Inflazione US Febbraio 2025 in discesa al 2,8%

Dati dell’U.S. Bureau of Labor Statistics sull’inflazione a febbraio 2025

A febbraio l’indice dei prezzi per i consumatori urbani (CPI-U) è salito dello 0,2%, dopo un +0,5% a gennaio. Nell’ultimo anno? +2,8%.

Cosa è cambiato?

Casa: i costi degli alloggi sono cresciuti dello 0,3%, spingendo quasi metà dell’aumento mensile.

Trasporti: biglietti aerei giù del 4% e benzina -1%, ma l’energia complessiva è comunque su dello 0,2% grazie a elettricità e gas naturale.

Cibo: +0,2%, con i ristoranti a +0,4%, mentre a casa i prezzi sono stabili.

Altro: aumenti per cure mediche, auto usate, mobili, tempo libero, vestiti e cura personale. Nuove auto e voli invece in calo.

In un anno cosa è cambiato negli US?

Inflazione annua: +2,8% (era 3% a gennaio scorso).

Senza cibo ed energia: +3,1%.

Energia: -0,2%.

Cibo: +2,6%.

Leggi la serie storica dell’inflazione media negli US

8 Marzo La Giornata Internazionale della Donna

La Giornata Internazionale della Donna, celebrata l’8 marzo di ogni anno, è una ricorrenza dedicata alla lotta per i diritti delle donne, alla loro emancipazione e al riconoscimento delle loro conquiste sociali, economiche, culturali e politiche.

l’8 marzo non è semplicemente una “festa” nel senso tradizionale

8 Marzo La Giornata Internazionale della Donna 1
Festa della Donna 8 marzo

Non è semplicemente una “festa” nel senso tradizionale, ma un momento per riflettere sulle battaglie passate e presenti contro le disuguaglianze di genere, la discriminazione e la violenza, oltre che per celebrare i progressi ottenuti.

Origini storiche dell’8 marzo

La data dell’8 marzo è legata a diversi eventi storici, anche se la sua origine è spesso avvolta da miti e interpretazioni. Una delle versioni più diffuse (ma non del tutto accurata) racconta di un incendio in una fabbrica di New York l’8 marzo 1908, in cui morirono molte operaie. In realtà, l’incendio più noto, quello della Triangle Shirtwaist Factory, avvenne il 25 marzo 1911.

Tuttavia, l’8 marzo è stato scelto ufficialmente nel tempo come simbolo della lotta delle donne, soprattutto grazie alle proteste delle operaie russe nel 1917 a San Pietroburgo, durante la Rivoluzione di febbraio (che corrisponde all’8 marzo nel calendario gregoriano), per chiedere pane e pace.

Quando nasce la giornata della Donna?

La giornata fu istituzionalizzata dalle Nazioni Unite nel 1977, ma le sue radici risalgono alle prime conferenze socialiste e femministe dei primi del Novecento, come quella del 1910 a Copenaghen, dove Clara Zetkin propose una giornata dedicata alle donne.

Significato oggi

Oggi l’8 marzo ha significati diversi a seconda dei contesti.

Riflessione e impegno: è un’occasione per sensibilizzare su temi come la parità salariale, la violenza di genere, l’accesso all’istruzione e la rappresentanza politica.

Celebrazione: Si riconoscono i contributi delle donne in ogni ambito della vita.

Simbolismo: In Italia, ad esempio, è tradizione regalare mimose, simbolo di forza e resilienza, scelte negli anni ’40 dalle femministe italiane per la loro semplicità e il periodo di fioritura.

La BCE ha deciso: giù dello 0,25%

Dal 12 marzo 2025 tassi -0,25%

Oggi 6 marzo 2025 il Consiglio direttivo ha deciso oggi di abbassare i tre tassi di interesse chiave della BCE di 25 punti base.

La BCE ha deciso: giù dello 0,25% 2
Andamento ultimi 2 anni Tassi BCE

In particolare, la decisione di abbassare il tasso di deposito, il tasso attraverso il quale il Consiglio direttivo orienta la posizione di politica monetaria, si basa sulla sua valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, delle dinamiche dell’inflazione di fondo e della forza della trasmissione della politica monetaria.

