L’indice del Costo di Costruzione di un Fabbricato Residenziale misura le variazioni nel tempo dei costi diretti che occorre sostenere per la costruzione di un fabbricato ad uso abitativo
Questa utility permette la rivalutazione monetaria usando l’indice del costo di costruzione di un fabbricato residenziale. Introdurre i due periodi e l’importo da rivalutare
Gruppi di costo per il calcolo del COSTO DI COSTRUZIONE DI UN FABBRICATO RESIDENZIALE
Mano d’opera
Materiali
Trasporti
Noli
I Gruppi di costo si riferiscono a quattro aggregati nei quali sono classificate le voci elementari dei costi sostenuti per la costruzione di un fabbricato residenziale e di una strada. L’indicatore è definito dal Regolamento delle Statistiche economiche congiunturali STS (CE) 1158/2005.
Stima inflazione Italia a dicembre 2022 in leggera discesa:+11,6%
La stima Istat dell’inflazione a Dicembre 2022:0,3% e 11,6% rispettivamente come variazione mensile e annuale. Lo scorso mese, novembre 2022 il valore rilevato fu 11,8%.
Un valore simile non si registrava dall’anno 1985 quando la media annua risultò del 9,2%. In quell’anno si registrò un valore medio di aumento mensile dello 0,7%. Quest’anno stiamo viaggiando al ritmo medio del 1% al mese.
Cosa dice l’ISTAT sulla stima di dicembre 2022?
Al netto degli energetici e degli alimentari freschi (l’“inflazione di fondo”), i prezzi al consumo crescono del 3,8% (+0,8% nell’anno precedente) e al netto dei soli energetici del 4,1% (+0,8% nel 2021).
Il rallentamento su base tendenziale dell’inflazione è dovuto prevalentemente ai prezzi dei Beni energetici, (che, pur mantenendo una crescita molto sostenuta, passano da +67,6% di novembre a +64,7%), in particolare della componente non regolamentata (da +69,9% a +63,3%) e ai prezzi dei Beni alimentari non lavorati (da +11,4% a +9,5%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +6,8% a +6,0%); per contro, un sostegno alla dinamica dell’inflazione deriva dall’accelerazione dei prezzi degli Energetici regolamentati (da +57,9% a +70,3%), di quelli dei Beni alimentari lavorati (da +14,3% a +14,9%), di quelli dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,5% a +6,2%) e dei Servizi relativi alle comunicazioni (da +0,2% a +0,7%).
Al netto degli energetici e degli alimentari freschi e ci riferiamo all’“inflazione di fondo”, accelera da +5,6% a +5,8%, mentre quella al netto dei soli beni energetici sale da +6,1% a +6,2%.
Inflazione record in Italia. Bisogna risalire a marzo 1984 per un valore uguale
Partendo dall’ultimo dato in archivio (vedi tabella) il primo valore annuale maggiore di 11,9% è stato registrato nel periodo Febbraio-1983 Febbraio-1984 e il suo valore fu 12,1%.
La forte e straordinaria accelerazione dell’inflazione su base tendenziale si deve soprattutto ai prezzi dei Beni energetici (la cui crescita passa da +44,5% di settembre a +73,2%) sia regolamentati (da +47,7% a +62,1%) sia non regolamentati (da +41,2% a +79,5%), e in misura minore ai prezzi dei Beni alimentari (da +11,4% a +13,1%), sia lavorati (da +11,4% a +13,4%) sia non lavorati (da +11,0% a +12,9%) e degli Altri beni (da +4,0% a +4,5%).
Rallentano invece i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,7% di settembre a +5,1%).
È necessario risalire a giugno 1983 (quando registrarono una variazione tendenziale del +13,0%) per trovare una crescita dei prezzi del “carrello della spesa”, su base annua, superiore a quella di ottobre 2022 e a marzo 1984 per un tendenziale dell’indice generale NIC pari a +11,9%.
La stima preliminare Istat per settembre 2022 è del +0,3% mensile e +8,9 annua
Oggi l’Istat ha diramato la stima dell’inflazione per settembre 2022. Ancora un record per l’inflazione. Si passa da 8,4% di agosto scorso a 8,9% di settembre 2022.
