A marzo 2025 l’inflazione accelera: +1.9%

A marzo 2025 l’inflazione accelera, salendo all’1,9% dall’1,6% di febbraio smentendo il 2% comunicato dalla scorsa stima Istat.

A marzo 2025 l’inflazione accelera: +1.9% 1
Grafico inflazione Italia gennaio 2020 – marzo 2025

Questa dinamica è influenzata principalmente dalle componenti più volatili dell’indice. In particolare, i prezzi dei Beni energetici registrano una forte impennata su base tendenziale (+2,6%, rispetto allo +0,6% del mese precedente), trainati soprattutto dalla componente non regolamentata (+0,7%, dopo il -1,9% di febbraio). 

Anche gli Alimentari non lavorati mostrano un’accelerazione, passando da +2,9% a +3,3%.

L’inflazione di fondo, invece, si mantiene stabile a +1,7%. Infine, i prezzi del “carrello della spesa” crescono a un ritmo leggermente più sostenuto, con un tasso tendenziale che a marzo raggiunge il +2,1%contro il +2,0% di febbraio.

La media annua dell’inflazione a marzo sale dall’1,5% di febbraio a all’1,7%. Consulta la serie storica dell’inflazione media in Italia

 

 

Export Abruzzese verso gli USA: Una storia di passione e numeri

Un viaggio oltreoceano

Quando penso all’Abruzzo, mi vengono in mente i profumi della pasta fresca, il rosso intenso del Montepulciano, le mani esperte che intrecciano fili di lana o levigano legno. Ma c’è di più: c’è un cuore pulsante di aziende che, con tenacia e un pizzico di orgoglio, portano questi tesori fino agli Stati Uniti. I numeri, certo, parlano chiaro, ma dietro ogni cifra c’è una storia di persone, di sogni che attraversano l’Atlantico.

I dati che raccontano

Nel 2023, l’export abruzzese verso gli USA ha toccato vette importanti. I distretti, come quello della pasta di Fara, hanno spedito oltreoceano 240 milioni di euro di bontà, mentre i vini – oh, quei vini! – hanno sfiorato i 219 milioni. E poi c’è l’abbigliamento, che nel 2024 ha fatto un balzo pazzesco, con un +108% nel primo trimestre. Mi immagino un sarto di Chieti che sorride, sapendo che una sua giacca ora scalda qualcuno a New York.

Non dimentichiamo il mobilio: 119 milioni di euro nel 2023, e un altro +108% nel 2024. È come se ogni tavolo o sedia raccontasse un pezzo di Abruzzo, un po’ rustico, un po’ elegante, proprio come la nostra terra.

Le province Abruzzesi

Analizzando le province, l’Aquila emerge con una percentuale significativa: il 67,2% delle sue esportazioni è destinato al mercato statunitense, principalmente nel settore farmaceutico. Pescara e Teramo mostrano rispettivamente quote del 19% e del 7,5%, con Pescara focalizzata su automotive e chimico-farmaceutico, mentre Teramo concentra le sue esportazioni nel comparto agroalimentare e moda. ​ Tuttavia, l’introduzione di dazi da parte degli Stati Uniti rappresenta una minaccia concreta per il 19% dell’export abruzzese. Settori come automotive, chimico-farmaceutico, agroalimentare, vini, pelletteria e moda potrebbero subire contrazioni significative. Le cooperative agroalimentari, ad esempio, temono perdite occupazionali a causa della possibile riduzione delle vendite di prodotti come vino, olio d’oliva, formaggi, pomodoro e pasta.

Le sfide e il futuro

Ma non è tutto rose e fiori. I dazi americani, che aleggiano come nuvole all’orizzonte, preoccupano. Confindustria, proprio oggi – 3 aprile 2025 – lo ha ricordato: con 10 miliardi di euro di export totale, gli USA sono il nostro primo amore commerciale, e perderlo farebbe male. Eppure, c’è speranza. L’Abruzzo ha la forza di chi sa adattarsi, di chi ha sempre trovato il modo di rialzarsi.

Questi numeri, questi prodotti, non sono solo statistiche. Sono il sudore di chi si sveglia all’alba, il coraggio di chi spedisce un pezzo di casa propria dall’altra parte del mondo. E noi, scrivendo questo, non possiamo fare a meno di sentirci un po’ orgoglioso di loro.

TEAM rivaluta.it

Inflazione marzo 2025 al 2%. Aumento netto rispetto al 1,6 di febbraio

Andamento dell’inflazione a Marzo 2025Carburanti e inflazione

 

Secondo le prime stime, a marzo 2025 l’inflazione si attesta al 2,0%, in aumento rispetto all’1,6% di febbraio. Un salita, preoccupante, partita dal valore più basso che si era registrato a settembre 2024 quando era 0,7%.

Questo incremento è principalmente dovuto all’andamento delle voci più volatili dell’indice. In particolare, i prezzi dei beni energetici (+3,2%, rispetto a +0,6% del mese precedente) sono in forte crescita, trainati dall’aumento dei prezzi dei beni non regolamentati (+1,3%, da -1,9%), così come quelli degli alimenti non trasformati (+3,3%, da +2,9%). D’altra parte, l’inflazione di base rimane invariata a +1,7%. Inoltre, i prezzi del carrello della spesa mostrano una leggera accelerazione, salendo al 2,1% (da +2,0% di febbraio).

Analisi Dettagliata

A marzo 2025, l’inflazione segna un incremento al +2,0% (da +1,6% a febbraio). Questo aumento è principalmente attribuibile ai prezzi dei beni, che vedono una crescita tendenziale accelerata da +1,1% a +1,7%, mentre i prezzi dei servizi rimangono sostanzialmente stabili (+2,4%, con un +0,5% rispetto a febbraio). Di conseguenza, il divario inflazionistico tra beni e servizi scende a +0,7 punti percentuali (dai +1,7 punti di febbraio).

