Come si creano i segmenti su Strava?

Creazione di Segmenti su Strava

Come si creano i segmenti su Strava? 1
Strava. Come creare un segmento

Cos’è un segmento su Strava?

Un segmento su Strava è una porzione di un percorso che puoi creare per monitorare e confrontare le tue performance con quelle di altri utenti. Può essere una salita, una discesa o qualsiasi altra sezione di un percorso che ti interessa.

Passaggi per creare i tuoi segmenti su Strava

  1. Accedi al tuo account Strava e vai alla sezione in alto Allenamento e poi clicca su Le mie attività
  2. Seleziona l’attività dove c’è la zona che vuoi identificare come SEGMENTO
  3. Nella colonna di sinistra clisui tre puntini e seleziona dal Menù Crea  segmento.
  4. In alto alla mappa troverai una barra con dei cerchi, uno verde (partenza) e l’altro rosso (arrivo). Questi pulsanti ti serviranno per muoverti dentro la mappa
  5. Ora per trovare la zona che vuoi tracciare come segmento ti consigliamo, per una visione più chiara, di selezionare “mappa satellitare
  6. Ora muovendo i pulsanti verde e rosso potrai delimitare il segmento. Ricorda che per piccoli spostamenti conviene utilizzare i pulsanti indietro e avanti posti sotto i cerchi verde e rosso.
  7. Una volta definito il segmento clicca a sinistra su SUCCESSIVO. Compare un campo “Assegna un nome al segmento” dove dovrai inserire il nome del tuo segmento.
  8. Dai un nome al tuo segmento e aggiungi una descrizione opzionale.
  9. Salva il segmento e inizia a monitorare le tue performance!
  10. Ricorda che puoi rendere il segmento privato selezionando Rendi questo segmento privato

Esempio di Creazione di un Segmento

Supponiamo di voler creare un segmento per una salita impegnativa che fai spesso in bicicletta:

  1. Vai su Strava e accedi alla mappa.
  2. Seleziona il punto di partenza della salita e traccia il percorso fino alla cima.
  3. Nomina il segmento “Salita della Vittoria” e aggiungi una descrizione come “Salita impegnativa di 5 km con pendenza media del 7%”.
  4. Salva il segmento e confronta i tuoi tempi con quelli degli altri ciclisti.
     

Consigli Utili

  • Assicurati che il segmento sia ben definito e non troppo lungo per rendere il confronto delle performance più interessante.
  • Utilizza nomi descrittivi per i tuoi segmenti in modo che altri utenti possano capire facilmente di cosa si tratta.
  • Monitora regolarmente le tue performance sui segmenti per vedere i tuoi progressi nel tempo.

Vai su STRAVA

Algoritmo Euribor, la truffa delle Banche e gli impatti sui mutuatari

Cos’è l’Euribor

Tassi giù in AREA EURO.

Euribor (Euro Interbank Offered Rate) è un tasso di interesse di riferimento che indica quanto costa mediamente prendere a prestito denaro tra banche europee senza garanzie. Il marchio “Euribor” è registrato ed è di proprietà di EMMI (European Money Markets Institute), l’organizzazione con sede a Bruxelles che ne gestisce regolamento e supervisione.

Chi calcola l’euribor

Sebbene EMMI sia l’amministratore ufficiale del benchmark Euribor, il calcolo giornaliero viene effettuato da un soggetto terzo indipendente chiamato calculation agent: si tratta di Global Rate Set Systems Ltd (GRSS).

  • GRSS raccoglie i dati inviati dalle banche del panel ogni mattina.
  • Applica le regole del metodo ibrido definite da EMMI.
  • Calcola i tassi ufficiali escludendo i valori estremi e facendo la media aritmetica semplice.
  • Pubblica i valori tramite EMMI e provider come Bloomberg e Reuters.

Perché il calcolo dell’Euribor è affidato a un soggetto terzo?

Il motivo principale è evitare conflitti di interesse e garantire neutralità operativa. EMMI, in quanto amministratore del benchmark, definisce il metodo e supervisiona il processo, ma non esegue materialmente i calcoli.

Affidare il calcolo a un calculation agent indipendente serve a:

  1. Rendere il processo imparziale: il calculation agent non ha interessi finanziari diretti nel valore del tasso.

  2. Separare la supervisione dal calcolo: EMMI controlla, ma non esegue.

  3. Garantire integrità tecnica e sicurezza informatica: il soggetto terzo è specializzato in infrastrutture critiche, cifratura dei dati e trasmissione sicura.

  4. Aderire alla normativa europea (BMR): è una precisa richiesta regolamentare.

Chi impone questa separazione dei ruoli?

La separazione tra amministratore e calculation agent è imposta dal:

🔷 Regolamento UE 2016/1011 (BMR – Benchmark Regulation)

  • Il BMR è entrato in vigore dopo lo scandalo Libor/Euribor del 2011-2012, che ha mostrato come la manipolazione dei tassi fosse possibile proprio perché le banche potevano influenzare direttamente i valori senza controlli terzi.

  • Il BMR richiede che l’amministratore (EMMI, in questo caso):

    • abbia un sistema robusto di governance,

    • eviti conflitti di interesse,

    • e, ove possibile, affidi l’elaborazione tecnica dei dati a soggetti indipendenti, cioè calculation agents.

📘 Fonte normativa:

Articolo 5, comma 3, Regolamento (UE) 2016/1011:
“L’amministratore deve assicurare che la funzione di determinazione del valore del benchmark sia separata funzionalmente dalla funzione di supervisione.”

Metodo di calcolo

I tre livelli del metodo ibrido spiegati con esempi concreti

Il calcolo dell’Euribor, sotto la supervisione di EMMI, si basa su un metodo a tre livelli. Questo schema a livelli serve a garantire che, anche quando il mercato è poco liquido o fermo, il tasso possa essere comunque calcolato con criteri affidabili.

Le banche del panel comunicano ogni giorno il tasso a cui presterebbero denaro per varie scadenze (1 sett, 1-3-6-12 mesi), utilizzando uno dei tre livelli ammessi dal regolamento. Vediamoli uno per uno.


Livello 1 – Transazioni reali

Significato: La banca ha realmente effettuato un prestito non garantito (senza collaterale) sul mercato interbancario.

🔍 Esempio:

  • La Banca Alfa ha prestato ieri 100 milioni di euro alla Banca Beta per 3 mesi, senza chiedere nessuna garanzia, al tasso del 3,14%.

  • Questo è un dato reale, oggettivo, frutto di una vera transazione.

  • La Banca Alfa comunica 3,14% come contributo Euribor a 3 mesi basato su Livello 1.

🎯 È il tipo di contributo più robusto e trasparente, perché si basa sul prezzo reale di mercato.


🟨 Livello 2 – Dati analoghi corretti tramite modelli

Significato: La banca non ha fatto prestiti non garantiti, ma ha fatto operazioni simili (es. con garanzie) e applica una correzione matematica tramite un modello interno per stimare il tasso che avrebbe applicato senza garanzie.

💡 Cos’è un REPO?

REPO significa “Repurchase Agreement”, ovvero “operazione di pronti contro termine”.
In pratica è un prestito garantito da titoli:

  • La Banca A presta denaro alla Banca B,

  • in cambio, la Banca B offre come garanzia (collaterale) dei titoli (es. titoli di Stato italiani),

  • con l’impegno di riacquistarli a una data futura (da qui “repurchase”).

Poiché il prestito è garantito, il rischio è minore → il tasso applicato è più basso rispetto a un prestito non garantito.

🔍 Esempio Livello 2:

  • La Banca Gamma non ha effettuato prestiti non garantiti ieri, ma ha fatto un repo da 200 milioni di euro a 3 mesi, garantito da titoli di Stato italiani, al tasso del 3,05%.

  • Utilizza un modello interno che stima: “se il prestito fosse stato non garantito, il tasso sarebbe stato più alto di 0,10%”.

