniscono in apposita assemblea convocati dal proprietario dellâedificio o da almeno tre conduttori. Si osservano, in quanto applicabili, le disposizioni del codice civile sullâassemblea dei condomini.
Art. 11
Deposito cauzionale
Il deposito cauzionale non può essere superiore a tre mensilità del canone. Esso è produttivo di interessi legali che debbono essere corrisposti al conduttore alla fine di ogni anno.
Art. 12
Equo canone degli immobili adibiti ad uso di abitazione
Il canone di locazione e sublocazione degli immobili adibiti ad uso di abitazione non può superare il 3,85 per cento del valore locativo dellâimmobile locato. Il valore locativo è costituito dal prodotto della superficie convenzionale dellâimmobile per il costo unitario di produzione del medesimo. Il costo unitario di produzione è pari al costo base moltiplicato per i coefficienti correttivi indicati nellâarticolo 15. Gli elementi che concorrono alla determinazione del canone di affitto, accertati dalle parti, vanno indicati nel contratto di locazione. Se lâimmobile locato è completamente arredato con mobili forniti dal locatore e idonei, per consistenza e qualità , allâuso convenuto, il canone determinato ai sensi dei commi precedenti può essere maggiorato fino ad un massimo del 30 per cento(1). (Omissis) (2).
(1) Vedi lâart. 11, d.l. 11 luglio 1992, n. 333, conv. in l. 8 agosto 1992, n. 359.
(2) Comma abrogato dallâart. 1, d.l. 13 settembre 1991, n. 299, conv. in l. 18 novembre 1991, n. 363.
Art. 13
Superficie convenzionale
La superficie convenzionale è data dalla somma dei seguenti elementi:
lâintera superficie dellâunità immobiliare;
il 50 per cento della superficie delle autorimesse singole;
il 20 per cento della superficie del posto macchina in autorimesse di uso comune;
il 25 per cento della superficie di balconi, terrazze, cantine ed altri accessori simili;
il 15 per cento della superficie scoperta di pertinenza dellâimmobile in godimento esclusivo del conduttore;
il 10 per cento della superficie condominiale a verde nella misura corrispondente alla quota millesimale dellâunità immobiliare. è detratto il 30 per cento dalla superficie dei vani con altezza utile inferiore a metri 1.70.
Le superfici di cui alle lettere a), b) e d) si misurano al netto dei muri perimetrali e di quelli interni. Lâelemento di cui alla lettera e) entra nel computo della superficie convenzionale fino ad un massimo non eccedente la superficie di cui alla lettera a). Alla superficie di cui alla lettera a) si applicano i seguenti coefficienti:
1,00 per lâunità immobiliare di superficie superiore a metri quadrati 70;
1,10 per lâunità immobiliare di superficie compresa fra metri quadrati 46 e metri quadrati 70(1);
1,20 per lâunità immobiliare inferiore a metri quadrati 46(1).
I coefficienti di cui alle lettere b) e c) del quinto comma non si applicano agli immobili il cui stato di conservazione e manutenzione è scadente ai sensi dellâarticolo 21.
Note:
(1)
Con sentenza 18 giugno 1987, n. 236, la Corte cost. ha dichiarato:
lâillegittimità cost. della lett. b) del presente comma, nella parte in cui, mediante lâapplicazione dei coefficienti maggiorativi, consente che il canone relativo ad immobili di dimensioni inferiori ai 70,01 mq possa essere maggiore di quello previsto per immobili compresi nella fascia superiore, anziché equiparato a quello previsto per immobili di mq 70;
lâillegittimità cost. della lett. c) del presente comma, nella parte in cui, mediante lâapplicazione dei coefficienti maggiorativi, consente che il canone relativo ad immobili di dimensioni inferiori ai 46 mq possa essere maggiore di quello previsto per immobili compresi nella fascia superiore anziché equiparato a quello previsto per immobili di mq 46.
Art. 14
Costo base
Il costo base a metro quadrato per gli immobili, la cui costruzione è stata ultimata entro il 31 dicembre 1975, è fissato in:
L. 250.000 per gli immobili situati in Piemonte, Valle dâAosta, Liguria, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche e Lazio;
L. 225.000 per gli immobili situati in Campania, Abruzzi, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. La data di ultimazione dei lavori è quella risultante dal certificato di abitabilità o, in mancanza, dal certificato di ultimazione dei lavori presentato agli uffici delle imposte, oppure quella comunque accertata.
Art. 15
Coefficienti correttivi del costo base
I coefficienti correttivi sono stabiliti in funzione del tipo, della classe demografica dei comuni, dellâubicazione, del livello di piano, della vetustà e dello stato di conservazione e manutenzione dellâimmobile.
Art. 16
Tipologia
In relazione alla tipologia si fa riferimento alla categoria catastale con i coefficienti risultanti dalla tabella seguente:
2.00 per le abitazioni di tipo signorile (A/1);
1.25 per le abitazioni di tipo civile (A/2);
1.05 per le abitazioni di tipo economico (A/3);
0.80 per le abitazioni di tipo popolare (A/4);
0,50 per le abitazioni di tipo ultrapopolare (A/5);
0,70 per le abitazioni di tipo rurale (A/6);
1,40 per le abitazioni di tipo villini (A/7);
0,80 per le abitazioni ed alloggi tipici dei luoghi (A/11).
Qualora gli immobili non risultino censiti in catasto, ed ai soli fini del comma precedente, la categoria catastale viene stabilita dallâufficio tecnico erariale sulla base delle categorie catastali delle unità immobiliari che siano ubicate nella stessa zona censuaria ed abbiano caratteristiche analoghe. A tale fine gli interessati devono presentare allâufficio tecnico erariale competente per territorio apposita domanda corredata da una planimetria dellâimmobile con una sommaria descrizione dellâedificio, delle rifiniture dellâunità immobiliare locata nonché degli impianti in essa installati. Lâufficio provvede entro novanta giorni dalla richiesta senza obbligo di sopralluogo.
Art. 17
Classe demografica dei comuni
In relazione alla classe demografica si applicano i seguenti coefficienti:
1,20 per gli immobili siti in comuni con popolazione superiore a 400.000 abitanti;
1,10 per gli immobili siti in comuni con popolazione superiore a 250.000 abitanti;
1,05 per gli immobili siti in comuni con popolazione superiore a 100.000 abitanti;
0,95 per gli immobili siti in comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti;
0,90 per gli immobili siti in comuni con popolazione superiore a 10.000 abitanti;
0,80 per gli immobili siti in comuni con popolazione fino a 10.000 abitanti. Il numero degli abitanti di un comune è stabilito sulla base degli ultimi dati sulla popolazione residente pubblicati dallâISTAT.
Art. 18
Ubicazione
In relazione allâubicazione i consigli comunali dei comuni con popolazione superiore a 20.000 abitanti provvedono a ripartire il territorio comunale in cinque zone alle quali si applicano i coefficienti della tabella seguente:
0,85 per la zona agricola;
1 per la zona edificata periferica;
1,20 per la zona edificata compresa fra quella periferica e il centro storico;
1,20 per le zone di pregio particolare site nella zona edificata periferica o nella zona agricola;
1,30 per il centro storico. I consigli comunali devono provvedere alla ripartizione del territorio comunale in zone entro tre mesi dallâentrata in vigore della presente legge.
Nei comuni con popolazione non superiore ai 20.000 abitanti si applicano le perimetrazioni previste nellâarticolo 16 della legge 22 ottobre 1971, n. 865, con i seguenti coefficienti:
0,85 per la zona agricola;
1 per il centro edificato;
1,10 per il centro storico. Allâinterno delle zone di cui alle lettere b), c) ed e) del primo comma ed alle lettere b) e c) del terzo comma i consigli comunali possono individuare edifici o comparti di edifici particolarmente degradati ai quali si applica il coefficiente 0,90 in sostituzione dei coefficienti suindicati.
Art. 19
Livello di piano
In relazione al livello di piano, limitatamente alle unità immobiliari situate in immobili costituiti da almeno tre piani fuori terra, si applicano i seguenti coefficienti:
0,80 per le abitazioni situate al piano seminterrato;
0,90 per le abitazioni situate al piano terreno;
1,00 per le abitazioni situate nei piani intermedi e allâultimo piano;
1,20 per le abitazioni situate al piano attico. Per le abitazioni situate al quarto piano e superiori di immobili sprovvisti di ascensore, i coefficienti previsti alle lettere c) e d) del comma precedente sono rispettivamente ridotti a 0,95 e 1,10.
Art. 20
VetustÃ
In relazione alla vetustà si applica un coefficiente di degrado per ogni anno decorrente dal sesto anno successivo a quello di costruzione dellâimmobile e stabilito nel modo seguente:
1 per cento per i successivi quindici anni;
0,50 per cento per gli ulteriori trenta anni. Se si è proceduto a lavori di integrale ristrutturazione o di completo restauro dellâunità immobiliare, anno di costruzione è quello della ultimazione di tali lavori comunque accertato.
