La stima dell’inflazione in Area Euro a giugno 2025: +2,0%

Indice HICP: gli ultimi dati

Mese Indice HICP Inflazione annua Inflazione mensile
Maggio 2024 126,31 +1,9% −0,0%
Giugno 2024 126,58 +2,5% +0,2%
Maggio 2025 128,71 +1,9% −0,0%
Giugno 2025 (stima) 129,07 +2,0% +0,3%

La stima per giugno 2025 indica un’inflazione annua del +2,0%, confermando una tendenziale stabilizzazione verso l’obiettivo BCE. La variazione mensile prevista è del +0,3%, un valore moderato e coerente con l’andamento stagionale estivo.

Andamento dell’inflazione dal 2022 a oggi

📈 Inflazione annua: il raffreddamento è ormai consolidato

Nel 2022, l’Area Euro ha vissuto una forte impennata inflazionistica, con valori superiori all’8% su base annua nei primi mesi. Nel 2023, l’inflazione si è progressivamente ridotta: da +8,6% di gennaio a +2,9% di dicembre. La tendenza al ribasso è proseguita anche nel 2024 e 2025, con valori compresi tra +1,9% e +2,5%. Puoi approfondire sui dati dell’Area Euro .

Ultimi dati inflazione Area Euro

Periodo Inflazione(%)
Dato annuo
Inflazione(%)
Dato mensile
Inflazione(%)
biennale
Maggio 2025 1,9% 0% 4,5%
Aprile 2025 2,2% 0,6% 4,6%
Marzo 2025 2,2% 0,6% 4,7%
Febbraio 2025 2,3% 0,4% 5%
Gennaio 2025 2,5% -0,3% 5,4%
Dicembre 2024 2,4% 0,4% 5,4%
Novembre 2024 2,2% -0,3% 4,7%
Ottobre 2024 2% 0,3% 5%
Settembre 2024 1,7% -0,1% 6,2%
Agosto 2024 2,2% 0,1% 7,5%
Luglio 2024 2,6% 0% 8%
Giugno 2024 2,5% 0,2% 8,2%

📉 Inflazione mensile: contenuta e sotto controllo

Dalla metà del 2023, la variazione mensile dell’indice HICP si è mantenuta molto contenuta, con valori generalmente compresi tra +0,1% e +0,4%, alternati a leggere flessioni. Questo indica un’economia non surriscaldata e una pressione inflattiva moderata.

Tendenza media annua: discesa continua

Periodo Inflazione media annua
2022–2023 7,1%
2023–2024 4,4%
2024–2025 (fino a maggio) 3,6%

L’inflazione media si è quasi dimezzata in due anni. La discesa è più lenta nel 2024, ma la direzione è confermata.

Interpretazione e prospettive

  • Il peggio è passato: il picco inflattivo del 2022 è stato superato con successo.
  • Effetto BCE: la politica monetaria restrittiva ha avuto impatto positivo. Qui i dati BCE
  • Stabilità: l’inflazione è tornata vicino al target del 2%.

Attenzione tuttavia a:

  • Eventuali nuovi aumenti energetici o alimentari.
  • Spin­te salariali eccessive nei paesi a crescita rapida.
  • Eventi geopolitici con impatto sul commercio globale.

Con l’indice HICP stimato a 129,07 a giugno 2025, l’inflazione annua dell’Area Euro si attesta attorno al 2%, segnalando un ritorno a condizioni monetarie normali. La situazione appare sotto controllo, ma sarà fondamentale monitorare con attenzione le prossime rilevazioni, per prevenire eventuali nuove tensioni inflattive.

A giugno l’inflazione italiana sale leggermente: +1,7%

A giugno aumenta carrello della spesa: +3,1% da 2,7%

Inflazione 

A giugno 2025, secondo le stime Istat, l’inflazione sale leggermente portandosi all’1,7% rispetto all’1,6 di maggio scorso.
La salita è stata causata soprattutto per effetto delle tensioni registrate sui prezzi dei Beni alimentari (+3,5% da +3,0% di maggio).

Nel comparto energetico, al contrario, si accentua la flessione dei prezzi su base tendenziale (-2,5% da -2,0%), trainata dalla forte decelerazione dei prezzi della componente regolamentata (+22,7% da +29,3%).

Il Carrello della Spesa?

A giugno il tasso di crescita dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” aumenta (+3,1% da +2,7%) e aumenta anche l’inflazione di fondo (+2,1%, dal +1,9% di maggio).

La serie storica dell’inflazione in Italia

Maggio 2025: Inflazione Italia in lieve calo all’1,6%

A maggio 2025, l’inflazione italiana segna un rallentamentoMaggio 2025: Inflazione Italia in lieve calo all'1,6% 1

L’indice dei prezzi al consumo (NIC) che registra +1,6% su base annua (dall’+1,9% di aprile), in linea con le stime preliminari. La diminuzione mensile è dello 0,1%, trainata principalmente dal calo dei prezzi degli energetici non regolamentati (-2,1%) e dei servizi dei trasporti (-1,7%).

Principali fattori della decelerazione

  • Energetici: forte rallentamento dei prezzi dei beni regolamentati (+29,3% da +31,7%) e accentuazione del calo per quelli non regolamentati (-4,3% da -3,4%).
  • Alimentari: rallentano i prezzi dei prodotti non lavorati (+3,5% da +4,2%), mentre accelerano quelli lavorati (+2,7% da +2,2%).
  • Servizi: decelerano i costi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+3,1% da +3,6%) e quelli legati ai trasporti (+2,6% da +4,4%).

