BCE: Tassi invariati, fermi a giugno 2025

Inflazione stabile al 2,1% nel 2025. Crescita rivisto al rialzo all’1,2%

BCE: Tassi invariati, fermi a giugno 2025 1
Grafico Tassi BCE fino a Giugno 2025

In un contesto di inflazione prossima all’obiettivo del 2% e di prospettive economiche in lieve miglioramento, il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea (BCE) ha deciso oggi di mantenere invariati i tre tassi di interesse di riferimento.

La mossa, ampiamente anticipata dai mercati, conferma una pausa nella politica di allentamento monetario dopo i tagli cumulativi di 200 punti base implementati tra giugno 2024 e giugno 2025. Il tasso sui depositi presso la banca centrale resta al 2,00%, quello sulle operazioni di rifinanziamento principali al 2,15% e quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale al 2,40%.

La decisione riflette la valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, che il Consiglio direttivo giudica “pressoché invariata”. L’inflazione complessiva nell’Eurozona si attesta attualmente intorno al target di medio termine del 2%, con i dati preliminari di Eurostat che indicano un lieve rialzo al 2,1% ad agosto rispetto al 2% di luglio. Questo dato è trainato da un rallentamento della discesa dei prezzi energetici (-1,9% annuo) e da un aumento dei prezzi degli alimenti freschi (+5,5%), mentre i servizi e i beni non energetici mostrano dinamiche moderate.

Proiezioni macroeconomiche: inflazione in discesa, crescita in accelerazione

Le nuove proiezioni elaborate dagli esperti della BCE delineano un quadro stabile, simile a quello tracciato a giugno. L’inflazione complessiva è prevista in media al 2,1% nel 2025, per poi scendere all’1,7% nel 2026 e risalire leggermente all’1,9% nel 2027. L’inflazione core (al netto di energia e alimentari) si attesta al 2,4% nel 2025, convergendo verso l’1,9% nel 2026 e l’1,8% nel 2027. Queste stime confermano la traiettoria disinflazionistica, supportata dal calo dei prezzi energetici e dal progressivo ancoraggio delle aspettative inflazionistiche.

Sul fronte della crescita, le notizie sono più positive: il PIL dell’Eurozona è atteso espandersi dell’1,2% nel 2025, con una revisione al rialzo di 0,3 punti rispetto alla stima di giugno (0,9%). Questo miglioramento riflette l’impatto positivo dell’accordo sui dazi tra UE e USA, che ha ridotto l’incertezza commerciale. Per il 2026, la crescita è prevista all’1,0% (leggermente inferiore all’1,1% precedente), mentre resta invariata all’1,3% per il 2027. Nel secondo trimestre del 2025, il PIL ha registrato un modesto +0,1% trimestrale, in linea con le attese, grazie a consumi interni stabili e a un contributo positivo dalla domanda estera.

Anno Inflazione complessiva (%) Inflazione core (%) Crescita PIL (%)
2025 2,1 2,4 1,2
2026 1,7 1,9 1,0
2027 1,9 1,8 1,3

Questi dati sono stati accolti con sollievo dai mercati: l’euro si è apprezzato leggermente contro il dollaro, mentre i rendimenti dei Bund tedeschi a 10 anni sono rimasti stabili intorno al 2,2%.

Un approccio “data-dependent”: prontezza a reagire ai rischi

Il Consiglio direttivo ha ribadito la propria determinazione a stabilizzare l’inflazione al 2% a medio termine, adottando un approccio “guidato dai dati”. Le decisioni future sui tassi saranno basate su valutazioni aggiornate delle prospettive inflazionistiche, dei rischi associati, della dinamica dell’inflazione di fondo e della trasmissione della politica monetaria, senza vincoli a un percorso predefinito. Come ha sottolineato la presidente Christine Lagarde nella conferenza stampa, “non siamo vincolati a nessun particolare percorso sui tassi”.

Lagarde ha evidenziato i rischi persistenti, tra cui le tensioni geopolitiche (Ucraina e Medio Oriente), l’incertezza politica in Francia e l’impatto potenziale dei dazi USA, nonostante l’accordo recente. “L’economia europea ha dimostrato una buona tenuta, ma i rischi per la crescita sono orientati al ribasso”, ha precisato, confermando che la BCE è pronta ad adeguare tutti i suoi strumenti per preservare la stabilità dei prezzi e il funzionamento del meccanismo di trasmissione monetaria.

