L’inflazione di fondo oppure core inflation, in inglese è un indicatore che mira a fornire una visione più stabile e precisa dell’andamento dei prezzi, escludendo dall’analisi quei beni e servizi che sono particolarmente soggetti a variazioni di prezzo, come per esempio quelli alimentari ed energetici.
L’inflazione di fondo misura l’aumento dei prezzi senza comprendere gli energetici e gli alimentari freschi.
Questa esclusione viene fatta per evitare distorsioni dovute a fluttuazioni temporanee dei prezzi di questi prodotti. Per esempio sui prodotti stagionali come la frutta oppure i saldi stagionali.
Mentre il tasso d’inflazione tradizionale tiene conto di tutti i beni e servizi nel calcolo, incluso cibi e combustibili che possono mostrare una maggiore volatilità nei prezzi nel breve termine.
In definitiva l’inflazione di fondo si concentra su una gamma più stabile di beni e servizi.
Questo permette agli economisti di avere una migliore comprensione dell’andamento generale dei prezzi e quindi dell’inflazione, senza essere influenzati da variazioni transitorie nei prezzi di alcuni beni.
Il Consiglio direttivo della BCE ha deciso di mantenere invariati i tre tassi di interesse di riferimento
Le nuove informazioni confermano la valutazione precedente sull’inflazione in Area Euro a medio termine, che continua a diminuire principalmente a causa del contenimento dei prezzi alimentari e dei beni. Nonostante le restrizioni finanziarie e i precedenti aumenti dei tassi di interesse abbiano contribuito a ridurre l’inflazione, le pressioni sui prezzi dei servizi rimangono forti.
Il Consiglio si impegna a riportare l’inflazione al 2% nel medio termine. Ricordiamo che l’ultimo valore minore del 2% in Area Euro si è avuto a Giugno 2021 con 1,9%. Da allora è stato un salire vertiginoso fino al 10,6% di Ottobre 2022.
La BCE ritiene che i tassi attuali siano adeguati per questo processo di disinflazione. Tuttavia, potrebbe ridurre la restrizione della politica monetaria se diventasse più certo che l’inflazione si stia stabilmente avvicinando all’obiettivo. Le decisioni future saranno guidate dai dati economici e non seguiranno un percorso predeterminato.
Periodi
Inflazione
annua
Inflazione
mensile
Gennaio-2020 Gennaio-2021
0,9%
0,2%
Febbraio-2020 Febbraio-2021
0,9%
0,2%
Marzo-2020 Marzo-2021
1,3%
0,9%
Aprile-2020 Aprile-2021
1,6%
0,6%
Maggio-2020 Maggio-2021
2,0%
0,3%
Giugno-2020 Giugno-2021
1,9%
0,3%
Luglio-2020 Luglio-2021
2,2%
-0,1%
Agosto-2020 Agosto-2021
3,0%
0,4%
Settembre-2020 Settembre-2021
3,4%
0,5%
Ottobre-2020 Ottobre-2021
4,1%
0,8%
Novembre-2020 Novembre-2021
4,9%
0,4%
Dicembre-2020 Dicembre-2021
5,0%
0,4%
Gennaio-2021 Gennaio-2022
5,1%
0,3%
Febbraio-2021 Febbraio-2022
5,9%
0,9%
Marzo-2021 Marzo-2022
7,4%
2,4%
Aprile-2021 Aprile-2022
7,4%
0,6%
Maggio-2021 Maggio-2022
8,1%
0,8%
Giugno-2021 Giugno-2022
8,6%
0,8%
Luglio-2021 Luglio-2022
8,9%
0,1%
Agosto-2021 Agosto-2022
9,1%
0,6%
Settembre-2021 Settembre-2022
9,9%
1,2%
Ottobre-2021 Ottobre-2022
10,6%
1,5%
Novembre-2021 Novembre-2022
10,1%
-0,1%
Dicembre-2021 Dicembre-2022
9,2%
-0,4%
Gennaio-2022 Gennaio-2023
8,6%
-0,2%
Febbraio-2022 Febbraio-2023
8,5%
0,8%
Marzo-2022 Marzo-2023
6,9%
0,9%
Aprile-2022 Aprile-2023
7,0%
0,6%
Maggio-2022 Maggio-2023
6,1%
0,0%
Giugno-2022 Giugno-2023
5,5%
0,3%
Luglio-2022 Luglio-2023
5,3%
-0,1%
Agosto-2022 Agosto-2023
5,2%
0,5%
Settembre-2022 Settembre-2023
4,3%
0,3%
Ottobre-2022 Ottobre-2023
2,9%
0,1%
Novembre-2022 Novembre-2023
2,4%
-0,6%
Dicembre-2022 Dicembre-2023
2,9%
0,2%
Gennaio-2023 Gennaio-2024
2,8%
-0,4%
Febbraio-2023 Febbraio-2024
2,6%
0,6%
I tassi di interesse rimangono stabili: il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali è al 4,50%, quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale è al 4,75%, e il tasso sui depositi presso la banca centrale è al 4,00%.