Il processo di disinflazione è sulla buona strada. L’inflazione ha continuato a svilupparsi ampiamente come previsto dal personale e le ultime proiezioni sono strettamente allineate con le precedenti prospettive di inflazione. Il personale ora prevede un’inflazione headline in media del 2,3% nel 2025, dell’1,9% nel 2026 e del 2,0% nel 2027. La revisione al rialzo dell’inflazione headline per il 2025 riflette una dinamica più forte dei prezzi dell’energia. Per l’inflazione escludendo energia e cibo, il personale prevede una media del 2,2% nel 2025, del 2,0% nel 2026 e dell’1,9% nel 2027.

La maggior parte delle misure dell’inflazione di fondo suggerisce che l’inflazione si stabilizzerà intorno all’obiettivo di medio termine del 2% del Consiglio direttivo su base sostenuta.

L’inflazione interna rimane elevata, soprattutto perché salari e prezzi in alcuni settori si stanno ancora adeguando alla passata impennata dell’inflazione con un ritardo sostanziale. Ma la crescita salariale si sta moderando come previsto e i profitti stanno parzialmente tamponando l’impatto sull’inflazione.

La politica monetaria sta diventando significativamente meno restrittiva, poiché i tagli dei tassi di interesse stanno rendendo i nuovi prestiti meno costosi per le aziende e le famiglie e la crescita dei prestiti sta riprendendo. Allo stesso tempo, un ostacolo all’allentamento delle condizioni di finanziamento deriva dai passati aumenti dei tassi di interesse che si trasmettono ancora allo stock di credito e i prestiti rimangono complessivamente moderati. L’economia deve affrontare sfide continue e il personale ha nuovamente rivisto al ribasso le proprie proiezioni di crescita, allo 0,9% per il 2025, all’1,2% per il 2026 e all’1,3% per il 2027. Le revisioni al ribasso per il 2025 e il 2026 riflettono minori esportazioni e una debolezza continua negli investimenti, in parte derivanti dall’elevata incertezza della politica commerciale e da una più ampia incertezza politica. L’aumento dei redditi reali e gli effetti gradualmente svaniti dei passati aumenti dei tassi rimangono i principali fattori trainanti alla base della prevista ripresa della domanda nel tempo.

Il Consiglio direttivo è determinato a garantire che l’inflazione si stabilizzi in modo sostenibile al suo obiettivo di medio termine del 2%. Soprattutto nelle attuali condizioni di crescente incertezza, seguirà un approccio dipendente dai dati e riunione per riunione per determinare l’orientamento appropriato della politica monetaria. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, delle dinamiche dell’inflazione sottostante e della forza della trasmissione della politica monetaria. Il Consiglio direttivo non si sta impegnando in anticipo su un particolare percorso di tasso.

Principali tassi di interesse della BCE

Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di abbassare i tre principali tassi di interesse della BCE di 25 punti base.

Di conseguenza, i tassi di interesse sulla deposit facility, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulla margin lending facility saranno ridotti rispettivamente al 2,50%, al 2,65% e al 2,90%, con effetto dal 12 marzo 2025.

Programma di acquisto di attività (APP) e programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP)

I portafogli APP e PEPP stanno diminuendo a un ritmo misurato e prevedibile, poiché l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza.

Il Consiglio direttivo è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti nell’ambito del suo mandato per garantire che l’inflazione si stabilizzi in modo sostenibile al suo obiettivo del 2% nel medio termine e per preservare il regolare funzionamento della trasmissione della politica monetaria. Inoltre, il Transmission Protection Instrument è disponibile per contrastare dinamiche di mercato ingiustificate e disordinate che rappresentano una seria minaccia alla trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dell’area dell’euro, consentendo così al Consiglio direttivo di assolvere in modo più efficace al suo mandato di stabilità dei prezzi.

Inflazione Area Euro a Febbraio a +2,4%

Secondo una stima preliminare di Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea, l’inflazione annuale nell’area euro per febbraio 2025 dovrebbe attestarsi al 2,4%, in calo rispetto al 2,5% di gennaio scorso.

Tra le principali componenti dell’inflazione, i servizi dovrebbero registrare il tasso annuo più elevato (3,6%, contro il 3,9% di gennaio), seguiti da alimentari, alcol e tabacco (2,8%, rispetto al 2,3% di gennaio), beni industriali non energetici (0,7%, rispetto allo 0,5% di gennaio) ed energia (0,1%, contro l’1,9% di gennaio).