La media dell’inflazione per il 2022 tenendo contro dell’ultima stima è del 7% dal 6,8% di agosto scorso.
Il valore di 8,9% è il più alto mai registrato da 37 anni. A Settembre 1985 il fu 8,8%.
Partendo dall’ultimo dato in archivio il primo valore annuale maggiore di 8,9% è stato registrato nel periodo Ago-1984 Ago-1985 e il suo valore fu 9,1%.
Grafico inflazione Italia ultimi 37 anni
Ultimi dati dell’inflazione in Italia
Periodo
Var.% mese
Var% anno
Settembre 2022 (stima)
0,3%
8,9%
Agosto 2022
0,8%
8,4%
Luglio 2022
0,4%
7,9%
Giugno 2022
1,2%
8%
Maggio 2022
0,8%
6,8%
Maggio 2022
0,8%
6,8%
Aprile 2022
-0,1%
6%
Marzo 2022
1%
6,5%
Febbraio 2022
0,9%
5,7%
Gennaio 2022
1,6%
4,8%
Dicembre 2021
0,4%
3,9%
Novembre 2021
0,6%
3,7%
Ottobre 2021
0,7%
3%
Settembre 2021
-0,2%
2,5%
Sintesi dei dati inflazione settembre 2022
Stima Inflazione annua
da +8,4 di agosto a +8,9% di settembre 2022
Beni alimentari
da +10,1% di agosto a +11,5% di settembre 2022
Beni energetici
da +44,9% di agosto a +44,5% di settembre 2022
Cosa scrive l’Istat nel comunicato stampa?
L’ulteriore accelerazione dell’inflazione su base tendenziale si deve soprattutto ai prezzi dei Beni alimentari (la cui crescita passa da +10,1% di agosto a +11,5%) sia lavorati (da +10,4% a +11,7%) sia non lavorati (da +9,8% a +11,0%) e a quelli dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,6% a +5,7%).
Contribuiscono, in misura minore, anche i prezzi dei Beni non durevoli (da +3,8% a +4,7%) e dei Beni semidurevoli (da+2,3% a +2,8%). Pur rallentando di poco, continuano a crescere in misura molto ampia, i prezzi dei Beni energetici (da +44,9% di agosto a +44,5%) sia regolamentati (da +47,9% a + 47,7%) sia non regolamentati (da +41,6% a +41,2%); decelerano anche i prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +8,4% a +7,2%).
La previsione che è possibile fare è quella che proponiamo sulla pagina PREVISIONI dove viene effettuato un calcolo puramente matematico tenendo conto dell’indice relativo allo scorso anno, dell’ultimo indice in archivio, nel nostro caso Agosto 2022 e delle variazioni percentuali avute negli ultimi mesi.
In pratica il procedimento per la previsione del dato di settembre 2022 sarà quello di sommare all’ultimo indice in archivio del mese di Agosto 2022 (113,9) l’aumento mensile registrato negli ultimi 12 mesi.
In questo modo si otterrà un possibile indice (nella tabella sotto nella colonna Indice previsto per Settembre 2022) che ci permetterà di ottenere, tenendo conto dell’indice dello scorso anno (Settembre 2021), una previsione empirica del prossimo dato relativo all’inflazione per settembre 2022.
In definitiva quanto sarà l’inflazione a Settembre 2022?
Il valore dell’inflazione a Settembre 2022 potrebbe essere tra 8,4% e 10,3% con un aumento mensile tra -0,2% e 1,6%.
Evoluzione economica italiana con il paniere dei prezzi dal 1928 al 2011
Le indagini svolte dall’Istat per rilevare i prezzi al consumo e calcolare i relativi numeri indici per la misura dell’inflazione, si basano su un paniere di beni e servizi che rappresentano quelli prevalentemente acquistati dal complesso delle famiglie.
Il paniere è stato interessato, nel corso degli anni, da profonde modificazioni, dettate dalla necessità di adeguare le rilevazioni statistiche dei prezzi al consumo ai mutamenti avvenuti nelle abitudini e necessità di spesa degli italiani.
Tra 1939 al 1953 veniva rilevato il prezzo della Soda Solvay e la Tintura di Iodio
Il riscaldamento e l’acqua calda quasi per tutti gli Italiani
I condizionatori in Italia accesi sei ore al giorno.