  • Risultato: 3,05% + 0,10% = 3,15%

  • La banca comunica 3,15% come stima corretta → contributo Livello 2

🧠 Questo livello è utile nei mercati poco attivi, ma richiede trasparenza nei modelli usati per la correzione.


🟥 Livello 3 – Expert Judgement

Significato: In mancanza sia di transazioni reali (Livello 1), sia di operazioni simili (Livello 2), la banca può inviare una stima esperta, fatta da un analista o responsabile interno.

Questa stima deve essere motivata, documentata, e basata su:

  • Condizioni di liquidità del mercato

  • Tassi osservati su strumenti correlati

  • Costo medio di raccolta della banca

  • Andamento di altri tassi (Eonia, repo, swap)

🔍 Esempio:

  • La Banca Delta non ha effettuato nessuna operazione interbancaria nelle ultime 24 ore.

  • Non ha dati comparabili da cui derivare una stima (Livello 2).

  • Il suo responsabile della tesoreria, usando modelli interni e osservando le condizioni del mercato, stima che avrebbe prestato denaro a 3 mesi al tasso del 3,13%.

  • Questo valore viene inviato come contributo Livello 3.

🛡️ È il livello meno oggettivo, ma regolato e necessario per garantire continuità del benchmark anche nei momenti di mercato poco attivo.


🧭 Riepilogo in tabella

🔢 Livello Fonte del tasso Attendibilità Esempio pratico
1 Transazione reale non garantita ⭐⭐⭐⭐⭐ Prestito a 100 mln a 3 mesi al 3,14%
2 Operazione simile (es. repo) + correzione ⭐⭐⭐⭐ Repo a 3,05% + 0,10% di aggiustamento = 3,15%
3 Stima esperta (expert judgement) ⭐⭐⭐ Nessuna operazione → stima interna al 3,13%

⚠️ Controlli e trasparenza

Tutte le banche devono documentare il livello utilizzato, con motivazioni e dati a supporto.
Il calculation agent GRSS riceve i contributi, verifica la coerenza, ed eventualmente può scartare valori anomali.
EMMI effettua controlli di qualità e audit periodici per garantire la correttezza del sistema.

Esempio completo di calcolo Euribor

Supponiamo 11 banche che comunicano i seguenti tassi per l’Euribor a 3 mesi:

  • 3.08, 3.09, 3.10, 3.11, 3.12, 3.13, 3.14, 3.15, 3.16, 3.17, 3.18

Passo 1: si ordinano i tassi. Passo 2: si eliminano i valori più alto e più basso (15% trimming). Passo 3: si calcola la media dei 9 tassi centrali:

  • Somma: 28.17
  • Media: 28.17 / 9 = 3,13%

Questo valore viene pubblicato alle 11:00 CET come Euribor ufficiale a 3 mesi.

La truffa delle banche con l’Euribor prima del metodo ibrido: la tecnica

Prima del 2014, l’Euribor era calcolato in modo poco trasparente:

  • Le banche comunicavano liberamente un numero: il tasso al quale “pensavano” di poter prestare denaro sul mercato.

  • Non era obbligatorio basarsi su transazioni reali.

  • Non c’era un calculation agent indipendente.

  • Non c’erano obblighi di tracciabilità o giustificazione.

🎭 Esempio (era pre-BMR)

Il trader della Banca A dice al collega della tesoreria:

“Oggi ho una posizione che guadagna se l’Euribor scende. Fammi inviare un tasso un po’ più basso del reale.”

La banca comunica 2,91% invece di 2,96%, e se lo fanno anche altre, l’Euribor finale scende, generando guadagni milionari su contratti derivati.
Nessuno poteva verificare se quel 2,91% fosse reale o inventato.


🛡️ Come il metodo ibrido blocca la manipolazione

1. Obbligo di usare transazioni reali (Livello 1)

Se la banca ha fatto un prestito reale, non può usare un valore diverso.
➡️ Il dato è oggettivo e verificabile.

2. Se non ha transazioni, deve usare modelli documentati (Livello 2)

Qualsiasi correzione fatta ai tassi derivati da operazioni simili (es. repo) deve essere motivata e giustificabile tramite modelli interni.

3. L’uso del Livello 3 (expert judgement) è limitato, tracciato e monitorato

Ogni stima esperta deve essere:

  • Motivata

  • Registrata

  • Potenzialmente oggetto di audit ➡️ Se una banca abusa del Livello 3, viene segnalata.

4. Esclusione dei valori estremi (trimming)

Il metodo scarta il 15% più alto e più basso →
Se una banca prova a inviare un tasso molto distorto per influenzare il calcolo, viene semplicemente esclusa dal computo.

5. Calculation agent indipendente (GRSS)

Nessuna banca, né EMMI, può modificare i dati o il calcolo.
Il sistema è automatico, tracciato, auditabile.


🧠 Esempio moderno: tentativo fallito di manipolazione

  • La Banca X non ha fatto operazioni reali.

  • Prova a inviare un valore falsato di 3,40% usando il Livello 3.

  • Ma:

    • Il valore è anomalo → il calculation agent lo segnala.

    • Viene rimosso per trimming.

    • EMMI riceve un alert per ispezionare la motivazione.

    • Se la banca non può dimostrare la coerenza della stima, scatta una sanzione o viene sospesa dal panel.

Risultato: la banca non ha influenzato l’Euribor e rischia penalità.


🔒 Conclusione

Il metodo ibrido frena la furbizia perché:

  • Obbliga a usare dati reali ogni volta che esistono.

  • Richiede giustificazioni per tutto.

  • Taglia fuori i tassi sospetti dal calcolo.

  • Affida il processo a un operatore neutrale.

  • È costruito per essere resistente agli abusi, proprio sulla base delle frodi passate.

Fonti ufficiali

L’Italia e l’acqua: un quadro complesso tra gestione, sprechi e percezioni

Le Statistiche dell’Istat sull’Acqua | Anni 2020-2024

Acqua

Il rapporto “Le Statistiche dell’Istat sull’Acqua | Anni 2020-2024”, pubblicato il 21 marzo 2025 dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), offre un quadro dettagliato sulla gestione idrica in Italia. In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, emerge che nel 2022 i gestori dei servizi idrici per uso civile sono 2.110, con l’82,4% in economia e il 17,6% specializzati. Sebbene il numero sia in calo rispetto ai 7.826 del 1999, la frammentazione persiste in regioni come Calabria, Campania e Sicilia.

Il prelievo di acqua potabile (9,14 miliardi di metri cubi nel 2022) è dominato dai gestori specializzati (91%), ma le perdite idriche restano alte: 45,5% nelle gestioni in economia contro il 41,9% di quelle specializzate, con una media nazionale del 42,4%.

Nord: Efficienza e Copertura Elevata

Il Nord Italia si distingue per efficienza nella gestione delle risorse idriche. Il Nord-ovest vanta una copertura fognaria del 94,6%, con la Valle d’Aosta al 97,9%. Regioni come Emilia-Romagna e Veneto mostrano una gestione specializzata della distribuzione idrica, con perdite contenute e una soddisfazione del 92% tra le famiglie nel 2024. Inoltre, il Nord-ovest concentra il 54,1% dei prelievi di acque minerali naturali.

Centro: un Equilibrio tra Progressi e Sfide

Il Centro Italia presenta un mix di risultati. L’Umbria eccelle con una gestione idrica e fognaria interamente specializzata, mentre Lazio e Abruzzo contribuiscono al 43% dei prelievi da sorgenti. Tuttavia, il razionamento idrico (es. Chieti nel 2023) e una soddisfazione dell’85,8% indicano margini di miglioramento rispetto al Nord.