Il maggiore aumento dei prezzi dei beni riflette principalmente l’impennata dei beni energetici, che passano da +0,6% a +3,2%, con un incremento di +0,9% rispetto a febbraio. I prezzi dei beni energetici non regolamentati salgono da -1,9% a +1,3% (+1,2% su febbraio). A determinare questo fenomeno è principalmente il forte aumento dei prezzi del gas di città e del gas naturale nel mercato libero (+7,5%, rispetto a -2,2%), nonché dell’energia nel mercato libero (+3,2%, da -6,0%). Tali aumenti non sono però completamente compensati dalla discesa dei prezzi della benzina (-3,9%, da -1,2%) e del gasolio per il riscaldamento (-6,5%, da -5,6%).

Per quanto riguarda le componenti energetiche regolamentate, la crescita rallenta da +31,4% a +27,3%, con una flessione dei prezzi del gas nel mercato tutelato da +28,1% a +15,2%.

I prezzi dei beni alimentari continuano ad aumentare, con una crescita tendenziale che sale da +2,2% a +2,5%, con un leggero aumento di +0,1% rispetto a febbraio. All’interno di questa categoria, gli alimenti non trasformati registrano un aumento maggiore (+3,3%, da +2,9%), mentre gli alimenti lavorati crescono con un ritmo più moderato (+2,0%, da +1,9%).

Per quanto riguarda i tabacchi, si registra un’accelerazione nella crescita dei prezzi, che passano dal +4,1% al +4,6%, a causa dell’incremento delle accise e dei prezzi delle sigarette (+5,6%) e dei sigari (+2,1%).

Nella categoria degli altri beni, i prezzi dei beni durevoli mostrano un rallentamento della discesa (-1,2%, da -1,5%), mentre quelli dei beni non durevoli continuano ad aumentare, seppure a un ritmo più lento (+1,1%, da +1,3%).

Nel settore dei servizi, i prezzi continuano a crescere con una variazione annua stabile al +2,4%. Tra i servizi, i più rilevanti aumenti si registrano nelle comunicazioni (+0,8%) e nei servizi ricreativi e culturali (+3,3%). Tuttavia, si osserva un rallentamento nei servizi legati ai trasporti, con una diminuzione dei prezzi del trasporto aereo (-6,6%) e del trasporto ferroviario (+0,7%).

In sintesi, i principali fattori che contribuiscono alla crescita dell’inflazione di marzo 2025 sono l’andamento dei prezzi dei beni energetici, alimentari e dei tabacchi, mentre i servizi mostrano una crescita più contenuta.


Approfondisci su L’inflazione in Italia 

Ernia del disco: cos’è e come si manifesta

Cos’è l’ernia del disco

L’ernia del disco è una condizione che riguarda i dischi intervertebrali, strutture che si trovano tra le vertebre della colonna vertebrale.

Questi dischi fungono da cuscinetti, ammortizzando i movimenti e garantendo flessibilità alla schiena. Un’ernia si verifica quando il nucleo polposo, la parte interna del disco, fuoriesce attraverso una rottura o un indebolimento dell’anello fibroso, la parte esterna più resistente.

Questa fuoriuscita può comprimere i nervi spinali o il midollo spinale, causando sintomi come dolore, formicolio o debolezza muscolare.

Tipologie di ernia

Non tutte le ernie sono uguali. Esistono diverse tipologie in base alla direzione e all’entità della fuoriuscita:

  • Protrusione discale: il nucleo polposo preme contro l’anello fibroso senza romperlo, deformandolo dall’interno.
  • Ernia espulsa: l’anello fibroso si rompe e il nucleo fuoriesce, spesso comprimendo i nervi o il midollo spinale.

La fuoriuscita può avvenire anche verso l’interno del canale spinale, causando pressione sul midollo o sulle radici nervose, ed è spesso definita come un’ernia mediana o posterolaterale.

Struttura del disco intervertebrale

Per capire meglio, ecco un’immagine che mostra un disco intervertebrale con un’ernia:

Un disco intervertebrale con ernia, che mostra il nucleo polposo e l'anello fibroso
Un disco intervertebrale con ernia, che mostra il nucleo polposo e l’anello fibroso

Sintomi principali

I sintomi dell’ernia del disco variano a seconda della sua posizione e gravità. I più comuni includono:

  • Dolore localizzato alla schiena o al collo.
  • Dolore irradiato, formicolio o intorpidimento lungo le braccia o le gambe (ad esempio, la sciatica se l’ernia è nella zona lombare).
  • Debolezza muscolare nei casi più gravi.

Cause e diagnosi

Le cause più comuni dell’ernia del disco includono l’usura legata all’età, movimenti scorretti, sollevamento di pesi in modo improprio o traumi. La diagnosi viene solitamente effettuata tramite esami come la risonanza magnetica (RM) o la TAC.

Un elenco di alcune cause possibili

  • Posture scorrette e scarsa attività fisica
  • Pratica di sport impegnativi 
  • Eccesso di peso
  • Attività professionale usurante
  • Sollevamento di carichi eseguiti portando il carico in avanti lontano dal corpo, con relativi scatti e torsioni
  • Traumi (caduta sulla schiena) e lesioni della colonna vertebrale
  • Infiammazione del disco
  • Predisposizione genetica, con relativa vulnerabilità di dischi intervertebrali, muscoli e legamenti

Approfondisci sul sito del Gruppo Ospedaliero Italiano

Trattamenti disponibili

Il trattamento può essere conservativo o chirurgico, a seconda della gravità:

  1. Terapie conservative: riposo, fisioterapia, farmaci antinfiammatori o analgesici. Ozonoterapia, laserterapia, tecarterapia, terapia a ultrasuoni e ionoforesi, riducono il dolore e stabilizzano la condizione
  2. Intervento chirurgico: necessario nei casi più gravi, come quando c’è una compressione significativa dei nervi o del midollo spinale.

Leggi Quale fisioterapia per l’ernia del disco su physiofitlatina.it

Dieci esercizi di ginnastica posturale per chi ha l’ernia al disco

  • Esercizio di ginnastica posturale per l’ernia da seduti
  • Esercizio di ginnastica posturale per l’ernia da seduti con piegamento
  • Esercizio per l’ernia da supini
  • Esercizio di ginnastica posturale per l’ernia con allungamento della schiena
  • Esercizio di allungamento per il fondo schiena
  • Esercizio di ginnastica posturale per l’ernia e nervo sciatico

Approfondisci sulla fonte originale dell’articolo 

Novità sui buoni Pasto 2025: Introduzione del limite del 5%

Novità sui buoni Pasto 2025: Introduzione del limite del 5% 2
Buoni Pasto 2025. Cosa cambia?