I dati ISTAT ci dicono che nel 2021, il 98,6% delle famiglie vive in abitazioni dotate di sistema di riscaldamento e il 99,6% dispone di acqua calda sanitaria.
L’impianto autonomo è indicato come prevalente dal 65,7% delle famiglie per riscaldare l’abitazione e dal 72,6% per l’acqua calda.
Qual è la fonte di alimentazione più diffusa in Italia?
La fonte di alimentazione più diffusa in Italia è il metano. In particolare nel 68% dei casi per i sistemi prevalenti di riscaldamento e nel 69,2% per l’acqua.
Frigoriferi e lavatrici sono presenti in quasi tutte le famiglie (99,5% e 97,3%).
La lavastoviglie è presente solo nel 50% delle famiglie Italiane
La metà delle famiglie (50,2%) possiede la lavastoviglie e solo il 15,2% l’asciugatrice e il 27,3% il congelatore esterno al frigorifero.
Per quanto tempo le famiglie italiane tengono acceso il riscaldamento?
Il report Istat ci dice che le abitazioni degli italiani sono riscaldate in media per otto ore e mezza al giorno.
La durata di accensione giornaliera supera anche le 10 ore (10 ore e 25 minuti) al Nord-est, mentre è più bassa nelle regioni del Centro (sette ore e 18 minuti) e del Mezzogiorno (sei ore e 34 minuti).
La durata dell’accensione è abbastanza uniforme per tipologia di comune e raggiunge il massimo (nove ore e otto minuti) nei comuni di montagna di piccole dimensioni (fino a 50mila abitanti).
Vi sono alcune differenze significative tra le tipologie familiari: la persona anziana che vive da sola ha
l’orario medio di accensione massimo (nove ore e nove minuti) rispetto agli altri tipi di famiglie (otto ore
e 26 minuti).
Come è distribuito il tempo di accensione del riscaldamento nella giornata?
La fascia oraria in cui l’utilizzo è maggiore è quella pomeridiana (dalle 13 alle 21), con una media nazionale di quattro ore e 13 minuti;
la mattina (dalle 5 alle 13) il riscaldamento è acceso in media due ore e 41 minuti, la notte (dalle 21 alle 5) un’ora e 38 minuti.
L’impianto centralizzato è quello acceso più a lungo (nove ore e 58 minuti) rispetto agli altri tipi di riscaldamento:
l’impianto autonomo viene acceso quasi due ore in meno (otto ore e 19 minuti) e gli apparecchi singoli vengono utilizzati ancora meno nell’arco della giornata (sette ore e 58).
Inflazione impazzita a febbraio 2022 in Italia con +5,7% rispetto allo scorso anno e un +0,9% rispetto a gennaio scorso.
L’ultimo dato ufficiale dell’inflazione era quello di gennaio 2022 con 4,8%.
Se la stima verrà confermata con il dato definitivo, quello di febbraio 2022 sarà il valore più alto mai registrato dal periodo Dicembre-1994 Dicembre-1995 quando l’inflazione fu uguale a 5,6%.
Un valore maggiore di 5,7% lo troviamo dal periodo Gen-1991 Gen-1992 e il suo valore fu 5,9%. Dall’anno 1992 sono trascorsi 30 anni.
Il Grafico sotto mostra l’andamento dell’inflazione in Italia dal 1991 ad oggi.
L’accelerazione dell’inflazione su base tendenziale è dovuta prevalentemente ai prezzi dei Beni energetici (la cui crescita passa da +38,6% di gennaio a +45,9%), in particolare a quelli della componente non regolamentata (da +22,9% a +31,3%), e in misura minore ai prezzi dei Beni alimentari, sia lavorati (da +2,2% a +3,2%) sia non lavorati (da +5,3% a +6,9%); i prezzi dei Beni energetici regolamentati, anche nel mese di febbraio, risultano quasi raddoppiati rispetto allo stesso mese del 2021 (+94,4%; era +94,6% a gennaio).
I beni energetici impennano l’inflazione
L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +1,5% a +1,7% e quella al netto dei soli beni energetici da +1,8% a +2,1%.