Inflazione di fondo in calo

L’inflazione al netto di energetici e alimentari freschi scende all’1,9% (da +2,1%), confermando un allentamento delle pressioni inflazionistiche di base.

Differenziale beni/servizi

La crescita dei prezzi dei beni rallenta (+0,8% da +1,0%), così come quella dei servizi (+2,6% da +3,0%), riducendo il differenziale a +1,8 punti percentuali.

Altri indicatori

IPCA (inflazione armonizzata UE): -0,1% mensile, +1,7% annuo (dall’+2,0% di aprile).

FOI (prezzi per operai e impiegati): -0,1% mensile, +1,4% annuo.

Inflazione acquisita 2025

Si conferma al +1,3% per l’indice generale e +1,6% per la componente di fondo.

Conclusioni: A maggio, l’inflazione mostra un ulteriore lieve calo, sostenuta dal rallentamento degli energetici e di alcuni servizi, mentre il carrello della spesa risente dell’aumento dei prezzi degli alimentari lavorati. La dinamica inflazionistica rimane moderata, con segnali di stabilizzazione nei prossimi mesi.

Fonte ed elaborazione dati :  Istat.it

Inflazione in lieve calo a maggio 2025: +1,7%

Inflazione  in calo a maggio all’1,7%, ma i prezzi alimentari continuano a salire

L’inflazione in Italia mostra un ulteriore rallentamento a maggio, con l’indice dei prezzi al consumo (NIC, al lordo dei tabacchi) che segna un +1,7% su base annua, in calo rispetto al +1,9% di aprile. Lo rilevano le stime preliminari diffuse oggi, che evidenziano una sostanziale stabilità su base mensile (0%).

Inflazione in lieve calo a maggio 2025: +1,7% 2
Stima inflazione maggio 2025 Italia

Le cause del rallentamento

Il lieve calo dell’inflazione è dovuto principalmente alla decelerazione dei prezzi degli energetici, sia regolamentati (+29,1%, in calo da +31,7%) che non regolamentati (-4,3%, in ulteriore flessione da -3,4%). Anche alcuni comparti dei servizi hanno contribuito, con i trasporti che passano da +4,4% a +2,6% e i servizi ricreativi e per la cura della persona in rallentamento (+3,0% da +3,6%).

Ma la spesa alimentare pesa ancora

Nonostante il quadro generale in miglioramento, i prezzi dei beni alimentari continuano a crescere, soprattutto quelli lavorati, che accelerano da +2,2% a +3,2%. Anche gli alimentari non lavorati restano in aumento, seppure con un ritmo più contenuto (+3,7% da +4,2%). Di conseguenza, il cosiddetto “carrello della spesa” segna un +3,1%, in aumento rispetto al +2,6% di aprile.

Inflazione di fondo in lieve calo

L’inflazione core, escludendo energetici e alimentari freschi, scende al +2,0% (da +2,1%), mentre quella al netto dei soli energetici si attesta al +2,1% (da +2,2%). Il differenziale tra beni e servizi si riduce: i prezzi dei beni salgono dell’1,1% (da +1,0%), mentre quelli dei servizi rallentano (+2,6% da +3,0%).

Stabilità congiunturale, ma con dinamiche opposte

A maggio, la variazione mensile è pari a zero, ma nasconde andamenti contrastanti:

Calano gli energetici non regolamentati (-2,1%) e i servizi dei trasporti (-1,7%).

Aumentano invece i prezzi degli alimentari (non lavorati +0,9%, lavorati +0,8%) e dei servizi ricreativi (+0,9%).

Prospettive per il 2025

L’inflazione acquisita per l’intero anno è stimata all’+1,4% per l’indice generale e all’+1,6% per la componente di fondo. Intanto, l’indice armonizzato europeo (IPCA) segna un +1,9% su base annua (da +2,0% di aprile) e un +0,1% su base mensile.

In conclusione, se da un lato la pressione inflazionistica si attenua grazie al calo degli energetici, dall’altro le famiglie continuano a risentire dei rincari su alimentari e alcuni servizi, mantenendo alta l’attenzione sul potere d’acquisto.

Leggi i dati dell’inflazione media in Italia

Inflazione stabile ad aprile 2025: +1,9%

Inflazione confermata all’1,9% ad aprile ma in ribasso rispetto alla stima Istat

Inflazione Italia Aprile 2025 a 1.9%
Inflazione Italia Aprile 2025 a 1.9%

Secondo i dati definitivi pubblicati dall’ISTAT, ad aprile 2025 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,1% su base mensile e dell’1,9% su base annua, confermando il livello di marzo. La stima preliminare, che indicava un +2,0%, è stata rivista leggermente al ribasso.

Dinamiche settoriali contrastanti

La stabilità dell’inflazione nasconde andamenti opposti tra i diversi settori. Da un lato, si rileva un rallentamento dei prezzi di:

  • Beni energetici non regolamentati: -3,4% (da +0,7% a marzo);
  • Tabacchi: +3,4% (da +4,6%).

Dall’altro, accelerano i prezzi di:

  • Beni energetici regolamentati: +31,7% (da +27,2%);
  • Alimentari non lavorati: +4,2% (da +3,3%);
  • Alimentari lavorati: +2,2% (da +1,9%);
  • Servizi relativi ai trasporti: +4,4% (da +1,6%).

L’inflazione di fondo, che esclude energetici e alimentari freschi, sale al +2,1% (da +1,7% a marzo), mentre quella al netto dei soli beni energetici passa dal +1,8% al +2,2%. Questo indica una pressione inflazionistica più marcata nei settori non volatili.