Questo dato fa ben sperare in previsione della riunione BCE per una ulteriore discesa dei tassi di interesse in Area Euro

Leggi i dati sull’inflazione in Area euro

Un articolo molto interessante su il Fatto Quotidiano

 

Inflazione Italia a febbraio 2025 su all’1,7%

Inflazione in Italia: a febbraio 2025 prezzi in lieve aumento, trainati dall’energia e dagli alimentari

L’inflazione in Italia continua il suo percorso altalenante: secondo le stime preliminari di febbraio 2025, l’indice nazionale dei prezzi al consumo (NIC), che misura l’andamento dei costi per le famiglie italiane (esclusi i tabacchi), segna un incremento dello 0,2% rispetto a gennaio e dell’1,7% rispetto a febbraio 2024. Si tratta di un leggero balzo rispetto al +1,5% registrato a gennaio, spinto soprattutto da alcuni settori chiave.

Energia e alimentari: i motori della crescita

A fare da traino sono soprattutto i beni energetici regolamentati (come gas e luce), i cui prezzi sono schizzati dal +27,5% di gennaio al +31,5% di febbraio su base annua. Anche i beni energetici non regolamentati (come i carburanti) mostrano un rallentamento meno marcato della loro discesa, passando da -3,0% a -1,9%. Nel frattempo, il carrello della spesa si fa più caro: i beni alimentari non lavorati (come frutta e verdura) accelerano dal +2,2% al +2,9%, mentre quelli lavorati (pane, pasta, conserve) salgono dal +1,7% al +2,2%.

Servizi in frenata

Non tutto, però, corre allo stesso ritmo. I prezzi dei servizi mostrano una tendenza opposta: i servizi di trasporto rallentano dal +2,5% al +1,9%, quelli ricreativi, culturali e per la cura della persona scendono dal +3,3% al +3,0%, e i servizi di comunicazione registrano un timidissimo +0,5% rispetto al +1,1% di gennaio. Questo mix di accelerazioni e decelerazioni tiene l’inflazione di fondo (che esclude energia e alimentari freschi) stabile a +1,8%, un dato invariato rispetto al mese scorso.

Beni vs servizi: il divario si assottiglia

Interessante notare come i prezzi dei beni (dal cibo agli oggetti di uso quotidiano) stiano crescendo più velocemente, passando da +0,7% a +1,2% su base annua, mentre i servizi perdono slancio (da +2,6% a +2,4%). Questo accorcia il “divario inflazionistico” tra i due comparti, che ora si attesta a +1,2 punti percentuali, contro i +1,9 di gennaio.

Spesa quotidiana: rincari moderati ma costanti

Chi fa la spesa ogni giorno lo avrà notato: i prezzi di alimentari, prodotti per la casa e la cura della persona sono saliti dal +1,7% al +2,2%. Stabili invece i prodotti ad alta frequenza d’acquisto (come benzina o generi di prima necessità), fermi al +2,0%. A livello mensile, l’aumento dello 0,2% dell’indice generale è stato spinto soprattutto da energia regolamentata (+0,9%), non regolamentata (+0,7%), beni non durevoli (+0,4%) e tabacchi (+2,5%, anche per effetto delle accise). Unica nota in controtendenza: i servizi di trasporto, in calo dello 0,2%.

Prospettive per il 2025

L’inflazione acquisita per il 2025 – ovvero quella già “conquistata” nei primi due mesi – si attesta al +1,2% per l’indice generale e al +0,7% per la componente di fondo. Intanto, l’indice armonizzato IPCA, usato per i confronti europei, cresce dello 0,1% su base mensile e dell’1,7% annuo, in linea con gennaio.

Un quadro in evoluzione

Febbraio 2025 dipinge un’Italia in cui i costi dell’energia e del cibo continuano a pesare sui bilanci familiari, mentre i servizi offrono un po’ di respiro. Resta da vedere come questi trend influenzeranno i prossimi mesi, tra rincari annunciati e possibili interventi per calmierare i prezzi. Una cosa è certa: tenere d’occhio il portafoglio rimane una priorità.

 

Inflazione Area euro a gennaio 2025: +2,5%

Inflazione Area euro: livello più alto da luglio 2024

Inflazione Area euro a gennaio 2025: +2,5% 3
Inflazione Area Euro gennaio 2022 – gennaio 2025

L’inflazione nell’area dell’euro ha registrato un incremento al 2,5% nel mese di gennaio 2025, rappresentando il livello più alto da luglio 2024.

Questo aumento è stato trainato principalmente dalla forte accelerazione dei costi energetici, che sono saliti all’1,9% rispetto allo 0,1% di dicembre.