Nel 2025, una nuova normativa sul settore dei buoni pasto entrerà in vigore, portando con sé importanti modifiche. La principale novità riguarda il limite del 5% sulle commissioni che le aziende emettitrici possono addebitare agli esercenti. Questa misura, parte del disegno di legge sulla concorrenza, ha come obiettivo quello di abbattere i costi di gestione per i ristoratori e altre attività che accettano buoni pasto. La legge avrà effetto dal settembre 2025, ma i contratti già stipulati continueranno a essere validi fino ad agosto 2025.

2. Cos’è il Buono Pasto e a Chi è Destinato

Il buono pasto è un beneficio che le aziende forniscono ai loro dipendenti per sostenere le spese alimentari. Si presenta generalmente sotto forma di voucher, che possono essere elettronici o cartacei, e consente ai lavoratori di fare acquisti in ristoranti, supermercati e negozi convenzionati. I buoni pasto non sono vincolati solo al pranzo e possono essere utilizzati per acquisti di generi alimentari in qualsiasi momento della giornata. Questo strumento di welfare aziendale, oltre a migliorare la qualità della vita dei dipendenti, offre vantaggi fiscali sia per i lavoratori che per i datori di lavoro.

3. Gli Attori Coinvolti nel Sistema dei Buoni Pasto

Il mondo dei buoni pasto coinvolge diversi attori:

  • Società emettitrici: Si occupano di emettere e distribuire i buoni pasto, stabilendo contratti con esercenti e aziende.
  • Esercenti: Ristoranti, bar, supermercati e negozi di alimentari che accettano i buoni pasto come pagamento.
  • Imprese acquirenti: Aziende che acquistano i buoni pasto per distribuirli ai propri dipendenti.
  • Lavoratori: I beneficiari finali che utilizzano i buoni pasto per i propri pasti o acquisti alimentari.

4. Cosa Cambia con il Tetto del 5%?

A partire dal 2025, le commissioni che le società emettitrici possono applicare agli esercenti saranno limitate al 5% del valore del buono pasto. Questo cambiamento risponde alle richieste degli esercenti che da tempo lamentavano l’alto costo di queste commissioni. La misura, che è stata già applicata nel settore pubblico nel 2022, verrà estesa anche al settore privato, con tutte le nuove convenzioni che dovranno rispettare questo limite. Tuttavia, i contratti in essere continueranno fino alla fine di agosto 2025, e le società emettitrici potrebbero rinegoziare alcuni accordi per far fronte alle nuove regole.

5. Rischi e Impatti della Riforma

Questa riforma potrebbe avere diverse conseguenze per gli attori coinvolti:

5.1 Le Società Emittenti

Le società che emettono i buoni pasto potrebbero vedere ridotti i loro margini di guadagno a causa della riduzione delle commissioni. Ciò potrebbe comportare una revisione dei loro investimenti in tecnologie e servizi, nonché dei rapporti con gli esercenti convenzionati.

5.2 Le Imprese Acquirenti

Le aziende che acquistano i buoni pasto potrebbero essere costrette a rivedere i loro contratti con le società emettitrici. Questo potrebbe comportare variazioni nei costi e nei servizi offerti. Inoltre, alcune aziende potrebbero decidere di ridurre l’importo dei buoni concessi ai dipendenti per contenere le spese.

5.3 Gli Esercenti

Gli esercenti, i principali beneficiari della riduzione delle commissioni, potrebbero trarre vantaggio dalla misura. Con una riduzione dei costi, più attività potrebbero accettare i buoni pasto, ampliando le opzioni per i lavoratori. Tuttavia, potrebbero sorgere problemi se le società emettitrici, per far fronte alla diminuzione dei margini, riducessero la qualità dei servizi offerti.

5.4 I Lavoratori

I lavoratori, sebbene non direttamente coinvolti nelle modifiche normative, potrebbero risentire degli effetti della riforma. Se le aziende riducessero il valore dei buoni pasto o se le società emettitrici diminuissero la qualità del servizio, i benefici per i lavoratori potrebbero risultare inferiori, incidendo sulla loro esperienza d’uso.

In definitiva

Il tetto del 5% sulle commissioni dei buoni pasto rappresenta una significativa evoluzione del settore. Gli esercenti potrebbero beneficiare di minori costi, ma le società emettitrici dovranno adattare i loro modelli per rimanere competitive. Le imprese dovranno anche affrontare il possibile aumento dei costi per mantenere inalterato il valore del beneficio per i dipendenti. Sarà fondamentale monitorare gli sviluppi nei prossimi anni per capire come questa riforma influenzerà tutti gli attori coinvolti e la sostenibilità del sistema dei buoni pasto.

 

Come inviare un segmento Strava sul Garmin?

Per inviare un segmento Strava a un dispositivo fitness Garmin, devi collegare i tuoi account Strava e Garmin Connect e poi sincronizzare i segmenti preferiti. Ecco i passaggi dettagliati:

Come inviare un segmento Strava sul Garmin? 3
Segmento Strava su Garmin

1. Collega gli account Strava e Garmin Connect

  • Vai su Strava (sul sito web o sull’app).
  • Accedi alle impostazioni: sul sito web clicca sulla tua foto del profilo in alto a destra e seleziona “Impostazioni“; sull’app, vai su “Tu” > “Impostazioni” (icona a forma di ingranaggio).
  • Cerca la sezione “Applicazioni, servizi e dispositivi” (o “Collega altri servizi” su Android).
  • Seleziona “Connetti un dispositivo a Strava” > “Garmin” > “Connetti a Garmin”.
  • Accedi con le tue credenziali Garmin Connect e autorizza la connessione. Assicurati che l’opzione per sincronizzare le attività sia attiva.

2. Segna il segmento come preferito su Strava

  • Trova il segmento che vuoi inviare: puoi cercarlo su Strava tramite “Esplora” > “Segmenti” o trovarlo in una tua attività.
  • Clicca sul segmento e seleziona l’icona della stella per aggiungerlo ai tuoi “Segmenti preferiti”.
  • Nota: Solo i segmenti contrassegnati con la stella verranno sincronizzati con il tuo Garmin.