Art. 21
Stato di conservazione e manutenzione
In relazione allo stato di conservazione e manutenzione dellâimmobile si applicano i seguenti coefficienti:
1,00 se lo stato è normale;
0,80 se lo stato è mediocre;
0,60 se lo stato è scadente. Per la determinazione dello stato di conservazione e manutenzione si tiene conto dei seguenti elementi propri dellâunità immobiliare:
pavimenti;
pareti e soffitti;
infissi;
impianto elettrico;
impianto idrico e servizi igienico-sanitari;
impianto di riscaldamento; nonché dei seguenti elementi comuni:
accessi, scale e ascensore;
facciate, coperture e parti comuni in genere.
Lo stato dellâimmobile si considera mediocre qualora siano in scadenti condizioni tre degli elementi di cui sopra, dei quali due devono essere propri dellâunità immobiliare. Lo stato dellâimmobile si considera scadente qualora siano in scadenti condizioni almeno quattro degli elementi di cui sopra, dei quali tre devono essere propri dellâunità immobiliare. Lo stato dellâimmobile si considera scadente in ogni caso se lâunità immobiliare non dispone di impianto elettrico o dellâimpianto idrico con acqua corrente nella cucina e nei servizi, ovvero se non dispone di servizi igienici privati o se essi sono comuni a più unità immobiliari. Il Ministro dei lavori pubblici, con suo decreto da emanarsi entro tre mesi dalla entrata in vigore della presente legge, indicherà analiticamente gli elementi di valutazione fissati nei commi precedenti.
Art. 22
Immobili ultimati dopo il 31 dicembre 1975
Per gli immobili adibiti ad uso di abitazione che sono stati ultimati dopo il 31 dicembre 1975, il costo base di produzione a metro quadrato è fissato con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dei lavori pubblici, di concerto con quello di grazia e giustizia, sentito il Consiglio dei Ministri, da emanare entro il 31 marzo di ogni anno e da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica. Il costo base di produzione è determinato, anche in misura differenziata per regione o per gruppi di regioni, tenendo conto:
dei costi di produzione dellâedilizia convenzionata;
dellâincidenza del contributo di concessione;
del costo dellâarea, che non potrà essere superiore al 25 per cento del costo di produzione;
degli oneri di urbanizzazione che gravano sul costruttore.
Se, ai fini dellâimposta sul valore aggiunto o di quella di registro o di altra imposizione fiscale, ovvero relativamente agli oneri delle assicurazioni obbligatorie o in base ad altre documentazioni di origine pubblica, risultano costi maggiori di quelli indicati nel decreto ai sensi delle lettere a), b) e d) del comma precedente, il costo base si modifica nei singoli casi, tenendo conto di tali maggiori costi. Il costruttore, in quanto di sua spettanza, è tenuto a fornire al proprietario tali dati, se la richiesta venga fatta anteriormente al primo trasferimento dellâimmobile; in tal caso gli stessi elementi dovranno essere comunicati agli uffici del catasto edilizio urbano. Agli effetti di cui sopra non si tiene comunque conto del valore dellâimmobile accertato ai fini dellâimposta di registro relativa al suo trasferimento a qualsiasi titolo, in quanto il valore di riferimento per la determinazione del canone è quello dei costi come sopra definiti. Ai fini della determinazione del canone di locazione per gli immobili urbani ultimati dopo il 31 dicembre 1975, al costo base, determinato a norma del presente articolo, si applicano le disposizioni di cui agli articoli da 15 a 21; nelle ipotesi di cui al precedente comma non si applicano i coefficienti previsti nellâarticolo 16 nei casi in cui il maggior costo riguardi il costo di produzione.
Art. 23
Riparazioni straordinarie
Quando si eseguano sullâimmobile importanti ed improrogabili opere necessarie per conservare ad esso la sua destinazione o per evitare maggiori danni che ne compromettano lâefficienza in relazione allâuso a cui è adibito, o comunque opere di straordinaria manutenzione di rilevante entità , il locatore può chiedere al conduttore che il canone risultante dallâapplicazione degli articoli precedenti venga integrato con un aumento non superiore allâinteresse legale sul capitale impiegato nelle opere e nei lavori effettuati, dedotte le indennità e i contributi di ogni natura che il locatore abbia percepito o che successivamente venga a percepire per le opere eseguite. Lâaumento decorre dalla data in cui sono state ultimate le opere, se la richiesta è fatta entro trenta giorni dalla data stessa; in caso diverso decorre dal primo giorno del mese successivo al ricevimento della richiesta. Le disposizioni dei commi precedenti sono applicabili anche quando il locatore venga assoggettato a contributi di miglioria per trasformazioni urbane nella zona in cui è situato lâimmobile. Le controversie derivanti dallâapplicazione del presente articolo sono decise con le modalità indicate negli articoli 43 e seguenti.
Art. 24
Aggiornamento del canone
Per gli immobili ad uso dâabitazione il canone di locazione definito ai sensi degli articoli da 12 a 23 è aggiornato ogni anno in misura pari al 75 per cento della variazione, accertata dallâISTAT dellâindice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati verificatasi nellâanno precedente. Lâaggiornamento del canone decorrerà dal mese successivo a quello in cui ne viene fatta richiesta con lettera raccomandata.
Art. 25
Adeguamento del canone
Ciascuna delle parti, in ogni momento del rapporto contrattuale, ha diritto allâadeguamento del canone in relazione allâeventuale mutamento degli elementi di cui agli articoli 13 e 15, escluso il parametro relativo alla vetustà che si applica al momento del rinnovo contrattuale. Lâadeguamento del canone avrà effetto dal mese successivo a quello durante il quale sia stato richiesto mediante lettera raccomandata.
Art. 26
Ambito di applicazione
Le disposizioni di cui al presente capo non si applicano:
alle locazioni stipulate per soddisfare esigenze abitative di natura transitoria, salvo che il conduttore abiti stabilmente nellâimmobile per motivi di lavoro o di studio;
alle locazioni relative ad alloggi costruiti a totale carico dello Stato per i quali si applica il canone sociale determinato in base alle disposizioni vigenti;
alle locazioni relative ad alloggi soggetti alla disciplina dellâedilizia convenzionata(1);
alle locazioni relative ad immobili inclusi nelle categorie catastali A/8 e A/9. Le disposizioni di cui agli articoli da 12 a 25 non si applicano alle locazioni concernenti gli immobili siti in comuni che al censimento del 1971 avevano popolazione residente fino a 5.000 abitanti qualora, nel quinquennio precedente la entrata in vigore della presente legge, e successivamente ogni quinquennio, la popolazione residente non abbia subito variazioni in aumento, o comunque lâaumento percentuale sia stato inferiore a quello medio nazionale, secondo i dati pubblicati dallâISTAT. Il comune provvede a dare pubblica notizia della condizione di cui al precedente comma e delle eventuali variazioni.
Note:
(1)
La Corte cost., con sentenza 11 febbraio 1988, n. 155, ha dichiarato lâillegittimità cost. della presente lettera, nella parte in cui non dispone che il canone di locazione degli immobili soggetti alla disciplina dellâedilizia convenzionata non deve comunque superare il canone che risulterebbe dallâapplicazione delle disposizioni del titolo I, capo I, della presente legge.
Capo II
Locazione di immobili urbani adibiti ad uso diverso da quello di abitazione
Art. 27
Durata della locazione
modificato dall’art. 7 della legge 9/2007
La durata delle locazioni e sublocazioni di immobili urbani non può essere inferiore a sei anni se gli immobili sono adibiti ad una delle attività appresso indicate:
industriali, commerciali e artigianali;
di interesse turistico comprese tra quelle di cui allâarticolo 2 della legge 12 marzo 1968, n. 326.
La disposizione di cui al comma precedente si applica anche ai contratti relativi ad immobili adibiti allâesercizio abituale e professionale di qualsiasi attività di lavoro autonomo. La durata della locazione non può essere inferiore a nove anni se lâimmobile, anche se ammobiliato, è adibito ad attività alberghiere. Se è convenuta una durata inferiore o non è convenuta alcuna durata, la locazione si intende pattuita per la durata rispettivamente prevista nei commi precedenti. Il contratto di locazione può essere stipulato per un periodo più breve qualora lâattività esercitata o da esercitare nellâimmobile abbia, per sua natura, carattere transitorio. Se la locazione ha carattere stagionale, il locatore è obbligato a locare lâimmobile, per la medesima stagione dellâanno successivo, allo stesso conduttore che gliene abbia fatta richiesta con lettera raccomandata prima della scadenza del contratto. Lâobbligo del locatore ha la durata massima di sei anni consecutivi o di nove se si tratta di utilizzazione alberghiera. é in facoltà delle parti consentire contrattualmente che il conduttore possa recedere in qualsiasi momento dal contratto dandone avviso al locatore, mediante lettera raccomandata, almeno sei mesi prima della data in cui il recesso deve avere esecuzione. Indipendentemente dalle previsioni contrattuali il conduttore, qualora ricorrano gravi motivi, può recedere in qualsiasi momento dal contratto con preavviso di almeno sei mesi da comunicarsi con lettera raccomandata.