Il portafoglio del Programma di Acquisto di Attività (PAA) si riduce gradualmente, mentre nel Programma di Acquisto per l’Emergenza Pandemica (PEPP) si prevede una riduzione di 7,5 miliardi di euro al mese nella seconda metà del 2024, con il termine dei reinvestimenti alla fine dell’anno.
Il Consiglio continuerà a reinvestire in modo flessibile il capitale rimborsato sui titoli del PEPP per contrastare i rischi derivanti dalla pandemia. Per quanto riguarda le operazioni di rifinanziamento, verranno regolarmente riesaminate in relazione al mandato della BCE.
Il Consiglio è pronto a utilizzare tutti gli strumenti a sua disposizione per garantire il ritorno dell’inflazione al 2% e preservare il corretto funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria, incluso l’uso dello strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria per affrontare dinamiche di mercato disordinate.
Un dato, quello dell’inflazione a Marzo, che BCE aspettava con ansia
Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea, stima che l’inflazione annua dell’area euro dovrebbe attestarsi al 2,4% a marzo 2024.
In calo rispetto al 2,6% di febbraio scorso e l’aumento mensile in leggero aumento rispetto al dato del mese scorso:+0,8%. Lo scorso mese la variazione mensile era stata uguale a +0,6%.
Considerando le principali componenti dell’inflazione dell’area euro, si stima che i servizi registreranno il tasso annuo più elevato a marzo (4,0%, stabile rispetto a febbraio), seguiti da alimentari, alcol e tabacco (2,7%, rispetto al 3,9% di febbraio), i beni industriali non energetici (1,1%, contro 1,6% a febbraio) e l’energia (-1,8%, contro -3,7% a febbraio).
Dopo questo dato dell’inflazione, tanto atteso dalla BCE, si spera in un taglio dei tassi di interesse entro giugno prossimo.
A marzo, l’inflazione in Italia risale moderatamente all’1,3% dallo 0,8 per cento di febbraio scorso. Alterato l’aumento mensile che a marzo segna +0,1% confermando il dato di febbraio scorso.
La lieve accelerazione risente dell’attenuarsi della flessione dei prezzi dei beni energetici
La lieve accelerazione risente dell’attenuarsi della flessione dei prezzi dei beni energetici (-10,8% da -17,3% di febbraio), sia per la componente regolamentata che non regolamentata. Un sostegno alla dinamica dell’inflazione si deve inoltre all’accelerazione dei prezzi dei servizi relativi al trasporto (+4,4% da +3,8%). Le notizie positive sono un rallentamento dei prezzi dei prodotti alimentari non lavorati che anche a marzo rallentano (+2,6% da +4,4%). Frena anche la dinamica su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” (+3,0%), mentre l’inflazione di fondo si attesta al +2,4% (in modesta ripresa da +2,3%).
Quanto potrebbe essere l’inflazione nel mese di aprile 2024?
Ipotizzando un aumento simile dello 0,1% da marzo ad aprile si potrebbe ipotizzare per aprile 2024, un’inflazione annua uguale a 0,9%.
In Italia l’inflazione resta ferma. A febbraio 2024 registra un aumento dello 0,1% su base mensile e di 0,8% su base annua (confermando la stima preliminare), come nel mese precedente.
La stabilizzazione dei prezzi al consumo si deve principalmente al venir meno delle tensioni sui prezzi dei Beni alimentari, non lavorati e lavorati, i cui effetti compensano l’indebolimento delle spinte deflazionistiche provenienti dal settore dei Beni energetici.