Sud e Isole: Criticità Strutturali e Razionamenti

Il Mezzogiorno e le Isole affrontano le maggiori difficoltà. Nel 2023, un terzo dei capoluoghi del Sud (14 comuni) ha introdotto il razionamento idrico, con Agrigento (208 giorni di sospensione) e Trapani (180 giorni di riduzioni) tra i casi più critici. Sicilia e Calabria registrano irregolarità nell’erogazione (29,2% e 29,9% delle famiglie) e una copertura fognaria bassa (76,5% in Sicilia). Le infrastrutture obsolete e le precipitazioni ridotte (-60% in Sicilia) aggravano la situazione.

Percezioni e Consumi: una Consapevolezza Crescenti

Il 69,2% degli italiani over 14 è preoccupato per i cambiamenti climatici, e il 70% evita sprechi idrici. Tuttavia, il 28,7% non si fida dell’acqua del rubinetto, con picchi del 49,5% nelle Isole. Il consumo di acqua minerale è all’82,6%, con l’Umbria al 92%. La qualità dell’acqua soddisfa il 76,2% delle famiglie, ma Sicilia e Calabria superano il 33% di insoddisfazione.

Agricoltura e Acque Reflue: Dati Contrastanti

Nell’annata 2019/2020, il 36% delle superfici irrigate dipende dall’autoapprovvigionamento, con il mais al 26,4%. La gestione delle acque reflue genera 6 miliardi di euro di valore aggiunto nel 2022 (+9,6%), assorbendo il 25% della spesa ambientale (13,1 miliardi).

Giudizio Complessivo sulla Gestione Idrica Italiana

Il rapporto Istat evidenzia un’Italia divisa: il Nord eccelle in efficienza, il Centro bilancia progressi e limiti, mentre Sud e Isole soffrono per infrastrutture e crisi idriche. I passi avanti nella concentrazione dei gestori e nella consapevolezza sono promettenti, ma le disparità regionali sull’acqua e le perdite idriche richiedono interventi urgenti per un futuro sostenibile.

Fonte: Istat, “Le Statistiche dell’Istat sull’Acqua | Anni 2020-2024”, 21 marzo 2025, www.istat.it.

A Febbraio 2025 leggera salita dell’inflazione a 1,6%

Dati definitivi sull’inflazione a febbraio 2025

Nel mese di febbraio 2025, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% rispetto a gennaio 2025 e dell’1,6% rispetto a febbraio 2024. La stima preliminare era stata dell’1,7%.

Grafico inflazione Italia febbraio 2024 febbraio 2025
Grafico inflazione Italia febbraio 2024 febbraio 2025

Dinamica dei prezzi di beni e servizi

La dinamica tendenziale dell’indice generale risente di diversi fattori:

  • Beni energetici regolamentati: accelerazione dei prezzi dal +27,5% a +31,4%.
  • Beni energetici non regolamentati: riduzione della flessione da -3,0% a -1,9%.
  • Beni alimentari: aumento dei prezzi dei prodotti non lavorati (da +2,2% a +2,9%) e lavorati (da +1,7% a +1,9%).
  • Servizi: decelerazione dei prezzi dei trasporti (da +2,5% a +1,9%), comunicazioni (da +1,1% a +0,5%) e servizi ricreativi e culturali (da +3,3% a +3,1%).

Inflazione di fondo e differenziale tra beni e servizi

L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, si riduce a +1,7%. Il differenziale inflazionistico tra servizi e beni scende a +1,3 punti percentuali, rispetto ai +1,9 di gennaio 2025.

Prezzi dei beni alimentari e prodotti ad alta frequenza d’acquisto

I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, aumentano da +1,7% a +2,0%. Al contrario, i prodotti ad alta frequenza d’acquisto registrano una diminuzione da +2,0% a +1,9%.

Contributi all’aumento congiunturale

L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto principalmente ai prezzi degli energetici regolamentati (+0,8%) e non regolamentati (+0,7%), oltre ai beni non durevoli (+0,4%) e ai servizi relativi all’abitazione (+0,3%). I prezzi dei tabacchi (+2,5%) risentono dell’aumento delle accise.

Inflazione acquisita per il 2025

L’inflazione acquisita per il 2025 è pari a +1,1% per l’indice generale e a +0,6% per la componente di fondo.

Indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA)

A febbraio 2025, l’IPCA aumenta dello 0,1% su base mensile e dell’1,7% su base annua, confermando la stima preliminare.

Indice FOI per famiglie di operai e impiegati

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, cresce dello 0,2% rispetto a gennaio e dell’1,5% rispetto a febbraio 2024.

Commento finale

A febbraio 2025, l’inflazione accelera leggermente, portandosi all’1,6% dall’1,5% di gennaio. Questa evoluzione è influenzata principalmente dalla dinamica dei prezzi degli energetici, tornata positiva (+0,6%), e dall’aumento dei prezzi dei beni alimentari. Al contrario, rallentano i prezzi di alcuni servizi, come trasporti e comunicazioni.

Leggi anche i dati medi dell’inflazione in Italia

La serie storica dei prezzi dei carburanti in Italia

Terre rare: significato e ruolo di Groenlandia e Ucraina

Terre rare: cosa sono e perché Groenlandia e Ucraina sono al centro dell’attenzioneTerre rare

Il termine terre rare (in inglese rare earth elements, REE) indica un gruppo di 17 elementi chimici della tavola periodica, tra cui i 15 lantanidi (come lantanio, cerio, neodimio), più scandio e ittrio. Contrariamente al nome, non sono davvero “rare” in termini di abbondanza, ma lo sono per la difficoltà di estrarle in concentrazioni economicamente vantaggiose. Questi elementi sono essenziali per la tecnologia moderna: dai magneti delle turbine eoliche alle batterie delle auto elettriche, fino ai sistemi di difesa come radar e missili.

Negli ultimi anni, le terre rare sono diventate un tema caldo per la loro importanza nella transizione energetica e per le tensioni geopolitiche legate al loro controllo.

Perché se ne parla oggi?

La crescente domanda di terre rare è legata alla rivoluzione tecnologica e verde. La Cina domina il mercato globale, producendo circa il 70% delle terre rare e controllando la filiera di raffinazione. Questo monopolio spinge Stati Uniti ed Europa a cercare alternative, portando alla ribalta regioni come la Groenlandia e l’Ucraina. Queste aree sono ricche di giacimenti, ma presentano sfide logistiche, ambientali e politiche.

Groenlandia: un tesoro nell’Artico

La Groenlandia, territorio autonomo della Danimarca, vanta riserve di terre rare stimate tra 1,5 e 3,6 milioni di tonnellate. Il sito di Kvanefjeld è uno dei più grandi al mondo, con minerali come eudialite e feldspato che contengono tantalio, zirconio e neodimio. Lo scioglimento dei ghiacci, dovuto al cambiamento climatico, potrebbe facilitarne l’accesso, ma l’estrazione è ostacolata da costi elevati e preoccupazioni ambientali, come le scorie radioattive (torio e uranio).

Geopoliticamente, la Groenlandia è contesa: gli Stati Uniti vedono in essa una risorsa strategica, mentre la Cina ha già investito in aziende minerarie locali.

Ucraina: le terre rare nel cuore del conflitto

L’Ucraina possiede circa il 5% delle risorse minerarie mondiali, incluse terre rare, con giacimenti stimati in 2,6 miliardi di tonnellate. Zone come Azov e Novopoltavske sono ricche di queste risorse, ma molte si trovano in aree contese, come il Donbass, sotto controllo russo. Sfruttarle richiederebbe investimenti enormi (circa 300 milioni di dollari solo per Novopoltavske), ma il potenziale è immenso: si parla di un valore di 500 miliardi di dollari.

Recentemente, gli Stati Uniti hanno proposto accordi per accedere a queste risorse in cambio di aiuti militari, una mossa per contrastare Cina e Russia, che già controlla un terzo delle riserve ucraine.