Art. 28
Rinnovazione del contratto
modificato dall’art. 7 della legge 9/2007
Per le locazioni di immobili nei quali siano esercitate le attività indicate nei commi primo e secondo dellâarticolo 27, il contratto si rinnova tacitamente di sei anni in sei anni, e per quelle di immobili adibiti ad attività alberghiere, di nove anni in nove anni; tale rinnovazione non ha luogo se sopravviene disdetta da comunicarsi allâaltra parte, a mezzo di lettera raccomandata, rispettivamente almeno 12 o 18 mesi prima della scadenza. Alla prima scadenza contrattuale, rispettivamente di sei o di nove anni, il locatore può esercitare la facoltà di diniego della rinnovazione soltanto per i motivi di cui allâarticolo 29 con le modalità e i termini ivi previsti.
Art. 29
Diniego di rinnovazione del contratto alla prima scadenza.
Il diniego della rinnovazione del contratto alla prima scadenza di cui allâarticolo precedente è consentito al locatore ove egli intenda:
adibire lâimmobile ad abitazione propria o del coniuge o dei parenti entro il secondo grado in linea retta;
adibire lâimmobile allâesercizio, in proprio o da parte del coniuge o dei parenti entro il secondo grado in linea retta, di una delle attività indicate nellâarticolo 27, o, se si tratta di pubbliche amministrazioni, enti pubblici o di diritto pubblico, allâesercizio di attività tendenti al conseguimento delle loro finalità istituzionali;
demolire lâimmobile per ricostruirlo, ovvero procedere alla sua integrale ristrutturazione o completo restauro, ovvero eseguire su di esso un intervento sulla base di un programma comunale pluriennale di attuazione ai sensi delle leggi vigenti. Nei casi suddetti il possesso della prescritta licenza o concessione è condizione per lâazione di rilascio; gli effetti del provvedimento di rilascio si risolvono se, prima della sua esecuzione, siano scaduti i termini della licenza o della concessione e questâultima non sia stata nuovamente disposta;
ristrutturare lâimmobile al fine di rendere la superficie dei locali adibiti alla vendita conforme a quanto previsto nellâarticolo 12 della legge 11 giugno 1971, n. 426 e ai relativi piani comunali, sempre che le opere da effettuarsi rendano incompatibile la permanenza del conduttore nellâimmobile.
Anche in tal caso il possesso della prescritta licenza o concessione è condizione per lâazione di rilascio; gli effetti del provvedimento di rilascio si risolvono alle condizioni previste nella precedente lettera c). Per le locazioni di immobili adibiti allâesercizio di albergo, pensione o locanda, anche se ammobiliati, il locatore può negare la rinnovazione del contratto nelle ipotesi previste dallâarticolo 7 della legge 2 marzo 1963, n. 191, modificato dallâarticolo 4-bis del decreto-legge 27 giugno 1967, n. 460, convertito, con modificazioni, nella legge 28 luglio 1967, n. 628, qualora lâimmobile sia oggetto di intervento sulla base di un programma comunale pluriennale di attuazione ai sensi delle leggi vigenti. Nei casi suddetti il possesso della prescritta licenza o concessione è condizione per lâazione di rilascio. Gli effetti del provvedimento di rilascio si risolvono alle condizioni previste nella precedente lettera c). Il locatore può altresì negare la rinnovazione se intende esercitare personalmente nellâimmobile o farvi esercitare dal coniuge o da parenti entro il secondo grado in linea retta la medesima attività del conduttore, osservate le disposizioni di cui allâart. 5 della L. 2 marzo 1963, n. 191, modificato dallâart. 4-bis del D.L. 27 giugno 1967, n. 460, convertito, con modificazioni, nella L. 28 luglio 1967, n. 628. Ai fini di cui ai commi precedenti il locatore, a pena di decadenza, deve dichiarare la propria volontà di conseguire, alla scadenza del contratto, la disponibilità dellâimmobile locato; tale dichiarazione deve essere effettuata, con lettera raccomandata, almeno 12 o 18 mesi prima della scadenza, rispettivamente per le attività indicate nei commi primo e secondo dellâarticolo 27 e per le attività alberghiere. Nella comunicazione deve essere specificato, a pena di nullità , il motivo, tra quelli tassativamente indicati nei commi precedenti, sul quale la disdetta è fondata. Se il locatore non adempie alle prescrizioni di cui ai precedenti commi il contratto sâintende rinnovato a norma dellâarticolo precedente.
Art. 30
Procedura per il rilascio
Avvenuta la comunicazione di cui al terzo comma dellâarticolo 29 e prima della data per la quale è richiesta la disponibilità ovvero quando tale data sia trascorsa senza che il conduttore abbia rilasciato lâimmobile, il locatore può convenire in giudizio il conduttore, osservando le norme previste dallâart. 447-bis del codice di procedura civile(1). (Omissis)(2).
Competente per territorio è il giudice nella cui circoscrizione è posto lâimmobile. Sono nulle le clausole derogative dalla competenza per territorio. Alla prima udienza, se il convenuto compare e non si oppone, il giudice ad istanza del locatore, pronunzia ordinanza di rilascio per la scadenza di cui alla comunicazione prevista dallâarticolo 29. Lâordinanza costituisce titolo esecutivo e definisce il giudizio. Nel caso di opposizione del convenuto il giudice esperisce il tentativo di conciliazione. Se il tentativo riesce viene redatto verbale che costituisce titolo esecutivo. In caso contrario o nella contumacia del convenuto si procede a norma dellâarticolo 420 e seguenti del codice di procedura civile. Il giudice, su istanza del ricorrente, alla prima udienza e comunque in ogni stato del giudizio, valutate le ragioni addotte dalle parti e le prove raccolte, può disporre il rilascio dellâimmobile con ordinanza costituente titolo esecutivo.
Note:
(1)
Comma così modificato dallâart. 89, l. 26 novembre 1990, n. 353, a far data dal 30 aprile 1995, ai sensi dellâart. 2, l. 4 dicembre 1992, n. 477, e dellâart. 3, d.l. 7 ottobre 1994, n. 571, conv. in l. 6 dicembre 1994, n. 673. Fino a tale data il riferimento allâart. 447-bis c.p.c. deve intendersi effettuato allâart. 46 della presente legge.
(2)
Comma abrogato dallâart. 6, l. 30 luglio 1984, n. 399 e successivamente abrogato dallâart. 89, l. 26 novembre 1990, n. 353, a far data dal 30 aprile 1995, ai sensi dellâart. 2, l. 4 dicembre 1992, n. 477 e dellâart. 3, d.l. 7 ottobre 1994, n. 571, conv. in l. 6 dicembre 1994, n. 673.
Art. 31
Sanzioni
Il locatore che abbia ottenuto la disponibilità dellâimmobile per uno dei motivi previsti dallâart. 29 e che, nel termine di sei mesi dallâavvenuta consegna, non abbia adibito lâimmobile ad abitazione propria, del coniuge o dei parenti entro il secondo grado in linea retta, o non abbia adibito lâimmobile ad esercizio in proprio di una delle attività indicate allâart. 27, ovvero non abbia rispettato i termini della concessione o quelli del piano comunale di intervento per quanto attiene lâinizio dei lavori di demolizione, ricostruzione, ristrutturazione o restauro dellâimmobile ovvero, in caso di immobili adibiti ad esercizio di albergo, pensione o locanda, non abbia completato i lavori di ricostruzione nel termine stabilito dal Ministero del turismo e dello spettacolo, è tenuto, se il conduttore lo richiede, al ripristino del contratto, salvi i diritti acquistati da terzi in buona fede, e al rimborso delle spese di trasloco e degli altri oneri sopportati, ovvero al risarcimento del danno nei confronti del conduttore in misura non superiore a quarantotto mensilità del canone di locazione percepito prima della risoluzione del contratto, oltre alle indennità previste ai sensi dellâart. 34. Il giudice, oltre a determinare il ripristino o il risarcimento del danno, ordina al locatore il pagamento di una somma da L. 500.000 a L. 2.000.000 da devolvere al comune nel cui territorio è sito lâimmobile, ad integrazione del fondo sociale previsto dal titolo III della presente legge.
Art. 32
Aggiornamento del canone
Le parti possono convenire che il canone di locazione sia aggiornato annualmente su richiesta del locatore per eventuali variazioni del potere di acquisto della lira. Le variazioni in aumento del canone non possono essere superiori al 75 per cento di quelle, accertate dallâISTAT, dellâindice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche ai contratti di locazione stagionale(1).
(1) Articolo così sostituito dallâart. 1, comma 9-sexies, d.l. 7 febbraio 1985, n. 12, conv. in l. 5 aprile 1985, n. 118
Art. 33
Canone delle locazioni stagionali
Il canone delle locazioni stagionali può essere aggiornato con le modalità di cui allâarticolo 32.
