Nel mese di settembre 2024, l’Indice dei Prezzi al Consumo per tutti i consumatori urbani (CPI-U) negli Stati Uniti è aumentato dello 0,2% su base destagionalizzata, mantenendo lo stesso tasso di crescita registrato nei mesi di agosto e luglio. Negli ultimi 12 mesi, l’indice complessivo è aumentato del 2,4%, il tasso più basso dal febbraio 2021.
L’indice per l’alloggio è cresciuto dello 0,2%, mentre l’indice per il cibo è aumentato dello 0,4%, rappresentando insieme oltre il 75% dell’aumento mensile complessivo. In particolare, l’indice per il cibo a casa è salito dello 0,4%, mentre il cibo fuori casa ha visto un aumento dello 0,3%. Tuttavia, l’indice dell’energia ha registrato un calo dell’1,9%, dopo una diminuzione dello 0,8% il mese precedente.
Escludendo cibo ed energia, l’indice è aumentato dello 0,3%, con aumenti nei settori abitativi, assicurazioni per veicoli, assistenza sanitaria, abbigliamento e tariffe aeree. Al contrario, i settori ricreativo e delle comunicazioni hanno visto una diminuzione.
Nel complesso, l’inflazione annuale del 2,4% indica una moderazione significativa, segnalando un miglioramento rispetto ai livelli più elevati osservati negli ultimi anni. Tuttavia, settori come l’alloggio e il cibo continuano a esercitare pressioni inflazionistiche, anche se contenute. Il calo dei prezzi energetici e la riduzione generale dell’inflazione rappresentano elementi positivi, ma la situazione rimane complessa, soprattutto per quanto riguarda l’inflazione “core” (al netto di cibo ed energia), che è ancora al 3,3%.
Giudizio
La situazione appare moderatamente positiva. Il calo dell’inflazione complessiva e dei prezzi dell’energia è un buon segnale per l’economia, ma l’aumento costante dei costi di beni essenziali come l’alloggio e il cibo può continuare a pesare sui consumatori. La riduzione dell’inflazione annuale è certamente un progresso, ma è necessario monitorare attentamente l’evoluzione dei prezzi dei beni di prima necessità.
Ora si attende la mossa della FED che potrebbe vedere al ribasso i tassi di interesse
Inflazione in calo a settembre 2024 da 2,2% di agosto a 1,8% di settembre
Secondo la stima Eurostat l’inflazione annuale nell’area dell’euro dovrebbe attestarsi all’1,8% a settembre 2024, in calo rispetto al 2,2% di agosto.
Considerando le principali componenti dell’inflazione nell’area dell’euro, si prevede che i servizi registreranno il tasso annuo più elevato a settembre (4,0%, rispetto al 4,1% di agosto), seguiti da prodotti alimentari, alcolici e tabacco (2,4%, rispetto al 2,3% di agosto), beni industriali non energetici (0,4%, stabile rispetto ad agosto) ed energia (-6,0%, rispetto al -3,0% di agosto).
Il valore 1,8% è il più basso da maggio 2021 quando l’inflazione era uguale a 2,0%.
I dati dell’inflazione annua in Area Euro da gennaio 2023
L’inflazione annua nell’area dell’euro è scesa al 2,2% ad agosto 2024, in calo rispetto al 2,6% di luglio. Un anno prima, il tasso era del 5,2%.
Per trovare un valore così basso bisogna tornare indietro fino a luglio 2021 quando il valore era 2,2%. Da allora fu una salita repentina fino a toccare il massimo a ottobre 2022 con 10,6%
Ad agosto 2024, il contributo maggiore al tasso di inflazione annua dell’area dell’euro è arrivato dai servizi (+1,88 punti percentuali), seguiti da alimenti, alcol e tabacco (+0,46 pp), beni industriali non energetici (+0,11 pp) ed energia (-0,29 pp).
Tabella Inflazione annua e mensile Euro Area – Giugno 2021 – Agosto 2024
I tassi annuali più bassi sono stati registrati in Lituania (0,8%), Lettonia (0,9%), Irlanda, Slovenia e Finlandia (tutti all’1,1%). I tassi annuali più alti sono stati registrati in Romania (5,3%), Belgio (4,3%) e Polonia (4,0%). Rispetto a luglio 2024, l’inflazione annua è diminuita in venti Stati membri, è rimasta stabile in uno ed è aumentata in sei.
Negli ultimi due decenni, l’andamento dei prezzi della benzina e del gasolio ha avuto un ruolo determinante nell’influenzare i livelli di inflazione, con effetti a catena che si ripercuotono su vari aspetti dell’economia, inclusi i tassi di interesse stabiliti dalle banche centrali.