Nel contempo, l’inflazione per i beni industriali non energetici è rimasta stabile allo 0,5%, mentre i prezzi dei servizi hanno mostrato un rallentamento, attestandosi al 3,9% rispetto al 4,0% del mese precedente. Anche il settore alimentare, comprensivo di alcol e tabacco, ha evidenziato un calo del tasso d’incremento dei prezzi, passando dal 2,6% al 2,3%.

L’inflazione di fondo, che esclude i prezzi volatili di cibo ed energia, è rimasta invariata al 2,7% per il quinto mese consecutivo, segnando così il livello più basso dall’inizio del 2022. Questo dato suggerisce una possibile stabilizzazione delle dinamiche inflazionistiche, nonostante le pressioni ancora presenti su alcuni settori dell’economia.

Su base mensile, i prezzi al consumo hanno registrato una contrazione dello 0,3% a gennaio, dopo l’incremento dello 0,4% di dicembre. Questo calo potrebbe essere indicativo di un raffreddamento temporaneo della domanda o di una stabilizzazione delle dinamiche inflazionistiche, in attesa di ulteriori sviluppi nel contesto macroeconomico.

Il trend dell’inflazione nell’area euro continua a essere monitorato con attenzione dalla BCE, che potrebbe  adottare misure adeguate per garantire la stabilità dei prezzi e sostenere la crescita economica nei mesi a venire.

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Separazione delle carriere dei magistrati. Cosa significa?

Dibattito sulla separazione delle carriere dei magistrati nella politica italiana

Il dibattito sulla separazione delle carriere dei magistrati è un tema ricorrente nella politica e nel diritto italiani, con implicazioni profonde sul sistema giudiziario e sulla divisione dei poteri.

Cosa significa separazione delle carriere dei magistrati?

Il sistema attuale: Magistratura unica

In Italia, i magistrati sono tutti appartenenti a un’unica carriera. Questo significa che un magistrato, dopo essere entrato in magistratura tramite concorso pubblico, può scegliere di diventare giudice (magistrato giudicante) o pubblico ministero (magistrato requirente), e può anche passare da un ruolo all’altro nel corso della carriera, sebbene con alcune limitazioni.

  • Il giudice ha il compito di decidere in modo imparziale su cause civili e penali.
  • Il pubblico ministero (PM) è il rappresentante dello Stato che conduce le indagini e sostiene l’accusa nei processi penali.

Entrambi sono magistrati, hanno lo stesso status giuridico, le stesse tutele e lo stesso organo di autogoverno: il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM).

Cosa significa separazione delle carriere dei magistrati?

La riforma che propone la separazione delle carriere prevede che i giudici e i pubblici ministeri seguano percorsi distinti fin dall’inizio della loro carriera, senza possibilità di passaggio tra i due ruoli. Il pubblico ministero avrebbe una carriera autonoma e separata da quella dei giudici, con un proprio organo di autogoverno.

L’idea è ispirata al modello anglosassone (ad esempio negli Stati Uniti), dove l’accusa è rappresentata da un procuratore (district attorney) che fa parte dell’esecutivo, mentre il giudice è un arbitro imparziale.

Le ragioni a favore

Chi sostiene la separazione delle carriere, tra cui molte forze politiche di centrodestra e parte della dottrina giuridica, argomenta che:

