Bonus Natale 2024: più beneficiari grazie alle nuove regole

L’Agenzia delle Entrate ha recentemente pubblicato, con la circolare n. 22/E del 19 novembre 2024, importanti chiarimenti sul Bonus Natale 2024, introdotto dal Decreto Omnibus e modificato dal Dl 167/2024. Le nuove disposizioni ampliano significativamente la platea dei beneficiari, rendendo il contributo più accessibile per i lavoratori dipendenti con reddito complessivo fino a 28.000 euro.

Bonus Natale 2024

Cos’è il Bonus Natale?

Il Bonus Natale è un’indennità una tantum riconosciuta ai lavoratori dipendenti con determinate condizioni reddituali e familiari. Per l’anno 2024, le modifiche apportate dal Dl 167/2024 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 14 novembre 2024) hanno eliminato alcune restrizioni precedenti, semplificando i criteri di accesso.

Le novità principali

Le modifiche più rilevanti riguardano il cosiddetto requisito familiare. Ecco le nuove regole:

  1. Requisito familiare semplificato:
    Prima delle modifiche, per accedere al bonus era necessario:

    • Avere un coniuge non separato legalmente ed effettivamente e almeno un figlio fiscalmente a carico, oppure
    • Far parte di un nucleo familiare monogenitoriale.

    Ora, il bonus è riconosciuto a tutti i lavoratori dipendenti con almeno un figlio a carico, indipendentemente dallo stato civile (coniugato, separato, divorziato, monogenitore o convivente ai sensi della legge n. 76/2016).

  2. Impossibilità di cumulo:
    Se entrambi i coniugi o conviventi (non separati legalmente ed effettivamente) sono lavoratori dipendenti, solo uno dei due può richiedere il bonus, nel rispetto degli altri requisiti.

  3. Figli fiscalmente a carico:

    • Figli fino a 24 anni: reddito complessivo fino a 4.000 euro.
    • Figli sopra i 24 anni: reddito complessivo fino a 2.840,51 euro.

Come richiedere il Bonus Natale?

Per ottenere il Bonus Natale, il lavoratore dipendente deve rispettare i seguenti requisiti:

  1. Reddito complessivo:
    Non superiore a 28.000 euro per l’anno 2024.

  2. Capienza fiscale:
    L’imposta lorda deve essere superiore alla detrazione per lavoro dipendente.

  3. Autocertificazione:
    Il dipendente deve comunicare tramite autocertificazione:

    • Di possedere i requisiti richiesti.
    • Che il coniuge o convivente non benefici della stessa indennità.

    Chi ha già presentato la richiesta al sostituto d’imposta non è tenuto a ripresentarla, a meno che non debba aggiornare i dati relativi al convivente.

Quando arriva il bonus?

Il bonus sarà accreditato insieme alla tredicesima mensilità, generalmente a dicembre. Nel caso in cui il bonus non venga riconosciuto in busta paga, il lavoratore potrà recuperarlo tramite la dichiarazione dei redditi 2024, da presentare nel 2025.

Entro quando la presentazione della domanda per  Bonus Natale 2024?

La data NON è OGGETTIVA COME LEGGIAMO SU MOLTI SITI WEB  (22 novembre 2024 ore 12:00). La data viene decisa dal datore di lavoro

Chi non presenta la domanda entro la scadenza non perderà definitivamente il diritto al Bonus Natale, ma potrà recuperarlo successivamente tramite la dichiarazione dei redditi 2025, riferita ai redditi del 2024.

Molti esperti consigliano di non fare la domanda e aspettare di recuperare il bonus nel prossimo 730.

Le modifiche al Bonus Natale 2024 introdotte dal Dl 167/2024 rappresentano un passo importante verso il sostegno alle famiglie italiane, allargando la platea dei beneficiari e semplificando l’accesso all’indennità. L’Agenzia delle Entrate, con la circolare n. 22/E, ha fornito tutti i chiarimenti necessari per garantire una corretta applicazione delle nuove regole.

Qui potete scaricare il modello per la Richiesta Indennità una tantum (Art 2-bis DECRETO-LEGGE 9 agosto 2024, n. 113, e Art. 2 DECRETO-LEGGE 14 novembre 2024, n. 16)

Per ulteriori informazioni o per consultare la circolare completa, visita il sito ufficiale dell’Agenzia delle Entrate.

Inflazione Area Euro a ottobre registra un +2,0%.

Eurostat oggi si è pronunciata sulla stima dell’inflazione per ottobre 2024: dovrebbe attestarsi al 2,0% in aumento rispetto all’1,7% di settembre e con un aumento mensile dello 0,3%

Grafico Stima Inflazione Area Euro ottobre 2024

Cosa aumenta?

Considerando le principali componenti dell’inflazione nell’area dell’euro, si prevede che i servizi registreranno il tasso annuo più elevato a ottobre (3,9%, stabile rispetto a settembre), seguiti da prodotti alimentari, alcolici e tabacco (2,9%, rispetto al 2,4% di settembre), beni industriali non energetici (0,5%, rispetto allo 0,4% di settembre) ed energia (-4,6%, rispetto al -6,1% di settembre).

Commento

L’inflazione annuale nell’area euro ha sorpreso!  L’inflazione core è rimasta ostinatamente elevata. Tuttavia, i dati mensili destagionalizzati indicano anche un allentamento delle pressioni sui prezzi minimi. I tagli dei tassi d’interesse da parte della BCE proseguiranno a dicembre.


Potrebbe essere utile consultare l’inflazione media annua in Area Euro

Confronta l’inflazione tra US e Area Euro

 
 
 

Stima Istat su inflazione Italia per ottobre 2024

Secondo le stime preliminari dell’ISTAT, a ottobre 2024 l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, si è mantenuto stabile su base mensile, registrando però un aumento annuo dello 0,9%, in lieve crescita rispetto al +0,7% di settembre.