La stabilizzazione dell’inflazione sottende andamenti contrapposti di diversi aggregati di spesa: in rallentamento risultano i prezzi degli Alimentari non lavorati (da +7,5% a +4,4%) e lavorati (da +4,5% a +3,4%), degli Altri beni (da +1,7% a +1,2%), dei Servizi relativi ai trasporti (da +4,2% a +3,8%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,3% a +3,2%) e dei Servizi relativi all’abitazione (da +2,8% a +2,7%); per contro, si attenua la flessione dei prezzi degli Energetici non regolamentati (da -20,4% a -17,2%) e regolamentati (da -20,6% a -18,4%) e accelerano quelli dei Tabacchi (da +2,2% a +2,6%) e dei Servizi relativi alle comunicazioni (da +0,2% a +0,8%).
Nel mese di febbraio l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, decelera da +2,7% a +2,3% e quella al netto dei soli beni energetici da +3,0% a +2,6%.
La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni accentua la sua discesa (da -0,7% a -0,9%), mentre quella dei servizi resta stabile (a +2,9%), portando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni pari a +3,8 punti percentuali, dai +3,6 di gennaio.
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano su base tendenziale da +5,1% a +3,4%, come quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +3,5% di gennaio a +2,8%).
La variazione congiunturale dell’indice generale è la sintesi di dinamiche opposte di diverse sue componenti: da un lato, l’aumento dei prezzi di Tabacchi (+2,3%), dei Servizi relativi alle comunicazioni (+0,5%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e dei Servizi relativi ai trasporti (entrambi a +0,4%); dall’altro, la diminuzione dei prezzi degli Energetici regolamentati (-2,2%), degli Alimentati non lavorati (-0,5%) e degli Energetici non regolamentati (-0,4%).
L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +0,5% per l’indice generale e a +1,0% per la componente di fondo.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra una variazione congiunturale nulla e un aumento tendenziale di 0,8% (la stima preliminare era +0,9%), in lieve diminuzione da +0,9% di gennaio.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra una variazione congiunturale nulla e un aumento su base annua di 0,7%.
Il tasso di inflazione negli Stati Uniti nel mese di febbraio è aumentato dello 0,4% rispetto al mese precedente e del 3,2% rispetto a Febbraio 2023, secondo quanto riportato oggi dal Bureau of Labor Statistics.
INDICE DEI PREZZI AL CONSUMO USA: FEBBRAIO 2024 +3,2%
Questo aumento è stato influenzato principalmente dall’incremento dei costi per l’alloggio e il carburante.
Tendenze dei prezzi e principali fattori
L’indice per l’alloggio è aumentato a febbraio, così come quello per la benzina. Insieme, questi due indici hanno contribuito a oltre il sessanta percento dell’aumento mensile dell’indice per tutti gli articoli. Anche l’indice energetico è aumentato dello 2.3% durante il mese, con tutti i suoi componenti in crescita.
L’indice dei prezzi degli alimenti è rimasto invariato a febbraio, così come l’indice per gli alimenti acquistati per consumo domestico. L’indice per gli alimenti consumati fuori casa è aumentato dello 0.1% durante il mese.
L’indice per tutti gli articoli, esclusi alimenti ed energia, è aumentato dello 0.4% a febbraio, come già avvenuto a gennaio. Tra gli indici in aumento a febbraio figurano l’alloggio, le tariffe aeree, l’assicurazione per veicoli a motore, l’abbigliamento e il tempo libero. Tra gli indici in diminuzione durante il mese vi sono quelli relativi alla cura personale e agli arredi e alle operazioni domestiche.
L’indice per tutti gli articoli è aumentato del 3.2% nei dodici mesi fino a febbraio, un aumento maggiore rispetto al 3.1% registrato nei dodici mesi precedenti. L’indice per tutti gli articoli, esclusi alimenti ed energia, è aumentato del 3.8% negli ultimi dodici mesi. L’indice energetico è diminuito del 1.9% nei dodici mesi fino a febbraio, mentre l’indice alimentare è aumentato del 2.2% nell’ultimo anno.
Inflazione in calo a Febbraio in Area euro: 2,6% a febbraio da 2,8% di gennaio
La stima Eurostat (ufficio statistico dell’Unione europea), sull’inflazione annua dell’area euro per Febbraio 2024 dovrebbe attestarsi al 2,6% in calo rispetto al 2,8% di gennaio . L’aumento mensile rispetto a gennaio scorso è stato stimato a +0,6%; era da aprile 2023 che non si vedeva un aumento mensile simile.