  • Garantirebbe maggiore imparzialità del giudice, che non avrebbe più legami culturali e formativi con i PM.
    • Oggi, un magistrato può iniziare la carriera come pubblico ministero (PM) e poi passare a fare il giudice, portando con sé una mentalità formata nella funzione accusatoria. Questo potrebbe influenzare il suo approccio nel giudicare, rendendolo più incline a credere all’impianto accusatorio piuttosto che alla difesa. Per esempio un giudice che ha trascorso diversi anni come PM potrebbe, anche inconsciamente, avere una maggiore predisposizione a considerare credibili le tesi dell’accusa, poiché abituato a costruire procedimenti basati su indizi e testimonianze. Separare le carriere eliminerebbe questo possibile condizionamento.
  • Eviterebbe un’eccessiva contiguità tra PM e giudici, che attualmente sono colleghi e provengono dalla stessa formazione.
    • Nel caso Enzo Tortora, il noto conduttore televisivo fu accusato ingiustamente di associazione camorristica. Durante il processo, molti osservatori notarono un atteggiamento di vicinanza tra giudice e PM, con scambi di battute informali che sembravano mostrare una connessione culturale tra le due figure. La separazione delle carriere ridurrebbe il rischio di questa familiarità.
  • Renderebbe più chiaro il ruolo del pubblico ministero, che, pur essendo un magistrato, nella pratica appare sempre più simile a un avvocato dell’accusa.
    • Nei sistemi giuridici anglosassoni, il pubblico ministero è chiaramente distinto dal giudice ed è un vero e proprio avvocato dell’accusa. In Italia, invece, il PM è formalmente un magistrato indipendente, ma nella pratica agisce sempre più come un avvocato dell’accusa, con l’aggravante che gode delle stesse tutele dei giudici.
  • Porterebbe a una maggiore terzietà del giudice, come avviene nei sistemi accusatori.
    • Nel sistema attuale, il giudice e il PM provengono dallo stesso concorso e dalla stessa formazione, il che potrebbe rendere il giudice meno terzo rispetto alle parti in causa. Nei sistemi accusatori, come quello statunitense, il giudice è invece completamente separato da accusa e difesa e ha il compito di garantire un processo equo.  Per esempio nel processo Andreotti, il PM sostenne per anni l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa contro l’ex Presidente del Consiglio Giulio Andreotti. Alla fine, la Cassazione stabilì che i reati erano prescritti, ma molti critici sottolinearono che il processo durò anni anche a causa della forte convinzione dell’accusa. Con una separazione più netta delle carriere, il giudice avrebbe potuto mantenere una posizione più distante dall’impostazione del PM sin dall’inizio.

Le ragioni contro

I detrattori della separazione, tra cui molti magistrati e forze politiche di centrosinistra, obiettano che:

  • Rischierebbe di creare un PM più vicino all’esecutivo, minando l’indipendenza della magistratura e aumentando il rischio di pressioni politiche sulle indagini.
    • Immaginiamo che un governo in carica voglia colpire un avversario politico con un’indagine. Se il PM fosse più vicino all’esecutivo, potrebbe subire pressioni per accelerare l’inchiesta o dare maggiore enfasi a determinate accuse, anche in assenza di elementi solidi. Attualmente, invece, il PM è un magistrato indipendente, che risponde solo alla legge e non al governo.
  • Potrebbe ridurre le garanzie per i cittadini, perché il PM, separato dal corpo della magistratura, potrebbe trasformarsi in un organo più aggressivo e meno equilibrato.
    • Un cittadino viene accusato ingiustamente di un reato. Se il PM ha una cultura più orientata alla condanna, potrebbe portare avanti l’accusa con più insistenza, anche in assenza di prove solide, rendendo più difficile la difesa dell’imputato. Questo scenario si è verificato in alcuni sistemi separati, come negli USA, dove i PM hanno un elevato tasso di condanne e spesso ricorrono a strategie di plea bargaining (patteggiamento), spingendo gli imputati a dichiararsi colpevoli anche quando potrebbero essere innocenti.
  • L’attuale sistema garantisce già l’indipendenza dei giudici, che sono vincolati solo alla legge.
    • Nell’ordinamento italiano, i giudici non dipendono dal governo e non hanno alcun rapporto gerarchico con il pubblico ministero. L’unità della carriera non ha mai impedito ai giudici di prendere decisioni indipendenti e imparziali, come dimostrano molte sentenze contrarie agli interessi dello Stato o di potenti gruppi politici.
  • Non esiste un reale problema di imparzialità, dato che il giudice decide sulla base delle prove e non sulla base di una vicinanza con il PM.
    • I giudici decidono sulla base delle prove e delle norme giuridiche, non sulla base di un legame con il pubblico ministero. Il fatto che giudici e PM appartengano allo stesso corpo non significa che siano “alleati”. Le loro funzioni e responsabilità sono già chiaramente distinte.

Il nesso con la riforma della Giustizia

Il tema della separazione delle carriere si inserisce nella più ampia discussione sulla riforma della giustizia in Italia. Alcuni temono che la separazione sia un passo verso una magistratura meno indipendente, mentre altri la vedono come una riforma necessaria per garantire processi più equi.

L’eventuale riforma richiederebbe una modifica costituzionale, perché l’attuale assetto della magistratura è stabilito dagli articoli 101-110 della Costituzione.

Situazione attuale

Attualmente, il governo e alcune forze politiche stanno spingendo per una riforma che includa la separazione delle carriere, ma non c’è ancora un consenso politico definitivo. Probabilmente, se la riforma dovesse andare avanti, si arriverebbe a un referendum costituzionale.

Verso una riforma possibile?