Art. 34
Indennità per la perdita dellâavviamento
In caso di cessazione del rapporto di locazione relativo agli immobili di cui allâarticolo 27, che non sia dovuta a risoluzione per inadempimento o disdetta o recesso del conduttore o a una delle procedure previste dal regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, il conduttore ha diritto, per le attività indicate ai numeri 1) e 2) dellâarticolo 27, ad una indennità pari a 18 mensilità dellâultimo canone corrisposto; per le attività alberghiere lâindennità è pari a 21 mensilità . Il conduttore ha diritto ad una ulteriore indennità pari allâimporto di quelle rispettivamente sopra previste qualora lâimmobile venga, da chiunque, adibito allâesercizio della stessa attività o di attività incluse nella medesima tabella merceologica che siano affini a quella già esercitata dal conduttore uscente ed ove il nuovo esercizio venga iniziato entro un anno dalla cessazione del precedente. Lâesecuzione del provvedimento di rilascio dellâimmobile è condizionata dallâavvenuta corresponsione dellâindennità di cui al primo comma. Lâindennità di cui al secondo comma deve essere corrisposta allâinizio del nuovo esercizio. Nel giudizio relativo alla spettanza ed alla determinazione dellâindennità per la perdita dellâavviamento, le parti hanno lâonere di quantificare specificatamente la entità della somma reclamata o offerta e la corresponsione dellâimporto indicato dal conduttore, o, in difetto, offerto dal locatore o comunque risultante dalla sentenza di primo grado, consente, salvo conguaglio allâesito del giudizio, lâesecuzione del provvedimento di rilascio dellâimmobile (1) (2)
(1) Comma aggiunto dallâart. 9, d.l. 30 dicembre 1988, n. 551, conv. in l. 21 febbraio 1989, n. 61.
(2) La Corte cost., con sentenza 14 dicembre 1989, n. 542, ha dichiarato lâillegittimità cost. del presente articolo, nella parte in cui non prevede i provvedimenti della Pubblica Amministrazione tra le cause di cessazione del rapporto di locazione che escludono il diritto del conduttore alla indennità per la perdita dellâavviamento.
Art. 35
Limiti
Le disposizioni di cui allâarticolo precedente non si applicano in caso di cessazione di rapporti di locazione relativi ad immobili utilizzati per lo svolgimento di attività che non comportino contatti diretti con il pubblico degli utenti e dei consumatori nonché destinati allâesercizio di attività professionali, ad attività di carattere transitorio, ed agli immobili complementari o interni a stazioni ferroviarie, porti, aeroporti, aree di servizio stradali o autostradali, alberghi e villaggi turistici.
Art. 36
Sublocazione e cessione del contratto di locazione
Il conduttore può sublocare lâimmobile o cedere il contratto di locazione anche senza il consenso del locatore, purché venga insieme ceduta o locata lâazienda, dandone comunicazione al locatore mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento. Il locatore può opporsi, per gravi motivi, entro trenta giorni dal ricevimento della comunicazione. Nel caso di cessione, il locatore, se non ha liberato il cedente, può agire contro il medesimo qualora il cessionario non adempia le obbligazioni assunte. Le indennità previste dallâarticolo 34 sono liquidate a favore di colui che risulta conduttore al momento della cessazione effettiva della locazione.
Art. 37
Successione nel contratto
In caso di morte del conduttore, gli succedono nel contratto coloro che, per successione o per precedente rapporto risultante da atto di data certa anteriore alla apertura della successione, hanno diritto a continuarne lâattività . In caso di separazione legale o consensuale, di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio, il contratto di locazione si trasferisce al coniuge, anche se non conduttore, che continui nellâimmobile la stessa attività già ivi esercitata assieme allâaltro coniuge prima della separazione legale o consensuale ovvero prima dello scioglimento o della cessazione degli effetti civili del matrimonio. Se lâimmobile è adibito allâuso di più professionisti, artigiani o commercianti e uno solo di essi è titolare del contratto, in caso di morte gli succedono nel contratto, in concorso con gli aventi diritto di cui ai commi precedenti, gli altri professionisti, artigiani o commercianti. Nelle ipotesi di recesso del titolare del contratto, succedono nello stesso gli altri professionisti, artigiani o commercianti. In tal caso il locatore può opporsi alla successione nel contratto, per gravi motivi, con le modalità di cui allâarticolo precedente.
Art. 38
Diritto di prelazione
Nel caso in cui il locatore intenda trasferire a titolo oneroso lâimmobile locato, deve darne comunicazione al conduttore con atto notificato a mezzo di ufficiale giudiziario. Nella comunicazione devono essere indicati il corrispettivo, da quantificare in ogni caso in denaro, le altre condizioni alle quali la compravendita dovrebbe essere conclusa e lâinvito ad esercitare o meno il diritto di prelazione. Il conduttore deve esercitare il diritto di prelazione entro il termine di sessanta giorni dalla ricezione della comunicazione, con atto notificato al proprietario a mezzo di ufficiale giudiziario, offrendo condizioni uguali a quelle comunicategli. Ove il diritto di prelazione sia esercitato, il versamento del prezzo di acquisto, salvo diversa condizione indicata nella comunicazione del locatore, deve essere effettuato entro il termine di trenta giorni decorrenti dal sessantesimo giorno successivo a quello dellâavvenuta notificazione della comunicazione da parte del proprietario, contestualmente alla stipulazione del contratto di compravendita o del contratto preliminare. Nel caso in cui lâimmobile risulti locato a più persone, la comunicazione di cui al primo comma deve essere effettuata a ciascuna di esse. Il diritto di prelazione può essere esercitato congiuntamente da tutti i conduttori, ovvero, qualora taluno vi rinunci, dai rimanenti o dal rimanente conduttore. Lâavente titolo che, entro trenta giorni dalla notificazione di cui al primo comma, non abbia comunicato agli altri aventi diritto la sua intenzione di avvalersi della prelazione, si considera avere rinunciato alla prelazione medesima. Le norme del presente articolo non si applicano nelle ipotesi previste dallâarticolo 732 del codice civile, per le quali la prelazione opera a favore dei coeredi, e nella ipotesi di trasferimento effettuato a favore del coniuge o dei parenti entro il secondo grado.
Art. 39
Diritto di riscatto
Qualora il proprietario non provveda alla notificazione di cui allâarticolo precedente, o il corrispettivo indicato sia superiore a quello risultante dallâatto di trasferimento a titolo oneroso dellâimmobile, lâavente diritto alla prelazione può, entro sei mesi dalla trascrizione del contratto, riscattare lâimmobile dallâacquirente e da ogni altro successivo avente causa. Ove sia stato esercitato il diritto di riscatto, il versamento del prezzo deve essere effettuato entro il termine di tre mesi che decorrono, quando non vi sia opposizione al riscatto, dalla prima udienza del relativo giudizio, o dalla ricezione dellâatto notificato con cui lâacquirente o successivo avente causa comunichi prima di tale udienza di non opporsi al riscatto. Se per qualsiasi motivo, lâacquirente o successivo avente causa faccia opposizione al riscatto, il termine di tre mesi decorre dal giorno del passaggio in giudicato della sentenza che definisce il giudizio.
Art. 40
Diritto di prelazione in caso di nuova locazione
Il locatore che intende locare a terzi lâimmobile, alla scadenza del contratto rinnovato ai sensi dellâarticolo 28, deve comunicare le offerte al conduttore, mediante raccomandata con avviso di ricevimento, almeno sessanta giorni prima della scadenza. Tale obbligo non ricorre quando il conduttore abbia comunicato che non intende rinnovare la locazione e nei casi di cessazione del rapporto di locazione dovuti a risoluzione per inadempimento o recesso del conduttore o ad una delle procedure previste dal regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, e successive modificazioni, relative al conduttore medesimo. Il conduttore ha diritto di prelazione se, nelle forme predette ed entro trenta giorni dalla ricezione della comunicazione di cui al primo comma, offra condizioni uguali a quelle comunicategli dal locatore. Egli conserva tale diritto anche nel caso in cui il contratto tra il locatore e il nuovo conduttore sia sciolto entro un anno, ovvero quando il locatore abbia ottenuto il rilascio dellâimmobile non intendendo locarlo a terzi, e, viceversa, lo abbia concesso in locazione entro i sei mesi successivi.
Art. 41
Norme applicabili
Ai contratti previsti nellâarticolo 27 si applicano le disposizioni degli articoli da 7 a 11. Le disposizioni di cui agli articoli 38, 39 e 40 non si applicano ai rapporti di locazione di cui allâarticolo 35.
Art. 42
Destinazione degli immobili a particolari attivitÃ
I contratti di locazione e sublocazione di immobili urbani adibiti ad attività ricreative, assistenziali, culturali e scolastiche, nonché a sede di partiti o di sindacati, e quelli stipulati dallo Stato o da altri enti pubblici territoriali in qualità di conduttori, hanno la durata di cui al primo comma dellâarticolo 27. A tali contratti si applicano le disposizioni degli articoli 32 e 41, nonché le disposizioni processuali di cui al titolo I capo III, ed il preavviso per il rilascio di cui allâarticolo 28.
Capo III
Disposizioni processuali
Art. 43
Improcedibilità della domanda
omissis(1)
(1) Articolo abrogato dallâart. 89, l. 26 novembre 1990, n. 353, a far data dal 30 aprile 1995, ai sensi dellâart. 2, l. 4 dicembre 1992, n. 477 e dellâart. 3, d.l. 7 ottobre 1994, n. 571, conv. in l. 6 dicembre 1994, n. 673.
