L’Istat ha reso disponibili in data 8 maggio 2024 le variazioni temporali del valore della moneta in Italia dal 1861 2023.
Logo Istat (Fonte www.ISTAT.it)
I coefficienti di trasformazione dei valori monetari – disponibili soltanto a livello nazionale – sono riportati in apposite tavole, una per ogni anno.
Abbiamo reso disponibile online per tutti gli utenti, gratuitamente, uno strumento per permettere il calcolo dell’inflazione dal 1861 al 2023.
Si precisa che i coefficienti di trasformazione dei valori monetari riportati nella pubblicazione Istat e da noi utilizzati, sono calcolati e diffusi persole finalità di analisi storica: essi non costituiscono valori ufficiali da utilizzare per le rivalutazioni monetarie a fini legali (aggiornamento canoni d’affitto, assegni familiari, trattamento di fine rapporto, ecc.) per i quali si rimanda al nostro sistema di Rivalutazione monetaria con gli indici Istat.
Stima EUROSTAT sull’inflazione per Gennaio: un sospiro di sollievo per Lagarde
Con una variazione mensile negativa del -0,4% da dicembre 2023 a gennaio 2024 l’inflazione nell’Area dell’Euro fa registrare un aumento annuo uguale a 2,8% in diminuzione rispetto a dicembre scorso quando era del 2,9%.
Inflazione annua e mensile Euro Area da Gennaio 2018 a Gennaio 2024 (stima)
Negli ultimi 5 anni(72 rilevazioni), da Gennaio 2018 a dicembre 2023, l’inflazione mensile nell’Area euro con un valore negativo si è registrato 17 volte, 10 di queste negli ultimi 3 anni (dal 2020 ad oggi). Dei valori negativi solo 2 valori sono stati superiori allo 0,4%.
Facciamo questa riflessione affinché si apprezzi questa diminuzione mensile che sicuramente ci porterà verso una diminuzione futura dell’inflazione annua da qui in avanti.
Entrando nel dettagli del dato dell’inflazione EUROSTAT sottolinea che considerando le principali componenti dell’inflazione dell’area euro, si prevede che alimentari, alcol e tabacco registreranno il tasso annuo più elevato a gennaio (5,7%, rispetto al 6,1% di dicembre), seguiti dai servizi (4,0%, stabile rispetto a dicembre), i beni industriali non energetici (2,0%, contro 2,5% a dicembre) e l’energia (-6,3%, contro -6,7% a dicembre).
Nelle paragrafo 7.3 Specifiche degli allegati nelle regole tecniche (7.3 Specifiche degli allegati) vengono dettagliati tutti gli allegati alla PEC che viene trasmessa:
Corpo del messaggio
Messaggio originale: nome allegato postacert.eml
Dati di certificazione: nome allegato daticert.xml
L’Istituto nazionale di statistica ha pubblicato il comunicato stampa relativo agli aggiornamenti del paniere, della struttura di ponderazione e dell’indagine degli indici dei prezzi al consumo per l’anno 2024. Si tratta di un’operazione annuale che mira a rendere più accurata e rappresentativa la misura dell’inflazione, tenendo conto delle variazioni dei consumi delle famiglie, delle normative e delle classificazioni.
Il paniere dei prezzi al consumo è l’insieme dei beni e servizi che le famiglie acquistano abitualmente e che costituiscono la base per il calcolo degli indici NIC (per l’intera collettività nazionale), FOI (per le famiglie di operai e impiegati) e IPCA (armonizzato a livello europeo). Nel 2024 il paniere comprende quasi 2.000 prodotti elementari, raggruppati in oltre 1.000 prodotti e circa 400 aggregati.
Novità più rilevanti del paniere 2024
Tra le novità più rilevanti del paniere 2024 vi sono l’introduzione di alcuni prodotti che riflettono le nuove abitudini di spesa delle famiglie, come:
l’apparecchio per deumidificazione e purificazione aria
la lampadina smart
il pasto all you can eat
la piastra per capelli
il rasoio elettrico
scaldaletto elettrico
corsi ricreativi e sportivi
Escono dal paniere
E-book reader
Dispositivo per il tracking delle funzioni vitali
Tagliacapelli elettrico
Regolabarba elettrico
Per questi, l’uscita dal paniere è stata determinata da criteri connessi o al calo delle spese sostenute dalle famiglie o alla ridotta rappresentatività, rispetto ad altri prodotti.
Inoltre, vi è una novità di natura metodologica che riguarda l’impiego della banca dati di IVASS per l’assicurazione r.c. auto, che permette di migliorare la stima dell’indice per questo servizio.