Analizzando i dati dal 2005 al 2024, possiamo osservare come il costo dei carburanti abbia avuto un impatto significativo sull’inflazione in Italia e negli Stati Uniti, creando pressioni sui governi e sulle banche centrali per intervenire sui tassi di interesse.
L’influenza diretta dei prezzi della benzina sull’inflazione
I dati mostrano una forte correlazione tra l’aumento dei prezzi dei carburanti e i livelli di inflazione. Il costo del carburante incide direttamente sui prezzi di produzione e distribuzione di beni e servizi, alimentando un incremento generale dei prezzi al consumo. In periodi di forte aumento dei costi della benzina, come nel 2022, l’inflazione ha subito un’accelerazione notevole, raggiungendo un’inflazione media annua dell’8,1% in Italia.
Quando il prezzo della benzina aumenta, anche il costo del trasporto dei beni sale, portando a un rialzo nei prezzi di molti prodotti essenziali. Questo effetto si amplifica in settori come l’agroalimentare e il manifatturiero, dove la logistica rappresenta una quota significativa dei costi. L’Italia, con la sua forte dipendenza dalle importazioni di petrolio, è particolarmente vulnerabile a queste dinamiche.
Il ruolo dell’inflazione sui tassi di interesse
Con l’aumento dell’inflazione dovuto alla crescita dei prezzi del carburante, le banche centrali sono spesso costrette a intervenire per mantenere la stabilità economica. L’inflazione, infatti, erode il potere d’acquisto delle famiglie e riduce la capacità di spesa delle imprese, minacciando la crescita economica a lungo termine.
L’aumento dei tassi di interesse ha due obiettivi principali:
Ridurre la domanda: Tassi più alti rendono il credito più costoso, rallentando così la domanda di beni e servizi.
Contenere l’inflazione: Con una domanda più bassa, l’inflazione tende a scendere, poiché le pressioni sui prezzi si riducono.
Un ciclo difficile da interrompere
L’interazione tra l’inflazione indotta dai prezzi dei carburanti e i tassi di interesse crea un ciclo difficile da rompere. Quando il prezzo della benzina aumenta, l’inflazione accelera, costringendo le banche centrali a intervenire con tassi di interesse più alti. Tuttavia, tassi di interesse elevati possono avere effetti negativi sull’economia, rallentando la crescita e incrementando il costo del debito per famiglie e imprese.
Nel 2022, la combinazione di inflazione alta e tassi in crescita ha posto un’enorme pressione sui bilanci familiari, specialmente in settori come quello dell’energia e dei trasporti. Nonostante i tassi di interesse siano stati alzati per rallentare l’inflazione, i costi dei carburanti e dell’energia sono rimasti alti per un lungo periodo, aggravando ulteriormente la situazione.
Prospettive future: segnali di ottimismo
Guardando al 2024, ci sono buone notizie sul fronte dei prezzi dei carburanti e dell’inflazione. La possibile decisione della Banca Centrale Europea di ridurre i tassi di interesse, passando dal 4,25% al 4%, dopo una precedente riduzione dal 4,5%, è un segnale chiaro che le pressioni inflazionistiche stanno diminuendo. Questo cambiamento di politica monetaria riflette un miglioramento delle condizioni economiche generali, con un calo significativo dell’inflazione sia in Italia che negli Stati Uniti.
I prezzi della benzina, pur rimanendo sotto attenta osservazione, sembrano aver trovato una certa stabilità rispetto ai picchi del 2022. Inoltre, la discesa dell’inflazione in entrambe le sponde dell’Atlantico lascia sperare in un allentamento delle politiche restrittive e un ritorno a un’economia più bilanciata. Questo contesto favorisce un clima di maggiore fiducia per i consumatori e le imprese, che potrebbero beneficiare di una riduzione del costo del denaro e di un’economia in ripresa.
Conclusione
In definitiva, il prezzo della benzina ha un’influenza diretta sull’inflazione, che a sua volta costringe le banche centrali a intervenire sui tassi di interesse. Questo ciclo, alimentato da shock esterni e dalla domanda di carburante, continuerà a influenzare l’economia globale nei prossimi anni. Un monitoraggio costante del mercato energetico sarà essenziale per prevedere eventuali futuri rialzi dei tassi e per capire come la politica monetaria risponderà a queste sfide.
L’inflazione annuale nell’Area Euro ha mostrato un calo significativo negli ultimi mesi, raggiungendo il livello più basso degli ultimi tre anni ad agosto 2024:
A maggio 2024, l’inflazione annuale nell’Area Euro era al 2,4%, stabile rispetto al mese precedente.