La corsa geopolitica alle terre rare

Le terre rare sono un’arma geopolitica. La Russia rafforza la sua posizione con le risorse ucraine occupate, la Cina mantiene il dominio globale, mentre Stati Uniti e Unione Europea cercano di diversificare le fonti. Groenlandia e Ucraina, nonostante le loro potenzialità, devono affrontare ostacoli: ambientali in Groenlandia, bellici e infrastrutturali in Ucraina.

In definitiva, le terre rare non sono solo materie prime, ma un pilastro della tecnologia moderna e della competizione tra potenze globali.

Un video molto utile sulle terre rare del fisico Valerio Rossi Albertini

Quali sono le terre rare? Ce le indica il fisico Valerio Rossi Albertini: “Sono tutti quanti elementi molto pesanti”

ReArm Europe: l’UE vuole rafforzare la propria sicurezza

Un piano per il rilancio militareReArm Europe: l’UE vuole rafforzare la propria sicurezza 2

L’Unione Europea si trova a un crocevia cruciale: restare immobili di fronte alle crescenti minacce alla propria sicurezza non è più un’opzione percorribile.

Con una risoluzione non vincolante approvata mercoledì, con 419 voti favorevoli, 204 contrari e 46 astensioni, il Parlamento Europeo ha lanciato un appello urgente affinché l’UE adotti misure immediate per proteggere sé stessa. I deputati sottolineano la necessità di consolidare i legami con nazioni che condividono i valori fondamentali dell’Unione.

Un contributo al futuro della difesa europea

Il documento, che rappresenta il punto di vista del Parlamento in vista del “libro bianco” sulla difesa europea – atteso la prossima settimana dalla Commissione e dall’Alto Rappresentante – chiede iniziative concrete per introdurre “sforzi rivoluzionari” e strategie paragonabili a quelle adottate in tempi di conflitto.

“ReArm Europe”: un piano per il rilancio militare

I deputati appoggiano con convinzione il progetto “ReArm Europe” avanzato dalla Commissione, proponendo l’emissione di obbligazioni europee per finanziare investimenti militari di ampia portata. Inoltre, suggeriscono di utilizzare i fondi residui dei “coronabond” per potenziare questo piano.

Nel testo si invita anche la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) a svolgere un ruolo più incisivo nel settore della difesa, eliminando le limitazioni attuali al finanziamento di progetti militari e valutando l’emissione di debito mirato a tale scopo.

Un’UE più forte per la pace e la stabilità

Per garantire pace e sicurezza nel continente, l’UE deve non solo sostenere l’Ucraina, ma anche accrescere la propria resilienza, affermano i parlamentari. La risoluzione descrive l’attuale situazione come “la più grave minaccia militare all’integrità territoriale europea dalla fine della Guerra Fredda”. Si esortano gli Stati membri, insieme ai partner globali e agli alleati NATO, a rimuovere ogni restrizione sull’impiego delle armi occidentali fornite all’Ucraina contro obiettivi militari in Russia.

La Russia, con il supporto di Bielorussia, Cina, Corea del Nord e Iran, è indicata come “la principale minaccia, diretta e indiretta, per la sicurezza dell’UE”. I deputati esprimono preoccupazione per le recenti posizioni dell’amministrazione Trump, che alimentano dubbi sull’impegno degli Stati Uniti verso la NATO e la sicurezza europea. Nel testo si condanna inoltre con forza ogni intimidazione degli USA nei confronti della Groenlandia.

Superare la frammentazione nella difesa

Il Parlamento denuncia la natura ancora troppo limitata e frammentata degli sforzi difensivi europei, chiedendo un’accelerazione nei risultati attraverso investimenti in ambito militare, industriale, tecnologico e dell’intelligence.

Pronti a ogni scenario

La risoluzione evidenzia l’urgenza di decisioni rapide in caso di conflitti o crisi di sicurezza su larga scala. Pur riconoscendo il valore della cooperazione con la NATO, i deputati spingono per un pilastro europeo autonomo e operativo all’interno dell’Alleanza, capace di agire indipendentemente quando necessario.

L’UE dovrebbe puntare a una visione condivisa per l’industria della difesa, basata su una “preferenza europea” a lungo termine, senza compromettere la prontezza militare. Si propone anche di istituire un Consiglio dei ministri della difesa e di passare al voto a maggioranza qualificata per le decisioni in materia di sicurezza, salvo per le operazioni militari con mandato esecutivo.

Investimenti: la chiave per il successo

Il Parlamento conclude avvertendo che senza un incremento significativo delle risorse finanziarie, gli obiettivi di sicurezza dell’UE – dal sostegno all’Ucraina al rafforzamento della difesa comune – resteranno irraggiungibili.

Inflazione US Febbraio 2025 in discesa al 2,8%

Dati dell’U.S. Bureau of Labor Statistics sull’inflazione a febbraio 2025

A febbraio l’indice dei prezzi per i consumatori urbani (CPI-U) è salito dello 0,2%, dopo un +0,5% a gennaio. Nell’ultimo anno? +2,8%.

Cosa è cambiato?

Casa: i costi degli alloggi sono cresciuti dello 0,3%, spingendo quasi metà dell’aumento mensile.

Trasporti: biglietti aerei giù del 4% e benzina -1%, ma l’energia complessiva è comunque su dello 0,2% grazie a elettricità e gas naturale.

Cibo: +0,2%, con i ristoranti a +0,4%, mentre a casa i prezzi sono stabili.

Altro: aumenti per cure mediche, auto usate, mobili, tempo libero, vestiti e cura personale. Nuove auto e voli invece in calo.

In un anno cosa è cambiato negli US?

Inflazione annua: +2,8% (era 3% a gennaio scorso).

Senza cibo ed energia: +3,1%.

Energia: -0,2%.

Cibo: +2,6%.

Leggi la serie storica dell’inflazione media negli US

Ipertrofia muscolare: come aumentare la massa in modo scientifico

Per ottenere ipertrofia muscolare (aumento della sezione trasversa del muscolo), il protocollo di allenamento più efficace si basa su alcuni parametri chiave:

  • intensità del carico,
  • numero di serie,
  • ripetizioni e tempi di recupero.

1. Carico (%)

  • 65-85% del 1RM (one-rep max, il massimo peso sollevabile per una singola ripetizione)
  • Questo range consente di stimolare in modo ottimale le fibre muscolari di tipo II, responsabili dell’ipertrofia.

2. Ripetizioni per serie

  • 6-12 ripetizioni
  • Il range ottimale per massimizzare la tensione meccanica e il danno muscolare, stimolando la crescita.

3. Numero di serie

  • 3-6 serie per esercizio
  • L’ideale è un volume moderato-alto per garantire un sufficiente stress metabolico.

4. Recupero tra le serie

  • 30-90 secondi
  • Tempi più brevi (30-60s) enfatizzano lo stress metabolico, tempi più lunghi (60-90s) permettono un maggiore recupero per spingere di più nelle serie successive.

5. Tempo sotto tensione (TUT – Time Under Tension)

  • 2-4 secondi nella fase eccentrica (discesa del peso)
  • 1-2 secondi nella fase concentrica (sollevamento del peso)
  • Maggiore tempo sotto tensione significa più stimolo ipertrofico.

6. Frequenza di allenamento

  • 2-3 volte a settimana per gruppo muscolare
  • Il volume totale settimanale è fondamentale: circa 10-20 serie totali per gruppo muscolare a settimana.

7. Tecniche avanzate per massimizzare l’ipertrofia

  • Drop set (riduzione progressiva del peso fino al cedimento)
  • Super set (due esercizi consecutivi senza pausa)
  • Rest-pause (mini pause tra le ripetizioni per completare più volume)

Esempio di allenamento per ipertrofia (Petto – Panca Piana)

Serie Ripetizioni Carico (%) Recupero
4 8 75% 1RM 60-90 sec
3 10 70% 1RM 60 sec
3 12 65% 1RM 45 sec

L’importante è progressivamente sovraccaricare i muscoli aumentando gradualmente i pesi nel tempo per stimolare continuamente la crescita.

