Il ciclo economico mondiale si è indebolito; l’inflazione è ulteriormente cresciuta
Nel bollettino economico n. 2 – 2022 pubblicato l’8 aprile 2022 dalla Banca D’Italia il primo paragrafo è dedicato all’inflazione.
La Banca D’Italia fa notare che dall’inizio dell’anno l’attività economica globale ha mostrato segnali di rallentamento, dovuti alla diffusione della variante Omicron del coronavirus e, successivamente, all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
L’inflazione è ulteriormente salita pressoché ovunque (al 7,5 per cento è la stima di marzo 2022 nell’area dell’euro), continuando a riflettere i rialzi dei prezzi dell’energia e le strozzature dal lato dell’offerta. Gli effetti del conflitto sui mercati finanziari globali sono stati significativi, seppure in parte rientrati nelle ultime settimane. La volatilità è elevata in molti segmenti di mercato.
La guerra acuisce i rischi al ribasso per il ciclo economico mondiale e al rialzo per l’inflazione.
La BCE ha rivisto il profilo degli acquisti di titoli
Lo scorso marzo il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha valutato che il conflitto avrà ripercussioni rilevanti sull’attività economica e sull’inflazione nell’area euro, e ha annunciato che adotterà tutte le misure necessarie per garantire la stabilità dei prezzi e quella finanziaria. Ha inoltre rivisto il profilo del programma di acquisto di attività finanziarie per i prossimi mesi e annunciato che qualsiasi modifica dei tassi di interesse di riferimento avverrà qualche tempo dopo la conclusione degli acquisti netti e sarà graduale.
In Italia il PIL si sarebbe ridotto nel primo trimestre; l’inflazione è salita, spinta da energia e alimentari
Nel primo trimestre del 2022 il PIL dell’Italia sarebbe diminuito, risentendo del rialzo dei contagi all’inizio dell’anno e dell’andamento dei prezzi energetici, in un contesto congiunturale di forte incertezza per gli sviluppi dell’invasione dell’Ucraina. La crescita del numero delle posizioni lavorative si è affievolita in gennaio e febbraio. L’inflazione ha raggiunto il 6,7 per cento in marzo(è una stima Istat), collocandosi sui livelli più alti dai primi anni novanta; la componente di fondo resta su valori inferiori al 2 per cento.
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