Beni e servizi: cresce il divario

I prezzi dei beni rallentano (+1,0% da +1,5%), mentre quelli dei servizi accelerano (+3,0% da +2,5%). Il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si amplia a +2,0 punti percentuali (da +1,0 a marzo). Inoltre, il “carrello della spesa” – che include beni alimentari, per la cura della casa e della persona – registra un’accelerazione al +2,6% (da +2,1%).

Fattori congiunturali e stagionali

Lieve aumento congiunturale dell’indice generale (+0,1%) dovuto principalmente a:

  • Servizi relativi ai trasporti: +3,4%, influenzati da fattori stagionali;
  • Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona: +1,8%;
  • Alimentari non lavorati: +0,7%;
  • Alimentari lavorati: +0,5%;
  • Servizi relativi all’abitazione: +0,3%.

Questi aumenti sono stati parzialmente compensati dalla diminuzione dei prezzi degli energetici regolamentati (-6,9%), degli energetici non regolamentati (-5,8%) e dei beni durevoli (-0,3%).

Altri indici e inflazione acquisita

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,4% su base mensile, per effetto della fine dei saldi stagionali, e del 2,0% su base annua (in lieve decelerazione rispetto a marzo). L’indice per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un calo congiunturale dello -0,1% e un aumento annuo dell’1,7%.

L’inflazione acquisita per il 2025 si attesta al +1,4% per l’indice generale e al +1,6% per la componente di fondo.

Il commento dell’ISTAT

Ad aprile 2025, l’inflazione rimane stabile al +1,9%. Questa stabilità sintetizza dinamiche opposte: persistono tensioni sui prezzi degli alimentari (+3,0% da +2,4%) e dei servizi di trasporto (+4,4% da +1,6%), mentre il comparto energetico mostra tendenze deflattive (-0,8% da +2,6%), guidate dai beni energetici non regolamentati. Cresce il ritmo del “carrello della spesa” (+2,6%) e dell’inflazione di fondo (+2,1%), segnalando una pressione inflazionistica più diffusa nei settori chiave.


Approfondisci sui dati dell’inflazione in Italia

📊 Indice dei Prezzi al Consumo USA – Aprile 2025

Inflazione US Aprile 2025

🗓 Data pubblicazione: 13 maggio 2025 — Fonte: U.S. Bureau of Labor Statistics

🔗 Documento ufficiale: US CPI Release – Aprile 2025 (PDF)

🔍 Dati principali dell’inflazione USA

L’indice dei prezzi al consumo per tutti i consumatori urbani (CPI-U) negli Stati Uniti è aumentato dello 0,2% nel mese di aprile 2025 su base destagionalizzata, dopo una lieve flessione dello 0,1% a marzo.

  • 📈 Inflazione annua (aprile 2024 – aprile 2025): +2,3%
  • 📉 Core CPI (esclusi alimentari ed energia): +2,8%
  • Energia: -3,7% su base annua
  • 🍽️ Alimentari: +2,8% su base annua

📌 Dettagli settoriali

🏠 Abitazioni

Il settore “shelter” (affitti e spese abitative) ha registrato un +0,3% mensile, trainando oltre la metà dell’aumento complessivo dell’indice.

⚡ Energia

I prezzi energetici sono cresciuti dello 0,7% nel mese di aprile, con andamenti contrastanti:

  • Gas naturale: +2,8%
  • Energia elettrica: +0,9%
  • Benzina: -1,3%

🍽️ Alimentari

L’indice alimentare è diminuito dello 0,1%:

  • Alimenti a casa: -0,4%
  • Alimenti fuori casa (ristoranti, mense): +0,4%

🧾 Altri settori

L’inflazione “core” è aumentata dello 0,2%. In crescita:

  • Arredi e manutenzione domestica
  • Assicurazioni auto
  • Istruzione, salute e cura personale

In calo invece le tariffe aeree, abbigliamento, comunicazioni e auto usate.

Per dati e serie storiche dell’inflazione US consulta la nostra utilità


Aggiornamento redazionale a cura di Rivaluta.it sulla base del comunicato ufficiale del Bureau of Labor Statistics.

Inflazione aprile 2025: segnali di lieve accelerazione

Inflazione aprile 2025: spinta da trasporti, alimentari ed energia regolamentata

Nel mese di aprile 2025, secondo le stime preliminari diffuse dall’ISTAT l’inflazione in Italia  registra un aumento dello 0,2% rispetto a marzo e un incremento annuo del 2,0%, in leggera crescita rispetto al +1,9% rilevato a marzo scorso.

Da notare che da settembre 2024 è l’ottava salita che si registra in Italia. 

Ultime variazioni annue dell’inflazione in Italia

Aprile 2025 (stima) 2,0%
Marzo 2025 1,9%
Febbraio 2025 1,6%
Gennaio 2025 1,5%
Dicembre 2024 1,3%
Novembre 2024 1,3%
Ottobre 2024 0,9%
Settembre 2024 0,7%

Inflazione Italia Gennaio 2020 - aprile 2025, variazioni percentuali congiunturali e tendenziali
Inflazione Italia Gennaio 2020 – aprile 2025, variazioni percentuali congiunturali e tendenziali

I fattori trainanti

L’accelerazione dell’inflazione è attribuibile soprattutto a:

  • Energetici regolamentati, che crescono del +32,9% annuo (da +27,2%)
  • Servizi relativi ai trasporti, spinti da fattori stagionali, in forte aumento (+4,4%)
  • Alimentari non lavorati (+4,2%) e lavorati (+2,3%)

Inflazione aprile 2025: segnali di lieve accelerazione 3
INDICI DEI PREZZI AL CONSUMO NIC PER DIVISIONE DI SPESA

In controtendenza gli energetici non regolamentati, che scendono a -2,9%, e i tabacchi, che rallentano al +3,4%.