A gennaio 2024, l’inflazione annuale era scesa al 2,8%, in calo rispetto al 2,9% di dicembre 2023 e notevolmente inferiore all’8,6% dello stesso periodo dell’anno precedente..
Questo calo dell’inflazione indica che i prezzi al consumo stanno aumentando più lentamente rispetto al passato, sebbene siano ancora in crescita. Si ricorda che l’inflazione negativa, o deflazione, si verifica invece quando i prezzi scendono in un’economia.
Principali componenti dell’inflazione
Guardando alle principali componenti dell’inflazione nell’Area Euro ad agosto 2024:
I servizi hanno registrato il tasso annuo più alto al 4,2%, seguiti da alimentari, alcol e tabacco al 2,4%.
L’energia ha segnato un -3%, in netto calo rispetto all’1,2% di luglio.
Escludendo le componenti volatili come l’energia e i generi alimentari, l’inflazione di fondo è scesa leggermente al 2,8% su base annua ad agosto, raggiungendo il livello più basso da aprile 2024.
Prospettive future sull’inflazione
Le ultime stime dello staff dell’Eurosistema prevedono che l’inflazione complessiva nell’Area Euro sarà in media del 2,5% nel 2024, del 2,2% nel 2025 e dell’1,9% nel 2026.Tuttavia, l’inflazione interna rimane elevata al 4,4%, in gran parte a causa delle persistenti pressioni sui prezzi nel settore dei servizi.
La politica monetaria della BCE dovrà procedere con gradualità e cautela per affrontare queste sfide. La riunione del Consiglio Direttivo della Bce per il prossimo 12 settembre dovrebbe confermare le attese di un secondo taglio dei tassi di interesse.
Il dato ufficiale sull’inflazione di agosto 2024 verrà comunicato da Eurostat con i dati completi il 18 settembre 2024.
Ora la parola alla Federal Reserve. Ci si Aspetta un calo dei tassi
Il tasso di inflazione annuale negli Stati Uniti è sceso per il terzo mese consecutivo al 3% a giugno 2024, il livello più basso da giugno 2023, rispetto al 3,3% di maggio scorso e al di sotto delle previsioni comunicate dall’ufficio di statistica che erano del 3,1%. La media annua dell’inflazione US, dopo il dato di Giugno si attesta al 3,2%, lo scorso anno a Giugno la media era del 4,9 per cento.
I costi energetici sono aumentati a un ritmo più lento (1% contro 3,7%), a causa della benzina (-2,5% contro 2,2%) e dell’olio combustibile (0,8% contro 3,6%), mentre il servizio di gas di pubblica utilità (3,7% contro 0,2%) ha accelerato.
Prezzi in diminuzione anche per l’alloggio (5,2% contro 5,4%) e i trasporti (9,4% contro 10,5%) e si è stabilizzata per l’abbigliamento (0,8%).
Continua la discesa dei veicoli nuovi (-0,9% contro -0,8%) e per le auto e i camion usati (-10,1% contro -9,3%).
Aumenta l’inflazione alimentare che sale al 2,2% dal 2,1%.
Rispetto a maggio, l’indice dei prezzi al consumo è sceso inaspettatamente dello 0,1%, il primo calo da maggio 2020, dopo una lettura piatta e rispetto alle aspettative di un aumento dello 0,1%. Nel frattempo, anche l’inflazione di base annuale è rallentata al 3,3%, un nuovo minimo da aprile 2021, dal 3,4% di maggio e prevede che rimarrà stabile. Il tasso mensile è sceso allo 0,1% dallo 0,2%, al di sotto delle aspettative dello 0,2%.
Ora la parola passa alla banca centrale americana (Federal Reserve). I mercati si aspettano un calo dei tassi di interesse.
L’Istat Stima che a giugno 2024 l’inflazione aumenta dello 0,1% su base mensile e dello 0,8% su base annua, come nel mese precedente.
Rallentano i prezzi dei Beni alimentari non lavorati (da +2,2% a +0,4%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,3% a +4,0%) e dei Beni durevoli (la cui flessione si amplia da -0,7% a -1,1%);
Si attenua ancora la flessione dei prezzi degli Energetici non regolamentati (da -13,5% a -10,3%) e accelerano quelli dei regolamentati (da +0,7% a +3,6%) e dei Beni alimentari lavorati (da +1,8% a +2,2%).
A giugno l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, resta stabile al +2,0%, mentre quella al netto dei soli beni energetici decelera lievemente (da +2,0% a +1,9%).