La questione è delicata: da un lato c’è la necessità di garantire maggiore terzietà e imparzialità nei processi, dall’altro c’è il timore che il pubblico ministero diventi troppo vicino all’esecutivo. La soluzione dipenderà dal compromesso politico che si riuscirà a trovare nei prossimi mesi.

Per approfondire

Su Famiglia Cristiana Separazione delle carriere, che cos’è, a chi conviene, perché se ne parla

Su referendumgiustiziagiusta.it Separazione delle carriere dei magistrati sulla base della distinzione tra funzioni giudicanti e requirenti

Inflazione in aumento a gennaio 2025

Inflazione annua in Italia schizza sale all’ 1,5%

Secondo le stime Istat nel mese di gennaio 2025 l’inflazione in Italia  aumenta di 0,6 su dicembre e dell’1,5% su gennaio 2024, dal +1,3% del mese precedente.

L’accelerazione tendenziale è prevalentemente dovuta all’aumento dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da +12,7% a +27,8%), all’attenuarsi della flessione di quelli dei Beni energetici non regolamentati (da -4,2% a -3,0%) e, in misura minore, all’aumento del ritmo di crescita dei prezzi dei Beni alimentari lavorati (da +1,7% a +2,0%).

Grafico prezzi dei carburanti e inflazione dal 2005 ad oggi
Grafico prezzi dei carburanti e inflazione dal 2005 ad oggi

Tali effetti sono stati solo in parte compensati dalla decelerazione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +3,6% a +2,5%) e di quelli dei Servizi relativi alle comunicazioni (da +1,2% a +0,9%).

I dati dell’inflazione media in Italia

Inflazione nell’area euro e nell’UE: Dicembre 2024

Inflazione Area Euro

L’inflazione annua nell’area euro si è attestata al 2,4% a dicembre 2024, in aumento rispetto al 2,2% registrato a novembre. Un anno prima, il tasso era al 2,9%.

La media per l’anno 2024  (Gennaio 2024 – Dicembre 2024) è  del  2,4% in netta discesa rispetto al 2023 e 2022 quando si registrò 5,5% e 8,3% .

Inflazione Area Euro e EU
Inflazione Area Euro e EU

Inflazione Unione Europea

Nell’intera Unione Europea, l’inflazione annua è stata del 2,7% a dicembre 2024, in crescita rispetto al 2,5% di novembre e inferiore rispetto al 3,4% di dicembre 2023. Questi dati sono stati pubblicati da Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea.

Analisi dei dati per i Paesi membri

I tassi di inflazione più bassi sono stati registrati in:

  • Irlanda: 1,0%
  • Italia: 1,4%
  • Lussemburgo, Finlandia e Svezia: 1,6%

Al contrario, i tassi più elevati si sono osservati in:

  • Romania: 5,5%
  • Ungheria: 4,8%
  • Croazia: 4,5%

Rispetto a novembre 2024, l’inflazione annua è diminuita in sette Stati membri, è rimasta stabile in uno ed è aumentata in diciannove.

Contributo delle principali componenti all’inflazione

Nell’area euro, il contributo maggiore al tasso annuo di inflazione è venuto da:

  • Servizi: +1,78 punti percentuali (pp)
  • Alimentari, alcol e tabacco: +0,51 pp
  • Beni industriali non energetici: +0,13 pp
  • Energia: +0,01 pp

Stima preliminare e dato definitivo

La stima preliminare di Eurostat aveva indicato un tasso di inflazione del 2,4% per l’area euro a dicembre, confermato dal dato definitivo. Per quanto riguarda le principali componenti, i servizi si confermano il settore con il tasso annuo più alto (4,0%), seguiti da alimentari, alcol e tabacco (2,7%), beni industriali non energetici (0,5%) ed energia (0,1%). Questo quadro evidenzia un leggero incremento dell’inflazione, trainato principalmente dai servizi e dai beni di consumo, con dinamiche diverse tra i vari Stati membri.

Inflazione Italia dicembre 2024: +1.3%

A dicembre l’inflazione in Italia resta stabile a +1,3%.

La media dell’inflazione in Italia per l’anno 2024 in Italia si chiude con 1,0% in netto calo rispetto al +5,7% del 2023.

Inflazione Italia dicembre 2024: +1.3% 4
Inflazione Media Italia 1956 – 2024

L’ Istat precisa che “la netta attenuazione dell’inflazione nell’anno appena concluso è per lo più imputabile alla marcata discesa dei prezzi dei Beni energetici (-10,1% da +1,2% del 2023).”