Riguardo ai programmi di acquisto di asset (PAA e PEPP), i portafogli continuano a ridursi a un ritmo misurato, senza reinvestimenti del capitale rimborsato sui titoli in scadenza. Lo strumento di protezione del TPI (Transmission Protection Instrument) rimane disponibile per contrastare dinamiche di mercato ingiustificate che minacciano la trasmissione della politica monetaria.

Reazioni e implicazioni per l’economia reale

La scelta di mantenere i tassi invariati per la seconda riunione consecutiva (dopo la pausa di luglio) è stata accolta positivamente dagli analisti. “Non vi è motivo per modificare la politica in questa fase, con l’inflazione in linea con l’obiettivo e la crescita in trend”, ha commentato Konstantin Veit di Pimco. Josefina Rodriguez di Vanguard ha previsto “cambiamenti limitati nella comunicazione”, con enfasi su un approccio data-dependent.

Per i consumatori e le imprese, l’impatto è duplice: i mutui variabili restano convenienti, con Euribor a 3 mesi stabile al 2,07% e proiezioni di discesa sotto l’1,9% entro il 2026. Tuttavia, l’incertezza globale potrebbe frenare gli investimenti privati. Come ha twittato @lauranaka, “dopo la pausa estiva, la BCE si prende tempo, ma l’inflazione USA in rialzo complica il quadro globale”.

In sintesi, la BCE opta per la prudenza in un contesto fragile ma incoraggiante. Con l’inflazione sotto controllo e una crescita rivista al rialzo, l’attenzione si sposta sulle prossime riunioni: ottobre e dicembre potrebbero portare nuovi aggiustamenti, se i dati lo giustificheranno. L’Europa, per ora, respira.

Ad agosto l’inflazione in Italia rallenta leggermente: +1,6% da +1,7% di luglio

Ad agosto 2025 l’inflazione in Italia (misurata dall’indice NIC) rallenta leggermente, attestandosi a +1,6% su base annua (da +1,7% di luglio). Lo comunica l’Istat nel comunicato odierno.

Andamento dell’Inflazione

  • Rallenta l’aumento dei prezzi dei Beni energetici (sia regolamentati che non), che è la causa principale della flessione generale dell’inflazione.

  • Accelera invece l’aumento dei prezzi dei Beni alimentari (sia lavorati che non lavorati), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e dei Servizi relativi ai trasporti.

  • L’“inflazione di fondo” (che esclude energetici e alimentari freschi) accelera leggermente, passando dal +2,0% al +2,1%.

Altri Dati Rilevanti

  • Il differenziale tra servizi e beni si allarga: i prezzi dei servizi crescono del +2,7%, mentre quelli dei beni solo dello +0,6%.

  • I prezzi dei prodotti del “carrello della spesa” (beni ad alta frequenza d’acquisto) accelerano (+2,4%).

  • L’inflazione acquisita per il 2025 (la stima su quanto già accaduto) è dell’+1,7% per l’indice generale.

  • L’indice armonizzato europeo (IPCA) si attesta a +1,7% su base annua.

In sintesi, il quadro mostra un’inflazione generale in lieve calo, trainata dal freno degli energetici, ma con una sottostante pressione inflazionistica che rimane sostenuta, soprattutto per alimentari, servizi e beni di prima necessità.

Leggi L’inflazione in Italia

Inflazione a Luglio 2025: Analisi e dati ISTAT sui Prezzi

A luglio 2025 l’inflazione in Italia si mantiene stabile all’1,7% come variazione annuale(stima confermata), con dinamiche differenziate tra i vari settori. I dati ISTAT mostrano accelerazioni nei prezzi alimentari e nei servizi, mentre si attenuano gli aumenti per i beni energetici.

Inflazione a Luglio 2025: Analisi e dati ISTAT sui Prezzi 2
Fonte: ISTAT – INDICI DEI PREZZI AL CONSUMO NIC PER CATEGORIE DI PRODOTTO
Gennaio 2020 – luglio 2025, variazioni percentuali tendenziali (base 2015=100)

Andamento Generale dell’Inflazione

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) registra:

  • +0,4% su base mensile
  • +1,7% su base annua (stesso valore di giugno)

La stabilità del tasso di inflazione tendenziale nasconde andamenti contrastanti tra i diversi aggregati di prodotti e servizi.