 

Questa moderata accelerazione riflette principalmente:

  • Prezzi dei Beni alimentari: incremento sia dei lavorati (+2,0%) sia dei non lavorati, che registrano un salto significativo da +0,3% a +3,3%.
  • Beni energetici non regolamentati: riduzione della flessione da -11,0% a -10,2%.
  • Servizi relativi ai trasporti: aumento da +2,4% a +2,8%.

Queste spinte inflazionistiche sono state in parte attenuate da un rallentamento nei prezzi dei Beni energetici regolamentati (+2,0% da +10,4%) e dei Servizi ricreativi e per la cura della persona (+3,6% da +4,0%).

📌 Inflazione di fondo stabile

L’“inflazione di fondo” (escludendo energetici e alimentari freschi) rimane invariata al +1,8%, mentre l’inflazione depurata dei soli beni energetici si attesta a +1,9%.

📉 Differenziali e settori

  • Prezzi dei beni: flessione moderata (da -0,9% a -0,5%).
  • Prezzi dei servizi: decelerazione da +2,8% a +2,6%.
  • Carrello della spesa: incremento del +2,2% su base annua.

📈 Indice armonizzato (IPCA)

L’indice armonizzato IPCA segna un aumento dello 0,3% su base mensile e dell’1,0% su base annua.

Conclusione ISTAT: A ottobre l’inflazione complessiva si conferma in ripresa, con dinamiche variabili nei settori: aumenti nel comparto alimentare e dei trasporti, riduzioni nel settore energetico e nei servizi ricreativi e culturali.

Potrebbe essere utile consultare l’inflazione media in Italia

Sinner trionfa al Six Kings Slam: battuto Djokovic

Jannik Sinner, grazie alla straordinaria vittoria in semifinale contro Novak Djokovic del 17 ottobre 2024, ha già messo in tasca un notevole premio di 1,5 milioni di dollari, pari a circa 1.370.000 euro.

Questa somma rappresenta il compenso garantito a ciascun partecipante che raggiunge questa fase del torneo.

Sinner ha battuto Djokovic con il punteggio di 2 set ad 1: 6-2; 6-7 e 6-4 al terzo set.

Con questa vittoria, Sinner conquista la finale dove potrà incassare  un montepremi di 6 milioni di dollari, ovvero 5.480.100 euro quasi il doppio rispetto al primo classificato degli US Open, dove il premio per il campione è stato di 3,6 milioni di dollari.

Questo rende evidente come il Six Kings Slam sia uno degli eventi tennistici più ricchi  del panorama mondiale, con cifre da capogiro in palio.

 

AI e scelta del mutuo casa. Cosa ci consiglia ChatGPT?

Caro CHATGPT analizzando i dati attuali dei tassi Euribor cosa mi consigli?

Se dovessi analizzare una tabella che illustra i dati Euribor attuali, utilizzati per il calcolo della rata per un prestito per un mutuo casa, considerando che sono un umano, farei queste analisi chiave per comprendere la fattibilità del mutuo e determinare la mia capacità di ottenere un prestito:

Tabella Tassi Euribor Ottobre 2024 e 2023

1. Tassi Euribor:

  • I tassi Euribor rappresentano l’interesse base che potrebbe essere applicato a un mutuo a tasso variabile. Nell’immagine sono presentati i tassi per diverse durate: 1 settimana, 1 mese, 3 mesi, 6 mesi e 12 mesi.
  • Per esempio, il Euribor a 12 mesi è 2,717% il 17/10/2024, in netto calo rispetto all’anno precedente (4,16% il 17/10/2023, con una variazione del -34,69%).

2. Variazioni rispetto al periodo precedente:

  • Le variazioni percentuali rispetto al giorno precedente sono riportate per ciascun tasso. Ad esempio, il Euribor 1 settimana ha avuto un aumento dello 0,78%, mentre il Euribor 1 mese è sceso dell’1,03%.
  • Queste variazioni sono importanti per capire se i tassi stanno aumentando o diminuendo, il che potrebbe influenzare la decisione di stipulare un mutuo a tasso variabile. Un aumento potrebbe indicare una tendenza al rialzo.

3. Variazioni su base annua:

  • L’immagine mostra anche le variazioni rispetto all’anno precedente. Per esempio, il tasso Euribor a 12 mesi è sceso del 34,69% rispetto al 17/10/2023, indicando un netto miglioramento per chi ha mutui legati a questo tasso.

4. Media dei tassi:

  • Sono fornite le medie dei tassi attuali e passati, utili per valutare la tendenza generale dei tassi negli ultimi mesi e anni.
  • Per esempio, la media per il Euribor a 12 mesi nel 2024 è 3,467%, mentre nel 2023 era 3,869%, con una variazione negativa del -10,39% rispetto all’anno scorso.

5. Scelta del tasso più vantaggioso:

  • Se fossi alla ricerca di un mutuo a tasso variabile, il Euribor a 12 mesi potrebbe essere la scelta più conveniente attualmente, essendo il più basso con 2,717%, e con una tendenza al ribasso rispetto all’anno precedente. Tuttavia, dovrei considerare se la mia banca offre un mutuo basato su questo indice e valutare le prospettive future.

6. Previsioni e Strategie:

  • Considerando che i tassi Euribor sono scesi drasticamente rispetto all’anno precedente, potrebbe essere un buon momento per stipulare un mutuo, soprattutto se si prevede che i tassi restino bassi nel futuro immediato. Tuttavia, se si ha un orizzonte temporale a lungo termine, potrebbe essere saggio discutere con un consulente finanziario per valutare l’opportunità di bloccare un tasso fisso a livelli bassi.

In sintesi, farei una valutazione del mio budget, delle prospettive economiche e dei possibili scenari futuri, confrontando diverse offerte di mutui e riflettendo se conviene scegliere un tasso fisso o variabile, visto il calo recente dei tassi variabili.


