L’Italia e l’acqua: un quadro complesso tra gestione, sprechi e percezioni

Le Statistiche dell’Istat sull’Acqua | Anni 2020-2024

Acqua

Il rapporto “Le Statistiche dell’Istat sull’Acqua | Anni 2020-2024”, pubblicato il 21 marzo 2025 dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), offre un quadro dettagliato sulla gestione idrica in Italia. In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, emerge che nel 2022 i gestori dei servizi idrici per uso civile sono 2.110, con l’82,4% in economia e il 17,6% specializzati. Sebbene il numero sia in calo rispetto ai 7.826 del 1999, la frammentazione persiste in regioni come Calabria, Campania e Sicilia.

Il prelievo di acqua potabile (9,14 miliardi di metri cubi nel 2022) è dominato dai gestori specializzati (91%), ma le perdite idriche restano alte: 45,5% nelle gestioni in economia contro il 41,9% di quelle specializzate, con una media nazionale del 42,4%.

Nord: Efficienza e Copertura Elevata

Il Nord Italia si distingue per efficienza nella gestione delle risorse idriche. Il Nord-ovest vanta una copertura fognaria del 94,6%, con la Valle d’Aosta al 97,9%. Regioni come Emilia-Romagna e Veneto mostrano una gestione specializzata della distribuzione idrica, con perdite contenute e una soddisfazione del 92% tra le famiglie nel 2024. Inoltre, il Nord-ovest concentra il 54,1% dei prelievi di acque minerali naturali.

Centro: un Equilibrio tra Progressi e Sfide

Il Centro Italia presenta un mix di risultati. L’Umbria eccelle con una gestione idrica e fognaria interamente specializzata, mentre Lazio e Abruzzo contribuiscono al 43% dei prelievi da sorgenti. Tuttavia, il razionamento idrico (es. Chieti nel 2023) e una soddisfazione dell’85,8% indicano margini di miglioramento rispetto al Nord.

Sud e Isole: Criticità Strutturali e Razionamenti

Il Mezzogiorno e le Isole affrontano le maggiori difficoltà. Nel 2023, un terzo dei capoluoghi del Sud (14 comuni) ha introdotto il razionamento idrico, con Agrigento (208 giorni di sospensione) e Trapani (180 giorni di riduzioni) tra i casi più critici. Sicilia e Calabria registrano irregolarità nell’erogazione (29,2% e 29,9% delle famiglie) e una copertura fognaria bassa (76,5% in Sicilia). Le infrastrutture obsolete e le precipitazioni ridotte (-60% in Sicilia) aggravano la situazione.

Percezioni e Consumi: una Consapevolezza Crescenti

Il 69,2% degli italiani over 14 è preoccupato per i cambiamenti climatici, e il 70% evita sprechi idrici. Tuttavia, il 28,7% non si fida dell’acqua del rubinetto, con picchi del 49,5% nelle Isole. Il consumo di acqua minerale è all’82,6%, con l’Umbria al 92%. La qualità dell’acqua soddisfa il 76,2% delle famiglie, ma Sicilia e Calabria superano il 33% di insoddisfazione.

Agricoltura e Acque Reflue: Dati Contrastanti

Nell’annata 2019/2020, il 36% delle superfici irrigate dipende dall’autoapprovvigionamento, con il mais al 26,4%. La gestione delle acque reflue genera 6 miliardi di euro di valore aggiunto nel 2022 (+9,6%), assorbendo il 25% della spesa ambientale (13,1 miliardi).

Giudizio Complessivo sulla Gestione Idrica Italiana

Il rapporto Istat evidenzia un’Italia divisa: il Nord eccelle in efficienza, il Centro bilancia progressi e limiti, mentre Sud e Isole soffrono per infrastrutture e crisi idriche. I passi avanti nella concentrazione dei gestori e nella consapevolezza sono promettenti, ma le disparità regionali sull’acqua e le perdite idriche richiedono interventi urgenti per un futuro sostenibile.

Fonte: Istat, “Le Statistiche dell’Istat sull’Acqua | Anni 2020-2024”, 21 marzo 2025, www.istat.it.