La media dell’inflazione in Italia per il 2025 resta stabile all’1,7%. La media negli ultimi 12 mesi è dell’1,3%

Inflazione annua e mensile con il dettaglio degli indici utilizzati
Indici nazionali dei prezzi al consumo-NIC con tabacchi – Giugno 2024 – Luglio 2025

N Periodi Inflazione
annua
Inflazione
mensile
1 Giugno-2023 Giugno-2024 0,8% 0,1%
2 Luglio-2023 Luglio-2024 1,3% 0,4%
3 Agosto-2023 Agosto-2024 1,1% 0,2%
4 Settembre-2023 Settembre-2024 0,7% -0,2%
5 Ottobre-2023 Ottobre-2024 0,9% 0,0%
6 Novembre-2023 Novembre-2024 1,3% -0,1%
7 Dicembre-2023 Dicembre-2024 1,3% 0,1%
8 Gennaio-2024 Gennaio-2025 1,5% 0,6%
9 Febbraio-2024 Febbraio-2025 1,6% 0,2%
10 Marzo-2024 Marzo-2025 1,9% 0,3%
11 Aprile-2024 Aprile-2025 1,9% 0,1%
12 Maggio-2024 Maggio-2025 1,6% -0,1%
13 Giugno-2024 Giugno-2025 1,7% 0,2%
14 Luglio-2024 Luglio-2025 1,7% 0,4%
Variazione Media 1,3% 0,2%

Dinamiche Settoriali

Settore Variazione tendenziale Andamento
Beni alimentari non lavorati +5,1% Accelerazione (da +4,2%)
Beni alimentari lavorati +2,8% Leggera accelerazione (da +2,7%)
Servizi vari +2,2% Accelerazione (da +1,6%)
Servizi relativi ai trasporti +3,3% Accelerazione (da +2,9%)
Beni energetici regolamentati +17,1% Decelerazione (da +22,6%)
Servizi ricreativi, culturali e cura persona +2,7% Decelerazione (da +3,2%)
Beni energetici non regolamentati -5,2% Accentuata flessione (da -4,2%)

Inflazione di Fondo

L'”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi:

  • Resta invariata a +2,0%

L’inflazione al netto dei soli beni energetici:

  • Accelera leggermente da +2,1% a +2,2%

Andamento Beni vs Servizi

La crescita tendenziale dei prezzi:

  • Beni: +0,8% (da +0,9% a giugno)
  • Servizi: +2,6% (da +2,7% a giugno)

Differenziale inflazionistico invariato a +1,8 punti percentuali

Prezzi dei Beni di Consumo Frequente

Accelerazione per:

  • Beni alimentari, cura casa e persona: +3,2% (da +2,8%)
  • Prodotti ad alta frequenza d’acquisto: +2,3% (da +2,0%)

Variazioni Congiunturali

L’aumento mensile dello 0,4% è dovuto principalmente a:

  • Energetici non regolamentati: +2,2%
  • Energetici regolamentati: +1,2%
  • Servizi relativi ai trasporti: +0,9%
  • Servizi vari: +0,6%
  • Alimentari lavorati e servizi ricreativi/cura persona: +0,3%

In calo su base mensile:

  • Alimentari non lavorati: -0,6%
  • Beni durevoli: -0,3%

Altri Indicatori

Inflazione acquisita per il 2025:

  • Indice generale: +1,7%
  • Componente di fondo: +1,9%

Indice armonizzato (IPCA):

  • -1,0% su base mensile
  • +1,7% su base annua (da +1,8% a giugno)

Indice FOI per operai e impiegati senza tabacchi

  • +0,4% su base mensile
  • +1,5% su base annua

Considerazioni Finali

Il quadro inflazionistico di luglio 2025 mostra una sostanziale stabilità, con l’indice NIC fermo all’1,7% su base annua. Tuttavia, questa stabilità nasconde dinamiche settoriali molto differenziate:

  • Settore alimentare: continua a mostrare tensioni sui prezzi, con un’accelerazione sia per i prodotti lavorati che non lavorati
  • Servizi: aumentano i prezzi nei trasporti e nei servizi vari, mentre rallentano quelli legati alla cura della persona e alle attività ricreative
  • Energetici: il rallentamento dei prezzi dei beni energetici, sia regolamentati che non, contribuisce a contenere l’inflazione complessiva

L’inflazione di fondo resta stabile, indicando che le pressioni inflazionistiche di medio periodo permangono, seppur in un contesto di generale moderazione.

