Stima ISTAT su inflazione in Italia nel periodo Gennaio 2017

Le stime dell’ISTAT dicono che l’inflazione nel periodo Gennaio 2017 registra un aumento dello 0,2% rispetto al mese precedente e dello 0,9% nei confronti di gennaio 2016.

Dall’ISTAT specificano che il rialzo dell’inflazione a gennaio 2017 è spiegato dalle componenti merceologiche i cui prezzi presentano maggiore volatilità.

Qui per il riepilogo l’inflazione nell’anno 2016 in Italia

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La terminologia statistica relativa al mercato del lavoro

Terminologia utile da conoscere quando si parla o si scrive di occupati e disoccupati

Chi sono i Disoccupati?

I disoccupati comprendono le persone non occupate tra i 15 e i 64 anni che:

hanno effettuato almeno un’azione attiva di ricerca di lavoro nelle quattro settimane che precedono la settimana di riferimento e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive;

Inflazione USA dicembre 2016 pari a 2,1 per cento. Media annua 1,2%

L’indice dei prezzi al consumonegli USA (CPI-U) è aumentato dello 0,3 per cento
 nel mese di dicembre, su base destagionalizzata, lo ha riferito l’ufficio Bureau of Labor Statistics
americano.

Nel corso degli ultimi 12 mesi, l’indice di tutti gli articoli è aumentato del 2,1 per cento.

La media annua 2016 è stata pari a 1,2 per cento.

 

Tabella inflazione annua Dicembre 2015 – Dicembre 2016

N Periodi Inflazione
annua
Inflazione
mensile
Inflazione Media
Valore parziale
1 Dicembre-2014 Dicembre-2015 0.7% -0.3% 0.7%
2 Gennaio-2015 Gennaio-2016 1.4% 0.2% 1.1%
3 Febbraio-2015 Febbraio-2016 1.0% 0.1% 1.0%
4 Marzo-2015 Marzo-2016 0.9% 0.4% 1.0%
5 Aprile-2015 Aprile-2016 1.1% 0.5% 1.0%
6 Maggio-2015 Maggio-2016 1.0% 0.4% 1.0%
7 Giugno-2015 Giugno-2016 1.0% 0.3% 1.0%
8 Luglio-2015 Luglio-2016 0.8% -0.2% 1.0%
9 Agosto-2015 Agosto-2016 1.1% 0.1% 1.0%
10 Settembre-2015 Settembre-2016 1.5% 0.2% 1.0%
11 Ottobre-2015 Ottobre-2016 1.6% 0.1% 1.1%
12 Novembre-2015 Novembre-2016 1.7% -0.2% 1.2%
13 Dicembre-2015 Dicembre-2016 2.1% 0.0% 1.2%
Inflazione Media annua 1.2% —— ——

PREZZI DELLE ABITAZIONI riferiti al terzo trimestre 2016

L’ISTAT comunica che nel terzo trimestre 2016, sulla base delle stime preliminari, l’indice dei prezzi delle abitazioni (IPAB) acquistate dalle famiglie, sia per fini abitativi sia per investimento, aumenta dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e diminuisce dello 0,9% nei confronti dello stesso periodo del 2015 (era -0,8% nel trimestre precedente).

La flessione tendenziale è dovuta principalmente ai prezzi delle abitazioni nuove, la cui diminuzione su base annua si accentua (-2,1%, da -1,1% del trimestre precedente), mentre si ridimensiona lievemente il calo dei prezzi delle abitazioni esistenti (-0,6%, da -0,7% del periodo precedente).

Il calo tendenziale dei prezzi delle abitazioni si manifesta contestualmente ad una crescita sostenuta del numero di immobili residenziali compravenduti (+17,4% rispetto al terzo trimestre del 2015 secondo i dati diffusi dall’ Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate).

Su base congiunturale il lievissimo aumento dell’indice dei prezzi delle abitazioni (IPAB) è dovuto alla stabilità dei prezzi delle abitazioni nuove e al contestuale incremento dello 0,1% di quelli delle abitazioni esistenti. 

In media, nei primi tre trimestri del 2016 i prezzi delle abitazioni diminuiscono

In media, nei primi tre trimestri del 2016 i prezzi delle abitazioni diminuiscono dello 0,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sintesi di un calo dei prezzi dell’1,2% per le abitazioni nuove e dello 0,9% per quelle esistenti.