Potrebbe essere utile consultare gli ultimi dati sui tassi Euribor

Frenata dell’inflazione in Italia: +0,7%

A settembre l’inflazione scende a +0,7%, il livello più basso del 2024

Grafico inflazione Italia dal 2019 a settembre 2024

Sono i beni energetici che spingono in basso l’inflazione con -8,7% da -6,1% di agosto, ma risente anche del rallentamento su base tendenziale dei prezzi di alcune tipologie di servizi (ricreativi, culturali e per la cura della persona e di trasporto). La variazione rispetto ad Agosto scorso -0,2 per cento.

Tabella ultimi dati dell’inflazione in Italia

N Periodi Inflazione
annua
Inflazione
mensile
1 Gennaio-2023 Gennaio-2024 0,8% 0,3%
2 Febbraio-2023 Febbraio-2024 0,8% 0,1%
3 Marzo-2023 Marzo-2024 1,2% 0,0%
4 Aprile-2023 Aprile-2024 0,8% 0,1%
5 Maggio-2023 Maggio-2024 0,8% 0,2%
6 Giugno-2023 Giugno-2024 0,8% 0,1%
7 Luglio-2023 Luglio-2024 1,3% 0,4%
8 Agosto-2023 Agosto-2024 1,1% 0,2%
9 Settembre-2023 Settembre-2024 0,7% -0,2%
Variazione Media 0,9% 0,1%

L’inflazione media resta allo 0,9 per cento anche per settembre.

I prezzi degli alimentari però aumentano lievemente il loro ritmo di crescita su base annua, contribuendo all’accelerazione dei prezzi del “carrello della spesa” (+1,0% da +0,6%).

A settembre l’inflazione di fondo scende a +1,8% (dal +1,9% registrato negli ultimi tre mesi).

La serie storica dell’inflazione media in Italia

Inflazione US settembre 2024 al+2,4%.

Il  tasso più basso negli US dal febbraio 2021 

Nel mese di settembre 2024, l’Indice dei Prezzi al Consumo per tutti i consumatori urbani (CPI-U) negli Stati Uniti è aumentato dello 0,2% su base destagionalizzata, mantenendo lo stesso tasso di crescita registrato nei mesi di agosto e luglio. Negli ultimi 12 mesi, l’indice complessivo è aumentato del 2,4%, il tasso più basso dal febbraio 2021.

L’indice per l’alloggio è cresciuto dello 0,2%, mentre l’indice per il cibo è aumentato dello 0,4%, rappresentando insieme oltre il 75% dell’aumento mensile complessivo. In particolare, l’indice per il cibo a casa è salito dello 0,4%, mentre il cibo fuori casa ha visto un aumento dello 0,3%. Tuttavia, l’indice dell’energia ha registrato un calo dell’1,9%, dopo una diminuzione dello 0,8% il mese precedente.

Escludendo cibo ed energia, l’indice è aumentato dello 0,3%, con aumenti nei settori abitativi, assicurazioni per veicoli, assistenza sanitaria, abbigliamento e tariffe aeree. Al contrario, i settori ricreativo e delle comunicazioni hanno visto una diminuzione.

Nel complesso, l’inflazione annuale del 2,4% indica una moderazione significativa, segnalando un miglioramento rispetto ai livelli più elevati osservati negli ultimi anni. Tuttavia, settori come l’alloggio e il cibo continuano a esercitare pressioni inflazionistiche, anche se contenute. Il calo dei prezzi energetici e la riduzione generale dell’inflazione rappresentano elementi positivi, ma la situazione rimane complessa, soprattutto per quanto riguarda l’inflazione “core” (al netto di cibo ed energia), che è ancora al 3,3%.

Giudizio

La situazione appare moderatamente positiva. Il calo dell’inflazione complessiva e dei prezzi dell’energia è un buon segnale per l’economia, ma l’aumento costante dei costi di beni essenziali come l’alloggio e il cibo può continuare a pesare sui consumatori. La riduzione dell’inflazione annuale è certamente un progresso, ma è necessario monitorare attentamente l’evoluzione dei prezzi dei beni di prima necessità.

Ora si attende la mossa della FED che potrebbe vedere al ribasso i tassi di interesse

Il dato Ufficiale sul sito U.S. Bureau 

La serie storica dei dati sugli US

Inflazione in Area Euro stimata a settembre a 1,8%

Inflazione in calo a settembre 2024 da 2,2% di agosto a 1,8% di settembre

Secondo la stima Eurostat  l’inflazione annuale nell’area dell’euro dovrebbe attestarsi all’1,8% a settembre 2024, in calo rispetto al 2,2% di agosto.

Considerando le principali componenti dell’inflazione nell’area dell’euro, si prevede che i servizi registreranno il tasso annuo più elevato a settembre (4,0%, rispetto al 4,1% di agosto), seguiti da prodotti alimentari, alcolici e tabacco (2,4%, rispetto al 2,3% di agosto), beni industriali non energetici (0,4%, stabile rispetto ad agosto) ed energia (-6,0%, rispetto al -3,0% di agosto).

Il valore 1,8% è il più basso da maggio 2021 quando l’inflazione era uguale a 2,0%.

I dati dell’inflazione annua in Area Euro da gennaio 2023

Gennaio-2022  Gennaio-2023 8,60%
Febbraio-2022  Febbraio-2023 8,50%
Marzo-2022  Marzo-2023 6,90%
Aprile-2022  Aprile-2023 7,00%
Maggio-2022  Maggio-2023 6,10%
Giugno-2022  Giugno-2023 5,50%
Luglio-2022  Luglio-2023 5,30%
Agosto-2022  Agosto-2023 5,20%
Settembre-2022  Settembre-2023 4,30%
Ottobre-2022  Ottobre-2023 2,90%
Novembre-2022  Novembre-2023 2,40%
Dicembre-2022  Dicembre-2023 2,90%
Gennaio-2023  Gennaio-2024 2,80%
Febbraio-2023  Febbraio-2024 2,60%
Marzo-2023  Marzo-2024 2,40%
Aprile-2023  Aprile-2024 2,40%
Maggio-2023  Maggio-2024 2,60%
Giugno-2023  Giugno-2024 2,50%
Luglio-2023  Luglio-2024 2,60%
Agosto-2023  Agosto-2024 2,20%
Settembre-2023  Settembre-2024
(stima)
1,80%
 

Utile per approfondire

Italia: Inflazione settembre 2024 in discesa:+0,7%

A settembre 2024 l’inflazione in Italia ha registrato una diminuzione dello 0,2% su base mensile e un aumento dello 0,7% su base annua.