L’Istat acquisisce più di 157mila quotazioni al mese dalla base dati dei prezzi dei carburanti del Ministero dello Sviluppo economico e circa un milione e mezzo di osservazioni al mese dalla base dati delle locazioni immobiliari dell’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate.
L’Istat ha anche adeguato la modalità di calcolo dell’indice dei beni energetici, per tenere conto delle dinamiche dei prezzi dei prodotti energetici delle famiglie in transizione dal mercato tutelato al mercato libero.
L’ISTAT ha comunicato la stima dell’inflazione per Gennaio 2024
In Italia i prezzi al consumo a gennaio 2024 (NIC) aumentano dello 0,3% su base mensile e dello 0,8% su base annua, con un’accelerazione rispetto a dicembre 2023 (+0,6%)
Inflazione Italia Gennaio 2022-Gennaio 2024(stima)
Fattori di accelerazione
L’aumento dell’inflazione è dovuto principalmente alla riduzione della flessione dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (-21,4% da -41,6%), all’aumento dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+4,3% da +3,7%) e dei Beni alimentari non lavorati (+7,5% da +7,0%)
Fattori di decelerazione
Si attenua l’aumento dei prezzi dei Servizi relativi all’abitazione (+2,9% da +4,2%) e dei Beni durevoli (+0,8% da +1,5%).
Inflazione di fondo
L’indice al netto degli energetici e degli alimentari freschi decelera da +3,1% a +2,8%, mentre quello al netto dei soli beni energetici da +3,4% a +3,1%.
Indice armonizzato (IPCA)
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo diminuisce dell’1,1% su base mensile e aumenta dello 0,9% su base annua, in aumento da +0,5% di dicembre 2023
Tabella con i dati dell’inflazione mensile ed annua da gennaio 2022 a gennaio 2024
In Area Euro l’inflazione in aumento rispetto al 2,4% di novembre 2023
Eurostat stima che in Area Euro l’aumento mensile da novembre a dicembre 2023 sarà del +0,1% che porterà l’aumento annuo al 2,9% rispetto al 2,4% di novembre.
Lo scorso mese l’aumento mensile fu negativo, -0,6% che fece crollare il dato annuale. Se il Dato verrà confermato porterà l’aumento medio annuo in Area Euro al 5,5%, lo scorso anno la media fu 8,3%. Sicuramente un bel passo in avanti in termini di discesa dei prezzi. Si spera che questi dati facciano frenare la salita dei tassi da parte della BCE.
Prosegue a dicembre 2023 la flessione dell’inflazione
A dicembre 2023, in Italia, prosegue la discesa dell’inflazione. Lo comunica l’Istat nella stima dell’inflazione comunicata in data 5 gennaio 2024. L’inflazione annua scende a 0,6% con una variazione rispetto a novembre scorso dello 0,2%. Lo scorso anno l’inflazione era all’11,6%.
L’Istat specifica che – I prezzi nel comparto alimentare evidenziano invece un’accelerazione della crescita media annua (+9,8%, da +8,8% del 2022), nonostante l’attenuazione della loro dinamica tendenziale, evidenziata nella seconda metà dell’anno – .
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano lievemente su base tendenziale da +5,4% a +5,3%, come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +4,6% di novembre a +4,4%).
Il dato definitivo per dicembre 2023 sarà comunicato il 16 gennaio 2024. Chissa se lo vedremo ancora in discesa come successo lo scorso mese quando la stima fu ribassata.
La discesa del tasso di inflazione risente ancora del favorevole andamento dei prezzi dei Beni energetici, che a novembre hanno evidenziato una netta flessione. Leggendo i dati dei carburanti, che danno un trend in leggera diminuzione, nei prossimi mesi potremmo avere ancora ulteriori discese dell’inflazione. Si pensi che il gasolio autotrazione a dicembre 2022 era quotato 1,7534 , mentre la rilevazione dell’11 dicembre 2023 si attesta a 1,7537 (elaborazione www.rivaluta.it su dati Ministero dei Trasporti)
Un contributo al rallentamento dell’inflazione si deve inoltre alla dinamica dei prezzi di alcune tipologie di servizi (ricreativi, culturali e per la cura della persona e di trasporto) e alla nuova decelerazione dei prezzi degli Alimentari (+5,8%), in particolare della componente lavorata, che esercita un freno alla crescita su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” (+5,4%).