Anche negli alimentari si assiste a un rapido ridimensionamento della dinamica dei prezzi (+2,2% da +9,8%) che tuttavia resta ben al di sopra del tasso di inflazione.

La stabilità dell’inflazione sottende andamenti contrapposti di diversi aggregati di spesa: in rallentamento risultano principalmente i prezzi degli Alimentari non lavorati (da +3,8% a +2,3%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,7% a +3,1%); per contro, accelerano i prezzi degli Energetici regolamentati (da +7,4% a +12,7%), mentre si attenua ancora il calo dei prezzi degli Energetici non regolamentati (da -6,6% a -4,2%).

Nel mese di dicembre 2024 l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, decelera (da +1,9% a +1,8%), come anche quella al netto dei soli beni energetici (da +2,0% a +1,7%).

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano su base tendenziale da +2,3% a +1,7%, mentre accelerano di poco quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +1,6% a +1,7%).

Ora si dovrà guardare al nuovo anno e capire se la politica economica della BCE ha dato i suoi frutti circa la politica anti inflazione applicata tramite l’aumento repentino dei tassi di interesse che abbiamo visto negli anni scorsi.

Ora dovremmo aspettarci, considerati i dati non negativi dell’inflazione, che i tassi di interesse nell’Area Euro possano tornare a livelli accettabili per favorire investimenti e dare ossigeno a famiglie e imprese.

Stima inflazione Italia dicembre 2024:+1,3%

A  dicembre 2024 l’inflazione in Italia resta stabile. È quanto comunicato dalla stima ISTAT su l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi.

L’inflazione  registra un aumento dello 0,1% su base mensile e dell’1,3% su base annua, come nel mese precedente.

Grafico stima Istat inflazione Italia dicembre 2024
Grafico stima Istat inflazione Italia dicembre 2024

Il dato di dicembre, se confermato, porterebbe la media annua  dell’inflazione in Italia per il 2024 all’1,0%  in netto calo rispetto al dato del 2023 quando registro un +5,7%.

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Variazione degli interessi legali anno 2025

DECRETO 10 dicembre 2024 – Determinazione del saggio degli interessi legali. 

GU n.294 del 16-12-2024

IL MINISTRO DELL’ECONOMIA E DELLA FINANZE

Visto l’art. 2, comma 185, della legge 23 dicembre 1996, n. 662,
recante «Misure di razionalizzazione della finanza pubblica», che,
nel fissare al 5 per cento il saggio degli interessi legali di cui
all’art. 1284, primo comma, del codice civile, prevede che il
Ministro dell’economia e delle finanze puo’ modificare detta misura
sulla base del rendimento medio annuo lordo dei titoli di Stato di
durata non superiore a dodici mesi e tenuto conto del tasso di
inflazione registrato nell’anno;
Visto il proprio decreto 29 novembre 2023, pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale 11 dicembre 2023, n. 288, con il quale la misura
del saggio degli interessi legali e’ stata fissata al 2,50 per cento
in ragione d’anno, con decorrenza dal 1° gennaio 2024;
Visto il decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, concernente
il testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia;
Tenuto conto del rendimento medio annuo lordo dei predetti titoli
di Stato e del tasso d’inflazione annuo registrato;
Ravvisata l’esigenza, sussistendone i presupposti, di modificare
l’attuale saggio degli interessi;
Decreta:
Art. 1
La misura del saggio degli interessi legali di cui all’art. 1284
del codice civile e’ fissata al 2 per cento in ragione d’anno, con
decorrenza dal 1° gennaio 2025.
Il presente decreto sara’ pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della
Repubblica italiana.
Roma, 10 dicembre 2024
Il Ministro: Giorgetti


La tabella aggiornata degli interessi legali con l’ultimo tasso in vigore dal 1/1/2025

Il Decreto del Ministero sulla Gazzetta Ufficiale

Inflazione Area Euro a ottobre registra un +2,0%.

Eurostat oggi si è pronunciata sulla stima dell’inflazione per ottobre 2024: dovrebbe attestarsi al 2,0% in aumento rispetto all’1,7% di settembre e con un aumento mensile dello 0,3%

Grafico Stima Inflazione Area Euro ottobre 2024
Grafico Stima Inflazione Area Euro ottobre 2024

Cosa aumenta?