Anche la stima dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,8% su base mensile e del 6,2% su base annua (da +5,1% di gennaio).
La stima dell’inflazione per Dicembre 2021 comunicata dall’Istat il è uguale a 0,4% come variazione mensile e 3,9% come variazione annuale.
La stima dell’inflazione per il periodo precedente (Novembre 2021) fu 0,7% come variazione mensile e 3,8% come variazione annuale.
Gli ultimi dati ufficiali dell’inflazione sono quelli di novembre 2021 con un valore annuo di 3,7% e 0,6% per la variazione mensile.
Tabella ultime stime Istat e valori ufficiali dell’inflazione
Nella tabella seguente sono riportate nelle prime due colonne i valori delle stime Istat del dato dell’inflazione per il periodo indicato e nelle successive i valori definitivi per lo stesso periodo
Periodo
Var%
Stima Inf. mese
Var%
Stima Inf. anno
Inflazione mese
Inflazione anno
Gennaio 2021
0,5%
0,2%
0,7%
0,4%
Febbraio 2021
0,1%
0,6%
0,1%
0,6%
Marzo 2021
0,3%
0,8%
0,3%
0,8%
Marzo 2021
0,3%
0,8%
0,3%
0,8%
Aprile 2021
0,4%
1,1%
0,4%
1,1%
Maggio 2021
0%
1,3%
0%
1,3%
Giugno 2021
0,1%
1,3%
0,1%
1,3%
Luglio 2021
0,3%
1,8%
0,5%
1,9%
Agosto 2021
0,5%
2,1%
0,4%
2%
Settembre 2021
-0,1%
2,6%
-0,2%
2,5%
Settembre 2021
-0,1%
2,6%
-0,2%
2,5%
Ottobre 2021
0,6%
2,9%
0,7%
3%
Novembre 2021
0,7%
3,8%
0,6%
3,7%
Dicembre 2021
0,4%
3,9%
ND
ND
In media, nel 2021 i prezzi al consumo registrano una crescita pari a +1,9% tenendo conto delle stime del mese di dicembre 2021. Nella tabella sotto il dettaglio con la stima.
Al netto degli energetici e degli alimentari freschi (l’inflazione di fondo), i prezzi al consumo crescono dello 0,8% (+0,5% nell’anno precedente) e al netto dei soli energetici dello 0,7% (come nel 2020). L’ulteriore accelerazione dell’inflazione su base tendenziale è dovuta prevalentemente ai prezzi dei beni alimentari, sia lavorati (da +1,4% di novembre a +2,0%) sia non lavorati (da +1,5% a +3,6%), ai prezzi dei beni durevoli (da +0,4% a +0,8%) e a quelli dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +1,9% a +2,3%); i prezzi dei beni energetici, pur mantenendo una crescita molto sostenuta, rallentano (da +30,7% a +29,1%), a causa di quelli della componente non regolamentata (da +24,3% a +22,0%), mentre la crescita dei prezzi della componente regolamentata rimane pressoché stabile (da +41,8% a +41,9%).
La stima dell’inflazione per Ottobre 2021 uguale a 2,9%
La stima dell’inflazione per Ottobre 2021 comunicata dall’Istat il 29/10/2021 è uguale a 0,6% come variazione mensile e 2,9% come variazione annuale.
La stima dell’inflazione per il periodo precedente (Settembre 2021) fu -0,1% come variazione mensile e 2,6% come variazione annuale.
Il dato ufficiale dell’inflazione annua a settembre 2021 è stato uguale a 2,5% e -0,2% quello mensile.
La stima annua del dato di ottobre 2021 è la più alta registrata da circa 9 anni. Era da settembre 2012 (3,2% inflazione annua) che non si registrava un valore così alto.