3. Sincronizza il dispositivo Garmin

  • Apri l’app Garmin Connect sul tuo telefono o usa Garmin Express sul computer.
  • Assicurati che il tuo dispositivo Garmin sia collegato (via Bluetooth o cavo USB, a seconda del modello).
  • I segmenti preferiti si sincronizzano automaticamente con il dispositivo alla successiva connessione. Sul dispositivo, li troverai sotto “Allenamenti” > “Segmenti” (il percorso esatto può variare in base al modello).

4. Verifica la compatibilità e usa i Live Segments (opzionale)

  • Non tutti i dispositivi Garmin supportano i segmenti Strava o la funzione Live Segments (che mostra le prestazioni in tempo reale). Modelli come Edge 530, 830, 1030, Forerunner 945 e Fenix 6/7 sono compatibili, ma controlla sul sito Garmin se il tuo dispositivo è incluso.
  • Per i Live Segments, potrebbe essere necessario un abbonamento Strava Premium.

5. Note aggiuntive

  • Puoi sincronizzare fino a 100 segmenti (inclusi quelli popolari della tua zona, se attivati).
  • I segmenti in discesa non vengono sincronizzati per motivi di sicurezza.
  • Se non vedi il segmento sul dispositivo, verifica che la sincronizzazione sia completata (potresti vedere “Download completato” sul Garmin) e che il segmento sia ancora tra i tuoi preferiti.

Una volta fatto, quando ti avvicinerai al segmento durante un’attività, il tuo Garmin ti avviserà e potrai seguirlo in tempo reale.

Ora a tutta e Buona sfida!


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Come creare dei segmenti per un dispositivo fitness Garmin e Come si creano i segmenti su Strava?

Come si creano i segmenti su Strava?

Creazione di Segmenti su Strava

Come si creano i segmenti su Strava? 4
Strava. Come creare un segmento

Cos’è un segmento su Strava?

Un segmento su Strava è una porzione di un percorso che puoi creare per monitorare e confrontare le tue performance con quelle di altri utenti. Può essere una salita, una discesa o qualsiasi altra sezione di un percorso che ti interessa.

Passaggi per creare i tuoi segmenti su Strava

  1. Accedi al tuo account Strava e vai alla sezione in alto Allenamento e poi clicca su Le mie attività
  2. Seleziona l’attività dove c’è la zona che vuoi identificare come SEGMENTO
  3. Nella colonna di sinistra clic sui tre puntini e seleziona dal Menù Crea  segmento.
  4. In alto alla mappa troverai una barra con dei cerchi, uno verde (partenza) e l’altro rosso (arrivo). Questi pulsanti ti serviranno per muoverti dentro la mappa
  5. Ora per trovare la zona che vuoi tracciare come segmento ti consigliamo, per una visione più chiara, di selezionare “mappa satellitare
  6. Ora muovendo i pulsanti verde e rosso potrai delimitare il segmento. Ricorda che per piccoli spostamenti conviene utilizzare i pulsanti indietro e avanti posti sotto i cerchi verde e rosso.
  7. Una volta definito il segmento clicca a sinistra su SUCCESSIVO. Compare un campo “Assegna un nome al segmento” dove dovrai inserire il nome del tuo segmento.
  8. Dai un nome al tuo segmento e aggiungi una descrizione opzionale.
  9. Salva il segmento e inizia a monitorare le tue performance!
  10. Ricorda che puoi rendere il segmento privato selezionando Rendi questo segmento privato

Esempio di Creazione di un Segmento

Supponiamo di voler creare un segmento per una salita impegnativa che fai spesso in bicicletta:

  1. Vai su Strava e accedi alla mappa.
  2. Seleziona il punto di partenza della salita e traccia il percorso fino alla cima.
  3. Nomina il segmento “Salita della Vittoria” e aggiungi una descrizione come “Salita impegnativa di 5 km con pendenza media del 7%”.
  4. Salva il segmento e confronta i tuoi tempi con quelli degli altri ciclisti.
     

Consigli Utili

  • Assicurati che il segmento sia ben definito e non troppo lungo per rendere il confronto delle performance più interessante.
  • Utilizza nomi descrittivi per i tuoi segmenti in modo che altri utenti possano capire facilmente di cosa si tratta.
  • Monitora regolarmente le tue performance sui segmenti per vedere i tuoi progressi nel tempo.

Vai su STRAVA

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ReArm Europe: l’UE vuole rafforzare la propria sicurezza

Un piano per il rilancio militareReArm Europe: l’UE vuole rafforzare la propria sicurezza 5

L’Unione Europea si trova a un crocevia cruciale: restare immobili di fronte alle crescenti minacce alla propria sicurezza non è più un’opzione percorribile.

Con una risoluzione non vincolante approvata mercoledì, con 419 voti favorevoli, 204 contrari e 46 astensioni, il Parlamento Europeo ha lanciato un appello urgente affinché l’UE adotti misure immediate per proteggere sé stessa. I deputati sottolineano la necessità di consolidare i legami con nazioni che condividono i valori fondamentali dell’Unione.

Un contributo al futuro della difesa europea

Il documento, che rappresenta il punto di vista del Parlamento in vista del “libro bianco” sulla difesa europea – atteso la prossima settimana dalla Commissione e dall’Alto Rappresentante – chiede iniziative concrete per introdurre “sforzi rivoluzionari” e strategie paragonabili a quelle adottate in tempi di conflitto.

“ReArm Europe”: un piano per il rilancio militare

I deputati appoggiano con convinzione il progetto “ReArm Europe” avanzato dalla Commissione, proponendo l’emissione di obbligazioni europee per finanziare investimenti militari di ampia portata. Inoltre, suggeriscono di utilizzare i fondi residui dei “coronabond” per potenziare questo piano.

Nel testo si invita anche la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) a svolgere un ruolo più incisivo nel settore della difesa, eliminando le limitazioni attuali al finanziamento di progetti militari e valutando l’emissione di debito mirato a tale scopo.