Periodo
Inflazione(%)
Dato annuo
Inflazione(%)
Dato mensile
Febbraio 2024 (stima)
2,6%
0,6%
Gennaio 2024
2,8%
-0,4%
Dicembre 2023
2,9%
0,2%
Novembre 2023
2,4%
-0,6%
Ottobre 2023
2,9%
0,1%
Settembre 2023
4,3%
0,3%
Agosto 2023
5,2%
0,5%
Luglio 2023
5,3%
-0,1%
Giugno 2023
5,5%
0,3%
Maggio 2023
6,1%
0%
Aprile 2023
7%
0,6%
Marzo 2023
6,9%
0,9%
Febbraio 2023
8,5%
0,8%
Considerando le principali componenti dell’inflazione dell’area euro, si prevede che alimentari, alcol e tabacco registreranno il tasso annuo più elevato a febbraio (4,0%, rispetto al 5,6% di gennaio), seguiti dai servizi (3,9%, rispetto al 4,0% di gennaio). ), beni industriali non energetici (1,6%, rispetto al 2,0% di gennaio) ed energia (-3,7%, rispetto al -6,1% di gennaio).
L’inflazione stimata nei 20 paesi dell’Area Euro per Febbraio 2024
La Lettonia ha il valore più basso con 0,7% poi c’è l’Italia con 0,9% e Lituania con 1,1%
Euro area (EA11-1999, EA12-2001, EA13-2007,
EA15-2008, EA16-2009, EA17-2011, EA18-2014,
EA19-2015, EA20-2023)
Aumento mensile rispetto a gennaio 2024 è dello 0,1 per cento
La stabilizzazione del ritmo di crescita dei prezzi al consumo si deve principalmente all’affievolirsi delle tensioni sui prezzi dei Beni alimentari, non lavorati e lavorati.
I beni energetici attenuano la flessione su base tendenziale che a febbraio risale al -17,3% (dal -20,5% di gennaio).
Si riduce il tasso di crescita in ragione d’anno dei prezzi del “carrello della spesa” (+3,7%), mentre l’inflazione di fondo si attesta al +2,4% (da +2,7% del mese precedente).
A gennaio l’inflazione evidenzia un lieve rimbalzo, sale a 0,8% da 0,6% di dicembre 2023
La moderata accelerazione del ritmo di crescita dei prezzi riflette l’andamento dei prezzi dei Beni energetici regolamentati, la cui flessione su base tendenziale risulta, a gennaio, attenuata a causa dell’effetto statistico dovuto allo sfavorevole confronto con gennaio 2023. Un contributo alla risalita dell’inflazione si deve inoltre al permanere di tensioni sui prezzi dei beni alimentari non lavorati, mentre il cosiddetto “carrello della spesa” continua a decelerare (+5,1%). Infine, l’inflazione di fondo si attesta a gennaio al +2,7% (da +3,1% del mese precedente).
Previsioni dell’inflazione in Italia per il prossimo mese di Febbraio 2024
A Febbraio 2024 con un aumento mensile uguale a quello ottenuto nel mese di Gennaio 2024 uguale a 0,3%, il valore dell’inflazione potrebbe salire dallo 0,8% all’ 1%.
A gennaio 2024 inflazione a 2,8% rispetto al 2,9 per cento di dicembre scorso
La variazione mensile dell’inflazione in Area Euro fa registrare, rispetto a dicembre 2023, una forte diminuzione: -0,4 per cento.
Considerando le principali componenti dell’inflazione dell’area euro, si stima che alimentari, alcol e tabacco registreranno il tasso annuo più elevato a gennaio (5,7%, rispetto al 6,1% di dicembre).
Stabili i servizi (4,0%, stabile rispetto a dicembre), in discesa i beni industriali non energetici (2,0%, contro 2,5% a dicembre) e leggera salita dell’energia (-6,3%, contro -6,7% a dicembre).
I dati dell’inflazione in Area Euro da Gennaio 2023 a Gennaio 2024
L’inflazione in Italia aumenta dello 0,2% su base mensile e dello 0,6% su base annua a dicembre 2023, confermando la stima preliminare. In media, nel 2023 i prezzi al consumo crescono del 5,7% (+8,1% nel 2022).