Qual è la regola chimica e scientifica dell’ipertrofia? 

L’ipertrofia muscolare è un processo complesso regolato da una serie di meccanismi chimici e biologici. Non si riduce solo all’acidità muscolare (che ha un ruolo limitato), ma piuttosto a una combinazione di stress meccanico, danno muscolare e stress metabolico, che attivano segnali intracellulari per la crescita. Vediamoli nel dettaglio.


1. STRESS MECCANICO: LA CHIAVE DELL’IPERTROFIA

  • Lo stress meccanico è il fattore principale che stimola l’ipertrofia.
  • Quando un muscolo è sottoposto a un carico elevato, si attivano sensori meccanici all’interno delle cellule muscolari, che innescano percorsi di segnalazione molecolare, tra cui il più importante è la via mTOR (Mammalian Target of Rapamycin).
  • mTOR attiva la sintesi proteica, ovvero il processo che porta alla crescita delle fibre muscolari.

💡 La regola scientifica: più tensione meccanica + volume di lavoro adeguato → maggiore attivazione di mTOR → maggiore ipertrofia.


2. DANNO MUSCOLARE: MICROLESIONI E RIPARAZIONE

  • L’allenamento intenso causa microlesioni nelle fibre muscolari.
  • Queste microlesioni attivano una risposta infiammatoria e reclutano cellule satelliti che riparano il tessuto, portando a fibre più grosse e più forti.
  • L’infiammazione non è il vero obiettivo, ma un moderato danno muscolare è utile per la crescita.

💡 Regola: Il danno muscolare deve essere controllato. Troppo danno rallenta il recupero, troppo poco non stimola la crescita.


3. STRESS METABOLICO: L’ACIDITÀ MUSCOLARE HA UN RUOLO?

  • Durante le ripetizioni ad alte intensità, i muscoli producono lattato e altri metaboliti (ioni H+, ADP, AMP, ROS).
  • Questo porta a una condizione di stress metabolico, che aumenta la secrezione di ormoni anabolici (GH, IGF-1) e attiva segnali di crescita.
  • Tuttavia, l’acidità muscolare (aumento degli ioni H+) da sola NON è il fattore principale dell’ipertrofia.
    • Troppa acidità riduce la forza muscolare e compromette il volume di allenamento.
    • Un moderato stress metabolico, invece, stimola l’ipertrofia aumentando il gonfiore cellulare e attivando vie anaboliche.

💡 Regola: L’acidità muscolare non è l’obiettivo, ma un livello controllato di stress metabolico può aiutare.


4. ORMONI E CRESCITA MUSCOLARE

L’ipertrofia è influenzata anche da ormoni anabolici, che regolano la sintesi proteica:

  • Testosterone: Aumenta la sintesi proteica e riduce la degradazione muscolare.
  • GH (ormone della crescita): Stimola IGF-1 e favorisce la crescita muscolare.
  • IGF-1 (Insulin-like Growth Factor 1): Attiva la via di mTOR e la proliferazione delle cellule satelliti.
  • Insulina: Favorisce l’assorbimento degli aminoacidi e la sintesi proteica.

💡 Regola: Un buon allenamento + nutrizione adeguata massimizzano la risposta ormonale.


5. NUTRIZIONE E SINTESI PROTEICA

  • Dopo l’allenamento, i muscoli hanno bisogno di proteine (aminoacidi) per ripararsi e crescere.
  • Il bilancio proteico deve essere positivo, cioè la sintesi proteica deve superare la degradazione.
  • Fondamentale l’apporto di leucina, che stimola direttamente mTOR.

💡 Regola: Senza proteine e calorie sufficienti, l’ipertrofia non avviene, anche con il miglior allenamento.


LA FORMULA CHIMICO-SCIENTIFICA DELL’IPERTROFIA

L’ipertrofia è regolata da:
Stress meccanico → attivazione di mTOR
Danno muscolare moderato → riparazione e crescita
Stress metabolico controllato → ormoni e segnalazione anabolica
Bilancio proteico positivo → sintesi proteica ottimale

Quindi, la vera “regola” dell’ipertrofia è:
Carichi progressivamente crescenti + volume adeguato + nutrizione ottimale + recupero sufficiente.

Pubblicazione scientifiche sull’ipertrofia

Maximizing Muscle Hypertrophy: A Systematic Review of Advanced Resistance Training Techniques and Methods

8 Marzo La Giornata Internazionale della Donna

La Giornata Internazionale della Donna, celebrata l’8 marzo di ogni anno, è una ricorrenza dedicata alla lotta per i diritti delle donne, alla loro emancipazione e al riconoscimento delle loro conquiste sociali, economiche, culturali e politiche.

l’8 marzo non è semplicemente una “festa” nel senso tradizionale

8 Marzo La Giornata Internazionale della Donna 3
Festa della Donna 8 marzo

Non è semplicemente una “festa” nel senso tradizionale, ma un momento per riflettere sulle battaglie passate e presenti contro le disuguaglianze di genere, la discriminazione e la violenza, oltre che per celebrare i progressi ottenuti.

Origini storiche dell’8 marzo

La data dell’8 marzo è legata a diversi eventi storici, anche se la sua origine è spesso avvolta da miti e interpretazioni. Una delle versioni più diffuse (ma non del tutto accurata) racconta di un incendio in una fabbrica di New York l’8 marzo 1908, in cui morirono molte operaie. In realtà, l’incendio più noto, quello della Triangle Shirtwaist Factory, avvenne il 25 marzo 1911.

Tuttavia, l’8 marzo è stato scelto ufficialmente nel tempo come simbolo della lotta delle donne, soprattutto grazie alle proteste delle operaie russe nel 1917 a San Pietroburgo, durante la Rivoluzione di febbraio (che corrisponde all’8 marzo nel calendario gregoriano), per chiedere pane e pace.

Quando nasce la giornata della Donna?

La giornata fu istituzionalizzata dalle Nazioni Unite nel 1977, ma le sue radici risalgono alle prime conferenze socialiste e femministe dei primi del Novecento, come quella del 1910 a Copenaghen, dove Clara Zetkin propose una giornata dedicata alle donne.

Significato oggi

Oggi l’8 marzo ha significati diversi a seconda dei contesti.

Riflessione e impegno: è un’occasione per sensibilizzare su temi come la parità salariale, la violenza di genere, l’accesso all’istruzione e la rappresentanza politica.

Celebrazione: Si riconoscono i contributi delle donne in ogni ambito della vita.

Simbolismo: In Italia, ad esempio, è tradizione regalare mimose, simbolo di forza e resilienza, scelte negli anni ’40 dalle femministe italiane per la loro semplicità e il periodo di fioritura.

La BCE ha deciso: giù dello 0,25%

Dal 12 marzo 2025 tassi -0,25%

Oggi 6 marzo 2025 il Consiglio direttivo ha deciso oggi di abbassare i tre tassi di interesse chiave della BCE di 25 punti base.

La BCE ha deciso: giù dello 0,25% 4
Andamento ultimi 2 anni Tassi BCE

In particolare, la decisione di abbassare il tasso di deposito, il tasso attraverso il quale il Consiglio direttivo orienta la posizione di politica monetaria, si basa sulla sua valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, delle dinamiche dell’inflazione di fondo e della forza della trasmissione della politica monetaria.

Il processo di disinflazione è sulla buona strada. L’inflazione ha continuato a svilupparsi ampiamente come previsto dal personale e le ultime proiezioni sono strettamente allineate con le precedenti prospettive di inflazione. Il personale ora prevede un’inflazione headline in media del 2,3% nel 2025, dell’1,9% nel 2026 e del 2,0% nel 2027. La revisione al rialzo dell’inflazione headline per il 2025 riflette una dinamica più forte dei prezzi dell’energia. Per l’inflazione escludendo energia e cibo, il personale prevede una media del 2,2% nel 2025, del 2,0% nel 2026 e dell’1,9% nel 2027.