Inflazione in Area Euro a luglio resta stabile al 2.0%

La comunicazione della stima per luglio 2025 è arrivata da Eurostat. +2.0% in un anno e  aumento nullo rispetto a giugno scorso.

Inflazione in Area Euro a luglio resta stabile al 2.0% 3
Grafico Inflazione Area Euro da Gennaio 2022 a luglio 2025 (stima Eurostat)

Quindi buone notizie che saranno ben accolte dalla BCE che in questi ultimi anni sta cercando di riportare il dato sotto al 2%. A quanto pare siamo sulla strada giusta DAzi permettendo. Molto interessante notare l’aumento nullo rispetto a giugno scorso. Negli ultimi mesi del 2025 gli aumenti mensili erano stati quasi sempre maggiori dello zero tranne per gennaio scorso quando fece registrare una diminuzione dello 0,3 per cento.

Gli alimentari ancora in crescita a luglio 2025 in Area Euro

Considerando le principali componenti dell’inflazione – precisa Eurostat –  nell’area dell’euro , si stima che a luglio il settore alimentare, alcol e tabacco registrerà il tasso annuo più elevato (3,3%, rispetto al 3,1% di giugno), seguito dai servizi (3,1%, rispetto al 3,3% di giugno), dai beni industriali non energetici (0,8%, rispetto allo 0,5% di giugno) e dall’energia (-2,5%, rispetto al -2,6% di giugno) .

A luglio 2025 in Italia l’inflazione si ferma all’1,7%

A luglio 2025, secondo le stime dell’Istat, l’inflazione è stabile all’1.7%, per effetto di dinamiche opposte dei prezzi dei diversi aggregati.

A luglio 2025 in Italia l'inflazione si ferma all'1,7% 4
Stima Inflazione Italia luglio 2025

L’aumento mensile rispetto a giugno scorso è dello 0,4 per cento. Un aumento che si evidenzia come il più alto da gennaio scorso quando fu dello 0,6% r(aumento rispetto a dicembre 2024).

Tra i beni, si accentua la flessione tendenziale dei prezzi degli Energetici (-4,0% da -2,1% di giugno) e accelerano i prezzi nel settore alimentare (+3,8% da +3,3%).

Nel comparto dei servizi, si registrano tensioni sui prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+3,4% da +2,9%) e dei Servizi vari (+2,2% da +1,6%), mentre decelerano quelli dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+2,6% da +3,2%).

A luglio il tasso di variazione su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” sale (+3,4% da +2,8%), mentre l’inflazione di fondo rimane invariata (a +2,0%).

Per approfondire sull’inflazione e sulle stime consigliamo di visitare Previsione inflazione media annuale e mensile per i prossimi mesi

Inflazione a Giugno in leggera salita:+1,7%

A giugno 2025 l’inflazione in Italia per effetto degli alimentari sale dall’1,6 di maggio all’1,7% con un aumento mensile dello 0,2% rispetto a maggio.

Carburanti e inflazione

L’inflazione media in Italia a Giugno 2025

Questo dato porta l’inflazione media in Italia all’1,7%. Lo scorso anno la media nei primi sei mesi era allo 0,9%.

L’inflazione media degli ultimi 12 mesi da Giugno 2024 a Giugno 2025 si attesta al 1,3%.

N Periodi Inflazione
annua
Inflazione
mensile
1 Giugno-2023 Giugno-2024 0,8% 0,1%
2 Luglio-2023 Luglio-2024 1,3% 0,4%
3 Agosto-2023 Agosto-2024 1,1% 0,2%
4 Settembre-2023 Settembre-2024 0,7% -0,2%
5 Ottobre-2023 Ottobre-2024 0,9% 0,0%
6 Novembre-2023 Novembre-2024 1,3% -0,1%
7 Dicembre-2023 Dicembre-2024 1,3% 0,1%
8 Gennaio-2024 Gennaio-2025 1,5% 0,6%
9 Febbraio-2024 Febbraio-2025 1,6% 0,2%
10 Marzo-2024 Marzo-2025 1,9% 0,3%
11 Aprile-2024 Aprile-2025 1,9% 0,1%
12 Maggio-2024 Maggio-2025 1,6% -0,1%
13 Giugno-2024 Giugno-2025 1,7% 0,2%
Variazione Media 1,3% 0,1%

Cosa aumenta?