Il tasso di variazione acquisito dell’IPAB per il 2016 (la variazione media annua se nel quarto trimestre dell’anno i prezzi non variassero) rimane quindi negativo e pari -0,7% (era -1,2% nel trimestre precedente). 

Rispetto alla media del 2010, nel terzo trimestre 2016 i prezzi delle abitazioni sono diminuiti del  14,5% (-2,6% le abitazioni nuove, -19,4% le esistenti).

Il 2016 anno del minimo per l’EURIBOR

Valori annuali minimi EURIBOR dal 1999 al 2016

Il minimo storico per l’EURIBOR in tutte le voci  è stato toccato a dicembre 2016 con -0,319% il massimo al contrario nel 2008 con 5,393%.

ANNI M03  M06  M09  M12
1999 2,570 2,586 2,652 2,668
2000 3,308 3,523 3,697 3,885
2001 3,294 3,159 3,037 2,994
2002 2,865 2,800 2,767 2,746
2003 2,119 2,033 1,967 1,929
2004 1,957 1,923 1,922 1,947
2005 2,102 2,084 2,065 2,057
2006 2,489 2,620 2,699 2,771
2007 3,725 3,857 3,956 3,995
2008 2,892 2,971 3,018 3,049
2009 0,700 0,987 1,118 1,222
2010 0,634 0,944 1,084 1,211
2011 0,995 1,222 1,369 1,504
2012 0,181 0,316 0,426 0,537
2013 0,188 0,243 0,322 0,434
2014 0,078 0,171 0,245 0,325
2015 -0,133 -0,051 -0,013 0,039
2016 -0,319 -0,221 -0,139 -0,082
  -0,319 -0,221 -0,140 -0,083

 

Qui puoi scaricare la tabella dei tassi  EURIBOR  medi mensili per un anno da te scelto.

IL MINISTRO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE: variazione saggio legale anno 2017

Visto l‘art. 2, comma 185, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, recante «Misure di razionalizzazione della finanza pubblica» che, nel fissare al 5 per cento il saggio degli interessi legali di cui all’art. 1284, primo comma, del codice civile, prevede che il Ministro dell’economia e delle finanze puo’ modificare detta misura sulla base del rendimento medio annuo lordo dei titoli di Stato di durata non superiore a dodici mesi e tenuto conto del tasso di inflazione registrato nell’anno; Leggi tutto

INAIL:rivalutazione degli importi degli indennizzi del danno biologico derivante da infortunio sul lavoro e malattia professionale

La Direzione generale  e la Direzione centrale rapporto assicurativo dell’INAIL con la Circolare n. 49 del 16 dicembre 2016 ha comunicato le Nuove disposizioni in materia di rivalutazione degli importi degli indennizzi del danno biologico derivante da infortunio sul lavoro e malattia professionale. Rivalutazione annuale. Importi degli indennizzi con decorrenza 1° luglio 2016.

Nuove disposizioni. Rivalutazione annuale degli importi degli indennizzi del danno biologico.

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Coefficiente di Trattamento di fine rapporto(TFR) per novembre 2016

A novembre 2016 il coefficiente per rivalutare le quote di Tfr  accantonate al 31 dicembre 2015 risulta uguale a 1,445093.

Come è noto l’articolo 2120 del codice civile stabilisce che alla fine di ogni anno la quota di Tfr accantonata deve essere rivalutata utilizzando l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati diffuso ogni mese dall’Istat, nel nostro caso quello “senza tabacchi lavorati”; il noto indice FOI

Come si calcola il coefficiente per rivalutare il TFR?

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LE ESPORTAZIONI DELLE REGIONI ITALIANE Nel terzo trimestre 2016

Aumento congiunturale nel terzo trimestre 2016 per  l’Italia nord-occidentale (+2,1%) e

ESPORTAZIONI PER RIPARTIZIONE TERRITORIALE III trimestre 2012-III trimestre 2016, dati destagionalizzati, milioni di euro
ESPORTAZIONI PER RIPARTIZIONE TERRITORIALE
III trimestre 2012-III trimestre 2016, dati destagionalizzati,
milioni di euro

76,6%), Abruzzo (+12,1%), Emilia-Romagna (+1,5%), Friuli-Venezia Giulia (+5,5,%), Marche (+5,2%) e Liguria (+8,5%).