La maggior parte delle misure dell’inflazione di fondo suggerisce che l’inflazione si stabilizzerà intorno all’obiettivo di medio termine del 2% del Consiglio direttivo su base sostenuta.

L’inflazione interna rimane elevata, soprattutto perché salari e prezzi in alcuni settori si stanno ancora adeguando alla passata impennata dell’inflazione con un ritardo sostanziale. Ma la crescita salariale si sta moderando come previsto e i profitti stanno parzialmente tamponando l’impatto sull’inflazione.

La politica monetaria sta diventando significativamente meno restrittiva, poiché i tagli dei tassi di interesse stanno rendendo i nuovi prestiti meno costosi per le aziende e le famiglie e la crescita dei prestiti sta riprendendo. Allo stesso tempo, un ostacolo all’allentamento delle condizioni di finanziamento deriva dai passati aumenti dei tassi di interesse che si trasmettono ancora allo stock di credito e i prestiti rimangono complessivamente moderati. L’economia deve affrontare sfide continue e il personale ha nuovamente rivisto al ribasso le proprie proiezioni di crescita, allo 0,9% per il 2025, all’1,2% per il 2026 e all’1,3% per il 2027. Le revisioni al ribasso per il 2025 e il 2026 riflettono minori esportazioni e una debolezza continua negli investimenti, in parte derivanti dall’elevata incertezza della politica commerciale e da una più ampia incertezza politica. L’aumento dei redditi reali e gli effetti gradualmente svaniti dei passati aumenti dei tassi rimangono i principali fattori trainanti alla base della prevista ripresa della domanda nel tempo.

Il Consiglio direttivo è determinato a garantire che l’inflazione si stabilizzi in modo sostenibile al suo obiettivo di medio termine del 2%. Soprattutto nelle attuali condizioni di crescente incertezza, seguirà un approccio dipendente dai dati e riunione per riunione per determinare l’orientamento appropriato della politica monetaria. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, delle dinamiche dell’inflazione sottostante e della forza della trasmissione della politica monetaria. Il Consiglio direttivo non si sta impegnando in anticipo su un particolare percorso di tasso.

Principali tassi di interesse della BCE

Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di abbassare i tre principali tassi di interesse della BCE di 25 punti base.

Di conseguenza, i tassi di interesse sulla deposit facility, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulla margin lending facility saranno ridotti rispettivamente al 2,50%, al 2,65% e al 2,90%, con effetto dal 12 marzo 2025.

Programma di acquisto di attività (APP) e programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP)

I portafogli APP e PEPP stanno diminuendo a un ritmo misurato e prevedibile, poiché l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza.

Il Consiglio direttivo è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti nell’ambito del suo mandato per garantire che l’inflazione si stabilizzi in modo sostenibile al suo obiettivo del 2% nel medio termine e per preservare il regolare funzionamento della trasmissione della politica monetaria. Inoltre, il Transmission Protection Instrument è disponibile per contrastare dinamiche di mercato ingiustificate e disordinate che rappresentano una seria minaccia alla trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dell’area dell’euro, consentendo così al Consiglio direttivo di assolvere in modo più efficace al suo mandato di stabilità dei prezzi.

Le 100 maggiori aziende di armi nel 2023 nel mondo

SIPRI Top 100 2023: le 100 maggiori aziende di armi e i loro 632 miliardi di dollari

Nel 2023, l’industria delle armi e dei servizi militari ha registrato una crescita significativa, spinta da tensioni geopolitiche globali e da una domanda crescente di armamenti. Secondo il rapporto annuale “SIPRI Top 100 Arms-Producing and Military Services Companies, 2023” del Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), i ricavi totali delle 100 maggiori aziende produttrici di armi e fornitrici di servizi militari hanno raggiunto 632 miliardi di dollari, con un aumento del 4,2% rispetto al 2022 (Fonte: SIPRI Arms Industry Database, Dec. 2024). Questo dato riflette un trend di crescita che, tra il 2015 e il 2023, ha visto un incremento complessivo dei ricavi del 19%.

Total arms revenues of companies in the SIPRI Top 100, 2015–23
Total arms revenues of companies in the SIPRI Top 100, 2015–23

Un settore in espansione in tutte le regioni

Il rapporto SIPRI evidenzia come i ricavi delle armi siano cresciuti in tutte le regioni analizzate. La crescita più marcata si è registrata in Russia, dove i ricavi delle due aziende incluse nella classifica (Rostec e United Shipbuilding Corporation) sono aumentati del 40%, raggiungendo 25,5 miliardi di dollari (Fonte: SIPRI). Anche il Medio Oriente ha visto un incremento significativo, con un aumento del 18% (19,6 miliardi di dollari), trainato soprattutto dalla guerra a Gaza, che ha spinto le aziende israeliane a livelli record. In Asia e Oceania, i ricavi sono cresciuti del 5,7% (136 miliardi di dollari), mentre in Nord America e Europa gli incrementi sono stati rispettivamente del 2,4% (318 miliardi di dollari) e dello 0,2% (133 miliardi di dollari) (Fonte: SIPRI).

Percentage change in the arms revenues of companies in the SIPRI Top 100, by country, 2022–23
Percentage change in the arms revenues of companies in the SIPRI Top 100, by country, 2022–23

Nord America: il dominio degli Stati Uniti

Gli Stati Uniti continuano a dominare il settore, con 41 aziende nella Top 100 che hanno generato ricavi per 317 miliardi di dollari, pari al 50% del totale globale (Fonte: SIPRI). Le prime cinque aziende al mondo sono tutte statunitensi: Lockheed Martin, RTX, Northrop Grumman, Boeing e General Dynamics. Tuttavia, non tutte hanno registrato una crescita. Lockheed Martin, leader mondiale, ha visto i suoi ricavi scendere dell’1,6% a 60,8 miliardi di dollari, e RTX ha registrato un calo dell’1,3% a 40,7 miliardi di dollari, a causa di problemi nelle catene di approvvigionamento (Fonte: SIPRI). Al contrario, Northrop Grumman ha registrato un aumento del 5,8%, raggiungendo 35,6 miliardi di dollari, grazie alla crescente domanda di munizioni per l’Ucraina e ai programmi di modernizzazione nucleare degli Stati Uniti (Fonte: SIPRI).

Europa: crescita modesta e sfide

In Europa, le 27 aziende presenti nella classifica hanno generato ricavi per 133 miliardi di dollari, con un aumento dello 0,2% rispetto al 2022 (Fonte: SIPRI). Il Regno Unito si distingue con 47,7 miliardi di dollari di ricavi complessivi, grazie a aziende come BAE Systems, che con 29,8 miliardi di dollari (+2,3%) rimane la più grande azienda europea del settore (Fonte: SIPRI). In Italia, invece, le due aziende presenti, Leonardo e Fincantieri, hanno registrato un calo: Leonardo ha visto i suoi ricavi scendere dell’11% a 12,4 miliardi di dollari, mentre Fincantieri è diminuita del 6% a 2,8 miliardi di dollari (Fonte: SIPRI). In Francia, i ricavi complessivi delle cinque aziende sono scesi dell’8,5% a 25,5 miliardi di dollari, con Dassault Aviation Group che ha subito il calo più drastico (-41%) a causa di una riduzione delle esportazioni di aerei Rafale (Fonte: SIPRI).