Aumentano lievemente sia il tasso di crescita dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” (+2,8% da +2,7%) sia l’inflazione di fondo (+2,0% dal +1,9% di maggio).

L’indice FOI per le famiglie ed impiegati senza tabacchi?

L’indice utilizzato per le rivalutazioni monetarie sale a giugno all’1,5% dall’1,4% di maggio scorso con un aumento mensile dello 0,1%.

L’indice IPCA

L’indice IPCA scende dal 2,0% all’1,7% confermando l’obiettivo perseguito dalla BCE che punta ad un tasso dell’inflazione in Area Euro sotto al 2%

Inflazione Area Euro ad aprile 2025 stimata al 2.2%

L’inflazione stimata da Eurostat per l’area dell’euro è rimasta stabile al 2,2% per il mese di ad aprile 2025, attestandosi appena al di sopra dell’obiettivo intermedio del 2,0% (inflation target) fissato dalla Banca Centrale Europea.

Inflazione in Area Euro (Fonte Eurostat)

Inflazione in Area Euro (Fonte Eurostat)

Un calo più marcato dei prezzi dell’energia (-3,5% contro -1,0% a marzo) è stato compensato da un’inflazione più rapida nei servizi (3,9% contro 3,5%) e in alimentari, alcolici e tabacco (3,0% contro 2,9%).

I prezzi dei beni industriali non energetici sono aumentati dello 0,6%, invariati rispetto a marzo.

Nel frattempo, l’inflazione di fondo, che esclude alimentari ed energia, è salita al 2,7%, in rialzo rispetto al minimo triennale del 2,4% registrato a marzo e superiore alle previsioni del 2,5%.

Su base mensile, i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,6% ad aprile, in linea con l’aumento registrato a marzo. 

La fonte ufficiale su EUROSTAT

Potrebbe essere utile consultare l’inflazione media  in Area EURO e i tassi di interesse della BCE 

Inflazione annuale Area Euro a marzo 2025 scende a 2.2%

Stima inflazione annuale dell’Area Euro a marzo 2025

L’inflazione annuale nell’area euro è stata del 2,2% a marzo 2025, in calo rispetto al 2,3% di febbraio 2025. Qui i dettagli dell’inflazione in Area Euro.

Esaminando i principali componenti dell’inflazione dell’area euro, si prevede che i servizi abbiano il tasso annuale più elevato a marzo (3,4%, rispetto al 3,7% di febbraio), seguito da cibo, alcol e tabacco (2,9%, rispetto al 2,7% di febbraio), beni industriali non energetici (0,6%, stabile rispetto a febbraio) ed energia (-0,7%, rispetto allo 0,2% di febbraio).

Grafico: Sviluppo dell’Inflazione Annuale nell’Area Euro e i suoi Componenti Principali (Marzo 2015 – Marzo 2025)

Il grafico sottostante mostra l’evoluzione mensile dell’inflazione annuale nell’area euro e dei suoi quattro principali componenti (cibo, alcol e tabacco; energia; beni industriali non energetici; servizi) negli ultimi dieci anni fino a marzo 2025.

Grafico dell'inflazione annuale dell'Area Euro e componenti principali, 2015-2025
Figura 1: Inflazione Annuale dell’Area Euro e i suoi Componenti Principali, Marzo 2015 – Marzo 2025 (Fonte: Eurostat)

Grafico: Sviluppo dell’Inflazione Annuale nell’Area Euro e i suoi Componenti Principali (Marzo 2023 – Marzo 2025)

Il grafico successivo mostra l’evoluzione mensile dell’inflazione annuale nell’area euro e dei suoi componenti negli ultimi due anni fino a marzo 2025.

Grafico dell'inflazione annuale dell'Area Euro e componenti principali, 2023-2025
Figura 2: Inflazione Annuale dell’Area Euro e i suoi Componenti Principali, Marzo 2023 – Marzo 2025 (Fonte: Eurostat)

Componenti Principali dell’Inflazione

Ciascuno dei principali componenti contribuisce in modo diverso all’inflazione complessiva nell’area euro. Nel 2025, i servizi rappresentano il componente più grande, con una quota di circa il 45,7% della spesa finale delle famiglie nell’area euro. Sono seguiti dai beni industriali non energetici con circa il 25,6%.

