La Gestione Separata. Come funziona con le nuove aliquote?

Cos’è la gestione Separata?

La Gestione Separata è un fondo pensionistico finanziato con i contributi previdenziali obbligatori dei lavoratori assicurati e nasce con la L. 335/95 (art. 2, c. 26) di riforma del sistema pensionistico, anche nota come riforma Dini.

Scopo della riforma Dini era di assicurare la tutela previdenziale a categorie di lavoratori fino ad allora escluse.

Chi deve iscriversi alla Gestione Separata?

  • tutte le categorie residuali di liberi professionisti, per i quali non è stata prevista una specifica cassa previdenziale; nella fattispecie devono quindi essere ricompresi anche i professionisti con cassa previdenziale, nel caso in cui, ai sensi del suo regolamento, l’attività non sia iscrivibile: può essere il caso, ad es., di un ingegnere che contemporaneamente all’attività professionale svolge anche attività di lavoro dipendente;
  • della quasi totalità delle forme di collaborazione coordinata e continuativa, che fino ad allora non avevano mai beneficiato di alcuna disciplina specifica, né giuridica, né previdenziale;
  • la categoria dei venditori a domicilio, ex art. 36, L. 426/71.

Con successive disposizioni di legge sono stati assicurati alla Gestione Separata anche:

  • gli spedizionieri doganali non dipendenti;
  • gli assegni di ricerca;
  • i beneficiari di borse di studio per la frequenza ai corsi di dottorato di ricerca;
  • gli amministratori locali;
  • i beneficiari di borse di studio a sostegno della mobilità internazionale degli studenti (solo da maggio a dicembre 2003) e degli assegni per attività di tutorato, didattico-integrative, propedeutiche e di recupero;
  • i lavoratori autonomi occasionali;
  • gli associati in partecipazione;
  • i medici con contratto di formazione specialistica;
  • i Volontari del Servizio Civile Nazionale (avviati dal 2006 al 2008);
  • i prestatori di lavoro occasionale accessorio.

L’iscrivibilità dei suddetti soggetti è in linea di principio strettamente connessa con la qualificazione fiscale dei redditi che essi percepiscono.

Sul piano procedurale e amministrativo tutti i nuovi soggetti ed i venditori porta a porta, sono stati assimilati ai collaboratori coordinati e continuativi: identiche sono quindi, con poche eccezioni, le modalità di iscrizione, ripartizione del contributo, versamento e denuncia.

Identiche sono inoltre le regole di applicazione delle aliquote e del massimale, le modalità di accredito contributivo e le prestazioni, pensionistiche e non, cui hanno diritto secondo le regole generali vigenti nella Gestione Separata e comuni quindi anche ai liberi professionisti.

Quali sono le aliquote per la gestione separata per l’anno 2019?

Aliquote contributive reddito per l’anno 2019

Ecco la Circolare INPS numero 19 del 6 febbraio 2019

Chi versa i contributi?

Il datore di lavoro è l’unico soggetto tenuto al versamento della contribuzione dovuta.

Una parte dei contributi è a carico dei lavoratori. Il datore di lavoro (che è tenuto a versare i contributi sia per la parte a suo carico che per quella a carico del lavoratore) recupera la quota del lavoratore in sede di calcolo delle retribuzioni mensili prelevandola direttamente dalla busta paga (rivalsa).

Il datore di lavoro può esercitare il diritto di rivalsa della quota a carico del lavoratore esclusivamente al termine del periodo di paga corrente. Non è ammessa la rivalsa per contributi arretrati, salvo che si tratti di arretrati dovuti per contratto o per legge. Ad esempio, il datore di lavoro che deve versare contributi arretrati per un lavoratore in nero, sia a seguito di accertamento ispettivo che di regolarizzazione spontanea, deve accollarsi tutto il debito contributivo e non può trattenere al dipendente la quota di contributi a suo carico.