La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni, pur restando negativa, registra una leggera risalita (da -0,9% a -0,6%) mentre quella dei servizi è in lieve decelerazione (da +2,9% a +2,8%).
Il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni si porta quindi a 3,4 punti percentuali (dai +3,8 di maggio).
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano su base tendenziale (da +1,8% a +1,4%), come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +2,5% a +2,1%).
L’aumento congiunturale dell’indice generale riflette, per lo più, la crescita dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (+2,3%), dei Servizi relativi ai trasporti (+0,9%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,8%) e dei Beni alimentari lavorati (+0,5%). Gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (-1,0%), dei Beni energetici non regolamentati (-0,9%) e dei Beni durevoli (-0,4%).
L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +0,8% per l’indice generale e a +1,9% per la componente di fondo.
In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta di 0,2% su base mensile e dello 0,9% su base annua (da +0,8% del mese precedente).
Inflazione rispetto al mese precedente (aprile 2024) +0,2%.
La stabilizzazione del ritmo di crescita grazie al venir meno delle tensioni sui prezzi dei Beni alimentari lavorati (+1,8% da +2,5% di aprile) e di alcune tipologie di servizi (di trasporto e relativi all’abitazione), i cui effetti compensano l’affievolirsi delle spinte deflazionistiche provenienti dal settore energetico, dove i prezzi mostrano un profilo tendenziale in netta risalita, pur restando su valori ampiamente negativi (-11,6% da -12,1%).
Eurostat stima che l’inflazione annua dell’area euro dovrebbe attestarsi al 2,6% a maggio 2024, in aumento rispetto al 2,4% di aprile.
I servizi registreranno il tasso annuo più elevato a maggio (4,1%, rispetto al 3,7% di aprile), seguiti da alimentari, alcol e tabacco (2,6%, rispetto al 2,8% di aprile). ), beni industriali non energetici (0,8%, contro 0,9% di aprile) ed energia (0,3%, contro -0,6% di aprile).
Sebbene l’inflazione complessiva sia aumentata a maggio, gli esperti hanno previsto fluttuazioni del tasso nei prossimi mesi a causa degli effetti di base del mercato energetico.
L’Istat stima che l’inflazione a maggio si mantiene allo stesso livello di aprile con lo 0,8%
Con un aumento dello 0,2 per cento su base mensile, lo scorso mese l’aumento mensile era stato dello 0,1%, l’inflazione in Italia resta stabile.
La stabilizzazione del ritmo di crescita si deve principalmente al venir meno delle tensioni sui prezzi dei Beni alimentari lavorati (+2,1% da +2,5% di aprile) e di alcune tipologie di servizi (di trasporto e relativi all’abitazione), i cui effetti compensano l’affievolirsi delle spinte deflazionistiche provenienti dal settore energetico, dove i prezzi mostrano un profilo tendenziale in netta risalita, pur restando su valori ampiamente negativi (-11,7% da -12,1% del mese precedente).
La dinamica su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” continua la sua discesa (+2,0% da +2,3%), come anche l’inflazione di fondo, che si attesta al +2,0% (da +2,1%).
Ad aprile 2024 negli USA l’inflazione è aumentata dello 0,4% rispetto a marzo scorso
Negli ultimi 12 mesi, l’indice per tutti gli articoli è aumentato del 3,4% prima dell’aggiustamento stagionale.
Ad aprile aumentano l’indice per l’alloggio e l’indice per la benzina. Insieme, questi due indici hanno contribuito a oltre il settanta percento dell’aumento mensile nell’indice per tutti gli articoli.
L’indice dell’energia è aumentato dell’ 1,1% ad aprile. L’indice del cibo è rimasto invariato ad aprile. L’indice del cibo da asporto (Food at home) è diminuito dello 0,2%, mentre l’indice del cibo fuori casa è aumentato dello 0,3% nel mese.
L’indice per tutti gli articoli esclusi alimentari ed energia è aumentato dello 0,3% ad aprile, dopo essere aumentato dello 0,4% in ciascuno dei 3 mesi precedenti. Gli indici che sono aumentati ad aprile includono alloggio, assicurazione per veicoli a motore, cure mediche, abbigliamento e cura personale. Gli indici per auto e camion usati, arredamento e funzioni domestiche e nuovi veicoli sono stati tra quelli che sono diminuiti nel mese.
L’indice per tutti gli articoli è aumentato del 3,4% nei 12 mesi fino ad aprile, un aumento inferiore rispetto al 3,5% registrato nei 12 mesi fino a marzo. L’indice per tutti gli articoli esclusi alimentari ed energia è aumentato del 3,6% negli ultimi 12 mesi. L’indice dell’energia è aumentato del 2,6% nei 12 mesi fino ad aprile. L’indice del cibo è aumentato del 2,2% nell’ultimo anno.