Fattori di influenza: il rallentamento dell’inflazione è dovuto principalmente alla flessione dei prezzi dei beni energetici regolamentati (-41,6%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+3,6%) e degli alimentari lavorati (+4,9%). Invece, l’attenuarsi del calo dei prezzi degli energetici non regolamentati (-21,1%) e l’accelerazione di quelli degli alimentari non lavorati (+7,0%) sostengono la dinamica dell’inflazione.
Inflazione di fondo: l’indice al netto degli energetici e degli alimentari freschi decelera da +3,6% a +3,1% su base annua a dicembre 2023. La variazione media annua di questa componente nel 2023 è pari a +5,1% (+3,8% nel 2022).
I dati dell’inflazione mensile ed annua per l’anno 2023
N
Periodo
Var.% mese
Var% anno
1
Dicembre 2023
0,2%
0,6%
2
Novembre 2023
-0,5%
0,7%
3
Ottobre 2023
-0,2%
1,7%
4
Settembre 2023
0,2%
5,3%
5
Agosto 2023
0,3%
5,4%
6
Luglio 2023
0%
5,9%
7
Giugno 2023
0%
6,4%
8
Maggio 2023
0,3%
7,6%
9
Aprile 2023
0,4%
8,2%
10
Marzo 2023
-0,4%
7,6%
11
Febbraio 2023
0,2%
9,1%
12
Gennaio 2023
0,1%
10%
Differenze territoriali: l’inflazione è più alta nel Centro (+0,8%), nel Nord-Est (+0,8%) e nel Nord-Ovest (+0,7%), mentre è più bassa al Sud (+0,3%) e nelle Isole (-0,6%). Tra i grandi comuni, l’inflazione più elevata si osserva a Trieste (+1,7%), mentre quella più contenuta si registra a Campobasso (-1,2%).
Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona: questa divisione di spesa registra un’accelerazione dei prezzi nel 2023 (+5,9%, da +4,4% nel 2022), con un’inflazione propria pari a +2,4% e un trascinamento al 2024 di +0,3 punti percentuali.
Servizi relativi ai trasporti: questa divisione di spesa mostra un rallentamento dei prezzi nel 2023 (+4,4%, da +5,6% nel 2022), con un’inflazione propria pari a +2,0% e un trascinamento al 2024 di +1,4 punti percentuali.
Servizi vari: questa divisione di spesa evidenzia un’accelerazione dei prezzi nel 2023 (+2,7%, da +1,5% nel 2022), con un’inflazione propria pari a +1,0% e un trascinamento al 2024 di +0,8 punti percentuali.
Servizi: questa categoria aggregata include tutte le divisioni di spesa relative ai servizi e mostra un’accelerazione dei prezzi nel 2023 (+4,2%, da +3,0% nel 2022), con un’inflazione propria pari a +2,5% e un trascinamento al 2024 di +0,8 punti percentuali.
Nell’Area Euro inflazione in picchiata libera a novembre 2023:-0,6% in un mese
Per trovare un valore minore di 2,4%, bisogna andare indietro fino al periodo Luglio 2021 quando l’inflazione era 2,2%. Sono trascorsi 27 mesi. Il dato conferma la stima di Eurostat.
Anche la variazione mensile uguale a –0,6% ci riporta indietro fino a Gennaio 2020, quando segno una variazione rispetto a dicembre 2019 uguale a -1,0%, da Allora Sono trascorsi 46 mesi.
Nel dettaglio le variazioni le principali componenti dell’inflazione dell’area euro
Il gruppo Cibo alcol e tabacco passa a 6,9 %, rispetto al 7,4 % di ottobre , seguito dai servizi 4,0 %, rispetto al 4,6 % di ottobre, dai beni industriali non energetici 2,9 %, rispetto al 3,5 % di ottobre ) ed energia -11,5 %, rispetto al -11,2 % di ottobre.
La cosa interessante è che il gruppo energia che a Novembre 2022 era a aumentata, rispetto all’anno precedente del 34,9%, a novembre 2023 scende dopo un anno a -11,5%!
La tabella sotto pubblicata da Eurostat riporta nel dettaglio tutti le variazioni percentuali per gruppo.
Terza discesa consecutiva per la variazione mensile: tra novembre e ottobre -0,2%
La variazione mensile registrata a novembre è la più bassa da Gennaio 2023. Solo il dato di dicembre 2023 registra un valore più basso con -0,3%.
