L’Istat ha diffuso i dati relativi ai dati dei Protesti per l’anno 2022.
I dati Istat dicono che i Protesti sono in calo come numero e valore monetario
Nel 2022 i protesti iscritti nel Registro informatico sono stati 255.202, di cui 224.899 cambiali (88,1%) e 30.303 assegni (11,9%).
Il loro valore monetario complessivo raggiunge un ammontare superiore ai 242 milioni di euro: circa 157 milioni riguardano le cambiali (64,8%) e circa 85 milioni gli assegni (35,2%).
I soggetti protestati sono 70.860: 50.297 persone (71,0%) e 20.563 imprese (29,0%).
Variazioni rispetto al 2021 dei protesti
Rispetto al 2021 i valori sono tutti in calo:
- numero dei protesti -7,7%,
- valore monetario -11,8%,
- soggetti protestati -19,0% (di cui persone -18,1%; imprese -21,0%)
Nel 2022 il calo ha interessato tutto il Paese, con variazioni rispetto al 2021 che oscillano da -18,8% nel Sud a -1,7% nel Centro; fa eccezione il Nord-ovest che segna un aumento del 4,2%.
Il calo si osserva in quasi tutte le regioni con differenze accentuate: da -31,3% in Calabria a -1,8% in Liguria.
Soltanto Lombardia e Lazio hanno variazioni positive (rispettivamente +8,1% e +5,7%).
Le cambiali protestate coprono l’88,1% dei protesti (224.899), raggiungono quote più elevate al Sud (98,8%), nel Nord-est (98,6%) e nelle Isole (97,7%) e risultano associate più alle persone (139.732; 62,1% delle cambiali protestate) che alle imprese. Gli assegni sono 30.303iii, l’11,9% del totale dei protesti, con quote più alte al Centro (27,1%) e nel Nord-ovest (14,9%). Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste e Province Autonome di Bolzano/Bozen e di Trento non presentano assegni protestati.
Diversamente dalle cambiali, gli assegni sono più a carico delle imprese (16.293, il 53,8% degli assegni protestati).
Riferimenti ufficiali: Le tavole ISTAT