Spesa media mensile delle famiglie italiane per l’anno 2015

Nell’anno  2015, la spesa media mensile familiare in valori correnti è stata uguale a 2.499,37 euro (+0,4% rispetto al 2014 e  +1,1% nei confronti del 2013),

mostrando timidi segnali di ripresa in un quadro macroeconomico caratterizzato dal lieve aumento, per il terzo anno consecutivo, del reddito disponibile delle famiglie, dalla stabilità della loro propensione al risparmio e dal primo anno di ripresa del Pil dopo tre di recessione.

Un quadro analogo si registra anche in termini reali se si considera che l’inflazione è stata prossima allo zero sia nel 2014 sia nel 2015 (rispettivamente +0,2% e +0,1%).

Cos’è e come si calcola la spesa media mensile?

La spesa media mensile  è calcolata dividendo la spesa totale per il numero delle famiglie residenti in Italia.

Il comportamento delle famiglie

E’  ancora elevata la quota di famiglie che provano ad agire sulla quantità e la qualità degli acquisti per contenere le spese.

In particolare, nel 2015 oltre la metà delle famiglie prova a limitare quelle per

  • abbigliamento e calzature (63,2%),
  • alimentari (53,8%),
  • cura e igiene della persona (51,3%)
  • bevande (50,9%).

Come già nel 2014, la voce sulla quale le famiglie agiscono meno è quella relativa alla sanità (20,3% nel 2015), essendo in larga misura incomprimibile.

Viaggi e vacanze

La percentuale di famiglie che cercano di limitare la spesa per viaggi e vacanze è anch’essa in calo ma si conferma che quasi la metà delle famiglie non effettua spese per questa voce.

Come è composta la spesa delle famiglie italiane per il 2015?

In crscita le spese per beni e servizi ricreativi

Nel 2015, la spesa media mensile delle famiglie residenti in Italia è pari in valori correnti a 2.499,37 euro.

Con gli aumenti registrati rispetto al 2014 (+0,4%) e al 2013 (+1,1%), la spesa media mostra quindi timidi segnali di ripresa dopo il calo verificatosi tra il 2011 e il 2013.

Con una dinamica inflazionistica prossima allo zero (+0,2% e +0,1% le variazioni dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale, NIC, rispettivamente nel 2014 e nel 2015), questo quadro si conferma anche in termini reali. Al netto degli affitti figurativi, diminuiti dello 0,5% rispetto al 2014 e dell’1,4% rispetto al 2013, la spesa media mensile è pari a 1.910,34, lo 0,7% in più sul 2014 e l’1,9% in più sul 2013, mostrando, quindi, più chiari segnali di ripresa.

Nel 2015, in media le famiglie hanno speso 441,50 euro mensili per prodotti alimentari e bevande analcoliche (erano 436,06 euro nel 2014).

Tuttavia singole categorie di spesa registrano variazioni marcate.

Aumenta la spesa per la FRUTTA

La spesa per frutta aumenta del 4,5%, quella per acque minerali, bevande analcoliche, succhi di frutta e verdura del 4,2%, la spesa per oli e grassi del 3,8% e quella per pesci e prodotti ittici del 2,7%.

La spesa per carni, pari a 98,25 euro mensili, è invece stabile rispetto al 2014, ponendo però fine a una diminuzione in atto ormai dal 2011.

La spesa per beni e servizi non alimentari è pari in media a 2.057,87 euro mensili (era 2.052,44 euro nel 2014).

Il valore non differisce in maniera significativa dall’anno precedente, ma si conferma la crescita già registrata nel 2014.

Dinamiche differenziate caratterizzano i diversi beni o servizi considerati.

Aumentano le spese per servizi ricettivi e di ristorazione (+11%, da 110,26 a 122,39 euro mensili; ma erano pari a 119,23 euro nel 2013); aumentano del 4,1% anche le spese per beni e servizi ricreativi, spettacoli e cultura, fino a raggiungere un valore di 126,41 euro.

Come già nel 2014 rispetto al 2013, diminuisce la spesa per comunicazioni, -4,2%, in parte anche a causa della flessione dei prezzi (-1,1%).

Calano in maniera significativa le spese per gli altri beni e servizi (-7,8%), pari a 186,32 euro, che tornano così a un valore analogo a quello del 2013.

Anche le spese per manutenzione straordinaria scendono di circa un quarto (con l’eccezione del Nord-ovest dove sono in crescita), attestandosi a 26,04 euro, valore in linea con quello del 2013. Si confermano rilevanti differenze a livello territoriale.

I valori più elevati si registrano al Nord (2.836,32 euro nel Nord-ovest e 2.757,32 nel Nord-est), seguono il Centro (2.599,68 euro), il Sud (2.019,47 euro) e le Isole (1.891,78 euro).

La quota per la spesa alimentare, pari al 17,7% del totale a livello nazionale, sale al 22,1% al Sud e al 21,6% nelle Isole, mentre è sotto il 16% al Nord e al 17,5% al Centro.

Sulla spesa per beni e servizi non alimentari a pesare è soprattutto la voce abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili, che passa dal 36,7% del 2014 al 36,1% del 2015, in diminuzione per il secondo anno consecutivo, anche per effetto dell’andamento dei prezzi di energia elettrica, gas e altri combustibili (-2,7%) e della diminuzione della quota di spesa destinata alle manutenzioni straordinarie (dall’1,4% del 2014 all’1,0% del 2015); la diminuzione più marcata si rileva nel Nord-est (dal 37,1% al 36,0%).

La quota di spesa per trasporti, pari al 10,6%, è stabile rispetto al 2014, e va da un minimo di 9,4% nel Sud a un massimo di 11,4% nel Nord-est. Stabile anche la quota di spesa per comunicazioni (2,5%), nonostante continui il calo dei prezzi sia degli apparecchi di telefonia mobile, sia dei servizi ad essi connessi.

Rimangono stabili, infine, anche le quote di spesa per abbigliamento e calzature (4,6% a livello nazionale), per mobili, articoli e servizi per la casa (4,2%), per servizi sanitari e spese per la salute (4,5%) e per ricreazione, spettacoli e cultura (5,1%). Sale invece dal 4,4% al | 3 4,9% la quota di spesa per i servizi ricettivi e di ristorazione, un andamento che interessa tutto il Paese ma che è più evidente al Nord e nelle Isole. Infine, scende dall’8,1% del 2014 al 7,5% del 2015 la quota di spesa destinata ad altri beni e servizi (beni e servizi per la cura della persona, effetti personali, servizi di assistenza sociale, assicurazioni e servizi finanziari).

Si precisa che la fonte delle informazione è ISTAT