Terre rare: cosa sono e perché Groenlandia e Ucraina sono al centro dell’attenzione
Il termine terre rare (in inglese rare earth elements, REE) indica un gruppo di 17 elementi chimici della tavola periodica, tra cui i 15 lantanidi (come lantanio, cerio, neodimio), più scandio e ittrio. Contrariamente al nome, non sono davvero “rare” in termini di abbondanza, ma lo sono per la difficoltà di estrarle in concentrazioni economicamente vantaggiose. Questi elementi sono essenziali per la tecnologia moderna: dai magneti delle turbine eoliche alle batterie delle auto elettriche, fino ai sistemi di difesa come radar e missili.
Negli ultimi anni, le terre rare sono diventate un tema caldo per la loro importanza nella transizione energetica e per le tensioni geopolitiche legate al loro controllo.
Perché se ne parla oggi?
La crescente domanda di terre rare è legata alla rivoluzione tecnologica e verde. La Cina domina il mercato globale, producendo circa il 70% delle terre rare e controllando la filiera di raffinazione. Questo monopolio spinge Stati Uniti ed Europa a cercare alternative, portando alla ribalta regioni come la Groenlandia e l’Ucraina. Queste aree sono ricche di giacimenti, ma presentano sfide logistiche, ambientali e politiche.
Groenlandia: un tesoro nell’Artico
La Groenlandia, territorio autonomo della Danimarca, vanta riserve di terre rare stimate tra 1,5 e 3,6 milioni di tonnellate. Il sito di Kvanefjeld è uno dei più grandi al mondo, con minerali come eudialite e feldspato che contengono tantalio, zirconio e neodimio. Lo scioglimento dei ghiacci, dovuto al cambiamento climatico, potrebbe facilitarne l’accesso, ma l’estrazione è ostacolata da costi elevati e preoccupazioni ambientali, come le scorie radioattive (torio e uranio).
Geopoliticamente, la Groenlandia è contesa: gli Stati Uniti vedono in essa una risorsa strategica, mentre la Cina ha già investito in aziende minerarie locali.
Ucraina: le terre rare nel cuore del conflitto
L’Ucraina possiede circa il 5% delle risorse minerarie mondiali, incluse terre rare, con giacimenti stimati in 2,6 miliardi di tonnellate. Zone come Azov e Novopoltavske sono ricche di queste risorse, ma molte si trovano in aree contese, come il Donbass, sotto controllo russo. Sfruttarle richiederebbe investimenti enormi (circa 300 milioni di dollari solo per Novopoltavske), ma il potenziale è immenso: si parla di un valore di 500 miliardi di dollari.
Recentemente, gli Stati Uniti hanno proposto accordi per accedere a queste risorse in cambio di aiuti militari, una mossa per contrastare Cina e Russia, che già controlla un terzo delle riserve ucraine.
La corsa geopolitica alle terre rare
Le terre rare sono un’arma geopolitica. La Russia rafforza la sua posizione con le risorse ucraine occupate, la Cina mantiene il dominio globale, mentre Stati Uniti e Unione Europea cercano di diversificare le fonti. Groenlandia e Ucraina, nonostante le loro potenzialità, devono affrontare ostacoli: ambientali in Groenlandia, bellici e infrastrutturali in Ucraina.
In definitiva, le terre rare non sono solo materie prime, ma un pilastro della tecnologia moderna e della competizione tra potenze globali.