Considerando le principali componenti dell’inflazione nell’area dell’euro, si prevede che i servizi registreranno il tasso annuo più elevato a ottobre (3,9%, stabile rispetto a settembre), seguiti da prodotti alimentari, alcolici e tabacco (2,9%, rispetto al 2,4% di settembre), beni industriali non energetici (0,5%, rispetto allo 0,4% di settembre) ed energia (-4,6%, rispetto al -6,1% di settembre).

Commento

L’inflazione annuale nell’area euro ha sorpreso!  L’inflazione core è rimasta ostinatamente elevata. Tuttavia, i dati mensili destagionalizzati indicano anche un allentamento delle pressioni sui prezzi minimi. I tagli dei tassi d’interesse da parte della BCE proseguiranno a dicembre.


Potrebbe essere utile consultare l’inflazione media annua in Area Euro

Confronta l’inflazione tra US e Area Euro

 
 
 

Stima Istat su inflazione Italia per ottobre 2024

Secondo le stime preliminari dell’ISTAT, a ottobre 2024 l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, si è mantenuto stabile su base mensile, registrando però un aumento annuo dello 0,9%, in lieve crescita rispetto al +0,7% di settembre.

 

Questa moderata accelerazione riflette principalmente:

  • Prezzi dei Beni alimentari: incremento sia dei lavorati (+2,0%) sia dei non lavorati, che registrano un salto significativo da +0,3% a +3,3%.
  • Beni energetici non regolamentati: riduzione della flessione da -11,0% a -10,2%.
  • Servizi relativi ai trasporti: aumento da +2,4% a +2,8%.

Queste spinte inflazionistiche sono state in parte attenuate da un rallentamento nei prezzi dei Beni energetici regolamentati (+2,0% da +10,4%) e dei Servizi ricreativi e per la cura della persona (+3,6% da +4,0%).

📌 Inflazione di fondo stabile

L’“inflazione di fondo” (escludendo energetici e alimentari freschi) rimane invariata al +1,8%, mentre l’inflazione depurata dei soli beni energetici si attesta a +1,9%.

📉 Differenziali e settori

  • Prezzi dei beni: flessione moderata (da -0,9% a -0,5%).
  • Prezzi dei servizi: decelerazione da +2,8% a +2,6%.
  • Carrello della spesa: incremento del +2,2% su base annua.

📈 Indice armonizzato (IPCA)

L’indice armonizzato IPCA segna un aumento dello 0,3% su base mensile e dell’1,0% su base annua.

Conclusione ISTAT: A ottobre l’inflazione complessiva si conferma in ripresa, con dinamiche variabili nei settori: aumenti nel comparto alimentare e dei trasporti, riduzioni nel settore energetico e nei servizi ricreativi e culturali.

Potrebbe essere utile consultare l’inflazione media in Italia

Frenata dell’inflazione in Italia: +0,7%

A settembre l’inflazione scende a +0,7%, il livello più basso del 2024

Grafico inflazione Italia dal 2019 a settembre 2024
Grafico inflazione Italia dal 2019 a settembre 2024

Sono i beni energetici che spingono in basso l’inflazione con -8,7% da -6,1% di agosto, ma risente anche del rallentamento su base tendenziale dei prezzi di alcune tipologie di servizi (ricreativi, culturali e per la cura della persona e di trasporto). La variazione rispetto ad Agosto scorso -0,2 per cento.

Tabella ultimi dati dell’inflazione in Italia

N Periodi Inflazione
annua
Inflazione
mensile
1 Gennaio-2023 Gennaio-2024 0,8% 0,3%
2 Febbraio-2023 Febbraio-2024 0,8% 0,1%
3 Marzo-2023 Marzo-2024 1,2% 0,0%
4 Aprile-2023 Aprile-2024 0,8% 0,1%
5 Maggio-2023 Maggio-2024 0,8% 0,2%
6 Giugno-2023 Giugno-2024 0,8% 0,1%
7 Luglio-2023 Luglio-2024 1,3% 0,4%
8 Agosto-2023 Agosto-2024 1,1% 0,2%
9 Settembre-2023 Settembre-2024 0,7% -0,2%
Variazione Media 0,9% 0,1%

L’inflazione media resta allo 0,9 per cento anche per settembre.

I prezzi degli alimentari però aumentano lievemente il loro ritmo di crescita su base annua, contribuendo all’accelerazione dei prezzi del “carrello della spesa” (+1,0% da +0,6%).

A settembre l’inflazione di fondo scende a +1,8% (dal +1,9% registrato negli ultimi tre mesi).

La serie storica dell’inflazione media in Italia