Questo dato segna un rallentamento rispetto all’inflazione dell’1,1% di agosto, portando il tasso di crescita dei prezzi al livello più basso dall’inizio dell’anno.

Motivi del Rallentamento

La principale causa di questa decelerazione è stata la discesa dei prezzi dei beni energetici. I beni energetici regolamentati hanno visto una riduzione del tasso di crescita dal +14,3% di agosto al +10% di settembre. Ancora più marcata è stata la flessione dei beni energetici non regolamentati, come benzina e gasolio, i cui prezzi sono diminuiti dell’11,0%, contro il -8,6% di agosto.

Parallelamente, si è osservata una diminuzione nel ritmo di crescita dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (dal +4,5% al +4,0%) e dei servizi relativi ai trasporti (dal +2,9% al +2,5%). Tuttavia, l’accelerazione dei prezzi dei beni alimentari, sia lavorati che non, ha parzialmente compensato questo calo, con i beni non lavorati che sono passati da un -0,5% a un +0,3%, e i lavorati da un +1,5% a un +1,8%.

L’Inflazione di Fondo

Un altro indicatore significativo è l’inflazione di fondo, che esclude dal calcolo i beni energetici e alimentari freschi. A settembre, questo valore è sceso all’1,8%, leggermente inferiore rispetto all’1,9% di agosto. Se escludiamo solo i beni energetici, l’inflazione si attesta al 1,7%.

Settori in rallentamento e accelerazione

Contributo Alla Variazione Per Tipologia Di Prodotto

La dinamica dei prezzi dei beni e dei servizi mostra chiaramente il rallentamento dell’inflazione in determinati settori. La flessione è più evidente nei beni, dove si registra un calo dello 0,8%, rispetto al -0,5% del mese precedente. Anche i servizi, sebbene ancora in crescita, vedono una decelerazione (da +3,2% a +2,8%).

Un dato interessante riguarda il cosiddetto “carrello della spesa”, che comprende i beni alimentari, per la casa e la persona. A settembre, questa categoria ha mostrato un’accelerazione dell’inflazione, passando da +0,6% ad +1,1%, riflettendo un incremento nei costi dei beni di uso quotidiano.

L’Inflazione acquisita per il 2024

Guardando al quadro generale del 2024, l’inflazione acquisita per l’intero anno si stima intorno all’1,0%. Questo dato riflette l’andamento medio dell’inflazione fino a settembre e potrebbe influenzare le politiche economiche dei prossimi mesi.

Analisi e riflessioni

La situazione dei prezzi al consumo in Italia a settembre 2024 mostra una dinamica di rallentamento dell’inflazione, principalmente trainata dal calo dei prezzi energetici, che continua a influenzare positivamente il potere d’acquisto delle famiglie italiane. Tuttavia, la situazione rimane delicata. Il rialzo dei prezzi dei beni alimentari e di quelli per la casa e la persona rappresenta un problema, soprattutto per le fasce di reddito più basse, che risentono maggiormente di queste variazioni.

La decelerazione dei prezzi dei servizi legati ai trasporti e alla cultura può sembrare una buona notizia, ma potrebbe nascondere dinamiche più complesse legate alla domanda debole o a condizioni economiche incerte. La flessione dei prezzi del trasporto aereo e marittimo, ad esempio, potrebbe indicare una diminuzione della domanda dovuta alla ridotta capacità di spesa delle famiglie, e non necessariamente un miglioramento della competitività di questi settori.

In generale, mentre il calo dell’inflazione offre sollievo rispetto agli aumenti dei mesi scorsi, è fondamentale monitorare l’evoluzione dei prezzi nel settore alimentare e dei beni di prima necessità. Un’inflazione troppo bassa, seppur rassicurante in superficie, può essere sintomo di stagnazione economica o di debolezza nella domanda interna.

Il futuro?

Le prospettive per i prossimi mesi dipenderanno molto dall’evoluzione dei prezzi energetici, che, se continueranno a calare, potrebbero mantenere l’inflazione sotto controllo. Tuttavia, un improvviso aumento dei costi dell’energia, legato a fattori geopolitici o a variazioni della domanda globale, potrebbe riportare rapidamente l’inflazione su livelli preoccupanti.

Le autorità economiche dovranno bilanciare con attenzione le politiche monetarie e fiscali per evitare di compromettere la ripresa economica, tenendo d’occhio la spesa delle famiglie e l’andamento dei salari, che in un contesto di bassa inflazione rischiano di rimanere stagnanti.


Il comunicato ufficiale Istat

L’Inflazione ultimi 2 anni in Italia

BCE: Politiche Monetarie e prospettive di ripresa

Moderazione economica nell’area dell’euro

Area Euro – Inflazione complessiva e sue principali componenti

Il Bollettino Economico della Banca Centrale Europea (BCE) n. 6/2024 (PDF) delinea un quadro di moderazione economica nell’area dell’euro, evidenziando come l’inflazione e la crescita economica rimangano sotto stretta osservazione.

Nonostante le sfide globali e interne, la BCE mantiene il suo impegno a garantire stabilità e a riportare l’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine.