Inflazione di fondo e andamento settoriale

L’inflazione di fondo (al netto di energia e alimentari freschi) accelera a +2,1%. Anche l’indicatore depurato dei soli energetici si porta a +2,2%. I beni rallentano al +1,1%, mentre i servizi accelerano a +3,0%, allargando il differenziale inflattivo tra servizi e beni a +1,9 punti percentuali (era +1,0 a marzo).

Il “carrello della spesa”, ovvero i beni alimentari, per la cura della casa e della persona, registra un aumento annuo del +2,6%. Rallenta invece la crescita dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto, al +1,6%.

IPCA e inflazione acquisita

L’IPCA (indice armonizzato europeo) cresce dello 0,5% su base mensile, anche per effetto della fine dei saldi stagionali, e mantiene un +2,1% su base annua.

L’inflazione acquisita per il 2025 è ora +1,5% per l’indice generale e +1,6% per la componente di fondo.


Leggi i dati storici dell’inflazione media in Italia

A marzo 2025 l’inflazione accelera: +1.9%

A marzo 2025 l’inflazione accelera, salendo all’1,9% dall’1,6% di febbraio smentendo il 2% comunicato dalla scorsa stima Istat.

A marzo 2025 l’inflazione accelera: +1.9% 4
Grafico inflazione Italia gennaio 2020 – marzo 2025

Questa dinamica è influenzata principalmente dalle componenti più volatili dell’indice. In particolare, i prezzi dei Beni energetici registrano una forte impennata su base tendenziale (+2,6%, rispetto allo +0,6% del mese precedente), trainati soprattutto dalla componente non regolamentata (+0,7%, dopo il -1,9% di febbraio). 

Anche gli Alimentari non lavorati mostrano un’accelerazione, passando da +2,9% a +3,3%.

L’inflazione di fondo, invece, si mantiene stabile a +1,7%. Infine, i prezzi del “carrello della spesa” crescono a un ritmo leggermente più sostenuto, con un tasso tendenziale che a marzo raggiunge il +2,1%contro il +2,0% di febbraio.

La media annua dell’inflazione a marzo sale dall’1,5% di febbraio a all’1,7%. Consulta la serie storica dell’inflazione media in Italia

 

 

Export Abruzzese verso gli USA: Una storia di passione e numeri

Un viaggio oltreoceano

Quando penso all’Abruzzo, mi vengono in mente i profumi della pasta fresca, il rosso intenso del Montepulciano, le mani esperte che intrecciano fili di lana o levigano legno. Ma c’è di più: c’è un cuore pulsante di aziende che, con tenacia e un pizzico di orgoglio, portano questi tesori fino agli Stati Uniti. I numeri, certo, parlano chiaro, ma dietro ogni cifra c’è una storia di persone, di sogni che attraversano l’Atlantico.

I dati che raccontano

Nel 2023, l’export abruzzese verso gli USA ha toccato vette importanti. I distretti, come quello della pasta di Fara, hanno spedito oltreoceano 240 milioni di euro di bontà, mentre i vini – oh, quei vini! – hanno sfiorato i 219 milioni. E poi c’è l’abbigliamento, che nel 2024 ha fatto un balzo pazzesco, con un +108% nel primo trimestre. Mi immagino un sarto di Chieti che sorride, sapendo che una sua giacca ora scalda qualcuno a New York.

Non dimentichiamo il mobilio: 119 milioni di euro nel 2023, e un altro +108% nel 2024. È come se ogni tavolo o sedia raccontasse un pezzo di Abruzzo, un po’ rustico, un po’ elegante, proprio come la nostra terra.

Le province Abruzzesi

Analizzando le province, l’Aquila emerge con una percentuale significativa: il 67,2% delle sue esportazioni è destinato al mercato statunitense, principalmente nel settore farmaceutico. Pescara e Teramo mostrano rispettivamente quote del 19% e del 7,5%, con Pescara focalizzata su automotive e chimico-farmaceutico, mentre Teramo concentra le sue esportazioni nel comparto agroalimentare e moda. ​ Tuttavia, l’introduzione di dazi da parte degli Stati Uniti rappresenta una minaccia concreta per il 19% dell’export abruzzese. Settori come automotive, chimico-farmaceutico, agroalimentare, vini, pelletteria e moda potrebbero subire contrazioni significative. Le cooperative agroalimentari, ad esempio, temono perdite occupazionali a causa della possibile riduzione delle vendite di prodotti come vino, olio d’oliva, formaggi, pomodoro e pasta.

Le sfide e il futuro

Ma non è tutto rose e fiori. I dazi americani, che aleggiano come nuvole all’orizzonte, preoccupano. Confindustria, proprio oggi – 3 aprile 2025 – lo ha ricordato: con 10 miliardi di euro di export totale, gli USA sono il nostro primo amore commerciale, e perderlo farebbe male. Eppure, c’è speranza. L’Abruzzo ha la forza di chi sa adattarsi, di chi ha sempre trovato il modo di rialzarsi.

Questi numeri, questi prodotti, non sono solo statistiche. Sono il sudore di chi si sveglia all’alba, il coraggio di chi spedisce un pezzo di casa propria dall’altra parte del mondo. E noi, scrivendo questo, non possiamo fare a meno di sentirci un po’ orgoglioso di loro.