Art. 44
Tentativo obbligatorio di conciliazione.
omissis(1)
(1) Articolo abrogato dallâart. 89, l. 26 novembre 1990, n. 353, a far data dal 30 aprile 1995, ai sensi dellâart. 2, l. 4 dicembre 1992, n. 477 e dellâart. 3, d.l. 7 ottobre 1994, n. 571, conv. in l. 6 dicembre 1994, n. 673.
Art. 45
Ricorso al giudice
omissis(1)
Fino al termine del giudizio il conduttore è obbligato a corrispondere, salvo conguaglio, lâimporto non contestato.
(1) Lâart. 89, l. 26 novembre 1990, n. 353, ha abrogato i commi da 1 a 4 del presente articolo a far data dal 30 aprile 1995, ai sensi dellâart. 3, d.l. 7 ottobre 1994, n. 571, conv. in l. 6 dicembre 1994, n. 673.
Art. 46
Rinvio alle norme relative al procedimento sulle controversie individuali di lavoro
omissis(1)
(1) Articolo abrogato dallâart. 89, l. 26 novembre 1990, n. 353, a far data dal 30 aprile 1995, ai sensi dellâart. 2, l. 4 dicembre 1992, n. 477 e dellâart. 3, d.l. 7 ottobre 1994, n. 571, conv. in l. 6 dicembre 1994, n. 673.
Art. 47
Poteri istruttori del giudice
omissis(1)
(1) Articolo abrogato dallâart. 89, l. 26 novembre 1990, n. 353, a far data dal 30 aprile 1995, ai sensi dellâart. 2, l. 4 dicembre 1992, n. 477 e dellâart. 3, d.l. 7 ottobre 1994, n. 571, conv. in l. 6 dicembre 1994, n. 673.
Art. 48
Passaggio dal rito ordinario al rito speciale
omissis(1)
(1) Articolo abrogato dallâart. 89, l. 26 novembre 1990, n. 353, a far data dal 30 aprile 1995, ai sensi dellâart. 2, l. 4 dicembre 1992, n. 477 e dellâart. 3, d.l. 7 ottobre 1994, n. 571, conv. in l. 6 dicembre 1994, n. 673.
Art. 49
Passaggio dal rito speciale al rito ordinario
omissis(1)
(1) Articolo abrogato dallâart. 89, l. 26 novembre 1990, n. 353, a far data dal 30 aprile 1995, ai sensi dellâart. 2, l. 4 dicembre 1992, n. 477 e dellâart. 3, d.l. 7 ottobre 1994, n. 571, conv. in l. 6 dicembre 1994, n. 673.
Art. 50
Incompetenza del giudice
omissis(1)
(1) Articolo abrogato dallâart. 89, l. 26 novembre 1990, n. 353, a far data dal 30 aprile 1995, ai sensi dellâart. 2, l. 4 dicembre 1992, n. 477 e dellâart. 3, d.l. 7 ottobre 1994, n. 571, conv. in l. 6 dicembre 1994, n. 673.
Art. 51
Delle impugnazioni
omissis(1)
(1) Articolo abrogato dallâart. 89, l. 26 novembre 1990, n. 353, a far data dal 30 aprile 1995, ai sensi dellâart. 2, l. 4 dicembre 1992, n. 477 e dellâart. 3, d.l. 7 ottobre 1994, n. 571, conv. in l. 6 dicembre 1994, n. 673.
Art. 52
Cambiamento del rito in appello
omissis(1)
(1) Articolo abrogato dallâart. 89, l. 26 novembre 1990, n. 353, a far data dal 30 aprile 1995, ai sensi dellâart. 2, l. 4 dicembre 1992, n. 477 e dellâart. 3, d.l. 7 ottobre 1994, n. 571, conv. in l. 6 dicembre 1994, n. 673.
Art. 53
Consulente tecnico in appello
omissis(1)
(1) Articolo abrogato dallâart. 89, l. 26 novembre 1990, n. 353, a far data dal 30 aprile 1995, ai sensi dellâart. 2, l. 4 dicembre 1992, n. 477 e dellâart. 3, d.l. 7 ottobre 1994, n. 571, conv. in l. 6 dicembre 1994, n. 673.
Art. 54
Clausola compromissoria
à nulla la clausola con la quale le parti stabiliscono che le controversie relative alla determinazione del canone siano decise da arbitri.
Art. 55
Termine per il pagamento dei canoni scaduti
La morosità del conduttore nel pagamento dei canoni o degli oneri di cui allâarticolo 5 può essere sanata in sede giudiziale per non più di tre volte nel corso di un quadriennio se il conduttore alla prima udienza versa lâimporto dovuto per tutti i canoni scaduti e per gli oneri accessori maturati sino a tale data, maggiorato degli interessi legali e delle spese processuali liquidate in tale sede dal giudice. Ove il pagamento non avvenga in udienza, il giudice, dinanzi a comprovate condizioni di difficoltà del conduttore, può assegnare un termine non superiore a giorni novanta. In tal caso rinvia lâudienza a non oltre dieci giorni dalla scadenza del termine assegnato. La morosità può essere sanata, per non più di quattro volte complessivamente nel corso di un quadriennio, ed il termine di cui al secondo comma è di centoventi giorni, se lâinadempienza, protrattasi per non oltre due mesi, è conseguente alle precarie condizioni economiche del conduttore, insorte dopo la stipulazione del contratto e dipendenti da disoccupazione, malattie o gravi, comprovate condizioni di difficoltà . Il pagamento, nei termini di cui ai commi precedenti, esclude la risoluzione del contratto.
Art. 56
Modalità per il rilascio
(modificato dallâart. 7-bis della legge 269/2004)
Col provvedimento che dispone il rilascio, il giudice, tenuto conto delle disposizioni del conduttore e del locatore e delle ragioni per le quali viene disposto il rilascio stesso, fissa anche la data della esecuzione entro il termine massimo di mesi sei ovvero, in casi eccezionali, di mesi dodici dalla data del provvedimento. Nelle ipotesi di cui allâarticolo 55 per il caso in cui il conduttore non provveda al pagamento nel termine assegnato, la data dellâesecuzione non può essere fissata oltre sessanta giorni dalla scadenza del termine concesso per il pagamento. Trascorsa inutilmente la data fissata, il locatore promuove lâesecuzione ai sensi degli articoli 605 e seguenti del codice di procedura civile.
Art. 57
Esenzioni fiscali ed onorari professionali
Gli atti, i documenti ed i provvedimenti relativi alle controversie in materia di locazione il cui valore non eccede le lire 600.000, nonché i provvedimenti di cui allâarticolo 44, sono esenti dallâimposta di bollo e di registro; negli stessi casi gli onorari di avvocato e procuratore sono ridotti alla metà . é abrogata ogni altra disposizione incompatibile con la presente legge(1).
(1) Articolo così sostituito dallâart. 6, l. 30 luglio 1984, n. 399.
TITOLO II
DISCIPLINA TRANSITORIA
Capo I
Contratti di locazione di immobili adibiti ad uso di abitazione
Art. 58
Durata dei contratti in corso soggetti a proroga
I contratti di locazione e sublocazione di immobili urbani adibiti ad uso di abitazione e soggetti a proroga secondo la legislazione vigente si considerano prorogati ed hanno la durata prevista nellâarticolo 1 con le seguenti decorrenze:
dal 1° gennaio 1979, per i contratti stipulati anteriormente al 31 dicembre 1952;
dal 1° luglio 1979, per i contratti stipulati fra il 1° gennaio 1953 ed il 7 novembre 1963;
dal 1° gennaio 1980, per i contratti stipulati dopo il 7 novembre 1963(1).
(1) La Corte cost., con sentenza 27 febbraio 1980, n. 22, ha dichiarato lâillegittimità cost. del combinato disposto degli artt. 58, 59, n. 1 e 65 della presente legge, nella parte in cui esclude il diritto di recesso per necessità del locatore dei contratti in corso alla data del 30 luglio 1978 e non soggetti a proroga. Con successiva sentenza 28 luglio 1983, n. 250, la Corte cost. ha dichiarato lâillegittimità cost. del combinato disposto degli artt. 58, 59 nn. 2, 3, 6 e 8 nonché 65 della presente legge, nella parte in cui esclude il diritto di recesso del locatore, per i motivi indicati nel cit. art. 59 nn. 2, 3, 6 e 8, dai contratti in corso alla data del 30 luglio 1978 e non soggetti a proroga; la stessa Corte ha dichiarato lâillegittimità cost. del combinato disposto degli artt. 58, 59 nn. 4, 5 e 7 nonché 65 della presente legge, nella parte in cui esclude il diritto di recesso del locatore, per i motivi indicati nel cit. art. 59 nn. 4, 5 e 7 dai contratti in corso alla data del 30 luglio 1978 e non soggetti a proroga.