Decisioni di politica monetaria

Nella riunione del 12 settembre 2024, la BCE ha deciso di ridurre il tasso di interesse sui depositi di 25 punti base, portandolo al 3,50%. Questa decisione è stata presa in considerazione delle recenti tendenze inflazionistiche e delle proiezioni macroeconomiche. Sebbene l’inflazione complessiva rimanga elevata, l’economia dell’area euro mostra segnali di stabilizzazione. Il Consiglio direttivo della BCE ha ribadito che il livello e la durata delle restrizioni monetarie saranno guidati dai dati economici futuri. Tabella tassi BCE

Inflazione: un trend discendente

Le proiezioni della BCE indicano che l’inflazione complessiva nell’area euro si attesterà al 2,5% per il 2024, al 2,2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026. Sebbene sia previsto un leggero aumento dell’inflazione nell’ultimo trimestre del 2024, dovuto alla cessazione degli effetti del ribasso dei prezzi energetici, le pressioni inflazionistiche dovrebbero continuare a diminuire. Le proiezioni per l’inflazione di fondo sono state lievemente riviste al rialzo per il 2024 e il 2025 a causa dei rincari dei servizi, ma si prevede una discesa costante verso il target del 2%.

Le pressioni sui prezzi rimangono sostenute dalla crescita dei salari, anche se il tasso di crescita del costo del lavoro sta iniziando a rallentare, attenuando le pressioni inflazionistiche.

Crescita economica debole

L’economia dell’area euro continua a mostrare segnali di debolezza.

Nel secondo trimestre del 2024, il PIL è cresciuto dello 0,2%, un dato inferiore alle aspettative iniziali. Questo rallentamento è attribuibile alla contrazione della domanda interna e agli effetti persistenti di politiche monetarie restrittive.

Le previsioni della BCE indicano una crescita annua del PIL reale pari allo 0,8% nel 2024, con un lieve miglioramento previsto per il 2025 (1,3%) e il 2026 (1,5%). Tuttavia, la ripresa è attesa in gran parte nella seconda metà del 2024, grazie a un previsto miglioramento della fiducia dei consumatori e un aumento dei redditi reali.

Mercato del lavoro: una tenuta fragile

Il mercato del lavoro dell’area euro ha mostrato segni di rallentamento. Nel secondo trimestre del 2024, l’occupazione è cresciuta solo dello 0,2%, una decelerazione rispetto ai trimestri precedenti. Il tasso di disoccupazione si è stabilizzato al 6,4%, ma le prospettive per la crescita dell’occupazione nel breve periodo sono deboli, con una diminuzione della domanda di manodopera e un calo dei posti vacanti.

Rischi e prospettive globali

I rischi per la crescita economica rimangono orientati verso il basso, influenzati da fattori geopolitici e dall’incertezza sulle prospettive commerciali globali. Il rallentamento della domanda internazionale, in particolare dalla Cina e da altre economie emergenti, potrebbe frenare ulteriormente la crescita dell’area euro. Inoltre, la guerra tra Russia e Ucraina e le tensioni in Medio Oriente continuano a rappresentare fattori di rischio significativi.

Al contrario, l’inflazione potrebbe sorprendere al rialzo se le pressioni salariali o i profitti aziendali aumentassero più del previsto. Gli esperti della BCE continueranno a monitorare attentamente queste variabili e a valutare l’impatto delle politiche monetarie restrittive sugli sviluppi economici.

Sintesi

  • La BCE rimane ferma nel suo obiettivo di riportare l’inflazione al 2% nel medio termine.
  • Per raggiungere questo obiettivo, la Banca Centrale è pronta a mantenere tassi di interesse su livelli restrittivi finché necessario e a regolare tutti i suoi strumenti per sostenere la stabilità monetaria.
  • La crescita economica rimane debole, ma si prevede che i consumi privati e il mercato del lavoro possano fornire un sostegno alla ripresa nella seconda metà del 2024.
  • Con un’attenzione costante all’evoluzione dei dati economici e finanziari, la BCE dimostra di essere pronta ad adattarsi per mantenere un percorso di crescita sostenibile e stabile per l’area euro.

Area Euro inflazione giù al 2,2% da 2,6%

Ad agosto 2024 inflazione al 2,2% in Area Euro

L’inflazione  annua nell’area dell’euro è scesa al 2,2% ad agosto 2024, in calo rispetto al 2,6% di luglio. Un anno prima, il tasso era del 5,2%. 

Grafico inflazione Area Euro Gennaio 2021 – Agosto 2024

Per trovare un valore così basso bisogna tornare indietro fino a luglio 2021 quando il valore era 2,2%. Da allora fu una salita repentina fino a toccare il massimo a ottobre 2022 con 10,6%

Ad agosto 2024, il contributo maggiore al tasso di inflazione annua dell’area dell’euro è arrivato dai servizi (+1,88 punti percentuali), seguiti da alimenti, alcol e tabacco (+0,46 pp), beni industriali non energetici (+0,11 pp) ed energia (-0,29 pp).

Tabella Inflazione annua e mensile Euro Area – Giugno 2021 – Agosto 2024

Periodi Inflazione
annua
Inflazione
mensile
Giugno-2020 Giugno-2021 1,9% 0,3%
Luglio-2020 Luglio-2021 2,2% -0,1%
Agosto-2020 Agosto-2021 3,0% 0,4%
Settembre-2020 Settembre-2021 3,4% 0,5%
Ottobre-2020 Ottobre-2021 4,1% 0,8%
Novembre-2020 Novembre-2021 4,9% 0,4%
Dicembre-2020 Dicembre-2021 5,0% 0,4%
Gennaio-2021 Gennaio-2022 5,1% 0,3%
Febbraio-2021 Febbraio-2022 5,9% 0,9%
Marzo-2021 Marzo-2022 7,4% 2,4%
Aprile-2021 Aprile-2022 7,4% 0,6%
Maggio-2021 Maggio-2022 8,1% 0,8%
Giugno-2021 Giugno-2022 8,6% 0,8%
Luglio-2021 Luglio-2022 8,9% 0,1%
Agosto-2021 Agosto-2022 9,1% 0,6%
Settembre-2021 Settembre-2022 9,9% 1,2%
Ottobre-2021 Ottobre-2022 10,6% 1,5%
Novembre-2021 Novembre-2022 10,1% -0,1%
Dicembre-2021 Dicembre-2022 9,2% -0,4%
Gennaio-2022 Gennaio-2023 8,6% -0,2%
Febbraio-2022 Febbraio-2023 8,5% 0,8%
Marzo-2022 Marzo-2023 6,9% 0,9%
Aprile-2022 Aprile-2023 7,0% 0,6%
Maggio-2022 Maggio-2023 6,1% 0,0%
Giugno-2022 Giugno-2023 5,5% 0,3%
Luglio-2022 Luglio-2023 5,3% -0,1%
Agosto-2022 Agosto-2023 5,2% 0,5%
Settembre-2022 Settembre-2023 4,3% 0,3%
Ottobre-2022 Ottobre-2023 2,9% 0,1%
Novembre-2022 Novembre-2023 2,4% -0,6%
Dicembre-2022 Dicembre-2023 2,9% 0,2%
Gennaio-2023 Gennaio-2024 2,8% -0,4%
Febbraio-2023 Febbraio-2024 2,6% 0,6%
Marzo-2023 Marzo-2024 2,4% 0,7%
Aprile-2023 Aprile-2024 2,4% 0,6%
Maggio-2023 Maggio-2024 2,6% 0,2%
Giugno-2023 Giugno-2024 2,5% 0,2%
Luglio-2023 Luglio-2024 2,6% -0,0%
Agosto-2023 Agosto-2024 2,2% 0,1%