La discesa dell’inflazione negli US è iniziata da Gennaio 2022 quando tocco il picco di 9,1% valore più alto da dicembre 1981. Ora toccherà alla FED dare un segnale forte sui tassi di interesse.
Il commento sui dati US di novembre 2023
Dopo che i prezzi come già detto sopra hanno raggiunto il massimo dopo quattro decenni, l’inflazione negli US, per tutti i tipi di beni e servizi è diminuita in maniera considerevole.
L’indice relativo agli alloggi ha continuato a salire a novembre, controbilanciando il calo dell’indice della benzina. L’indice energetico è sceso del 2,3% nel corso del mese poiché un calo del 6,0% dell’indice della benzina ha più che compensato gli aumenti degli altri indici delle componenti energetiche. L’indice alimentare è aumentato dello 0,2% a novembre, dopo essere aumentato dello 0,3% a ottobre. L’indice relativo al cibo da asporto è aumentato dello 0,1% nel corso del mese mentre l’indice relativo al cibo consumato fuori casa è cresciuto dello 0,4%.
L’indice relativo a tutte le voci, esclusi cibo ed energia, è aumentato dello 0,3% a novembre, dopo essere aumentato dello 0,2% a ottobre. Gli indici che sono aumentati a novembre includono l’affitto, l’affitto equivalente ai proprietari, l’assistenza medica e assicurazione dei veicoli a motore.
Gli indici relativi all’abbigliamento, all’arredamento e alle attività domestiche, alla comunicazione e alle attività ricreative sono stati tra quelli in calo nel corso del mese.
Prima di addentraci nella stima dell’inflazione in Italia per l’anno 2024 diamo uno sguardo a quella dell’anno 2023 che si sta concludendo. L’ultimo dato Istat a nostra disposizione è la stima Istat per il dato di Novembre 2023 uguale a 0,8% come variazione annua e -0,4 come variazione mensile.
La stima di novembre 2023 fa scendere l’inflazione media per l’anno 2023 dal 6,7% di ottobre al 6,1%. Ipotizzando lo stesso calo per dicembre, quindi un calo mensile uguale a -0,4%, la variazione annua per dicembre 2023 rispetto a dicembre 2022 scenderebbe a 0,1% e la media annua per il 2023 al 5,7%.
Da notare che per trovare una variazione annua maggiore di 0,1% bisogna tornare indietro fino a Gennaio 2021, quando il dato fu uguale a 0,4%.
Tabella con gli indici dell’inflazione stimati per novembre e dicembre 2023
Periodo
Var% annua
Var% mese
Indice Dal
Indice Al
Media
Gennaio-2022 Gennaio-2023
10,0%
0,1%
108,3
119,1
10,0%
Febbraio-2022 Febbraio-2023
9,1%
0,2%
109,3
119,3
9,6%
Marzo-2022 Marzo-2023
7,6%
-0,4%
110,4
118,8
8,9%
Aprile-2022 Aprile-2023
8,2%
0,4%
110,3
119,3
8,7%
Maggio-2022 Maggio-2023
7,6%
0,3%
111,2
119,7
7,6%
Giugno-2022 Giugno-2023
6,4%
0,0%
112,5
119,7
8,1%
Luglio-2022 Luglio-2023
5,9%
0,0%
113
119,7
7,8%
Agosto-2022 Agosto-2023
5,4%
0,3%
113,9
120,1
7,5%
Settembre-2022 Settembre-2023
5,3%
0,2%
114,2
120,3
7,3%
Ottobre-2022 Ottobre-2023
1,7%
-0,2%
118,1
120,1
6,7%
Novembre-2022 Novembre-2023 (stima)
0,8%
-0,4%
118,7
119,6
6,1%
Dicembre-2022 Dicembre-2023 (stima)
0,1%
-0,4%
119
119,1
5,6%
Previsione inflazione 2024
Leggiamo le previsioni ufficiali per il 2024 dal Dipartimento del Tesoro che pubblica periodicamente il tasso d’inflazione programmata, che viene riportato nei documenti programmatici e in particolare nel Documento di economia e finanza (Def) e, se necessario, aggiornato nella successiva nota di aggiornamento (Nadef). Nell’ultima nota del Tesoro, il tasso per il 2024 dell’inflazione è dato a 2,4%.