Tabella ultime stime Istat e valori ufficiali dell’inflazione
Nella tabella seguente sono riportate nelle prime due colonne i valori delle stime Istat del dato dell’inflazione per il periodo indicato e nelle successive i valori definitivi per lo stesso periodo
Periodo
Var%
Stima Inf. mese
Var%
Stima Inf. anno
Inflazione mese
Inflazione anno
Gennaio 2021
0,5%
0,2%
0,7%
0,4%
Febbraio 2021
0,1%
0,6%
0,1%
0,6%
Marzo 2021
0,3%
0,8%
0,3%
0,8%
Marzo 2021
0,3%
0,8%
0,3%
0,8%
Aprile 2021
0,4%
1,1%
0,4%
1,1%
Maggio 2021
0%
1,3%
0%
1,3%
Giugno 2021
0,1%
1,3%
0,1%
1,3%
Luglio 2021
0,3%
1,8%
0,5%
1,9%
Agosto 2021
0,5%
2,1%
0,4%
2%
Settembre 2021
-0,1%
2,6%
-0,2%
2,5%
Ottobre 2021
0,6%
2,9%
ND
ND
L’ISTAT comunicata che l’ulteriore accelerazione, su base tendenziale, dell’inflazione è in larga parte dovuta, anche nel mese di ottobre, ai prezzi dei Beni energetici (da +20,2% di settembre a +22,9%) sia a quelli della componente regolamentata (da +34,3% a +37,0%) sia ai prezzi di quella non regolamentata (da +13,3% a +15,0%).
In aumento anche gli alimentari
Accelerano rispetto al mese di settembre, ma in misura minore, anche i prezzi dei Beni alimentari lavorati (da +1,0% a +1,4%) e quelli dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,0% a +2,4%).
L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, sale da +1,0% a +1,2%, mentre quella al netto dei soli beni energetici rimane stabile a +1,1%. L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente alla crescita dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (+12,6%) e solo in misura minore a quella dei prezzi degli Energetici non regolamentati (+1,0%) e degli Alimentari non lavorati (+0,7%). Diminuiscono, invece, per ragioni ascrivibili per lo più a fattori stagionali, i prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-0,7%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-0,3%).
La stima dell’inflazione per Maggio 2021 uguale a 1,3%
La stima dell’inflazione per Maggio 2021 comunicata dall’Istat il 31/5/2021 è uguale a 0% come variazione mensile e 1,3% come variazione annuale.
La stima dell’inflazione per il periodo precedente (Aprile 2021) fu 0,4% come variazione mensile e 1,1% come variazione annuale.
Il dato ufficiale dell’inflazione annua ad aprile 2021 è stato uguale a 1,1% e 0,4% quello mensile.
Tabella ultime stime Istat e valori ufficiali dell’inflazione
Nella tabella seguente sono riportate nelle prime due colonne i valori delle stime Istat del dato dell’inflazione per il periodo indicato e nelle successive i valori definitivi per lo stesso periodo
Periodo
Var%
Stima Inf. mese
Var%
Stima Inf. anno
Inflazione mese
Inflazione anno
Gennaio 2021
0,5%
0,2%
0,7%
0,4%
Febbraio 2021
0,1%
0,6%
0,1%
0,6%
Marzo 2021
0,3%
0,8%
0,3%
0,8%
Marzo 2021
0,3%
0,8%
0,3%
0,8%
Aprile 2021
0,4%
1,1%
0,4%
1,1%
Maggio 2021
0%
1,3%
ND
ND
Gennaio 2020
0,2%
0,6%
0,1%
0,5%
Febbraio 2020
0%
0,4%
-0,1%
0,3%
Marzo 2020
0,1%
0,1%
0,1%
0,1%
Aprile 2020
0,1%
0%
0,1%
0%
Maggio 2020
-0,1%
-0,1%
-0,2%
-0,2%
Giugno 2020
0,1%
-0,2%
0,1%
-0,2%
Luglio 2020
-0,1%
-0,3%
-0,2%
-0,4%
Agosto 2020
0,3%
-0,5%
0,3%
-0,5%
Settembre 2020
-0,6%
-0,5%
-0,7%
-0,6%
Ottobre 2020
0,2%
-0,3%
0,2%
-0,3%
Novembre 2020
-0,1%
-0,2%
-0,1%
-0,2%
Dicembre 2020
0,3%
-0,1%
0,2%
-0,2%
L’accelerazione dell’inflazione si deve principalmente ai prezzi dei beni energetici, la cui crescita sale da +9,8% di aprile a +13,8% a causa dei prezzi della componente non regolamentata (che accelerano da +6,6% a +12,6%) mentre quelli della componente regolamentata continuano a registrare un forte incremento ma stabile (+16,8% come ad aprile). Tale dinamica è compensata in misura limitata dall’inversione di tendenza dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +0,7% a -0,1%).