Il cibo, alcol e tabacco e l’energia rappresentano rispettivamente il 19,3% e il 9,4%. Insieme, questi tre componenti costituiscono meno di un terzo della spesa dell’area euro, ma hanno un impatto significativo sull’inflazione complessiva, poiché i loro prezzi tendono a fluttuare in modo più marcato rispetto agli altri componenti.

Impatto dell’inflazione sui tassi d’interesse nell’Area Euro

I dati di questo mese sull’inflazione potrebbero indurre la BCE ad un ulteriore taglio dei tassi di interesse nella riunione del 17 aprile prossimo a Francoforte. La banca centrale accoglierà con favore, in particolare, i segnali di un rallentamento dell’inflazione persistente dei servizi.

A Febbraio 2025 leggera salita dell’inflazione a 1,6%

Dati definitivi sull’inflazione a febbraio 2025

Nel mese di febbraio 2025, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% rispetto a gennaio 2025 e dell’1,6% rispetto a febbraio 2024. La stima preliminare era stata dell’1,7%.

Grafico inflazione Italia febbraio 2024 febbraio 2025
Grafico inflazione Italia febbraio 2024 febbraio 2025

Dinamica dei prezzi di beni e servizi

La dinamica tendenziale dell’indice generale risente di diversi fattori:

  • Beni energetici regolamentati: accelerazione dei prezzi dal +27,5% a +31,4%.
  • Beni energetici non regolamentati: riduzione della flessione da -3,0% a -1,9%.
  • Beni alimentari: aumento dei prezzi dei prodotti non lavorati (da +2,2% a +2,9%) e lavorati (da +1,7% a +1,9%).
  • Servizi: decelerazione dei prezzi dei trasporti (da +2,5% a +1,9%), comunicazioni (da +1,1% a +0,5%) e servizi ricreativi e culturali (da +3,3% a +3,1%).

Inflazione di fondo e differenziale tra beni e servizi

L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, si riduce a +1,7%. Il differenziale inflazionistico tra servizi e beni scende a +1,3 punti percentuali, rispetto ai +1,9 di gennaio 2025.

Prezzi dei beni alimentari e prodotti ad alta frequenza d’acquisto

I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, aumentano da +1,7% a +2,0%. Al contrario, i prodotti ad alta frequenza d’acquisto registrano una diminuzione da +2,0% a +1,9%.

Contributi all’aumento congiunturale

L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto principalmente ai prezzi degli energetici regolamentati (+0,8%) e non regolamentati (+0,7%), oltre ai beni non durevoli (+0,4%) e ai servizi relativi all’abitazione (+0,3%). I prezzi dei tabacchi (+2,5%) risentono dell’aumento delle accise.

Inflazione acquisita per il 2025

L’inflazione acquisita per il 2025 è pari a +1,1% per l’indice generale e a +0,6% per la componente di fondo.

Indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA)

A febbraio 2025, l’IPCA aumenta dello 0,1% su base mensile e dell’1,7% su base annua, confermando la stima preliminare.

Indice FOI per famiglie di operai e impiegati

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, cresce dello 0,2% rispetto a gennaio e dell’1,5% rispetto a febbraio 2024.

Commento finale

A febbraio 2025, l’inflazione accelera leggermente, portandosi all’1,6% dall’1,5% di gennaio. Questa evoluzione è influenzata principalmente dalla dinamica dei prezzi degli energetici, tornata positiva (+0,6%), e dall’aumento dei prezzi dei beni alimentari. Al contrario, rallentano i prezzi di alcuni servizi, come trasporti e comunicazioni.

Leggi anche i dati medi dell’inflazione in Italia

La serie storica dei prezzi dei carburanti in Italia

Inflazione in Italia a gennaio 2025: crescita dell’1,5%

A gennaio l’inflazione in Italia sale a +1,5% da 1,3% di dicembre scorso. Confermata la stima 

A gennaio 2025, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, ha registrato un aumento dello 0,6% rispetto a dicembre 2024 e dell’1,5% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Questo dato, che conferma le stime preliminari, segna un’accelerazione rispetto al +1,3% di dicembre 2024. Ma cosa sta guidando questa crescita? E quali sono i settori più colpiti?
Inflazione in Italia a gennaio 2025: crescita dell’1,5% 5

La spinta dei beni energetici

Il principale motore dell’aumento tendenziale dell’inflazione è stato l’impennata dei prezzi dei beni energetici regolamentati, che sono passati da un +12,7% a un sorprendente +27,5% su base annua. Anche i beni energetici non regolamentati hanno contribuito, con una flessione meno marcata (da -4,2% a -3,0%). A questi si aggiunge una leggera accelerazione dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona, saliti dal +3,1% al +3,3%. Tuttavia, questi rialzi sono stati parzialmente bilanciati dalla decelerazione dei servizi relativi ai trasporti, scesi dal +3,6% al +2,5%.