Un’UE più forte per la pace e la stabilità

Per garantire pace e sicurezza nel continente, l’UE deve non solo sostenere l’Ucraina, ma anche accrescere la propria resilienza, affermano i parlamentari. La risoluzione descrive l’attuale situazione come “la più grave minaccia militare all’integrità territoriale europea dalla fine della Guerra Fredda”. Si esortano gli Stati membri, insieme ai partner globali e agli alleati NATO, a rimuovere ogni restrizione sull’impiego delle armi occidentali fornite all’Ucraina contro obiettivi militari in Russia.

La Russia, con il supporto di Bielorussia, Cina, Corea del Nord e Iran, è indicata come “la principale minaccia, diretta e indiretta, per la sicurezza dell’UE”. I deputati esprimono preoccupazione per le recenti posizioni dell’amministrazione Trump, che alimentano dubbi sull’impegno degli Stati Uniti verso la NATO e la sicurezza europea. Nel testo si condanna inoltre con forza ogni intimidazione degli USA nei confronti della Groenlandia.

Superare la frammentazione nella difesa

Il Parlamento denuncia la natura ancora troppo limitata e frammentata degli sforzi difensivi europei, chiedendo un’accelerazione nei risultati attraverso investimenti in ambito militare, industriale, tecnologico e dell’intelligence.

Pronti a ogni scenario

La risoluzione evidenzia l’urgenza di decisioni rapide in caso di conflitti o crisi di sicurezza su larga scala. Pur riconoscendo il valore della cooperazione con la NATO, i deputati spingono per un pilastro europeo autonomo e operativo all’interno dell’Alleanza, capace di agire indipendentemente quando necessario.

L’UE dovrebbe puntare a una visione condivisa per l’industria della difesa, basata su una “preferenza europea” a lungo termine, senza compromettere la prontezza militare. Si propone anche di istituire un Consiglio dei ministri della difesa e di passare al voto a maggioranza qualificata per le decisioni in materia di sicurezza, salvo per le operazioni militari con mandato esecutivo.

Investimenti: la chiave per il successo

Il Parlamento conclude avvertendo che senza un incremento significativo delle risorse finanziarie, gli obiettivi di sicurezza dell’UE – dal sostegno all’Ucraina al rafforzamento della difesa comune – resteranno irraggiungibili.

Inflazione US Febbraio 2025 in discesa al 2,8%

Dati dell’U.S. Bureau of Labor Statistics sull’inflazione a febbraio 2025

A febbraio l’indice dei prezzi per i consumatori urbani (CPI-U) è salito dello 0,2%, dopo un +0,5% a gennaio. Nell’ultimo anno? +2,8%.

Cosa è cambiato?

Casa: i costi degli alloggi sono cresciuti dello 0,3%, spingendo quasi metà dell’aumento mensile.

Trasporti: biglietti aerei giù del 4% e benzina -1%, ma l’energia complessiva è comunque su dello 0,2% grazie a elettricità e gas naturale.

Cibo: +0,2%, con i ristoranti a +0,4%, mentre a casa i prezzi sono stabili.

Altro: aumenti per cure mediche, auto usate, mobili, tempo libero, vestiti e cura personale. Nuove auto e voli invece in calo.

In un anno cosa è cambiato negli US?

Inflazione annua: +2,8% (era 3% a gennaio scorso).

Senza cibo ed energia: +3,1%.

Energia: -0,2%.

Cibo: +2,6%.

Leggi la serie storica dell’inflazione media negli US

8 Marzo La Giornata Internazionale della Donna

La Giornata Internazionale della Donna, celebrata l’8 marzo di ogni anno, è una ricorrenza dedicata alla lotta per i diritti delle donne, alla loro emancipazione e al riconoscimento delle loro conquiste sociali, economiche, culturali e politiche.

l’8 marzo non è semplicemente una “festa” nel senso tradizionale

8 Marzo La Giornata Internazionale della Donna 6
Festa della Donna 8 marzo

Non è semplicemente una “festa” nel senso tradizionale, ma un momento per riflettere sulle battaglie passate e presenti contro le disuguaglianze di genere, la discriminazione e la violenza, oltre che per celebrare i progressi ottenuti.

Origini storiche dell’8 marzo

La data dell’8 marzo è legata a diversi eventi storici, anche se la sua origine è spesso avvolta da miti e interpretazioni. Una delle versioni più diffuse (ma non del tutto accurata) racconta di un incendio in una fabbrica di New York l’8 marzo 1908, in cui morirono molte operaie. In realtà, l’incendio più noto, quello della Triangle Shirtwaist Factory, avvenne il 25 marzo 1911.

Tuttavia, l’8 marzo è stato scelto ufficialmente nel tempo come simbolo della lotta delle donne, soprattutto grazie alle proteste delle operaie russe nel 1917 a San Pietroburgo, durante la Rivoluzione di febbraio (che corrisponde all’8 marzo nel calendario gregoriano), per chiedere pane e pace.

Quando nasce la giornata della Donna?

La giornata fu istituzionalizzata dalle Nazioni Unite nel 1977, ma le sue radici risalgono alle prime conferenze socialiste e femministe dei primi del Novecento, come quella del 1910 a Copenaghen, dove Clara Zetkin propose una giornata dedicata alle donne.

Significato oggi

Oggi l’8 marzo ha significati diversi a seconda dei contesti.

Riflessione e impegno: è un’occasione per sensibilizzare su temi come la parità salariale, la violenza di genere, l’accesso all’istruzione e la rappresentanza politica.

Celebrazione: Si riconoscono i contributi delle donne in ogni ambito della vita.

Simbolismo: In Italia, ad esempio, è tradizione regalare mimose, simbolo di forza e resilienza, scelte negli anni ’40 dalle femministe italiane per la loro semplicità e il periodo di fioritura.

La BCE ha deciso: giù dello 0,25%

Dal 12 marzo 2025 tassi -0,25%

Oggi 6 marzo 2025 il Consiglio direttivo ha deciso oggi di abbassare i tre tassi di interesse chiave della BCE di 25 punti base.

La BCE ha deciso: giù dello 0,25% 7
Andamento ultimi 2 anni Tassi BCE

In particolare, la decisione di abbassare il tasso di deposito, il tasso attraverso il quale il Consiglio direttivo orienta la posizione di politica monetaria, si basa sulla sua valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, delle dinamiche dell’inflazione di fondo e della forza della trasmissione della politica monetaria.