Nel nuovo paniere 2021 ci sono 1731 prodotti elementari (1681 nel 2020), raggruppati in 1014 prodotti, a loro volta raccolti in 418 aggregati
Il paniere Istat per il 2021
Entrano nel paniere 2021
integratori alimentari,
caschi per veicoli a due ruote,
mascherine chirurgiche, mascherine FFP2, gel igienizzante mani
ricarica elettrica per auto,
monopattino elettrico sharing,
servizio di posta elettronica certificata
dispositivo anti abbandono.
la macchina impastatrice (tra gli apparecchi per la lavorazione degli alimenti)
la bottiglia termica (tra gli utensili da cucina non elettrici e articoli domestici non elettrici).
Interiora o frattaglie, nuovo aggregato nella classe delle Carni, che permette anche di coprire la relativa sottoclasse prevista dalla classificazione ECOICOP;
Pomodori da insalata cuore di bue che si affiancano agli altri prodotti dell’aggregato Pomodori da insalata;
Scalogni, nuovo aggregato del segmento Radici, bulbi non amidacei, funghi e altri vegetali;
T-shirt bambini, nuovo aggregato del segmento Altri indumenti per bambini (3-13 anni);
Scarpe da ginnastica e Scarpe da trekking, per uomo e per donna, all’interno degli aggregati Scarpe sportive uomo e Scarpe sportive donna; il consumo di questi prodotti già presenti nelle scelte di acquisto delle famiglie è stato molto più sostenuto a causa dei vincoli introdotti nello svolgimento delle attività sportive in ambienti chiusi (palestre in primis);
Calzature da casa uomo e Calzature da casa donna negli aggregati Altre scarpe uomo e Altre scarpe donna; anche in questo caso questi prodotti erano già presenti nelle scelte di acquisto delle famiglie, ma il loro consumo è stato fortemente rilanciato dal maggior tempo passato nella propria abitazione a seguito delle restrizioni introdotte alla mobilità personale per contrastare la pandemia;
Non esce nessuno prodotto che era compreso nel paniere 2020 poiché tutti quelli già presenti non mostrano segnali di obsolescenza tali da motivarne l’esclusione.
Pesi nel paniere 2021 per divisione di spesa degli indici dei prezzi al consumo NIC, IPCA e FOI
Anno 2021, valori percentuali
Prodotti
NIC
IPCA
FOI
Prodotti alimentari e bevande analcoliche
19,2041
20,4681
18,0557
Bevande alcoliche e tabacchi
3,5981
3,8382
3,6668
Abbigliamento e calzature
6,6983
7,6852
7,4717
Abitazione, acqua, elettricità e combustibili
11,2085
11,9599
11,0729
Mobili, articoli e servizi per la casa
7,5882
8,117
6,1806
Servizi sanitari e spese per la salute
9,6716
4,8145
8,4339
Trasporti
12,5286
13,3462
14,4767
Comunicazioni
2,6595
2,8376
3,0599
Ricreazione, spettacoli e cultura
6,9831
5,7264
7,3346
Istruzione
1,0524
1,123
1,3203
Servizi ricettivi e di ristorazione
8,9412
9,5379
9,4874
Altri beni e servizi
9,8664
10,546
9,4395
Indice generale
100
100
100
Quali furono le novità nel paniere del 2020
Nel paniere del 2020 utilizzato per il calcolo degli indici NIC (per l’intera collettività nazionale) e FOI (per le famiglie di operai e impiegati) figuravano 1.681 prodotti elementari (1.507 nel 2019), raggruppati in 993 prodotti, a loro volta raccolti in 410 aggregati.
L’art. 1284 : Il Ministro del tesoro, con proprio decreto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana non oltre il 15 dicembre dell’anno precedente a quello cui il saggio si riferisce, può modificarne annualmente la misura, sulla base del rendimento medio annuo lordo dei titoli di Stato di durata non superiore a dodici mesi (tabella di seguito) e tenuto conto del tasso di inflazione registrato nell’anno.
