L’indicatore complessivo (7,9%) raggiunge il massimo nel Lazio (17,9%) e il minimo nella Provincia
autonoma di Trento (2%), ma la situazione sul territorio è molto diversificata a seconda degli ambiti della
corruzione.
La corruzione ha riguardato in primo luogo il settore lavorativo (3,2% delle famiglie), soprattutto nel
momento della ricerca di lavoro, della partecipazione a concorsi o dell’avvio di un’attività lavorativa (2,7%).
Tra le famiglie coinvolte in cause giudiziarie, si stima che il 2,9% abbia avuto nel corso della propria vita una
richiesta di denaro, regali o favori da parte, ad esempio, di un giudice, un pubblico ministero, un
cancelliere, un avvocato, un testimone o altri.
Il 2,7% delle famiglie che hanno fatto domanda di benefici assistenziali (contributi, sussidi, alloggi sociali
o popolari, pensioni di invalidità o altri benefici) si stima abbia ricevuto una richiesta di denaro o scambi di
favori. In ambito sanitario episodi di corruzione hanno coinvolto il 2,4% delle famiglie necessitanti di visite
mediche specialistiche o accertamenti diagnostici, ricoveri o interventi. Le famiglie che si sono rivolte agli
uffici pubblici nel 2,1% dei casi hanno avuto richieste di denaro, regali o favori.
Richieste di denaro o favori in cambio di facilitazioni da parte di forze dell’ordine o forze armate e nel settore
dell’istruzione hanno riguardato rispettivamente l’1% e lo 0,6% delle famiglie.
La stima più bassa di corruzione riguarda le public utilities: sono soltanto 0,5% le famiglie che al momento
di richiedere allacci, volture o riparazioni per energia elettrica, gas, acqua o telefono hanno avuto richieste di
pagamenti in qualsiasi forma per ottenere o velocizzare i servizi richiesti.
Nella maggior parte dei casi di corruzione degli ultimi 3 anni c’è stata una richiesta esplicita da parte
dell’attore interessato (38,4%) o questi lo ha fatto capire (32,2% dei casi); appare meno frequente la
richiesta da parte di un intermediario (13,3%).
La contropartita più frequente nella dinamica corruttiva è il denaro (60,3%), seguono il commercio di
favori, nomine, trattamenti privilegiati (16,1%), i regali (9,2%) e, in misura minore, altri favori (7,6%) o una
prestazione sessuale (4,6%).
Tra le famiglie che hanno acconsentito a pagare, l’85,2% ritiene che sia stato utile per ottenere quanto
desiderato.
Sempre con riferimento alla corruzione, inoltre, il 13,1% dei cittadini conosce direttamente qualcuno fra
parenti, amici, colleghi o vicini a cui è stato richiesto denaro, favori o regali per ottenere facilitazioni in
diversi ambiti e settori ed ammonta al 25,4% la popolazione che conosce persone che sono state
raccomandate per ottenere privilegi.