Il processo di disinflazione è sulla buona strada. L’inflazione ha continuato a svilupparsi ampiamente come previsto dal personale e le ultime proiezioni sono strettamente allineate con le precedenti prospettive di inflazione. Il personale ora prevede un’inflazione headline in media del 2,3% nel 2025, dell’1,9% nel 2026 e del 2,0% nel 2027. La revisione al rialzo dell’inflazione headline per il 2025 riflette una dinamica più forte dei prezzi dell’energia. Per l’inflazione escludendo energia e cibo, il personale prevede una media del 2,2% nel 2025, del 2,0% nel 2026 e dell’1,9% nel 2027.

La maggior parte delle misure dell’inflazione di fondo suggerisce che l’inflazione si stabilizzerà intorno all’obiettivo di medio termine del 2% del Consiglio direttivo su base sostenuta.

L’inflazione interna rimane elevata, soprattutto perché salari e prezzi in alcuni settori si stanno ancora adeguando alla passata impennata dell’inflazione con un ritardo sostanziale. Ma la crescita salariale si sta moderando come previsto e i profitti stanno parzialmente tamponando l’impatto sull’inflazione.

La politica monetaria sta diventando significativamente meno restrittiva, poiché i tagli dei tassi di interesse stanno rendendo i nuovi prestiti meno costosi per le aziende e le famiglie e la crescita dei prestiti sta riprendendo. Allo stesso tempo, un ostacolo all’allentamento delle condizioni di finanziamento deriva dai passati aumenti dei tassi di interesse che si trasmettono ancora allo stock di credito e i prestiti rimangono complessivamente moderati. L’economia deve affrontare sfide continue e il personale ha nuovamente rivisto al ribasso le proprie proiezioni di crescita, allo 0,9% per il 2025, all’1,2% per il 2026 e all’1,3% per il 2027. Le revisioni al ribasso per il 2025 e il 2026 riflettono minori esportazioni e una debolezza continua negli investimenti, in parte derivanti dall’elevata incertezza della politica commerciale e da una più ampia incertezza politica. L’aumento dei redditi reali e gli effetti gradualmente svaniti dei passati aumenti dei tassi rimangono i principali fattori trainanti alla base della prevista ripresa della domanda nel tempo.

Il Consiglio direttivo è determinato a garantire che l’inflazione si stabilizzi in modo sostenibile al suo obiettivo di medio termine del 2%. Soprattutto nelle attuali condizioni di crescente incertezza, seguirà un approccio dipendente dai dati e riunione per riunione per determinare l’orientamento appropriato della politica monetaria. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, delle dinamiche dell’inflazione sottostante e della forza della trasmissione della politica monetaria. Il Consiglio direttivo non si sta impegnando in anticipo su un particolare percorso di tasso.

Principali tassi di interesse della BCE

Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di abbassare i tre principali tassi di interesse della BCE di 25 punti base.

Di conseguenza, i tassi di interesse sulla deposit facility, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulla margin lending facility saranno ridotti rispettivamente al 2,50%, al 2,65% e al 2,90%, con effetto dal 12 marzo 2025.

Programma di acquisto di attività (APP) e programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP)

I portafogli APP e PEPP stanno diminuendo a un ritmo misurato e prevedibile, poiché l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza.

Il Consiglio direttivo è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti nell’ambito del suo mandato per garantire che l’inflazione si stabilizzi in modo sostenibile al suo obiettivo del 2% nel medio termine e per preservare il regolare funzionamento della trasmissione della politica monetaria. Inoltre, il Transmission Protection Instrument è disponibile per contrastare dinamiche di mercato ingiustificate e disordinate che rappresentano una seria minaccia alla trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dell’area dell’euro, consentendo così al Consiglio direttivo di assolvere in modo più efficace al suo mandato di stabilità dei prezzi.

Inflazione Area Euro a Febbraio a +2,4%

Secondo una stima preliminare di Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea, l’inflazione annuale nell’area euro per febbraio 2025 dovrebbe attestarsi al 2,4%, in calo rispetto al 2,5% di gennaio scorso.

Tra le principali componenti dell’inflazione, i servizi dovrebbero registrare il tasso annuo più elevato (3,6%, contro il 3,9% di gennaio), seguiti da alimentari, alcol e tabacco (2,8%, rispetto al 2,3% di gennaio), beni industriali non energetici (0,7%, rispetto allo 0,5% di gennaio) ed energia (0,1%, contro l’1,9% di gennaio).

Questo dato fa ben sperare in previsione della riunione BCE per una ulteriore discesa dei tassi di interesse in Area Euro

Leggi i dati sull’inflazione in Area euro

Un articolo molto interessante su il Fatto Quotidiano

 

Inflazione Italia a febbraio 2025 su all’1,7%

Inflazione in Italia: a febbraio 2025 prezzi in lieve aumento, trainati dall’energia e dagli alimentari

L’inflazione in Italia continua il suo percorso altalenante: secondo le stime preliminari di febbraio 2025, l’indice nazionale dei prezzi al consumo (NIC), che misura l’andamento dei costi per le famiglie italiane (esclusi i tabacchi), segna un incremento dello 0,2% rispetto a gennaio e dell’1,7% rispetto a febbraio 2024. Si tratta di un leggero balzo rispetto al +1,5% registrato a gennaio, spinto soprattutto da alcuni settori chiave.

Energia e alimentari: i motori della crescita

A fare da traino sono soprattutto i beni energetici regolamentati (come gas e luce), i cui prezzi sono schizzati dal +27,5% di gennaio al +31,5% di febbraio su base annua. Anche i beni energetici non regolamentati (come i carburanti) mostrano un rallentamento meno marcato della loro discesa, passando da -3,0% a -1,9%. Nel frattempo, il carrello della spesa si fa più caro: i beni alimentari non lavorati (come frutta e verdura) accelerano dal +2,2% al +2,9%, mentre quelli lavorati (pane, pasta, conserve) salgono dal +1,7% al +2,2%.