Inflazione media Area Euro ultimi tre anni

  • Media attuale anno 2024 (Gennaio 2024 – Agosto 2024): 2,5%.
  • Media ultimi dodici mesi (Settembre 2023 a Agosto 2024):2,7%
  • Media nel 2023: 5,5%.
  • Media nel 2022: 8,3%.

Per approfondire sull’inflazione media in Area Euro

L’inflazione nei paesi dell’Area Euro

I tassi annuali più bassi sono stati registrati in Lituania (0,8%), Lettonia (0,9%), Irlanda, Slovenia e Finlandia (tutti all’1,1%). I tassi annuali più alti sono stati registrati in Romania (5,3%), Belgio (4,3%) e Polonia (4,0%). Rispetto a luglio 2024, l’inflazione annua è diminuita in venti Stati membri, è rimasta stabile in uno ed è aumentata in sei.

 

Variazione dei tassi di interesse INPS dal 18 settembre 2024

Aggiornamento tassi per dilazione e differimento pagamento contributi previdenziali

A partire dal 18 settembre 2024, l’INPS con Circolare numero 89 del 16-09-2024 ha recepito le modifiche introdotte dalla decisione della Banca Centrale Europea (BCE) del 12 settembre 2024, che ha ridotto il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali al 3,65%. Questo aggiornamento incide sia sui tassi di dilazione e di differimento per il pagamento dei contributi previdenziali, sia sulle sanzioni civili applicate in caso di mancato o ritardato pagamento dei contributi.

Tasso di dilazione e di differimento

A seguito della riduzione del tasso BCE, il nuovo tasso di interesse per la regolarizzazione rateale dei debiti contributivi sarà pari al 9,65% annuo. Questo tasso sarà applicato alle rateazioni autorizzate a partire dal 18 settembre 2024. Tuttavia, i piani di ammortamento già emessi non subiranno modifiche.

Sanzioni civili

Per i mancati o ritardati pagamenti dei contributi previdenziali, la sanzione civile sarà pari al 9,15% annuo, che include il tasso di interesse del 3,65% maggiorato di 5,5 punti percentuali. Nel caso di pagamento spontaneo entro 120 giorni, non si applicherà la maggiorazione del 5,5%, e la sanzione sarà calcolata solo sul tasso di interesse del 3,65%.

Se il contribuente denuncia la propria situazione debitoria entro 12 mesi e paga entro 30 giorni, la sanzione resterà al 9,15%. Qualora il pagamento avvenga entro 90 giorni dalla denuncia, la sanzione aumenterà all’11,15%. Oltre tali termini, si applicheranno le sanzioni per evasione contributiva.

Procedure concorsuali

In caso di procedure concorsuali, le sanzioni civili saranno ridotte e calcolate sulla base del tasso ufficiale di rifinanziamento (3,65%). Per l’evasione, la sanzione sarà pari al tasso del rifinanziamento maggiorato di due punti percentuali. La riduzione delle sanzioni è subordinata al pagamento integrale dei contributi e delle spese, e non potrà essere inferiore al tasso di interesse legale.

Per approfondire

Utilità per il calcolo degli interessi legali

Calcola gli interessi tra due periodi con aggiornamento all’ultimo tasso disponibile

Inflazione ad agosto 2024 in calo: +1,1%

Segnali positivi per l’inflazione in Italia

L’indice dei prezzi al consumo aumenta dello 0,2% su base mensile e dell’1,1% su base annua, in calo rispetto al +1,3% di luglio. L’inflazione acquisita per il 2024 è dell’1,1% per l’indice generale e del 2,1% per la componente di fondo. Confermata la stima di Agosto.

Indici nazionali dei prezzi al consumo-NIC con tabacchi – Gennaio 2024 – Agosto 2024

N Periodi Inflazione
annua
Inflazione
mensile
Inflazione Media
Valore parziale
Indice Dal Indice Al
1 Gennaio-2023 Gennaio-2024 0,8% 0,3% 0,8% 119,1 120,1
2 Febbraio-2023 Febbraio-2024 0,8% 0,1% 0,8% 119,3 120,2
3 Marzo-2023 Marzo-2024 1,2% 0,0% 0,9% 118,8 120,2
4 Aprile-2023 Aprile-2024 0,8% 0,1% 0,9% 119,3 120,3
5 Maggio-2023 Maggio-2024 0,8% 0,2% 0,9% 119,7 120,6
6 Giugno-2023 Giugno-2024 0,8% 0,1% 0,9% 119,7 120,7
7 Luglio-2023 Luglio-2024 1,3% 0,4% 0,9% 119,7 121,2
8 Agosto-2023 Agosto-2024 1,1% 0,2% 0,9% 120,1 121,4
Variazione Media 0,9% 0,2% —— —— ——

 

Inflazione Italia Gennaio 2022 – Agosto 2024

Il punto sul dato di Agosto

  • La media annua in Italia si conferma al 9,0% e comunque in calo rispetto a quella dello scorso anno con 5,7%
  • Beni energetici: La flessione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati si amplia da -6,0% a -8,6%. Al contrario, i Beni energetici regolamentati vedono un’accelerazione dei prezzi, passando da +11,7% a +14,3%.