Art. 59
Recesso del locatore
Nei casi di cui allâarticolo precedente il locatore può recedere in ogni momento dal contratto dandone comunicazione al conduttore mediante lettera raccomandata e con un preavviso di almeno sei mesi:
quando abbia la necessità , verificatasi dopo la costituzione del rapporto locatizio, di destinare lâimmobile ad uso abitativo, commerciale, artigianale o professionale proprio, del coniuge o dei parenti in linea retta entro il secondo grado;
quando, volendo disporre dellâimmobile per abitazione propria, del coniuge o dei propri parenti in linea retta fino al secondo grado oppure quando, trattandosi di ente pubblico o comunque con finalità pubbliche sociali, mutualistiche, cooperativistiche, assistenziali o di culto che voglia disporre dellâimmobile per lâesercizio delle proprie funzioni, offra al conduttore altro immobile idoneo per cui sia dovuto un canone di locazione proporzionato alle condizioni del conduttore medesimo e comunque non superiore del 20 per cento al canone del precedente immobile e assuma a suo carico le spese di trasloco. Quando lâopposizione del conduttore allâazione del locatore risulti infondata, questi potrà essere esonerato dalle spese di trasloco;
quando lâimmobile locato sia compreso in un edificio gravemente danneggiato che debba essere ricostruito o del quale debba essere assicurata la stabilità e la permanenza del conduttore impedisca di compiere gli indispensabili lavori;
quando il proprietario intenda demolire o trasformare notevolmente lâimmobile locato per eseguire nuove costruzioni o, trattandosi di appartamento sito allâultimo piano, quando intenda eseguire sopraelevazioni a norma di legge, e per eseguire sia indispensabile per ragioni tecniche lo sgombero dellâappartamento stesso;
quando lâimmobile locato sia di interesse artistico o storico, ai sensi della legge 1° giugno 1939, n. 1089, nel caso in cui la competente sovraintendenza riconosca necessario ed urgente che si proceda a riparazioni o restauri, la cui esecuzione sia resa impossibile dallo stato di occupazione dellâimmobile;
quando il conduttore può disporre di altra abitazione idonea alle proprie esigenze familiari nello stesso comune ovvero in un comune confinante;
quando il conduttore, avendo sublocato parzialmente lâimmobile, non lo occupa nemmeno in parte, con continuità . Si presume lâesistenza della sublocazione quando lâimmobile risulta occupato da persone che non sono alle dipendenze del conduttore o che non sono a questo legate da vincoli di parentela o di affinità entro il quarto grado, salvo che si tratti di ospiti transitori. La presunzione non si applica nei confronti delle persone che si sono trasferite nellâimmobile assieme al conduttore;
quando il conduttore non occupa continuativamente lâimmobile senza giustificato motivo.
Nelle ipotesi di cui ai numeri 4) e 5) del precedente comma, il possesso della licenza o concessione è condizione per lâazione di rilascio. Gli effetti del provvedimento di rilascio si risolvono alle condizioni previste nella lettera c) dellâarticolo 29. Alla procedura per il rilascio dellâimmobile si applicano le norme di cui ai precedenti articoli 30 e 56(1).
Note:
(1)
La Corte Cost., con sentenza 27 febbraio 1980, n. 22, ha dichiarato lâillegittimità cost. del combinato disposto degli artt. 58, 59, n. 1 e 65 della presente legge, nella parte in cui esclude il diritto di recesso per necessità del locatore dei contratti in corso alla data del 30 luglio 1978 e non soggetti a proroga. Con successiva sentenza 28 luglio 1983, n. 250, la Corte cost. ha dichiarato lâillegittimità cost. del combinato disposto degli artt. 58, 59 nn. 2, 3, 6 e 8 nonché 65 della presente legge, nella parte in cui esclude il diritto di recesso del locatore, per i motivi indicati nel cit. art. 59 nn. 2, 3, 6 e 8, dai contratti in corso alla data del 30 luglio 1978 e non soggetti a proroga; la stessa Corte ha dichiarato lâillegittimità cost. del combinato disposto degli artt. 58, 59 nn. 4, 5 e 7 nonché 65 della presente legge, nella parte in cui esclude il diritto di recesso del locatore, per i motivi indicati nel cit. art. 59 nn. 4, 5 e 7 dai contratti in corso alla data del 30 luglio 1978 e non soggetti a proroga.
Art. 60
Ripristino del rapporto e risarcimento del danno
Il provvedimento che dispone il rilascio dellâimmobile in conseguenza dellâesercizio da parte del locatore del diritto di recesso, perde efficacia se il locatore, nel termine di sei mesi da quando ha riacquistato la disponibilità dellâimmobile non lo adibisca allâuso per il quale aveva agito ovvero, nei casi di cui ai numeri 3), 4) e 5) dellâarticolo 59, non inizi, nel suddetto termine, i lavori per i quali è stata rilasciata licenza o concessione. Il conduttore ha diritto, nei confronti del locatore e dei suoi aventi causa, al ripristino del contratto di locazione, salvi i diritti acquisiti dai terzi in buona fede, e al rimborso delle spese di trasloco e degli altri oneri sopportati, ovvero a sua scelta il risarcimento del danno da determinarsi dal giudice in misura non inferiore a 12 e non superiore a 48 mensilità del canone, oltre ad un equo indennizzo per le spese di trasloco. Il giudice, oltre a determinare il ripristino o il risarcimento, ordina al locatore il pagamento di una somma da L. 500.000 a L. 2.000.000 da devolvere al comune nel cui territorio è sito lâimmobile, ad integrazione del fondo sociale di cui al titolo III della presente legge.
Art. 61
Acquirente dellâimmobile locato
La facoltà di recesso nel caso previsto da n. 1) dellâarticolo 59 non può essere esercitata da chi ha acquistato lâimmobile per atto tra vivi finché non siano decorsi almeno due anni dalla data dellâacquisto. Il termine è ridotto ad un anno se nei confronti dellâacquirente è in corso un procedimento di rilascio non dovuto a morosità ovvero se lâacquirente è cittadino emigrato in un paese straniero in qualità di lavoratore e intenda rientrare in Italia per risiedervi stabilmente. Quando lâimmobile è stato donato a causa di matrimonio o costituito in fondo patrimoniale e il matrimonio sia stato celebrato, il termine di cui al primo comma si computa dal giorno in cui il dante causa ha acquistato il diritto sullâimmobile.
Art. 62
Canone dei contratti soggetti a proroga
Il canone di cui agli articoli 12 e 24 si applica ai contratti previsti nellâarticolo 58 dallâinizio del sesto anno a decorrere dalla entrata in vigore dalla presente legge ed il canone è adeguato in relazione allâeventuale mutamento degli elementi di cui agli articoli 13 e 15. Fino alla data suddetta il canone di locazione corrisposto dal conduttore, calcolato al netto degli oneri accessori, può essere aumentato a richiesta del locatore, a decorrere dal primo giorno del quarto mese successivo a quello di entrata in vigore della presente legge, nella misura del 20 per cento allâanno per i primi due anni e del 15 per cento allâanno per gli anni successivi della differenza risultante tra il canone definito ai sensi dellâarticolo 12 ed il canone attualmente corrisposto. Se il canone attualmente corrisposto è superiore a quello definito ai sensi dellâarticolo 12 si applicano le disposizioni dello stesso articolo 12 e quelle dellâarticolo 24 a partire dal primo giorno del quarto mese successivo alla entrata in vigore della presente legge. Ove alcuni parametri, coefficienti o altri elementi necessari per la determinazione del canone a norma dellâarticolo 12 non siano noti in tempo utile gli adeguamenti del canone di locazione di cui ai precedenti commi si applicano tenendo conto di tutti gli altri elementi noti, salvo i conguagli che decorreranno in ogni caso dalle date di cui ai commi precedenti. Le parti possono liberamente concordare modalità diverse sempre che il canone definito non superi quello risultante dallâapplicazione degli articoli 12 e 24.
Art. 63
Aggiornamento del canone dei contratti in corso soggetti a proroga
Per i primi due anni a decorrere dalla entrata in vigore della presente legge il canone di locazione relativo ai contratti previsti nellâarticolo 58 non è aggiornato per gli effetti di cui allâarticolo 24. Dallâinizio del terzo anno il canone di locazione è aggiornato in base alla variazione, accertata dallâISTAT, dellâindice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati verificatasi nellâanno precedente. Se le variazioni sono in aumento, di esse si applica soltanto: il 20 per cento dallâinizio del terzo anno; il 40 per cento dallâinizio del quarto anno; il 60 per cento dallâinizio del quinto anno; il 75 per cento dallâinizio del sesto anno. In ogni caso con lâintegrale applicazione dellâequo canone lâaggiornamento di cui allâarticolo 24 si applica nella intera misura ivi prevista.
Art. 64
Particolari contratti soggetti a proroga
Ai contratti di locazione di cui allâarticolo 26, comma primo, lettera d) e comma secondo, soggetti a proroga secondo la legislazione vigente, si applicano per la durata le disposizioni dellâarticolo 58. Fino al termine di tale durata il canone può essere modificato a richiesta del locatore mediante aggiornamento annuale, in base al 75 per cento della variazione, accertata dallâISTAT, dellâindice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, verificatasi nellâanno precedente.