Inflazione di fondo stabile

L’inflazione di fondo, che esclude i beni energetici e gli alimentari freschi, è rimasta stabile a +1,8%, mentre quella calcolata senza i soli beni energetici è cresciuta leggermente, passando da +1,7% a +1,8%. Questo indica che, al netto delle componenti più volatili, la pressione inflazionistica resta contenuta.

Differenze tra beni e servizi

Analizzando i dati, emerge un’accelerazione dei prezzi dei beni (da +0,2% a +0,7%), mentre i servizi mantengono una dinamica stabile a +2,6%. Di conseguenza, il divario tra l’inflazione dei servizi e quella dei beni si è ridotto, passando da +2,4 a +1,9 punti percentuali. Tra i beni, i prezzi dei prodotti alimentari, per la cura della casa e della persona si

mantengono stabili a +1,7%, mentre i prodotti ad alta frequenza d’acquisto (come carburanti, alimentari e altri beni di uso quotidiano) registrano un aumento più marcato, passando dal +1,7% al +2,0%.

L’andamento congiunturale di gennaio

Su base mensile, l’aumento dello 0,6% dell’indice generale è stato trainato principalmente dai beni energetici regolamentati (+14,2%) e, in misura minore, da quelli non regolamentati (+2,7%). Anche gli alimentari lavorati e non lavorati hanno contribuito, entrambi con un +0,9%, seguiti dai beni durevoli (+0,6%) e da alcune categorie di servizi come quelli relativi all’abitazione, ricreativi, culturali e per la cura della persona, e vari (tutti a +0,4%). Un freno all’aumento congiunturale è arrivato invece dalla diminuzione dei prezzi dei servizi di trasporto, che hanno segnato un calo del 2,3%, probabilmente influenzato da dinamiche stagionali.

Inflazione acquisita per il 2025

Guardando al futuro, l’inflazione acquisita per il 2025 – ossia il tasso che si avrebbe se i prezzi restassero invariati fino a fine anno – si attesta a +0,9% per l’indice generale e a +0,5% per la componente di fondo. Questo dato suggerisce una traiettoria moderata per l’inflazione nei prossimi mesi, salvo ulteriori shock esterni.

L’indice armonizzato (IPCA) e i saldi invernali

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA), che segue criteri europei, mostra una dinamica diversa: a gennaio è diminuito dello 0,8% su base mensile, un calo spiegato dall’avvio dei saldi invernali di abbigliamento e calzature, non considerati nell’indice NIC. Tuttavia, su base annua, l’IPCA è cresciuto dell’1,7%, accelerando rispetto al +1,4% di dicembre 2024, confermando anch’esso la stima preliminare.

L’indice FOI per operai e impiegati

Infine, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), calcolato al netto dei tabacchi, ha registrato un aumento dello 0,6% rispetto a dicembre e dell’1,3% rispetto a gennaio 2024, mostrando una tendenza leggermente più contenuta rispetto all’indice generale.

Un quadro in evoluzione

In sintesi, l’inflazione di gennaio 2025 riflette una forte pressione dai costi energetici, in particolare quelli regolamentati, mentre altri settori mostrano una dinamica più stabile o in lieve crescita. Se da un lato l’accelerazione tendenziale dell’1,5% annuo segnala un aumento della pressione sui prezzi, dall’altro la stabilità dell’inflazione di fondo e il calo congiunturale di alcune categorie, come i trasporti, suggeriscono che il fenomeno resta sotto controllo, almeno per il momento. Resta da vedere come evolveranno i prezzi nei prossimi mesi, soprattutto in un contesto globale che potrebbe riservare nuove sorprese sul fronte energetico.
 