Tra quelle che forniscono un contributo negativo si evidenziano: Piemonte (-4,9%), Sicilia (-21,2%) e Sardegna (-21,4%).

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ISTAT – Condizioni di vita e reddito residenti in Italia (anno 2015)

Nel 2015 L’ISTAT  stima che il 28,7% delle persone residenti in Italia sia a rischio di povertà o esclusione sociale ovvero, secondo la definizione adottata nell’ambito della

REDDITO FAMILIARE E REDDITO EQUIVALENTE A PREZZI COSTANTI. Anni 2003-2014, valori medi (Base 2003=100).
REDDITO FAMILIARE E REDDITO EQUIVALENTE A PREZZI
COSTANTI. Anni 2003-2014, valori medi (Base 2003=100).

, si trovano almeno in una delle seguenti condizioni: rischio di povertà, grave deprivazione materiale, bassa intensità di lavoro.

Si ricorda, come ben definito all’interno del documento:

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE EUROPA 2020 – Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva

 che La soglia di povertà nazionale corrisponde al 60% del reddito medio disponibile in ciascuno Stato membro.  Leggi tutto

Stima inflazione novembre 2016

Nel mese di novembre 2016 la stima dell’inflazione comunicata dall’ISTAT ( l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività -NIC- al lordo dei tabacchi) diminuisce dello 0,1% su base mensile e registra un aumento dello 0,1% rispetto ad un anno fa  (novembre 2015) (era -0,2% a ottobre).

L’ISTAT comunica che la lieve ripresa dell’inflazione è dovuta soprattutto agli andamenti dei prezzi dei servizi, tra i quali spiccano la ripresa dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,8%, la variazione era nulla a ottobre) e l’accelerazione della crescita di quelli dei Servizi relativi ai trasporti (+1,0, da +0,6% di ottobre). Tra i beni, contribuiscono al ritorno in territorio positivo dell’inflazione sia i prezzi dei Beni energetici non regolamentati (+0,3%, da -0,9% di ottobre) sia quelli, degli Alimentari non lavorati (+0,2%, da -0,4%), bilanciati però dal rallentamento dei prezzi dei Beni durevoli (+0,2% da +0,6%).

Pertanto, il differenziale inflazionistico tra servizi e beni raddoppia rispetto a ottobre 2016 portandosi a un punto percentuale, con i prezzi dei beni che fanno registrare una flessione pari a -0,4% come quella di ottobre, mentre il tasso di crescita dei prezzi dei servizi sale a +0,6, da +0,1% del mese precedente.

Sia l'”inflazione di fondo”, calcolata al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici, sia l’inflazione al netto dei beni energetici, segnano un’accelerazione della crescita attestandosi entrambe a +0,4%, da +0,2% di ottobre.

L’inflazione acquisita per il 2016 risulta pari a -0,2% (era -0,1 a ottobre).

I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumentano dello 0,4% su base mensile e registrano una diminuzione dello 0,1% su base annua (era -0,2% a ottobre).

I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto aumentano dello 0,4% in termini congiunturali e registrano una crescita su base annua dello 0,6% dal +0,2% del mese precedente.

Secondo le stime preliminari, l’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA) diminuisce dello 0,2% su base mensile e aumenta dello 0,1% su base annua, (da -0,1% di ottobre).

Entrate tributarie in Italia fino a settembre 2016

Entrate tributarie e contributive da gennaio a settembre 2016

Il Ministero dell’Economia comunica che le entrate tributarie e contributive nei primi nove mesi del 2016 evidenziano nel complesso un aumento dell’1,1% (+5.226 milioni di euro) rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.

Il dato tiene conto dell’aumento dello 0,8% (+ 2.660 milioni di euro) delle entrate tributarie e della crescita delle entrate contributive dell’1,6% (+2.566 milioni di euro).
L’importo delle entrate tributarie comprende anche i principali tributi degli enti territoriali e le poste correttive, quindi integra il dato già diffuso con la nota del 7 novembre scorso. 

Sul sito del Dipartimento Finanze è altresì disponibile il report delle entrate tributarie internazionali del mese di settembre 2016, che fornisce l’analisi dell’andamento tendenziale del gettito tributario per i principali Paesi europei, sulla base delle informazioni diffuse con i “bollettini mensili” di Francia, Germania, Irlanda, Portogallo, Regno Unito e Spagna.

Entrate tributarie e contributive gennaio-settembre 2016 (PDF, 15.63 KB )