Art. 65
Contratti in corso non soggetti a proroga
Le disposizioni degli articoli 1 e 3 si applicano anche ai contratti in corso alla data di entrata in vigore della presente legge e non soggetti a proroga, detraendosi, per la determinazione della durata prevista allâarticolo 1 il tempo già trascorso dallâinizio della locazione o, in caso di intervenuto rinnovo contrattuale, dalla data di esso. La disposizione di cui al comma precedente si applica anche ai contratti per i quali, alla data di entrata in vigore della presente legge, è in corso procedimento per convalida di licenza o di sfratto per finita locazione. Il canone di cui agli articoli 12 e 24 si applica ai contratti di cui al presente articolo a partire dallâinizio del secondo anno a decorrere dallâentrata in vigore della presente legge, ed il canone è adeguato in relazione allâeventuale mutamento degli elementi di cui agli articoli 13 e 15. Fino alla data suddetta il canone di locazione corrisposto dal conduttore, calcolato al netto degli oneri accessori, può essere aumentato su richiesta del locatore a decorrere dal primo giorno del quarto mese successivo a quello di entrata in vigore della presente legge nella misura del 50 per cento della differenza risultante fra il canone definito ai sensi dellâarticolo 12 ed il canone attualmente corrisposto. Se il canone attualmente corrisposto è superiore a quello definito ai sensi dellâarticolo 12 si applicano le disposizioni dello stesso articolo 12 e quelle dellâarticolo 24 a partire dal primo giorno del quarto mese successivo allâentrata, in vigore della presente legge. Ai contratti di locazione di cui allâarticolo 26, comma primo, lettera d) e comma secondo, non soggetti a proroga, si applicano le disposizioni di cui ai commi primo e secondo del presente articolo. Fino alla scadenza di cui al primo comma il canone può essere modificato, su richiesta del locatore, soltanto mediante aggiornamento annuale, in base al 75 per cento della variazione, accertata dallâISTAT, dellâindice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati verificatasi nellâanno precedente(1).
(1) La Corte cost., con sentenza 27 febbraio 1980, n. 22, ha dichiarato lâillegittimità cost. del combinato disposto degli artt. 58, 59, n. 1 e 65 della presente legge, nella parte in cui esclude il diritto di recesso per necessità del locatore dei contratti in corso alla data del 30 luglio 1978 e non soggetti a proroga. Con successiva sentenza 28 luglio 1983, n. 250, la Corte cost. ha dichiarato lâillegittimità cost. del combinato disposto degli artt. 58, 59 nn. 2, 3, 6 e 8 nonché 65 della presente legge, nella parte in cui esclude il diritto di recesso del locatore, per i motivi indicati nel cit. art. 59 nn. 2, 3, 6 e 8, dai contratti in corso alla data del 30 luglio 1978 e non soggetti a proroga; la stessa Corte ha dichiarato lâillegittimità cost. del combinato disposto degli artt. 58, 59 nn. 4, 5 e 7 nonché 65 della presente legge, nella parte in cui esclude il diritto di recesso del locatore, per i motivi indicati nel cit. art. 59 nn. 4, 5 e 7 dai contratti in corso alla data del 30 luglio 1978 e non soggetti a proroga.
Art. 66
Oneri accessori conglobati nel canone
Gli oneri accessori che, nei rapporti in corso, siano stati posti a carico del conduttore e conglobati nel canone, non possono essere computati in misura superiore al 10 per cento del canone pattuito, qualora il contraente interessato non ne provi lâimporto effettivo.
Capo II
Contratti di locazione di immobili adibiti ad uso diverso da quello di abitazione
Art. 67
Contratti in corso soggetti a proroga
I contratti di locazione di cui allâarticolo 27 in corso al momento dellâentrata in vigore della presente legge e soggetti a proroga secondo la legislazione vigente si considerano prorogati ed hanno la seguente durata:
anni 4, i contratti stipulati prima del 31 dicembre 1964;
anni 5, i contratti stipulati tra il 1° gennaio 1965 ed il 31 dicembre 1973;
anni 6, i contratti stipulati dopo il 31 dicembre 1973.
La durata di cui sopra decorre dal giorno e dal mese, successivi alla entrata in vigore della presente legge, corrispondenti a quelli di scadenza previsti nel contratto di locazione; ove tale determinazione non sia possibile, dallo stesso giorno di entrata in vigore della presente legge. é in facoltà delle parti di stipulare anche prima della scadenza sopra prevista un nuovo contratto di locazione secondo le disposizioni del capo II, titolo I, della presente legge.
Art. 68
Aumenti del canone
Nei contratti di locazione o sublocazione di cui al precedente articolo il canone corrisposto dal conduttore, calcolato al netto degli oneri accessori, può essere a richiesta del locatore, aumentato a decorrere dal primo giorno del mese successivo a quello di entrata in vigore della presente legge per il restante periodo di durata del contratto, nelle misure seguenti:
non superiore al 15 per cento allâanno, per i contratti stipulati anteriormente al 31 dicembre 1964;
non superiore al 10 per cento allâanno per i contratti stipulati fra il 1° gennaio 1965 ed il 31 dicembre 1973;
non superiore al 5 per cento allâanno per i contratti stipulati dopo il 31 dicembre 1973.
Art. 69
Diritto di prelazione in caso di nuova locazione e indennità per lâavviamento commerciale
Nei contratti di locazione di immobili adibiti ad uso diverso da quello di abitazione, di cui agli articoli 67 e 71 della presente legge, il locatore comunica, mediante raccomandata con avviso di ricevimento da inviarsi entro il 28 febbraio 1987, se ed a quali condizioni intende proseguire la locazione ovvero le condizioni offerte da terzi per la locazione dellâimmobile. Lâobbligo ricorre anche quando il locatore non intende proseguire nella locazione per i motivi indicati allâarticolo 29. Tale obbligo non ricorre quando il conduttore abbia comunicato al locatore che non intende rinnovare la locazione e nei casi di cessazione del rapporto per inadempimento o recesso del conduttore o qualora sia in corso una delle procedure previste dal R.D. 16 marzo 1942, n. 267, e successive modificazioni, a carico del conduttore medesimo. Il conduttore deve rendere noto al locatore, entro trenta giorni dalla comunicazione di cui al primo comma, se intende proseguire la locazione alle nuove condizioni. Il conduttore ha diritto di prelazione se, entro trenta giorni dalla ricezione della comunicazione di cui al primo comma, offre condizioni uguali a quelle comunicategli dal locatore. Egli conserva tale diritto anche nellâipotesi di cui al quarto comma dellâart. 40. Il conduttore, se non accetta le condizioni offerte dal locatore ovvero non esercita la prelazione, ha diritto ad un compenso pari a 24 mensilità , ovvero a trenta per le locazioni con destinazione alberghiera, del canone richiesto dal locatore od offerto dal terzo. Se il locatore non intende proseguire nella locazione il conduttore può, entro trenta giorni dalla comunicazione del locatore o in mancanza di questa, se dovuta, dalla scadenza del termine di cui al primo comma, offrire un nuovo canone, impegnandosi a costituire, allâatto del rinnovo e per la durata del contratto, una polizza assicurativa oppure una fidejussione bancaria per una somma pari a 12 mensilità del canone offerto. Se il locatore non intende proseguire nella locazione sulla base delle condizioni offerte al conduttore è dovuta lâindennità per lâavviamento commerciale nella misura di 24 mensilità , ovvero di 30 per le locazioni con destinazione alberghiera, del canone offerto ai sensi del comma precedente. In mancanza dellâofferta del nuovo canone da parte del conduttore nonché nei casi di rilascio dellâimmobile per i motivi di cui allâart. 29 salvo quelli di cui al primo comma, lettera a), è dovuta lâindennità per avviamento commerciale nella misura di 21 mensilità , ovvero di 25 per le locazioni con destinazione alberghiera, del canone corrente di mercato per i locali aventi le stesse caratteristiche. In caso di rilascio dellâimmobile per i motivi di cui allâart. 29, primo comma, lettera a), la predetta indennità è calcolata con riferimento al canone corrisposto. Lâindennità dovuta è complessivamente di 24 mensilità , ovvero di 32 per le locazioni con destinazione alberghiera, nei casi di cui al secondo comma dellâart. 34. Lâesecuzione del provvedimento di rilascio dellâimmobile è condizionata allâavvenuta corresponsione dellâindennità di cui ai precedenti commi sesto, ottavo e nono. Per i contratti di cui agli articoli 67 e 71 le disposizioni del presente articolo sono sostitutive di quelle degli articoli 34 e 40. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche ai contratti relativi ad immobili utilizzati per lo svolgimento di attività di cui allâart. 27, primo comma, che non comportano contatti diretti con il pubblico degli utenti e dei consumatori, di attività professionali e di attività di cui allâart. 42. In tali casi, il compenso spettante al conduttore ai sensi dei precedenti commi sesto, ottavo e nono, è limitato a dodici mensilità . Il compenso non è dovuto qualora il locatore intenda ottenere la disponibilità dellâimmobile per i motivi di cui allâart. 29 (1).