  • Prezzi dei servizi: I Servizi relativi ai trasporti accelerano (da +2,2% a +2,9%), mentre i Servizi relativi all’abitazione rallentano (da +2,7% a +2,5%). Nel complesso, i servizi crescono del +3,2%, con un differenziale inflazionistico tra beni e servizi di +3,7 punti percentuali.

  • Beni durevoli e semidurevoli: I prezzi dei Beni durevoli scendono da -1,2% a -1,8%, mentre i Beni semidurevoli aumentano leggermente (da +1,1% a +1,3%).

  • Carrello della spesa: I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano (da +0,7% a +0,6%), mentre i prodotti ad alta frequenza di acquisto passano da +1,8% a +1,1%.

  • Inflazione di fondo: Rimane stabile al +1,9%, escludendo gli energetici e gli alimentari freschi.

  • Indice armonizzato (IPCA): Scende dello 0,2% su base mensile (per via dei saldi estivi) e aumenta dell’1,2% su base annua, rispetto al +1,6% di luglio.

In sintesi, il rallentamento dell’inflazione è dovuto principalmente alla riduzione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati e dei beni durevoli, mentre l’inflazione di fondo e i servizi continuano a sostenere la dinamica generale dei prezzi.

Funzioni Lineari e Polinomiali: Esempi Pratici

La Differenza tra Funzioni Lineari e Polinomiali

Quando analizziamo la relazione tra due variabili, come nel caso del tasso di interesse e della rata di un mutuo, possiamo descriverne il comportamento con funzioni matematiche. Due dei modelli più comuni sono le funzioni lineari e le funzioni polinomiali (quadratiche). In questo articolo, esploreremo le differenze tra queste due tipologie di funzioni, utilizzando esempi concreti.

Funzione Lineare: Aumento Costante

Una funzione lineare descrive una relazione in cui la variabile dipendente cresce (o decresce) in modo costante al variare della variabile indipendente. La forma generale di una funzione lineare è:

R(t) = mt + c

Dove:

  • R(t) è la variabile dipendente (la rata mensile, nel nostro caso),
  • t è la variabile indipendente (il tasso di interesse),
  • m rappresenta la crescita costante (pendenza),
  • c è il valore iniziale della variabile dipendente (l’intercetta).

Esempio di Funzione Lineare

Immaginiamo un tasso di interesse crescente in modo lineare con un incremento costante della rata. La formula potrebbe essere:

R(t) = 40t + 300

Questo significa che per ogni 1% di aumento del tasso di interesse, la rata mensile aumenta di 40€. Vediamo come cambia la rata con diversi tassi di interesse:

  • Con un tasso del 1%, la rata sarà: 340€ (R(1) = 40(1) + 300)
  • Con un tasso del 2%, la rata sarà: 380€ (R(2) = 40(2) + 300)
  • Con un tasso del 3%, la rata sarà: 420€ (R(3) = 40(3) + 300)

L’incremento è sempre di 40€ per ogni aumento di 1% nel tasso di interesse. Questo è ciò che caratterizza una funzione lineare: un aumento costante e prevedibile.

Funzione Polinomiale (Quadratica): Aumento Variabile

Al contrario, una funzione polinomiale (quadratica) descrive una relazione in cui la variabile dipendente cresce in modo non lineare, con un’accelerazione o decelerazione man mano che la variabile indipendente aumenta. La forma generale di una funzione polinomiale di secondo grado è:

R(t) = at2 + bt + c

Dove:

  • R(t) è la variabile dipendente,
  • t è la variabile indipendente,
  • a è il coefficiente del termine quadratico (che determina la curvatura della parabola),
  • b è il coefficiente del termine lineare,
  • c è il termine costante.

Esempio di Funzione Polinomiale

Abbiamo derivato la seguente funzione polinomiale per modellare l’andamento della rata mensile in base al tasso di interesse utilizzando Excel e un metodo statistico chiamato regressione polinomiale. In questo caso, Excel ha calcolato i coefficienti che meglio si adattano ai dati reali, fornendo la formula:

R(t) = 1.32t2 + 42.09t + 416.45

Con questa formula, possiamo osservare come la rata cresca a un ritmo variabile, non costante, al crescere del tasso di interesse. Vediamo qualche esempio:

  • Con un tasso del 1%, la rata sarà: 459.89€ (R(1) = 1.32(1)2 + 42.09(1) + 416.45)
  • Con un tasso del 2%, la rata sarà: 505.88€ (R(2) = 1.32(2)2 + 42.09(2) + 416.45)
  • Con un tasso del 3%, la rata sarà: 554.60€ (R(3) = 1.32(3)2 + 42.09(3) + 416.45)

Calcolo Manuale

Prima dell’uso di strumenti software come Excel, questi coefficienti potevano essere calcolati manualmente usando il metodo dei minimi quadrati. Questo metodo statistico permette di minimizzare l’errore tra i dati osservati e la curva stimata, risolvendo un sistema di equazioni lineari basato sui valori raccolti (ad esempio, il tasso di interesse e la rata mensile). I calcoli manuali richiedevano strumenti come il regolo calcolatore e tavole numeriche, oppure la risoluzione manuale di sistemi lineari tramite tecniche algebriche.

In sintesi, con Excel abbiamo potuto automatizzare un processo complesso che una volta richiedeva molto più tempo e calcoli manuali, rendendo più facile derivare equazioni come questa per analizzare il comportamento delle variabili.

Come si può notare, l’aumento della rata è maggiore a tassi più elevati. La funzione polinomiale descrive una relazione in cui l’incremento diventa sempre più rapido, a differenza della funzione lineare, dove l’incremento è sempre lo stesso.