TEAM rivaluta.it

Inflazione marzo 2025 al 2%. Aumento netto rispetto al 1,6 di febbraio

Andamento dell’inflazione a Marzo 2025Carburanti e inflazione

 

Secondo le prime stime, a marzo 2025 l’inflazione si attesta al 2,0%, in aumento rispetto all’1,6% di febbraio. Un salita, preoccupante, partita dal valore più basso che si era registrato a settembre 2024 quando era 0,7%.

Questo incremento è principalmente dovuto all’andamento delle voci più volatili dell’indice. In particolare, i prezzi dei beni energetici (+3,2%, rispetto a +0,6% del mese precedente) sono in forte crescita, trainati dall’aumento dei prezzi dei beni non regolamentati (+1,3%, da -1,9%), così come quelli degli alimenti non trasformati (+3,3%, da +2,9%). D’altra parte, l’inflazione di base rimane invariata a +1,7%. Inoltre, i prezzi del carrello della spesa mostrano una leggera accelerazione, salendo al 2,1% (da +2,0% di febbraio).

Analisi Dettagliata

A marzo 2025, l’inflazione segna un incremento al +2,0% (da +1,6% a febbraio). Questo aumento è principalmente attribuibile ai prezzi dei beni, che vedono una crescita tendenziale accelerata da +1,1% a +1,7%, mentre i prezzi dei servizi rimangono sostanzialmente stabili (+2,4%, con un +0,5% rispetto a febbraio). Di conseguenza, il divario inflazionistico tra beni e servizi scende a +0,7 punti percentuali (dai +1,7 punti di febbraio).

Il maggiore aumento dei prezzi dei beni riflette principalmente l’impennata dei beni energetici, che passano da +0,6% a +3,2%, con un incremento di +0,9% rispetto a febbraio. I prezzi dei beni energetici non regolamentati salgono da -1,9% a +1,3% (+1,2% su febbraio). A determinare questo fenomeno è principalmente il forte aumento dei prezzi del gas di città e del gas naturale nel mercato libero (+7,5%, rispetto a -2,2%), nonché dell’energia nel mercato libero (+3,2%, da -6,0%). Tali aumenti non sono però completamente compensati dalla discesa dei prezzi della benzina (-3,9%, da -1,2%) e del gasolio per il riscaldamento (-6,5%, da -5,6%).

Per quanto riguarda le componenti energetiche regolamentate, la crescita rallenta da +31,4% a +27,3%, con una flessione dei prezzi del gas nel mercato tutelato da +28,1% a +15,2%.

I prezzi dei beni alimentari continuano ad aumentare, con una crescita tendenziale che sale da +2,2% a +2,5%, con un leggero aumento di +0,1% rispetto a febbraio. All’interno di questa categoria, gli alimenti non trasformati registrano un aumento maggiore (+3,3%, da +2,9%), mentre gli alimenti lavorati crescono con un ritmo più moderato (+2,0%, da +1,9%).

Per quanto riguarda i tabacchi, si registra un’accelerazione nella crescita dei prezzi, che passano dal +4,1% al +4,6%, a causa dell’incremento delle accise e dei prezzi delle sigarette (+5,6%) e dei sigari (+2,1%).

Nella categoria degli altri beni, i prezzi dei beni durevoli mostrano un rallentamento della discesa (-1,2%, da -1,5%), mentre quelli dei beni non durevoli continuano ad aumentare, seppure a un ritmo più lento (+1,1%, da +1,3%).

Nel settore dei servizi, i prezzi continuano a crescere con una variazione annua stabile al +2,4%. Tra i servizi, i più rilevanti aumenti si registrano nelle comunicazioni (+0,8%) e nei servizi ricreativi e culturali (+3,3%). Tuttavia, si osserva un rallentamento nei servizi legati ai trasporti, con una diminuzione dei prezzi del trasporto aereo (-6,6%) e del trasporto ferroviario (+0,7%).

In sintesi, i principali fattori che contribuiscono alla crescita dell’inflazione di marzo 2025 sono l’andamento dei prezzi dei beni energetici, alimentari e dei tabacchi, mentre i servizi mostrano una crescita più contenuta.


Approfondisci su L’inflazione in Italia 

Ernia del disco: cos’è e come si manifesta

Cos’è l’ernia del disco

L’ernia del disco è una condizione che riguarda i dischi intervertebrali, strutture che si trovano tra le vertebre della colonna vertebrale.

Questi dischi fungono da cuscinetti, ammortizzando i movimenti e garantendo flessibilità alla schiena. Un’ernia si verifica quando il nucleo polposo, la parte interna del disco, fuoriesce attraverso una rottura o un indebolimento dell’anello fibroso, la parte esterna più resistente.

Questa fuoriuscita può comprimere i nervi spinali o il midollo spinale, causando sintomi come dolore, formicolio o debolezza muscolare.

Tipologie di ernia

Non tutte le ernie sono uguali. Esistono diverse tipologie in base alla direzione e all’entità della fuoriuscita:

  • Protrusione discale: il nucleo polposo preme contro l’anello fibroso senza romperlo, deformandolo dall’interno.
  • Ernia espulsa: l’anello fibroso si rompe e il nucleo fuoriesce, spesso comprimendo i nervi o il midollo spinale.

La fuoriuscita può avvenire anche verso l’interno del canale spinale, causando pressione sul midollo o sulle radici nervose, ed è spesso definita come un’ernia mediana o posterolaterale.

Struttura del disco intervertebrale

Per capire meglio, ecco un’immagine che mostra un disco intervertebrale con un’ernia:

Un disco intervertebrale con ernia, che mostra il nucleo polposo e l'anello fibroso
Un disco intervertebrale con ernia, che mostra il nucleo polposo e l’anello fibroso

Sintomi principali

I sintomi dell’ernia del disco variano a seconda della sua posizione e gravità. I più comuni includono:

  • Dolore localizzato alla schiena o al collo.
  • Dolore irradiato, formicolio o intorpidimento lungo le braccia o le gambe (ad esempio, la sciatica se l’ernia è nella zona lombare).
  • Debolezza muscolare nei casi più gravi.