4° grado: cugini, prozii (fratelli dei nonni) e pronipoti (i figli dei nipoti);
5° grado: figli di cugini e cugini dei genitori;
6° grado: figli di figli di cugini e figli dei cugini dei genitori;
L’art. 77 c.c. dispone che: La legge non riconosce il vincolo di parentela oltre il sesto grado, salvo che per alcuni effetti specialmente determinati”
La percezione che l’uomo sia forte e la donna debole è radicata in molte società e culture in tutto il mondo ed è il risultato di una lunga storia di costruzione sociale, influenze culturali, tradizioni e stereotipi di genere. Questa visione non è basata su differenze intrinseche di forza o debolezza tra uomini e donne, ma piuttosto su costruzioni sociali che sono state per lungo tempo perpetuate.
Ci sono diverse ragioni dietro questa percezione:
Stereotipi di Genere:** Nel corso dei secoli, sono stati creati stereotipi di genere che attribuiscono certe caratteristiche agli uomini e alle donne. L’uomo è spesso associato alla forza, alla razionalità e all’aggressività, mentre la donna è vista come debole, emotiva e dipendente. Questi stereotipi influenzano la percezione delle persone e contribuiscono a mantenere ruoli di genere tradizionali.
Tradizioni Culturali:** Molti sistemi di valori culturali hanno sottolineato la differenza di ruoli tra uomini e donne. Le tradizioni spesso attribuiscono agli uomini il ruolo di provider e protettore, mentre alle donne è assegnato il ruolo di prendersi cura della famiglia e dei figli. Queste divisioni possono portare a una percezione di superiorità o inferiorità basata sul genere.
Strutture di Potere Patriarcali:** In molte società, le strutture di potere sono state storicamente patriarcali, con gli uomini che detengono il controllo e l’autorità. Questo può portare a dinamiche di potere sbilanciate e alla giustificazione della violenza o del controllo da parte degli uomini nei confronti delle donne.
La violenza di genere è un fenomeno complesso che non può essere spiegato da un singolo fattore. Coinvolge dinamiche culturali, economiche, sociali e politiche. La consapevolezza di queste questioni è un passo importante per affrontare e cambiare queste percezioni e comportamenti. Molti movimenti e organizzazioni si battono per l’uguaglianza di genere e per eliminare la violenza di genere, cercando di sensibilizzare le persone, cambiare le leggi e promuovere una cultura che rispetti e valorizzi tutti, indipendentemente dal genere.
In Italia un dato così basso non si registrava da luglio 2021 quando il dato fu +1,9%
L’aumento mensile rispetto a settembre 2023 è risultata uguale a -0,2%. da sotto lineare che il dato definitivo è stato inferiore alla stima dell’inflazione per il mese di Ottobre 2023 comunicata dall’Istat il 31 ottobre scorso che era stata uguale a -0,1% e 1,8% rispettivamente come variazione mensile e annuale.
Inflazione Italia da Gennaio 2020 a Ottobre 2023
Con il dato di ottobre 2023 l’inflazione media attuale in Italia per l’anno 2023 si porta al 6,7%mentre l’inflazione media degli ultimi 12 mesi da Novembre 2022 a Ottobre 2023 è del 7,5%. L’inflazione media per il 2022 (da gennaio a dicembre) fu uguale a 8,1%.
A cosa è dovuta la drastica discesa a ottobre 2023?
La drastica discesa del tasso di inflazione si deve in gran parte all’andamento dei prezzi dei beni energetici, in decisa decelerazione tendenziale a causa dell’effetto statistico derivante dal confronto con ottobre 2022, quando si registrarono forti aumenti dei prezzi del comparto.
Anche un ridimensionamento dei prezzi dei beni alimentari a contribuito far scendere l’inflazione, il cui tasso tendenziale scende al +6,3%, esercitando un freno alla crescita su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” (+6,1%).
L’inflazione di fondo si attesta al +4,2%, più contenuta rispetto al dato dell’inflazione; a settembre era stata del 4,6%.
Inflazione annua e mensile con dettaglio degli indici Istat
Gennaio 2023 – Ottobre 2023
A Novembre 2023 con un aumento mensile identico a quello ottenuto nel mese di Ottobre 2023 uguale a -0,2%, il valore dell’inflazione potrebbe essere uguale a 1% mentre con una variazione mensile uguale a 0,2% sarà del 1,3%.
La tabella completa con la previsione annuale dell’inflazione.
Si passa dal 5,3% di settembre all’ +1,8 per cento
Grafico inflazione Italia ottobre 2023(stima)
A ottobre 2023, secondo le stime preliminari dell’ISTAT, l’inflazione scende in picchiata. Si passa dal 5,3% del mese scorso all’ +1,8 per cento.