(1) Articolo così sostituito dallâart. 1, d.l. 9 dicembre 1986, n. 832, conv. in l. 6 febbraio 1987, n. 15. La Corte cost., con sentenza 3 giugno 1992, n. 242, ha dichiarato lâillegittimità cost. del presente articolo, nella parte in cui non prevede che lâobbligo del locatore di corrispondere al conduttore la indennità per lâavviamento commerciale non ricorre quando causa di cessazione del rapporto è un provvedimento della pubblica Amministrazione che esclude indefinitamente la utilizzazione economica dellâimmobile.
Art. 70
Immobili destinati a particolari attività soggetti a proroga
Ai contratti di locazione di cui allâarticolo 42 si applicano le disposizioni degli articoli 67 e 68.
Art. 71
Contratti in corso non soggetti a proroga
Le disposizioni degli articoli 27 e 42, primo comma, si applicano anche in contratti in corso al momento dellâentrata in vigore della presente legge e non soggetti a proroga legale, detraendosi, per la determinazione della durata prevista in detta disposizione, il periodo di locazione già trascorso dallâinizio della locazione o, in caso di intervenuto rinnovo contrattuale, dalla data di esso. La durata non può comunque essere inferiore a due anni dalla data di entrata in vigore della presente legge. Le disposizioni di cui ai commi precedenti si applicano anche ai contratti di cui sopra per i quali, alla data di entrata in vigore della presente legge, è in corso procedimento per convalida di licenza o di sfratto. Il canone potrà essere aggiornato annualmente su richiesta del locatore dal giorno della scadenza contrattualmente prevista, in base al 75 per cento della variazione, accertata dallâISTAT, dellâindice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati verificatasi nellâanno precedente.
Art. 72
Mutamento della destinazione
I nuovi contratti di locazione di immobili il cui uso venga mutato da quello preesistente di abitazione non possono prevedere, per un periodo di quattro anni dalla data di entrata in vigore della presente legge, un canone superiore a quello di cui agli articoli 12 e 24, tranne che siano intervenute radicali trasformazioni dellâimmobile stesso autorizzate ai sensi delle vigenti leggi.
Art. 73
Norme applicabili
Per i contratti previsti negli articoli 67, 70 e ferme restando le scadenze convenzionali, nellâarticolo 71, il locatore può recedere in base ai motivi di cui allâarticolo 29 e con il preavviso di cui allâarticolo 59. Nei casi previsti dalle lettere a), e b) dellâultimo periodo del secondo comma dellâarticolo 29 tale facoltà è riconosciuta soltanto ove ricorra la necessità del locatore o del coniuge o dei parenti entro il secondo grado in linea retta, verificatasi dopo la costituzione del rapporto locatizio. Si applicano le disposizioni degli articoli 30 e 31 e degli articoli da 35 a 39, nonché quelli dellâarticolo 69, settimo, ottavo e nono comma(1).
Note:
(1)
Articolo così modificato dallâart. 1-bis, d.l. 30 gennaio 1979, n. 21, conv. in l. 31 marzo 1979, n. 93. La Corte Cost., con sentenza 10 dicembre 1987, n. 562, ha dichiarato lâillegittimità cost. del presente articolo nella parte in cui non richiama espressamente lâobbligo di corrispondere lâindennità per la perdita dellâavviamento commerciale di cui allâart. 69, settimo, ottavo e nono comma, della presente legge nel testo originario.
Capo III
Disposizioni processuali
Art. 74
Rinvio
Le disposizioni degli articoli da 43 a 57 sono applicabili alle locazioni previste nei capi I e II del presente titolo.
TITOLO III
FONDO SOCIALE
Art. 75
Istituzione del fondo sociale
Presso il Ministero del tesoro è istituito un fondo sociale per lâintegrazione dei canoni di locazione per i conduttori meno abbienti. Tale fondo è costituito da un conto corrente infruttifero sul quale le regioni potranno prelevare le cifre messe a disposizione secondo le modalità di cui agli articoli seguenti. Il Ministro del bilancio riunisce annualmente la commissione interregionale di cui alla legge 16 maggio 1970, n. 281, e sottopone ad essa una proposta di ripartizione per regione della somma disponibile. Le proposte del Ministro e il parere della commissione sono rimesse al CIPE per le decisioni definitive.
Art. 76
Ripartizione del fondo
Le regioni, con provvedimento del consiglio regionale, decidono entro un mese dalla ripartizione dei fondi, le modalità di distribuzione tra i vari comuni tenendo conto delle esigenze esistenti in ciascuno di essi. Le somme così ripartite devono servire a concorrere al pagamento degli aumenti del canone di locazione per i conduttori meno abbienti. Di norma i comuni, nellâambito degli stanziamenti assegnati destineranno le somme secondo i seguenti criteri:
il reddito annuo complessivo, riferito alla somma dei redditi imputati al conduttore ed alle altre persone cui lui abitualmente conviventi, non sia superiore complessivamente allâimporto di due pensioni minime INPS per la generalità dei lavoratori per nuclei familiari costituiti da uno o due componenti;
al momento dellâentrata in vigore della presente legge, i conduttori siano intestatari del contratto di affitto dellâalloggio, che, per ubicazione, tipologia e superficie, deve essere strettamente necessario alle esigenze del conduttore e delle persone con lui abitualmente conviventi;
i conduttori abbiano ricevuto per effetto dellâentrata in vigore della presente legge, richiesta di aumento del canone di locazione attualmente corrisposto.
Art. 77
Integrazione del canone
Lâintegrazione consisterà nella corresponsione di un contributo annuo non superiore allâ80 per cento dellâaumento del canone di locazione conseguente allâapplicazione dellâequo canone, secondo lâentità e le modalità definite dalla presente legge. Il contributo di cui al comma precedente non può in ogni caso essere superiore alla somma annua di L. 200.000. Ai conduttori che usufruiscono del contributo integrativo è fatto divieto di procedere alla sublocazione dellâimmobile locato a pena di decadenza del contributo medesimo.
Art. 78
Copertura finanziaria
La spesa di lire 240 miliardi derivante dallâapplicazione del presente titolo sarà iscritta nello stato di previsione della spesa del Ministero del tesoro in ragione di lire 15 miliardi nellâanno 1978, di lire 25 miliardi nellâanno 1979, di lire 35 miliardi nellâanno 1980, di lire 45 miliardi nellâanno 1981, di lire 55 miliardi nellâanno 1982 e di lire 65 miliardi nellâanno 1983. Allâonere di lire 15 miliardi relativo allâanno finanziario 1978 si provvede con corrispondente riduzione del fondo speciale iscritto al capitolo 9001 dello stato di previsione della spesa del Ministero del tesoro per lâanno finanziario medesimo. Il Ministro del tesoro è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
TITOLO IV
DISPOSIZIONI FINALI
Art. 79
Patti contrari alla legge
à nulla ogni pattuizione diretta a limitare la durata legale del contratto o ad attribuire al locatore un canone maggiore rispetto a quello previsto dagli articoli precedenti ovvero ad attribuirgli altro vantaggio in contrasto con le disposizioni della presente legge. Il conduttore con azione proponibile fino a sei mesi dopo la riconsegna dellâimmobile locato, può ripetere le somme sotto qualsiasi forma corrisposte in violazione dei divieti e dei limiti previsti dalla presente legge.
Art. 80
Uso diverso da quello pattuito
Se il conduttore adibisce lâimmobile ad un uso diverso da quello pattuito, il locatore può chiedere la risoluzione del contratto entro tre mesi dal momento in cui ne ha avuto conoscenza e comunque entro un anno dal mutamento di destinazione(1). Decorso tale termine senza che la risoluzione sia stata chiesta, al contratto si applica il regime giuridico corrispondente allâuso effettivo dellâimmobile. Qualora la destinazione ad uso diverso da quello pattuito sia parziale, al contratto si applica il regime giuridico corrispondente allâuso prevalente.
(1) La Corte cost., con sentenza 18 febbraio 1988, n. 185, ha dichiarato lâillegittimità cost. del presente comma, nella parte in cui dispone «e comunque entro un anno dal mutamento di destinazione».
Art. 81
Pubblicazione dei dati ISTAT nella Gazzetta Ufficiale
Le variazioni dellâindice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati accertate dallâISTAT sono pubblicate nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Art. 82
Giudizi in corso
Ai giudizi in corso al momento dellâentrata in vigore della presente legge continuano ad applicarsi ad ogni effetto le leggi precedenti.
Art. 83
Relazione al Parlamento
Il Ministro di grazia e giustizia, di concerto col Ministro dei lavori pubblici, ogni anno, a decorrere da quello successivo allâentrata in vigore della presente legge, presenta al Parlamento, entro il 31 marzo, una relazione sulla applicazione del nuovo regime, delle locazioni, che consenta di valutarne tutti gli effetti, ai fini di ogni necessaria e tempestiva modificazione della presente legge.
Art. 84
Abrogazione
Sono abrogate tutte le disposizioni incompatibili con la presente legge.
Art. 85
Entrata in vigore
La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
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