Cause e diagnosi

Le cause più comuni dell’ernia del disco includono l’usura legata all’età, movimenti scorretti, sollevamento di pesi in modo improprio o traumi. La diagnosi viene solitamente effettuata tramite esami come la risonanza magnetica (RM) o la TAC.

Un elenco di alcune cause possibili

  • Posture scorrette e scarsa attività fisica
  • Pratica di sport impegnativi 
  • Eccesso di peso
  • Attività professionale usurante
  • Sollevamento di carichi eseguiti portando il carico in avanti lontano dal corpo, con relativi scatti e torsioni
  • Traumi (caduta sulla schiena) e lesioni della colonna vertebrale
  • Infiammazione del disco
  • Predisposizione genetica, con relativa vulnerabilità di dischi intervertebrali, muscoli e legamenti

Approfondisci sul sito del Gruppo Ospedaliero Italiano

Trattamenti disponibili

Il trattamento può essere conservativo o chirurgico, a seconda della gravità:

  1. Terapie conservative: riposo, fisioterapia, farmaci antinfiammatori o analgesici. Ozonoterapia, laserterapia, tecarterapia, terapia a ultrasuoni e ionoforesi, riducono il dolore e stabilizzano la condizione
  2. Intervento chirurgico: necessario nei casi più gravi, come quando c’è una compressione significativa dei nervi o del midollo spinale.

Leggi Quale fisioterapia per l’ernia del disco su physiofitlatina.it

Dieci esercizi di ginnastica posturale per chi ha l’ernia al disco

  • Esercizio di ginnastica posturale per l’ernia da seduti
  • Esercizio di ginnastica posturale per l’ernia da seduti con piegamento
  • Esercizio per l’ernia da supini
  • Esercizio di ginnastica posturale per l’ernia con allungamento della schiena
  • Esercizio di allungamento per il fondo schiena
  • Esercizio di ginnastica posturale per l’ernia e nervo sciatico

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Novità sui buoni Pasto 2025: Introduzione del limite del 5%

Novità sui buoni Pasto 2025: Introduzione del limite del 5% 5
Buoni Pasto 2025. Cosa cambia?

Nel 2025, una nuova normativa sul settore dei buoni pasto entrerà in vigore, portando con sé importanti modifiche. La principale novità riguarda il limite del 5% sulle commissioni che le aziende emettitrici possono addebitare agli esercenti. Questa misura, parte del disegno di legge sulla concorrenza, ha come obiettivo quello di abbattere i costi di gestione per i ristoratori e altre attività che accettano buoni pasto. La legge avrà effetto dal settembre 2025, ma i contratti già stipulati continueranno a essere validi fino ad agosto 2025.

2. Cos’è il Buono Pasto e a Chi è Destinato

Il buono pasto è un beneficio che le aziende forniscono ai loro dipendenti per sostenere le spese alimentari. Si presenta generalmente sotto forma di voucher, che possono essere elettronici o cartacei, e consente ai lavoratori di fare acquisti in ristoranti, supermercati e negozi convenzionati. I buoni pasto non sono vincolati solo al pranzo e possono essere utilizzati per acquisti di generi alimentari in qualsiasi momento della giornata. Questo strumento di welfare aziendale, oltre a migliorare la qualità della vita dei dipendenti, offre vantaggi fiscali sia per i lavoratori che per i datori di lavoro.

3. Gli Attori Coinvolti nel Sistema dei Buoni Pasto

Il mondo dei buoni pasto coinvolge diversi attori:

  • Società emettitrici: Si occupano di emettere e distribuire i buoni pasto, stabilendo contratti con esercenti e aziende.
  • Esercenti: Ristoranti, bar, supermercati e negozi di alimentari che accettano i buoni pasto come pagamento.
  • Imprese acquirenti: Aziende che acquistano i buoni pasto per distribuirli ai propri dipendenti.
  • Lavoratori: I beneficiari finali che utilizzano i buoni pasto per i propri pasti o acquisti alimentari.

4. Cosa Cambia con il Tetto del 5%?

A partire dal 2025, le commissioni che le società emettitrici possono applicare agli esercenti saranno limitate al 5% del valore del buono pasto. Questo cambiamento risponde alle richieste degli esercenti che da tempo lamentavano l’alto costo di queste commissioni. La misura, che è stata già applicata nel settore pubblico nel 2022, verrà estesa anche al settore privato, con tutte le nuove convenzioni che dovranno rispettare questo limite. Tuttavia, i contratti in essere continueranno fino alla fine di agosto 2025, e le società emettitrici potrebbero rinegoziare alcuni accordi per far fronte alle nuove regole.

5. Rischi e Impatti della Riforma

Questa riforma potrebbe avere diverse conseguenze per gli attori coinvolti:

5.1 Le Società Emittenti

Le società che emettono i buoni pasto potrebbero vedere ridotti i loro margini di guadagno a causa della riduzione delle commissioni. Ciò potrebbe comportare una revisione dei loro investimenti in tecnologie e servizi, nonché dei rapporti con gli esercenti convenzionati.

5.2 Le Imprese Acquirenti

Le aziende che acquistano i buoni pasto potrebbero essere costrette a rivedere i loro contratti con le società emettitrici. Questo potrebbe comportare variazioni nei costi e nei servizi offerti. Inoltre, alcune aziende potrebbero decidere di ridurre l’importo dei buoni concessi ai dipendenti per contenere le spese.