Servizi in frenata

Non tutto, però, corre allo stesso ritmo. I prezzi dei servizi mostrano una tendenza opposta: i servizi di trasporto rallentano dal +2,5% al +1,9%, quelli ricreativi, culturali e per la cura della persona scendono dal +3,3% al +3,0%, e i servizi di comunicazione registrano un timidissimo +0,5% rispetto al +1,1% di gennaio. Questo mix di accelerazioni e decelerazioni tiene l’inflazione di fondo (che esclude energia e alimentari freschi) stabile a +1,8%, un dato invariato rispetto al mese scorso.

Beni vs servizi: il divario si assottiglia

Interessante notare come i prezzi dei beni (dal cibo agli oggetti di uso quotidiano) stiano crescendo più velocemente, passando da +0,7% a +1,2% su base annua, mentre i servizi perdono slancio (da +2,6% a +2,4%). Questo accorcia il “divario inflazionistico” tra i due comparti, che ora si attesta a +1,2 punti percentuali, contro i +1,9 di gennaio.

Spesa quotidiana: rincari moderati ma costanti

Chi fa la spesa ogni giorno lo avrà notato: i prezzi di alimentari, prodotti per la casa e la cura della persona sono saliti dal +1,7% al +2,2%. Stabili invece i prodotti ad alta frequenza d’acquisto (come benzina o generi di prima necessità), fermi al +2,0%. A livello mensile, l’aumento dello 0,2% dell’indice generale è stato spinto soprattutto da energia regolamentata (+0,9%), non regolamentata (+0,7%), beni non durevoli (+0,4%) e tabacchi (+2,5%, anche per effetto delle accise). Unica nota in controtendenza: i servizi di trasporto, in calo dello 0,2%.

Prospettive per il 2025

L’inflazione acquisita per il 2025 – ovvero quella già “conquistata” nei primi due mesi – si attesta al +1,2% per l’indice generale e al +0,7% per la componente di fondo. Intanto, l’indice armonizzato IPCA, usato per i confronti europei, cresce dello 0,1% su base mensile e dell’1,7% annuo, in linea con gennaio.

Un quadro in evoluzione

Febbraio 2025 dipinge un’Italia in cui i costi dell’energia e del cibo continuano a pesare sui bilanci familiari, mentre i servizi offrono un po’ di respiro. Resta da vedere come questi trend influenzeranno i prossimi mesi, tra rincari annunciati e possibili interventi per calmierare i prezzi. Una cosa è certa: tenere d’occhio il portafoglio rimane una priorità.

 

Inflazione Area euro a gennaio 2025: +2,5%

Inflazione Area euro: livello più alto da luglio 2024

Inflazione Area euro a gennaio 2025: +2,5% 8
Inflazione Area Euro gennaio 2022 – gennaio 2025

L’inflazione nell’area dell’euro ha registrato un incremento al 2,5% nel mese di gennaio 2025, rappresentando il livello più alto da luglio 2024.

Questo aumento è stato trainato principalmente dalla forte accelerazione dei costi energetici, che sono saliti all’1,9% rispetto allo 0,1% di dicembre.

Nel contempo, l’inflazione per i beni industriali non energetici è rimasta stabile allo 0,5%, mentre i prezzi dei servizi hanno mostrato un rallentamento, attestandosi al 3,9% rispetto al 4,0% del mese precedente. Anche il settore alimentare, comprensivo di alcol e tabacco, ha evidenziato un calo del tasso d’incremento dei prezzi, passando dal 2,6% al 2,3%.

L’inflazione di fondo, che esclude i prezzi volatili di cibo ed energia, è rimasta invariata al 2,7% per il quinto mese consecutivo, segnando così il livello più basso dall’inizio del 2022. Questo dato suggerisce una possibile stabilizzazione delle dinamiche inflazionistiche, nonostante le pressioni ancora presenti su alcuni settori dell’economia.

Su base mensile, i prezzi al consumo hanno registrato una contrazione dello 0,3% a gennaio, dopo l’incremento dello 0,4% di dicembre. Questo calo potrebbe essere indicativo di un raffreddamento temporaneo della domanda o di una stabilizzazione delle dinamiche inflazionistiche, in attesa di ulteriori sviluppi nel contesto macroeconomico.

Il trend dell’inflazione nell’area euro continua a essere monitorato con attenzione dalla BCE, che potrebbe  adottare misure adeguate per garantire la stabilità dei prezzi e sostenere la crescita economica nei mesi a venire.

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Separazione delle carriere dei magistrati. Cosa significa?

Dibattito sulla separazione delle carriere dei magistrati nella politica italiana

Il dibattito sulla separazione delle carriere dei magistrati è un tema ricorrente nella politica e nel diritto italiani, con implicazioni profonde sul sistema giudiziario e sulla divisione dei poteri.

Cosa significa separazione delle carriere dei magistrati?

Il sistema attuale: Magistratura unica

In Italia, i magistrati sono tutti appartenenti a un’unica carriera. Questo significa che un magistrato, dopo essere entrato in magistratura tramite concorso pubblico, può scegliere di diventare giudice (magistrato giudicante) o pubblico ministero (magistrato requirente), e può anche passare da un ruolo all’altro nel corso della carriera, sebbene con alcune limitazioni.

  • Il giudice ha il compito di decidere in modo imparziale su cause civili e penali.
  • Il pubblico ministero (PM) è il rappresentante dello Stato che conduce le indagini e sostiene l’accusa nei processi penali.

Entrambi sono magistrati, hanno lo stesso status giuridico, le stesse tutele e lo stesso organo di autogoverno: il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM).

Cosa significa separazione delle carriere dei magistrati?

La riforma che propone la separazione delle carriere prevede che i giudici e i pubblici ministeri seguano percorsi distinti fin dall’inizio della loro carriera, senza possibilità di passaggio tra i due ruoli. Il pubblico ministero avrebbe una carriera autonoma e separata da quella dei giudici, con un proprio organo di autogoverno.

L’idea è ispirata al modello anglosassone (ad esempio negli Stati Uniti), dove l’accusa è rappresentata da un procuratore (district attorney) che fa parte dell’esecutivo, mentre il giudice è un arbitro imparziale.

