Breve storia della crisi subprime e del criterio contabile che l’ha generata

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Parte 5

Di Michele  Giudilli

E in Italia?

Purtroppo per la correlazione che esiste nei mercati finanziari e l’effetto domino che la crisi subprime ha creato nelle banche di tutto il mondo, anche in Italia subiremo delle conseguenze: riduzione del credito disponibile, ulteriore frenata di investimenti e attività immobiliari. Il sistema bancario italiano però è solido: nonostante qualche voce allarmata, l’ammontare degli asset “tossici” presenti nei bilanci della banche nostrane è davvero molto basso, in quanto la prudenza italica bancaria, ha fatto si che, da una parte il credito facile non venisse adottato a livello di sistema, e dall’altro ha evitato alle banche nostre di riempirsi di titoli tossici. Su diversi siti internet leggo commenti di lettori altamente preoccupati dei loro risparmi, fanno un po’ sorridere, dove leggo che alcuni vorrebbero ritirare i propri risparmi, pratica che oltre ad essere inutile perché non vi è nessuno rischio reale, sarebbe l’artefice di un una vera crisi bancaria, secondo il più classico dei modi: il ritiro contemporaneo dei propri risparmi, così come si vede in una sequenza del film Mary Poppins.

Inoltre il Fondo di Tutela Interbancari dei Depositi, istituito nel 1987, garantisce i depositanti fino ad un massimo di 103.291 €. Ai più paranoici consiglio al massimo di spalmare le proprie fortune in conti aperti in differenti istituti bancari (che fanno capo a gruppi bancari differenti) e dormire tranquilli, perché il peggio è passato, e le autorità e diverse risorse intellettive sono in campo per riportare sistema finanziario e bancario sulla retta via. Di certo sarà una grande lezione per il futuro e contribuirà a rafforzare il sistema bancario ed economico, limitando certe partiche finanziarie e riducendoli ricorso all’indebitamento.

Ci auguriamo che alla fine, rimettendo i piedi per terra avremo più finanza per l’economia e meno finanza per la finanza.


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