5.3 Gli Esercenti

Gli esercenti, i principali beneficiari della riduzione delle commissioni, potrebbero trarre vantaggio dalla misura. Con una riduzione dei costi, più attività potrebbero accettare i buoni pasto, ampliando le opzioni per i lavoratori. Tuttavia, potrebbero sorgere problemi se le società emettitrici, per far fronte alla diminuzione dei margini, riducessero la qualità dei servizi offerti.

5.4 I Lavoratori

I lavoratori, sebbene non direttamente coinvolti nelle modifiche normative, potrebbero risentire degli effetti della riforma. Se le aziende riducessero il valore dei buoni pasto o se le società emettitrici diminuissero la qualità del servizio, i benefici per i lavoratori potrebbero risultare inferiori, incidendo sulla loro esperienza d’uso.

In definitiva

Il tetto del 5% sulle commissioni dei buoni pasto rappresenta una significativa evoluzione del settore. Gli esercenti potrebbero beneficiare di minori costi, ma le società emettitrici dovranno adattare i loro modelli per rimanere competitive. Le imprese dovranno anche affrontare il possibile aumento dei costi per mantenere inalterato il valore del beneficio per i dipendenti. Sarà fondamentale monitorare gli sviluppi nei prossimi anni per capire come questa riforma influenzerà tutti gli attori coinvolti e la sostenibilità del sistema dei buoni pasto.

 

Come inviare un segmento Strava sul Garmin?

Per inviare un segmento Strava a un dispositivo fitness Garmin, devi collegare i tuoi account Strava e Garmin Connect e poi sincronizzare i segmenti preferiti. Ecco i passaggi dettagliati:

Come inviare un segmento Strava sul Garmin? 6
Segmento Strava su Garmin

1. Collega gli account Strava e Garmin Connect

  • Vai su Strava (sul sito web o sull’app).
  • Accedi alle impostazioni: sul sito web clicca sulla tua foto del profilo in alto a destra e seleziona “Impostazioni“; sull’app, vai su “Tu” > “Impostazioni” (icona a forma di ingranaggio).
  • Cerca la sezione “Applicazioni, servizi e dispositivi” (o “Collega altri servizi” su Android).
  • Seleziona “Connetti un dispositivo a Strava” > “Garmin” > “Connetti a Garmin”.
  • Accedi con le tue credenziali Garmin Connect e autorizza la connessione. Assicurati che l’opzione per sincronizzare le attività sia attiva.

2. Segna il segmento come preferito su Strava

  • Trova il segmento che vuoi inviare: puoi cercarlo su Strava tramite “Esplora” > “Segmenti” o trovarlo in una tua attività.
  • Clicca sul segmento e seleziona l’icona della stella per aggiungerlo ai tuoi “Segmenti preferiti”.
  • Nota: Solo i segmenti contrassegnati con la stella verranno sincronizzati con il tuo Garmin.

3. Sincronizza il dispositivo Garmin

  • Apri l’app Garmin Connect sul tuo telefono o usa Garmin Express sul computer.
  • Assicurati che il tuo dispositivo Garmin sia collegato (via Bluetooth o cavo USB, a seconda del modello).
  • I segmenti preferiti si sincronizzano automaticamente con il dispositivo alla successiva connessione. Sul dispositivo, li troverai sotto “Allenamenti” > “Segmenti” (il percorso esatto può variare in base al modello).

4. Verifica la compatibilità e usa i Live Segments (opzionale)

  • Non tutti i dispositivi Garmin supportano i segmenti Strava o la funzione Live Segments (che mostra le prestazioni in tempo reale). Modelli come Edge 530, 830, 1030, Forerunner 945 e Fenix 6/7 sono compatibili, ma controlla sul sito Garmin se il tuo dispositivo è incluso.
  • Per i Live Segments, potrebbe essere necessario un abbonamento Strava Premium.

5. Note aggiuntive

  • Puoi sincronizzare fino a 100 segmenti (inclusi quelli popolari della tua zona, se attivati).
  • I segmenti in discesa non vengono sincronizzati per motivi di sicurezza.
  • Se non vedi il segmento sul dispositivo, verifica che la sincronizzazione sia completata (potresti vedere “Download completato” sul Garmin) e che il segmento sia ancora tra i tuoi preferiti.

Una volta fatto, quando ti avvicinerai al segmento durante un’attività, il tuo Garmin ti avviserà e potrai seguirlo in tempo reale.

Ora a tutta e Buona sfida!


Potrebbe essere utile consultare

Come creare dei segmenti per un dispositivo fitness Garmin e Come si creano i segmenti su Strava?

Come si creano i segmenti su Strava?

Creazione di Segmenti su Strava

Come si creano i segmenti su Strava? 7
Strava. Come creare un segmento

Cos’è un segmento su Strava?

Un segmento su Strava è una porzione di un percorso che puoi creare per monitorare e confrontare le tue performance con quelle di altri utenti. Può essere una salita, una discesa o qualsiasi altra sezione di un percorso che ti interessa.