Le ragioni a favore

Chi sostiene la separazione delle carriere, tra cui molte forze politiche di centrodestra e parte della dottrina giuridica, argomenta che:

  • Garantirebbe maggiore imparzialità del giudice, che non avrebbe più legami culturali e formativi con i PM.
    • Oggi, un magistrato può iniziare la carriera come pubblico ministero (PM) e poi passare a fare il giudice, portando con sé una mentalità formata nella funzione accusatoria. Questo potrebbe influenzare il suo approccio nel giudicare, rendendolo più incline a credere all’impianto accusatorio piuttosto che alla difesa. Per esempio un giudice che ha trascorso diversi anni come PM potrebbe, anche inconsciamente, avere una maggiore predisposizione a considerare credibili le tesi dell’accusa, poiché abituato a costruire procedimenti basati su indizi e testimonianze. Separare le carriere eliminerebbe questo possibile condizionamento.
  • Eviterebbe un’eccessiva contiguità tra PM e giudici, che attualmente sono colleghi e provengono dalla stessa formazione.
    • Nel caso Enzo Tortora, il noto conduttore televisivo fu accusato ingiustamente di associazione camorristica. Durante il processo, molti osservatori notarono un atteggiamento di vicinanza tra giudice e PM, con scambi di battute informali che sembravano mostrare una connessione culturale tra le due figure. La separazione delle carriere ridurrebbe il rischio di questa familiarità.
  • Renderebbe più chiaro il ruolo del pubblico ministero, che, pur essendo un magistrato, nella pratica appare sempre più simile a un avvocato dell’accusa.
    • Nei sistemi giuridici anglosassoni, il pubblico ministero è chiaramente distinto dal giudice ed è un vero e proprio avvocato dell’accusa. In Italia, invece, il PM è formalmente un magistrato indipendente, ma nella pratica agisce sempre più come un avvocato dell’accusa, con l’aggravante che gode delle stesse tutele dei giudici.
  • Porterebbe a una maggiore terzietà del giudice, come avviene nei sistemi accusatori.
    • Nel sistema attuale, il giudice e il PM provengono dallo stesso concorso e dalla stessa formazione, il che potrebbe rendere il giudice meno terzo rispetto alle parti in causa. Nei sistemi accusatori, come quello statunitense, il giudice è invece completamente separato da accusa e difesa e ha il compito di garantire un processo equo.  Per esempio nel processo Andreotti, il PM sostenne per anni l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa contro l’ex Presidente del Consiglio Giulio Andreotti. Alla fine, la Cassazione stabilì che i reati erano prescritti, ma molti critici sottolinearono che il processo durò anni anche a causa della forte convinzione dell’accusa. Con una separazione più netta delle carriere, il giudice avrebbe potuto mantenere una posizione più distante dall’impostazione del PM sin dall’inizio.

Le ragioni contro

I detrattori della separazione, tra cui molti magistrati e forze politiche di centrosinistra, obiettano che:

  • Rischierebbe di creare un PM più vicino all’esecutivo, minando l’indipendenza della magistratura e aumentando il rischio di pressioni politiche sulle indagini.
    • Immaginiamo che un governo in carica voglia colpire un avversario politico con un’indagine. Se il PM fosse più vicino all’esecutivo, potrebbe subire pressioni per accelerare l’inchiesta o dare maggiore enfasi a determinate accuse, anche in assenza di elementi solidi. Attualmente, invece, il PM è un magistrato indipendente, che risponde solo alla legge e non al governo.
  • Potrebbe ridurre le garanzie per i cittadini, perché il PM, separato dal corpo della magistratura, potrebbe trasformarsi in un organo più aggressivo e meno equilibrato.
    • Un cittadino viene accusato ingiustamente di un reato. Se il PM ha una cultura più orientata alla condanna, potrebbe portare avanti l’accusa con più insistenza, anche in assenza di prove solide, rendendo più difficile la difesa dell’imputato. Questo scenario si è verificato in alcuni sistemi separati, come negli USA, dove i PM hanno un elevato tasso di condanne e spesso ricorrono a strategie di plea bargaining (patteggiamento), spingendo gli imputati a dichiararsi colpevoli anche quando potrebbero essere innocenti.
  • L’attuale sistema garantisce già l’indipendenza dei giudici, che sono vincolati solo alla legge.
    • Nell’ordinamento italiano, i giudici non dipendono dal governo e non hanno alcun rapporto gerarchico con il pubblico ministero. L’unità della carriera non ha mai impedito ai giudici di prendere decisioni indipendenti e imparziali, come dimostrano molte sentenze contrarie agli interessi dello Stato o di potenti gruppi politici.
  • Non esiste un reale problema di imparzialità, dato che il giudice decide sulla base delle prove e non sulla base di una vicinanza con il PM.
    • I giudici decidono sulla base delle prove e delle norme giuridiche, non sulla base di un legame con il pubblico ministero. Il fatto che giudici e PM appartengano allo stesso corpo non significa che siano “alleati”. Le loro funzioni e responsabilità sono già chiaramente distinte.

Il nesso con la riforma della Giustizia

Il tema della separazione delle carriere si inserisce nella più ampia discussione sulla riforma della giustizia in Italia. Alcuni temono che la separazione sia un passo verso una magistratura meno indipendente, mentre altri la vedono come una riforma necessaria per garantire processi più equi.

L’eventuale riforma richiederebbe una modifica costituzionale, perché l’attuale assetto della magistratura è stabilito dagli articoli 101-110 della Costituzione.

Situazione attuale

Attualmente, il governo e alcune forze politiche stanno spingendo per una riforma che includa la separazione delle carriere, ma non c’è ancora un consenso politico definitivo. Probabilmente, se la riforma dovesse andare avanti, si arriverebbe a un referendum costituzionale.

Verso una riforma possibile?

La questione è delicata: da un lato c’è la necessità di garantire maggiore terzietà e imparzialità nei processi, dall’altro c’è il timore che il pubblico ministero diventi troppo vicino all’esecutivo. La soluzione dipenderà dal compromesso politico che si riuscirà a trovare nei prossimi mesi.

Per approfondire

Su Famiglia Cristiana Separazione delle carriere, che cos’è, a chi conviene, perché se ne parla

Su referendumgiustiziagiusta.it Separazione delle carriere dei magistrati sulla base della distinzione tra funzioni giudicanti e requirenti