Le Previsioni Prometia pubblicate sul Rapporto di Previsione di settembre 2023 danno un 2,4% mentre le previsioni del Centro Studi Confindustria pubblicate su Rapporto di Previsione sull’economia italiana – a marzo 2023, valutavano l’inflazione per il 2024 al 2,3%
In definitiva i dati delle tre fonti citate, per il 2024 danno un dato inflattivo medio in Italia tra il 2,3% e il 2,4%
Fonte
Inflazione 2024
Dipartimento del Tesoro
2,4%
Prometia
2,4%
Centro studi confindustria
2,3%
Cerchiamo di capire, usando semplici procedimenti matematici e gli indici passati, come si potrebbe arrivare ad una inflazione media del 2,4%.
Abbiamo ipotizzato, sovrastimando l’ultima stima ISTAT, un aumento mensile medio per quattordici mesi, da novembre 2023 e dicembre 2024 dello 0,2%. Tramite questa ipotesi possiamo ottenere gli indici futuri (vedi tabella) che porterebbero l’inflazione media per il 2024 all’1,8%.
Periodo
Indice Dal
Indice Al
Var% annua
gen-23
108,3
119,1
10%
feb-23
109,3
119,3
9,10%
mar-23
110,4
118,8
7,60%
apr-23
110,3
119,3
8,20%
mag-23
111,2
119,7
7,60%
giu-23
112,5
119,7
6,40%
lug-23
113
119,7
5,90%
ago-23
113,9
120,1
5,40%
set-23
114,2
120,3
5,30%
ott-23
118,1
120,1
1,70%
nov-23
118,7
120,3
1,30%
dic-23
119
120,5
1,30%
Media 2023
113,2
119,7
5,70%
gen-24
119,1
120,7
1,30%
feb-24
119,3
120,9
1,30%
mar-24
118,8
121,1
1,90%
apr-24
119,3
121,3
1,70%
mag-24
119,7
121,5
1,50%
giu-24
119,7
121,7
1,70%
lug-24
119,7
121,9
1,80%
ago-24
120,1
122,1
1,70%
set-24
120,3
122,3
1,70%
ott-24
120,1
122,5
2%
nov-24
120,3
122,7
2%
dic-24
120,5
122,9
2%
Media 2024
119,7
121,8
1,80%
Desideriamo sottolineare che le nostre previsioni sono basate su ipotesi di incrementi mensili e non tengono in considerazione le variabili economiche che potrebbero influenzare i dati dell’inflazione.
Tra quattordici mesi chissà se potremmo confermare la precisione della nostra proiezione dell’1,8% per l’inflazione, notevolmente al di sotto del 2,4% “stimato dagli altri”.
Inflazione in ribasso in Area Euro rispetto al 2,9% di ottobre 2023
In area Euro la variazione mensile rispetto ad ottobre è stimata al -0,5% e l’inflazione annua sui dodici mesi al 2,4%.
Per trovare un valore minore di 2,4% si deve andare indietro di 26 mesi fino a Luglio 2021, quando l’inflazione era del 2,2%.
Guardando ai principali componenti dell’inflazione nella zona euro, ci si aspetta che il settore alimentare, alcol e tabacco abbia il tasso annuale più alto a novembre (6,9%, rispetto al 7,4% di ottobre), seguito dai servizi (4,0%, rispetto al 4,6% di ottobre), dai beni industriali non energetici (2,9%, rispetto al 3,5% di ottobre) e dall’energia (-11,5%, in ribasso rispetto al -11,2% di ottobre).
Le Principali componenti dell’inflazione in Area Euro
Ciascuno dei principali componenti contribuisce in misura variabile all’inflazione complessiva nella zona euro. In termini di ponderazioni per il 2023, considerando il 100% per l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (HICP), i servizi sono il componente più significativo, rappresentando circa il 43,5% della spesa monetaria finale delle famiglie nella zona euro. Seguono i beni industriali non energetici, con circa il 26,3%.
Alimentari, alcol e tabacco e energia rappresentano rispettivamente circa il 20,0% e il 10,2%. Insieme, costituiscono meno di un terzo della spesa totale nella zona euro, ma possono avere impatti significativi sull’inflazione complessiva poiché i loro prezzi tendono a fluttuare in modo significativo rispetto agli altri componenti.