Passaggi per creare i tuoi segmenti su Strava

  1. Accedi al tuo account Strava e vai alla sezione in alto Allenamento e poi clicca su Le mie attività
  2. Seleziona l’attività dove c’è la zona che vuoi identificare come SEGMENTO
  3. Nella colonna di sinistra clic sui tre puntini e seleziona dal Menù Crea  segmento.
  4. In alto alla mappa troverai una barra con dei cerchi, uno verde (partenza) e l’altro rosso (arrivo). Questi pulsanti ti serviranno per muoverti dentro la mappa
  5. Ora per trovare la zona che vuoi tracciare come segmento ti consigliamo, per una visione più chiara, di selezionare “mappa satellitare
  6. Ora muovendo i pulsanti verde e rosso potrai delimitare il segmento. Ricorda che per piccoli spostamenti conviene utilizzare i pulsanti indietro e avanti posti sotto i cerchi verde e rosso.
  7. Una volta definito il segmento clicca a sinistra su SUCCESSIVO. Compare un campo “Assegna un nome al segmento” dove dovrai inserire il nome del tuo segmento.
  8. Dai un nome al tuo segmento e aggiungi una descrizione opzionale.
  9. Salva il segmento e inizia a monitorare le tue performance!
  10. Ricorda che puoi rendere il segmento privato selezionando Rendi questo segmento privato

Esempio di Creazione di un Segmento

Supponiamo di voler creare un segmento per una salita impegnativa che fai spesso in bicicletta:

  1. Vai su Strava e accedi alla mappa.
  2. Seleziona il punto di partenza della salita e traccia il percorso fino alla cima.
  3. Nomina il segmento “Salita della Vittoria” e aggiungi una descrizione come “Salita impegnativa di 5 km con pendenza media del 7%”.
  4. Salva il segmento e confronta i tuoi tempi con quelli degli altri ciclisti.
     

Consigli Utili

  • Assicurati che il segmento sia ben definito e non troppo lungo per rendere il confronto delle performance più interessante.
  • Utilizza nomi descrittivi per i tuoi segmenti in modo che altri utenti possano capire facilmente di cosa si tratta.
  • Monitora regolarmente le tue performance sui segmenti per vedere i tuoi progressi nel tempo.

Vai su STRAVA

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ReArm Europe: l’UE vuole rafforzare la propria sicurezza

Un piano per il rilancio militareReArm Europe: l’UE vuole rafforzare la propria sicurezza 8

L’Unione Europea si trova a un crocevia cruciale: restare immobili di fronte alle crescenti minacce alla propria sicurezza non è più un’opzione percorribile.

Con una risoluzione non vincolante approvata mercoledì, con 419 voti favorevoli, 204 contrari e 46 astensioni, il Parlamento Europeo ha lanciato un appello urgente affinché l’UE adotti misure immediate per proteggere sé stessa. I deputati sottolineano la necessità di consolidare i legami con nazioni che condividono i valori fondamentali dell’Unione.

Un contributo al futuro della difesa europea

Il documento, che rappresenta il punto di vista del Parlamento in vista del “libro bianco” sulla difesa europea – atteso la prossima settimana dalla Commissione e dall’Alto Rappresentante – chiede iniziative concrete per introdurre “sforzi rivoluzionari” e strategie paragonabili a quelle adottate in tempi di conflitto.

“ReArm Europe”: un piano per il rilancio militare

I deputati appoggiano con convinzione il progetto “ReArm Europe” avanzato dalla Commissione, proponendo l’emissione di obbligazioni europee per finanziare investimenti militari di ampia portata. Inoltre, suggeriscono di utilizzare i fondi residui dei “coronabond” per potenziare questo piano.

Nel testo si invita anche la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) a svolgere un ruolo più incisivo nel settore della difesa, eliminando le limitazioni attuali al finanziamento di progetti militari e valutando l’emissione di debito mirato a tale scopo.

Un’UE più forte per la pace e la stabilità

Per garantire pace e sicurezza nel continente, l’UE deve non solo sostenere l’Ucraina, ma anche accrescere la propria resilienza, affermano i parlamentari. La risoluzione descrive l’attuale situazione come “la più grave minaccia militare all’integrità territoriale europea dalla fine della Guerra Fredda”. Si esortano gli Stati membri, insieme ai partner globali e agli alleati NATO, a rimuovere ogni restrizione sull’impiego delle armi occidentali fornite all’Ucraina contro obiettivi militari in Russia.

La Russia, con il supporto di Bielorussia, Cina, Corea del Nord e Iran, è indicata come “la principale minaccia, diretta e indiretta, per la sicurezza dell’UE”. I deputati esprimono preoccupazione per le recenti posizioni dell’amministrazione Trump, che alimentano dubbi sull’impegno degli Stati Uniti verso la NATO e la sicurezza europea. Nel testo si condanna inoltre con forza ogni intimidazione degli USA nei confronti della Groenlandia.

Superare la frammentazione nella difesa

Il Parlamento denuncia la natura ancora troppo limitata e frammentata degli sforzi difensivi europei, chiedendo un’accelerazione nei risultati attraverso investimenti in ambito militare, industriale, tecnologico e dell’intelligence.

Pronti a ogni scenario

La risoluzione evidenzia l’urgenza di decisioni rapide in caso di conflitti o crisi di sicurezza su larga scala. Pur riconoscendo il valore della cooperazione con la NATO, i deputati spingono per un pilastro europeo autonomo e operativo all’interno dell’Alleanza, capace di agire indipendentemente quando necessario.

L’UE dovrebbe puntare a una visione condivisa per l’industria della difesa, basata su una “preferenza europea” a lungo termine, senza compromettere la prontezza militare. Si propone anche di istituire un Consiglio dei ministri della difesa e di passare al voto a maggioranza qualificata per le decisioni in materia di sicurezza, salvo per le operazioni militari con mandato esecutivo.

Investimenti: la chiave per il successo

Il Parlamento conclude avvertendo che senza un incremento significativo delle risorse finanziarie, gli obiettivi di sicurezza dell’UE – dal sostegno all’Ucraina al rafforzamento della difesa comune – resteranno irraggiungibili.