Ad agosto 2020 l’inflazione stimata dall’ISTAT registra un aumento dello 0,3% su base mensile e una diminuzione dello 0,5% su base annua
In un quadro che vede l’inflazione negativa ancora determinata per lo più dagli andamenti dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (stabili a -13,6%) e di quelli non regolamentati (da -9,0% a -8,6%), l’ampliarsi della flessione dell’indice generale si deve prevalentemente al calo più netto dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da -0,9% a -2,3%).
Si confermano invece in crescita i prezzi sia dei beni alimentari lavorati (in lieve accelerazione da +0,6% a +0,8%) sia di quelli non lavorati (che rallentano da +2,5% a +2,0%).
Mesi
Indici anno
Dal
Indici anno
Al
Var%
annua
Var%
mensile
Var% media
parziale
Gennaio 2020
102,4
102,9
0,5%
0,1%
0,5%
Febbraio 2020
102,5
102,8
0,3%
-0,1%
0,4%
Marzo 2020
102,8
102,9
0,1%
0,1%
0,3%
Aprile 2020
103
103
0,0%
0,1%
0,2%
Maggio 2020
103
102,8
-0,2%
-0,2%
0,1%
Giugno 2020
103,1
102,9
-0,2%
0,1%
0,1%
Luglio 2020
103,1
102,7
-0,4%
-0,2%
0%
Agosto 2020
103,5
(*)103,0
-0,5%
0,3%
0%
*Stima
Anche la stima dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dell’1,3% su base mensile, a causa principalmente dell’avvio dei saldi estivi di abbigliamento e calzature (di cui il NIC non tiene conto) e dello 0,5% su base annua (da +0,8% di luglio).
L’IPCA, si allinea così all’indice NIC, la causa è dovuta ai prezzi di abbigliamento e calzature che registrano infatti un forte rallentamento tendenziale causato dall’avvio ritardato rispetto allo scorso anno dei saldi estivi nella maggior parte delle regioni.
Ciò produce un calo congiunturale dei prezzi di questo comparto merceologico (-18,6%) molto più ampio di quello di agosto 2019 quando fu pari a -6,6%, poiché i saldi iniziarono nel mese di luglio in tutte le regioni e il calo congiunturale maggiore fu registrato in quel mese.
Stima Istat inflazione luglio 2020: -0,1% mensile e -0,3% annuale
Secondo le stime preliminari comunicate dall’ISTAT, nel mese di luglio 2020 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra una diminuzione dello 0,1% su base mensile e dello 0,3% su base annua (da -0,2% del mese precedente).
Qui sotto la tabella degli ultimi mesi del 2020 con l’indice stimato per il mese di luglio.
L’inflazione negativa continua a essere determinata per lo più dagli andamenti dei prezzi dei Beni energetici, che registrano però una flessione meno marcata (da -12,1% a -9,7%), sia nella componente regolamentata (da -14,1% a -12,0%) sia in quella non regolamentata (da -11,2% a -9,0%). L’ulteriore decimo di punto in meno registrato a luglio si deve quindi sia al rallentamento dei prezzi dei Beni alimentari (da +2,3% a +1,5%, a causa prevalentemente di quelli degli Alimentari non lavorati, che passano da +4,1% a +2,5%) sia all’ampliarsi della flessione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da -0,1% a -0,9%).
Indice IPCA
Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra una diminuzione congiunturale di -0,6% e una crescita dello 0,9% su base annua (da -0,4% del mese precedente).
L’ISTAT precisa che l’inversione di tendenza dell’IPCA si deve ai prezzi di Abbigliamento e calzature la cui crescita su base annua accelera nettamente da +0,4% a +18,7%. È una dinamica dovuta all’avvio posticipato dei saldi estivi (dei quali il NIC non tiene conto) rispetto allo scorso anno (primo agosto nel 2020 nella maggior parte delle regioni; primo luglio nel 2019), che causa un calo congiunturale dei prezzi di Abbigliamento e calzature molto meno ampio (-6,4%) di quello di luglio 2019 (-20,9%) e un confronto tra un luglio 2020 con i ribassi stagionali solo in poche regioni e un luglio 2019 con i saldi diffusi su tutto il territorio nazionale.