Questo dato è il valore più basso mai registrato da luglio 2021 (+1,9%). L’Istat precisa nella nota odierna, che la drastica discesa del tasso di inflazione si deve in gran parte all’andamento dei prezzi dei beni energetici, in decisa decelerazione tendenziale a causa dell’effetto statistico derivante dal confronto con ottobre 2022, quando si registrarono forti aumenti dei prezzi del comparto.
Un contributo al ridimensionamento dell’inflazione si deve inoltre alla dinamica dei prezzi dei beni alimentari, il cui tasso tendenziale scende al +6,5%, esercitando un freno alla crescita su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” (+6,3%). Infine, più contenuta è la flessione dell’inflazione di fondo, che a ottobre si attesta al +4,2% (dal 4,6% di settembre).
Il Bureau of Labor Statistics degli Stati Uniti ha comunicato il dato dell’inflazione per Agosto 2023.
L’aumento rispetto a Luglio 2023 è stato uguale a 0,4 per cento.
L’indice dei prezzi al consumo per tutti i consumatori urbani (CPI-U) è aumentato dello 0,6% ad agosto 2023 su base stagionale base corretta, dopo un aumento dello 0,2% a luglio. Negli ultimi 12 mesi, l’indice globale delle voci è aumentato del 3,7% prima della destagionalizzazione.
L’indice della benzina ha contribuito maggiormente all’aumento mensile di tutte le voci, oltre la metà dell’aumento. All’aumento mensile di agosto ha contribuito anche il continuo avanzamento nell’indice dei “rifugi”, che è aumentato per il 40esimo mese consecutivo. L’indice energetico è cresciuto del 5,6%.
Ad Agosto sono aumentati tutti i principali indici della componente energetica. L’indice alimentare è aumentato dello 0,2%.
L’indice relativo a tutte le voci, esclusi cibo ed energia, è aumentato dello 0,3% in agosto, dopo lo 0,2% aumento di luglio.
Tutto ciò che devi sapere sulle ricevute di accettazione e consegna in una comunicazione PEC
La ricevuta di accettazione e la ricevuta di consegna nelle comunicazioni tramite PEC (Posta Elettronica Certificata) hanno scopi diversi e vengono considerate in momenti diversi nel processo di invio di documenti tramite PEC.
Ricevuta di accettazione
Quando l’utente invia il messaggio riceve, da parte del proprio Gestore di PEC, la ricevuta di accettazione con attestazione temporale. La ricevuta è una prova legale dell’avvenuta spedizione del messaggio ma non della consegna presso la casella PEC del destinatario.
La ricevuta di accettazione conterrà la data e l’ora (hh:mm:ss,ms) del server gestore di chi ha inviato la PEC.
L’Art. 3 “Trasmissione del documento informatico” del DPR 11 febbraio 2005, n. 68 è chiaro al riguardo:
Il documento informatico trasmesso per via telematica si intende spedito dal mittente se inviato al proprio gestore, e si intende consegnato al destinatario se reso disponibile all’indirizzo elettronico da questi dichiarato, nella casella di posta elettronica del destinatario messa a disposizione dal gestore.
Ricevuta di consegna o ricevuta di avvenuta consegna
Quando il messaggio arriva nella casella del destinatario, il server che riceve la PEC invia al mittente la ricevuta di avvenuta o mancata consegna, con l’indicazione di data ed orario, indipendente dalla visualizzazione del messaggio da parte del destinatario.
Questa ricevuta attesta che il messaggio è stato consegnato con successo al server della casella di posta elettronica del destinatario. La data e l’ora di riferimento per questa ricevuta sono quelle in cui il server di posta del destinatario ha accettato il messaggio. Questa ricevuta dimostra solo che il messaggio è stato recapitato al server del destinatario ma non implica che il destinatario abbia effettivamente letto o aperto il messaggio.
Nel caso di invio di una PEC (ad esempio, un Bando del tipo “Clic Day”) presso un ufficio pubblico, la data e l’ora di arrivo presso l’indirizzo dell’ente pubblico (Art. 3 DPR 11 febbraio 2005, n. 68 ) sarà la data e l’ora in cui il server del mittente ha preso in carico il messaggio da inviare. La ricevuta di consegna è solitamente considerata come prova che il messaggio è stato consegnato con successo al server del destinatario ma la data e l’ora di riferimento di arrivo è quella comunicata dal server del mittente.
Si raccomanda di conservare entrambe le ricevute (Accettazione e Consegna) perché costituiranno prove legali.