Asia e Oceania: Cina in testa, ma crescita in Giappone e Corea del Sud

In Asia e Oceania, le 23 aziende della Top 100 hanno generato 136 miliardi di dollari, con un aumento del 5,7% (Fonte: SIPRI). La Cina si conferma il secondo paese per ricavi, con 103 miliardi di dollari (+0,7%), ma la crescita è rallentata a causa della crisi economica del paese (Fonte: SIPRI). AVIC, l’ottava azienda mondiale, ha registrato ricavi per 20,9 miliardi di dollari (+5,6%), grazie alla produzione di aerei militari (Fonte: SIPRI). In Giappone e Corea del Sud, invece, la crescita è stata impressionante: le aziende giapponesi hanno aumentato i ricavi del 35% (10 miliardi di dollari), spinte da un massiccio programma di riarmo, mentre le aziende sudcoreane hanno registrato un aumento del 39% (11 miliardi di dollari), con Hanwha Group che ha visto un balzo del 53% a 5,7 miliardi di dollari grazie a esportazioni verso Australia, Polonia e Regno Unito (Fonte: SIPRI).

Le 100 maggiori aziende di armi nel 2023 nel mondo 5
Share of the total arms revenues of companies in the SIPRI Top 100 for 2023, by country

Russia e Medio Oriente: l’impatto dei conflitti

In Russia, le due aziende incluse nella classifica (Rostec e United Shipbuilding Corporation) hanno registrato un aumento del 40%, con ricavi stimati a 25,5 miliardi di dollari (Fonte: SIPRI). Rostec, in particolare, ha visto i suoi ricavi crescere del 49% a 21,7 miliardi di dollari, riflettendo l’intensificazione della produzione di armi per sostenere il conflitto in Ucraina (Fonte: SIPRI). Nel Medio Oriente, le sei aziende presenti hanno generato 19,6 miliardi di dollari (+18%), con le tre aziende israeliane (Elbit Systems, Israel Aerospace Industries e Rafael) che hanno raggiunto 13,6 miliardi di dollari (+15%), grazie alla domanda legata alla guerra a Gaza (Fonte: SIPRI). In Turchia, le tre aziende (Baykar, Turkish Aerospace Industries e ASELSAN) hanno registrato un aumento del 24%, con ricavi di 6 miliardi di dollari, trainati sia dalla domanda interna che dalle esportazioni legate al conflitto ucraino (Fonte: SIPRI).

Modernizzazione nucleare: un driver di crescita a lungo termine

Un aspetto evidenziato dal rapporto è il ruolo delle aziende della Top 100 nei programmi di modernizzazione nucleare. Circa un quarto delle aziende nella classifica è coinvolto in questi programmi, che rappresentano una fonte di ricavi a lungo termine. Negli Stati Uniti, ad esempio, Northrop Grumman sta sviluppando nuovi missili balistici intercontinentali e bombardieri strategici B-21, mentre nel Regno Unito l’Atomic Weapons Establishment ha registrato un aumento del 16% nei ricavi (2,2 miliardi di dollari) grazie agli investimenti nella modernizzazione delle infrastrutture nucleari (Fonte: SIPRI). Anche Cina, Russia e Francia stanno modernizzando le loro forze nucleari, con aziende come AVIC, CASC e Naval Group coinvolte in questi progetti (Fonte: SIPRI).

Tendenze e sfide

Il rapporto sottolinea come la crescente domanda di armi, alimentata da conflitti come quelli in Ucraina e a Gaza, abbia portato a una crescita dei ricavi, soprattutto per le aziende più piccole nella seconda metà della classifica, che hanno potuto scalare rapidamente la produzione. Tuttavia, le grandi aziende, come Lockheed Martin e RTX, hanno affrontato sfide legate a catene di approvvigionamento complesse e ritardi nella produzione, accumulando ordini arretrati piuttosto che ricavi immediati. Nel 2023, 73 aziende su 100 hanno registrato una crescita dei ricavi rispetto al 2022, rispetto a sole 47 nel 2022 (Fonte: SIPRI).

Conclusione: un’industria al centro delle tensioni globali

Il rapporto “SIPRI Top 100 Arms-Producing and Military Services Companies, 2023” dipinge un quadro di un’industria delle armi in espansione, con un fatturato complessivo di 632 miliardi di dollari e una crescita che riflette l’instabilità geopolitica globale. Se da un lato aziende come Lockheed Martin, BAE Systems e AVIC continuano a dominare, dall’altro emergono realtà in crescita in paesi come Corea del Sud, Giappone e Turchia, che sfruttano la domanda di armamenti per consolidare la loro posizione. Tuttavia, questa crescita avviene in un contesto di sfide etiche e sociali, dove i profitti di pochi si contrappongono ai costi umani e materiali dei conflitti.

Per maggiori dettagli, consulta il rapporto completo sul sito ufficiale del SIPRI: www.sipri.org.

Inflazione Area Euro a Febbraio a +2,4%

Secondo una stima preliminare di Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea, l’inflazione annuale nell’area euro per febbraio 2025 dovrebbe attestarsi al 2,4%, in calo rispetto al 2,5% di gennaio scorso.

Tra le principali componenti dell’inflazione, i servizi dovrebbero registrare il tasso annuo più elevato (3,6%, contro il 3,9% di gennaio), seguiti da alimentari, alcol e tabacco (2,8%, rispetto al 2,3% di gennaio), beni industriali non energetici (0,7%, rispetto allo 0,5% di gennaio) ed energia (0,1%, contro l’1,9% di gennaio).

Questo dato fa ben sperare in previsione della riunione BCE per una ulteriore discesa dei tassi di interesse in Area Euro

Leggi i dati sull’inflazione in Area euro

Un articolo molto interessante su il Fatto Quotidiano

 

Inflazione Italia a febbraio 2025 su all’1,7%

Inflazione in Italia: a febbraio 2025 prezzi in lieve aumento, trainati dall’energia e dagli alimentari

L’inflazione in Italia continua il suo percorso altalenante: secondo le stime preliminari di febbraio 2025, l’indice nazionale dei prezzi al consumo (NIC), che misura l’andamento dei costi per le famiglie italiane (esclusi i tabacchi), segna un incremento dello 0,2% rispetto a gennaio e dell’1,7% rispetto a febbraio 2024. Si tratta di un leggero balzo rispetto al +1,5% registrato a gennaio, spinto soprattutto da alcuni settori chiave.

Energia e alimentari: i motori della crescita

A fare da traino sono soprattutto i beni energetici regolamentati (come gas e luce), i cui prezzi sono schizzati dal +27,5% di gennaio al +31,5% di febbraio su base annua. Anche i beni energetici non regolamentati (come i carburanti) mostrano un rallentamento meno marcato della loro discesa, passando da -3,0% a -1,9%. Nel frattempo, il carrello della spesa si fa più caro: i beni alimentari non lavorati (come frutta e verdura) accelerano dal +2,2% al +2,9%, mentre quelli lavorati (pane, pasta, conserve) salgono dal +1,7% al +2,2%.

Servizi in frenata

Non tutto, però, corre allo stesso ritmo. I prezzi dei servizi mostrano una tendenza opposta: i servizi di trasporto rallentano dal +2,5% al +1,9%, quelli ricreativi, culturali e per la cura della persona scendono dal +3,3% al +3,0%, e i servizi di comunicazione registrano un timidissimo +0,5% rispetto al +1,1% di gennaio. Questo mix di accelerazioni e decelerazioni tiene l’inflazione di fondo (che esclude energia e alimentari freschi) stabile a +1,8%, un dato invariato rispetto al mese scorso.

Beni vs servizi: il divario si assottiglia

Interessante notare come i prezzi dei beni (dal cibo agli oggetti di uso quotidiano) stiano crescendo più velocemente, passando da +0,7% a +1,2% su base annua, mentre i servizi perdono slancio (da +2,6% a +2,4%). Questo accorcia il “divario inflazionistico” tra i due comparti, che ora si attesta a +1,2 punti percentuali, contro i +1,9 di gennaio.