L’inflazione acquisita rappresenta la variazione media dell’indice nell’anno indicato, che si avrebbe ipotizzando che l’indice stesso rimanga al medesimo livello dell’ultimo dato mensile disponibile nella restante parte dell’anno.
Calcoliamo l’inflazione acquisita per aprile 2024 tenendo conto che l’ultimo indice ISTAT a nostra disposizione sia quello relativo a marzo 2024 con 120,2 e che l’ultima variazione mensile registrata sia stata uguale allo 0%.
Calcoliamo l’indice ISTAT per aprile 2024:
All’ultimo indice pubblicato (120,2) relativo al mese di Marzo 2024 viene aggiunta la variazione mensile registrata nel mese di Marzo 2024 (0,0%), ottenendo un INDICE PREVISTO per il periodo di Aprile 2024 ; (potrebbe tornare utile Calcolo percentuale).
Calcoliamo l’indice previsto INDICE PREVISTO = (0,0/100) x 120,2 = quindi 120,2 + = 120,2
Per il calcolo della variazione annuale è necessario utilizzare l’indice NIC dello scorso anno (119,3) relativo al periodo di Aprile 2023
Procediamo al calcolo della variazione percentuale tra i due indici (tra Indice Previsto e l’Indice Noto dello scorso anno) per ottenere la Variazione annuale (inflazione annua) relativa al prossimo mese di Aprile 2024 : Variazione annua = (INDICE PREVISTO *100 / INDICE NOTO scorso anno)-100 Variazione annua = (120,2 * 100 /119,3) - 100 = 0,8%
L’inflazione acquisita per il successivo mese di aprile 2024 sarà uguale allo 0,8%.
Se si ripete questo processo per gli altri mesi fino a dicembre 2024, utilizzando l’indice ipotizzato del mese precedente per calcolare quello del mese successivo si potrà avere l’inflazione acquisita per l’anno 2024.
La decelerazione dell’inflazione è attribuita alla diminuzione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati e alla decelerazione dei prezzi in vari settori come i trasporti e i servizi vari.
Variazioni dei Prezzi
I prezzi dei tabacchi e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona hanno visto un’accelerazione, mentre i beni energetici regolamentati hanno mostrato un’inversione di tendenza positiva.
Inflazione di Fondo
L’inflazione al netto degli energetici e degli alimentari freschi si attesta al 2,2%, in lieve decelerazione rispetto al mese precedente.
L’inflazione annuale dell’Area Euro scende al 2,4% a marzo 2024, rispetto al 2,6% di febbraio scorso confermando le stime.
Segnali positivi per la discesa dell’inflazione in Area Euro
Lo scorso anno, nello stesso mese (marzo 2023) il tasso dell’inflazione era del 6,9%. L’inflazione media per l’anno 2024 è uguale a 2,6%. Nello stesso periodo dello scorso anno (Gennaio-Marzo) la media dell’inflazione era stata uguale a 9% mentre la media annuale per l’anno 2023 risultò uguale a 5,5%.
I tassi annuali più bassi sono stati registrati in Lituania (0,4%), Finlandia (0,6%) e Danimarca (0,8%). I tassi annuali più alti sono stati registrati in Romania (6,7%), Croazia (4,9%), Estonia e Austria (entrambi 4,1%).
Eurostat comunica che rispetto a febbraio, l’inflazione annua è diminuita in tredici Stati membri, è rimasta stabile in quattro ed è aumentata in dieci.
A marzo, il contributo più elevato al tasso annuo di inflazione dell’area euro è venuto dai servizi (+1,76 %), seguiti da alimentari, alcol e tabacco (+0,53 %), beni industriali non energetici (+0,30 %) ed energia. (-0,16 %).
A marzo 2024 in Italia l’inflazione risale leggermente, portandosi all’1,2% dallo 0,8% di febbraio scorso.
L’inflazione media annua fino al mese di Marzo risulta uguale a 0,9 lo scorso anno la media era stata nello stesso periodo 9%. Qui la tabella con tutti i dati relativi all’inflazione per l’anno 2024
Un sostegno all’inflazione si deve inoltre all’accelerazione dei prezzi dei servizi relativi al trasporto (+4,5% da +3,8%). Di contro, i prezzi dei prodotti alimentari non lavorati mostrano anche a marzo un rallentamento (+2,6% da +4,4%). Frena la dinamica su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” (+2,6%), mentre l’inflazione di fondo si attesta al +2,3% (stabile rispetto al mese precedente).