Leggi il nostro articolo Aumento o Diminuzione dell’interesse sulla Rata del Mutuo

Confronto tra Funzione Lineare e Polinomiale

Ecco un riassunto delle principali differenze:

Funzione Lineare Funzione Polinomiale (Quadratica)
Crescita costante e prevedibile. Crescita variabile, l’incremento accelera o decelera.
Formula: R(t) = mt + c Formula: R(t) = at2 + bt + c
Esempio: l’incremento della rata è sempre lo stesso per ogni aumento del tasso di interesse. Esempio: l’incremento della rata diventa maggiore con tassi più elevati.

Conclusione

In sintesi, le funzioni lineari e polinomiali descrivono relazioni molto diverse tra variabili. Una funzione lineare implica un aumento costante, mentre una funzione polinomiale di secondo grado (quadratica) implica un aumento che varia man mano che la variabile indipendente cresce. Nella pratica, la scelta di un modello dipende dalla natura della relazione che vogliamo descrivere.

Effetti delle variazioni dell’interesse sulla rata

Come le variazioni del tasso di interesse influenzano la rata mensile

Quando si ha un mutuo a tasso variabile, è naturale chiedersi come le variazioni del tasso di interesse influenzino la rata mensile.

Le variazioni più comuni sono aumenti o diminuzioni dello 0,5% o dell’1%. In questo articolo esamineremo gli effetti di queste variazioni sulla rata.

La Funzione che descrive l’andamento della rata

Abbiamo derivato una funzione matematica polinomiale di secondo grado che descrive la variazione della rata mensile in relazione al tasso di interesse. La funzione è la seguente:

R(t) = 1,32t2 + 42,09t + 416,45

Dove:

  • R(t) rappresenta la rata mensile in euro,
  • t è il tasso di interesse in percentuale.

Questa funzione mostra un andamento non lineare: un aumento dello 0,5% del tasso di interesse comporta una crescita della rata che varia leggermente a seconda del tasso di partenza.

Supponiamo di voler calcolare la rata mensile R(t) con un tasso di interesse del 3%.

Calcoli:

  1. Sostituiamo t = 3 nella formula:

    R(3) = 1,32(3)2 + 42,09(3) + 416,45

  2. Calcoliamo il quadrato di 3:

    R(3) = 1,32(9) + 42,09(3) + 416,45

  3. Moltiplichiamo:

    R(3) = 11,88 + 126,27 + 416,45

  4. Sommiamo i risultati:

    R(3) = 554,60

Risultato finale: Con un tasso di interesse del 3%, la rata mensile sarà 554,60€.

Esempi concreti di aumento dello 0,5% e dell’1%

Esempio 1: Aumento dello 0,5%

  • Consideriamo un mutuo di 100.000€ per 20 anni con un tasso di partenza del 1%:
    • Rata a 1%: 459,89€
    • Rata a 1,5%: 482,55€
    • Incremento in euro: 22,66€
    • Incremento percentuale: 4,93%

Esempio 2: Aumento dello 0,5% su tasso del 4%

  • Ora consideriamo lo stesso mutuo, ma partendo da un tasso del 4%:
    • Rata a 4%: 605,98€
    • Rata a 4,5%: 631,57€
    • Incremento in euro: 25,59€
    • Incremento percentuale: 4,22%

Confronto degli impatti

  • Con un aumento dello 0,5% su un tasso dell’1%, l’incremento percentuale della rata è 4,93%.
  • Con lo stesso aumento dello 0,5%, ma partendo da un tasso del 4%, l’incremento percentuale è solo 4,22%.

Esempio 3: Aumento dell’1% su tasso del 1%

  • Se partiamo di nuovo dal tasso del 1%:
    • Rata a 1%: 459,89€
    • Rata a 2%: 505,88€
    • Incremento in euro: 45,99€
    • Incremento percentuale: 10%

Esempio 4: Aumento dell’1% su tasso del 4%

  • Con un tasso del 4%:
    • Rata a 4%: 605,98€
    • Rata a 5%: 643,60€
    • Incremento in euro: 37,62€
    • Incremento percentuale: 6,21%

Conclusione:

Questi esempi mostrano in modo più chiaro che l’impatto percentuale è maggiore su tassi bassi e si riduce con tassi più elevati:

  • Aumento dello 0,5% da 1% a 1,5% porta a un aumento del 4,93%.
  • Aumento dello 0,5% da 4% a 4,5% porta a un aumento del 4,22%.
  • Aumento dell’1% da 1% a 2% porta a un aumento del 10%.
  • Aumento dell’1% da 4% a 5% porta a un aumento del 6,21%.

Per visualizzare meglio questo andamento, ecco un grafico che mostra la curva della rata stimata in base al tasso di interesse.

  • Linea 1: Rappresenta un aumento costante dei tassi di interesse, con un incremento lineare come y = x, dove x rappresenta il tasso di interesse.
  • Linea 2: Mostra l’aumento percentuale della rata rispetto all’incremento dei tassi di interesse. Questo andamento è non lineare, in particolare per tassi più bassi, e può essere modellato con una funzione quadratica.
Confronto tra Aumento Costante del Tasso di Interesse e Aumento Percentuale della Rata

Tabella di confronto tra tassi di interesse e rate

La seguente tabella mostra come varia la rata mensile in base al tasso di interesse, sia secondo i valori reali sia quelli stimati dalla funzione polinomiale:

Tasso di Interesse (%) Rata Reale (€) Rata Stimata (€) Incremento Percentuale Stimato (%)
1 459.89 459.86
1.5 482.55 482.55 4.93
2 505.88 505.91 10.01
3 554.60 554.61 9.63
4 605.98 605.98 9.26

Conclusione 

  • La funzione quadratica, spiega perché l’incremento percentuale della rata è più elevato per tassi bassi (ad esempio tra 1% e 2%) e diminuisce per tassi più alti (tra 4% e 5%).
  • La stessa funzione descrive sia aumenti dello 0,5% che dell’1%, poiché il comportamento della crescita della rata è simile in entrambi i casi.

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