Spesa quotidiana: rincari moderati ma costanti

Chi fa la spesa ogni giorno lo avrà notato: i prezzi di alimentari, prodotti per la casa e la cura della persona sono saliti dal +1,7% al +2,2%. Stabili invece i prodotti ad alta frequenza d’acquisto (come benzina o generi di prima necessità), fermi al +2,0%. A livello mensile, l’aumento dello 0,2% dell’indice generale è stato spinto soprattutto da energia regolamentata (+0,9%), non regolamentata (+0,7%), beni non durevoli (+0,4%) e tabacchi (+2,5%, anche per effetto delle accise). Unica nota in controtendenza: i servizi di trasporto, in calo dello 0,2%.

Prospettive per il 2025

L’inflazione acquisita per il 2025 – ovvero quella già “conquistata” nei primi due mesi – si attesta al +1,2% per l’indice generale e al +0,7% per la componente di fondo. Intanto, l’indice armonizzato IPCA, usato per i confronti europei, cresce dello 0,1% su base mensile e dell’1,7% annuo, in linea con gennaio.

Un quadro in evoluzione

Febbraio 2025 dipinge un’Italia in cui i costi dell’energia e del cibo continuano a pesare sui bilanci familiari, mentre i servizi offrono un po’ di respiro. Resta da vedere come questi trend influenzeranno i prossimi mesi, tra rincari annunciati e possibili interventi per calmierare i prezzi. Una cosa è certa: tenere d’occhio il portafoglio rimane una priorità.

 

Inflazione Area euro a gennaio 2025: +2,5%

Inflazione Area euro: livello più alto da luglio 2024

Inflazione Area euro a gennaio 2025: +2,5% 6
Inflazione Area Euro gennaio 2022 – gennaio 2025

L’inflazione nell’area dell’euro ha registrato un incremento al 2,5% nel mese di gennaio 2025, rappresentando il livello più alto da luglio 2024.

Questo aumento è stato trainato principalmente dalla forte accelerazione dei costi energetici, che sono saliti all’1,9% rispetto allo 0,1% di dicembre.

Nel contempo, l’inflazione per i beni industriali non energetici è rimasta stabile allo 0,5%, mentre i prezzi dei servizi hanno mostrato un rallentamento, attestandosi al 3,9% rispetto al 4,0% del mese precedente. Anche il settore alimentare, comprensivo di alcol e tabacco, ha evidenziato un calo del tasso d’incremento dei prezzi, passando dal 2,6% al 2,3%.

L’inflazione di fondo, che esclude i prezzi volatili di cibo ed energia, è rimasta invariata al 2,7% per il quinto mese consecutivo, segnando così il livello più basso dall’inizio del 2022. Questo dato suggerisce una possibile stabilizzazione delle dinamiche inflazionistiche, nonostante le pressioni ancora presenti su alcuni settori dell’economia.

Su base mensile, i prezzi al consumo hanno registrato una contrazione dello 0,3% a gennaio, dopo l’incremento dello 0,4% di dicembre. Questo calo potrebbe essere indicativo di un raffreddamento temporaneo della domanda o di una stabilizzazione delle dinamiche inflazionistiche, in attesa di ulteriori sviluppi nel contesto macroeconomico.

Il trend dell’inflazione nell’area euro continua a essere monitorato con attenzione dalla BCE, che potrebbe  adottare misure adeguate per garantire la stabilità dei prezzi e sostenere la crescita economica nei mesi a venire.

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Inflazione in Italia a gennaio 2025: crescita dell’1,5%

A gennaio l’inflazione in Italia sale a +1,5% da 1,3% di dicembre scorso. Confermata la stima 

A gennaio 2025, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, ha registrato un aumento dello 0,6% rispetto a dicembre 2024 e dell’1,5% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Questo dato, che conferma le stime preliminari, segna un’accelerazione rispetto al +1,3% di dicembre 2024. Ma cosa sta guidando questa crescita? E quali sono i settori più colpiti?
Inflazione in Italia a gennaio 2025: crescita dell’1,5% 7

La spinta dei beni energetici

Il principale motore dell’aumento tendenziale dell’inflazione è stato l’impennata dei prezzi dei beni energetici regolamentati, che sono passati da un +12,7% a un sorprendente +27,5% su base annua. Anche i beni energetici non regolamentati hanno contribuito, con una flessione meno marcata (da -4,2% a -3,0%). A questi si aggiunge una leggera accelerazione dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona, saliti dal +3,1% al +3,3%. Tuttavia, questi rialzi sono stati parzialmente bilanciati dalla decelerazione dei servizi relativi ai trasporti, scesi dal +3,6% al +2,5%.

Inflazione di fondo stabile

L’inflazione di fondo, che esclude i beni energetici e gli alimentari freschi, è rimasta stabile a +1,8%, mentre quella calcolata senza i soli beni energetici è cresciuta leggermente, passando da +1,7% a +1,8%. Questo indica che, al netto delle componenti più volatili, la pressione inflazionistica resta contenuta.

Differenze tra beni e servizi

Analizzando i dati, emerge un’accelerazione dei prezzi dei beni (da +0,2% a +0,7%), mentre i servizi mantengono una dinamica stabile a +2,6%. Di conseguenza, il divario tra l’inflazione dei servizi e quella dei beni si è ridotto, passando da +2,4 a +1,9 punti percentuali. Tra i beni, i prezzi dei prodotti alimentari, per la cura della casa e della persona si

mantengono stabili a +1,7%, mentre i prodotti ad alta frequenza d’acquisto (come carburanti, alimentari e altri beni di uso quotidiano) registrano un aumento più marcato, passando dal +1,7% al +2,0%.

L’andamento congiunturale di gennaio

Su base mensile, l’aumento dello 0,6% dell’indice generale è stato trainato principalmente dai beni energetici regolamentati (+14,2%) e, in misura minore, da quelli non regolamentati (+2,7%). Anche gli alimentari lavorati e non lavorati hanno contribuito, entrambi con un +0,9%, seguiti dai beni durevoli (+0,6%) e da alcune categorie di servizi come quelli relativi all’abitazione, ricreativi, culturali e per la cura della persona, e vari (tutti a +0,4%). Un freno all’aumento congiunturale è arrivato invece dalla diminuzione dei prezzi dei servizi di trasporto, che hanno segnato un calo del 2,3%, probabilmente influenzato da dinamiche stagionali.

Inflazione acquisita per il 2025

Guardando al futuro, l’inflazione acquisita per il 2025 – ossia il tasso che si avrebbe se i prezzi restassero invariati fino a fine anno – si attesta a +0,9% per l’indice generale e a +0,5% per la componente di fondo. Questo dato suggerisce una traiettoria moderata per l’inflazione nei prossimi mesi, salvo ulteriori shock esterni.

L’indice armonizzato (IPCA) e i saldi invernali

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA), che segue criteri europei, mostra una dinamica diversa: a gennaio è diminuito dello 0,8% su base mensile, un calo spiegato dall’avvio dei saldi invernali di abbigliamento e calzature, non considerati nell’indice NIC. Tuttavia, su base annua, l’IPCA è cresciuto dell’1,7%, accelerando rispetto al +1,4% di dicembre 2024, confermando anch’esso la stima preliminare.

L’indice FOI per operai e impiegati

Infine, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), calcolato al netto dei tabacchi, ha registrato un aumento dello 0,6% rispetto a dicembre e dell’1,3% rispetto a gennaio 2024, mostrando una tendenza leggermente più contenuta rispetto all’indice generale.

Un quadro in evoluzione

In sintesi, l’inflazione di gennaio 2025 riflette una forte pressione dai costi energetici, in particolare quelli regolamentati, mentre altri settori mostrano una dinamica più stabile o in lieve crescita. Se da un lato l’accelerazione tendenziale dell’1,5% annuo segnala un aumento della pressione sui prezzi, dall’altro la stabilità dell’inflazione di fondo e il calo congiunturale di alcune categorie, come i trasporti, suggeriscono che il fenomeno resta sotto controllo, almeno per il momento. Resta da vedere come evolveranno i prezzi nei prossimi mesi, soprattutto in un contesto globale che potrebbe riservare nuove sorprese sul fronte energetico.