L’inflazione negli Stati Uniti accelera a gennaio 2025

L’indice CPI cresce dello 0,5%

L’Indice dei Prezzi al Consumo (CPI-U) negli Stati Uniti ha registrato un aumento dello 0,5% su base destagionalizzata a gennaio 2025, in accelerazione rispetto allo 0,4% di dicembre. Su base annua, l’inflazione si attesta al 3,0%, in lieve rialzo rispetto al 2,9% registrato nei dodici mesi precedenti. Questo di gennaio 2025 è il quarto aumento consecutivo da settembre 2024

I principali fattori dell’aumento dei prezzi

L’aumento dei prezzi a gennaio è stato trainato principalmente dal settore abitativo e dall’energia, due componenti chiave dell’indice che hanno inciso fortemente sulla spesa dei consumatori.

  • Settore abitativo (+0,4%): il costo degli affitti e delle abitazioni continua a rappresentare una delle voci più rilevanti dell’inflazione, contribuendo per circa il 30% all’incremento complessivo dell’indice.
  • Energia (+1,1%): il rialzo dei prezzi dell’energia è stato guidato da un aumento del 1,8% del costo della benzina.
  • Alimentari (+0,4%): il settore alimentare ha mostrato un incremento moderato, con una crescita dello 0,5% per il cibo acquistato per il consumo domestico e dello 0,2% per i pasti fuori casa.

Dinamiche settoriali: cosa è aumentato e cosa è sceso di prezzo?

Oltre ai settori principali, altri comparti hanno registrato variazioni significative.

📈 Settori in crescita:

Assicurazioni auto

Tempo libero e intrattenimento

Veicoli usati

Assistenza sanitaria

Comunicazioni

Tariffe aeree

📉 Settori in calo:

Abbigliamento

Cura personale

Mobili e articoli per la casa

Analisi dell’inflazione su base annua

Negli ultimi dodici mesi, il tasso di inflazione complessivo ha raggiunto il 3,0%, segnando un leggero aumento rispetto al 2,9% di dicembre.

Se analizziamo i principali comparti:

  • L’inflazione core, ovvero l’indice escluso il cibo e l’energia, è aumentata del 3,3% su base annua.
  • Il settore energetico ha registrato un rialzo dell’1,0% nell’ultimo anno.
  • Il settore alimentare è cresciuto del 2,5% rispetto a gennaio 2024.

Cosa aspettarsi nei prossimi mesi?

L’aumento dell’inflazione di gennaio potrebbe influenzare le decisioni della Federal Reserve, che monitora attentamente l’andamento dei prezzi prima di modificare la politica monetaria. Sebbene il dato annuo resti vicino al target del 2% fissato dalla banca centrale, il rialzo mensile potrebbe spingere la Fed a mantenere un atteggiamento prudente sulle prossime mosse sui tassi di interesse.

L’inflazione negli USA continua a mostrare una tendenza di moderato rialzo, sostenuta dai costi abitativi e dall’energia. I prossimi mesi saranno cruciali per capire se questa accelerazione si stabilizzerà o se sarà necessaria una risposta più decisa da parte delle autorità monetarie.

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Inflazione: il paniere di riferimento per l’anno 2025

Paniere ISTAT 2025: quali prodotti entrano e come si calcola l’inflazione

Ogni anno l’ISTAT aggiorna la composizione del paniere di riferimento utilizzato per monitorare i prezzi al consumo, introducendo nuove voci e adeguando i criteri di rilevazione dell’inflazione in Italia. Questo processo tiene conto delle variazioni nelle abitudini di spesa delle famiglie, delle nuove classificazioni di prodotti e servizi, e delle esigenze di una misurazione sempre più accurata del costo della vita.

Paniere Istat 2025
Paniere Istat 2025

Quanti e quali prodotti sono inclusi nel paniere ISTAT 2025?

Nel paniere 2025, impiegato per calcolare l’indice NIC (che rappresenta l’intera popolazione nazionale) e il FOI (che riguarda le famiglie di operai e impiegati), figurano 1.923 prodotti elementari, suddivisi in 1.046 categorie di prodotti e successivamente in 424 macro-aggregati.

Per quanto riguarda l’indice IPCA (l’indicatore armonizzato a livello europeo), il paniere comprende 1.944 prodotti elementari, organizzati in 1.065 categorie e 428 aggregati. Rispetto al 2024, si registra un lieve incremento del numero di prodotti inclusi, a conferma di un sistema di rilevazione sempre più dettagliato e rappresentativo dei consumi reali.

Nuovi prodotti nel paniere 2025

L’ISTAT ha incluso nuovi beni e servizi per migliorare la rappresentatività del paniere, riflettendo i cambiamenti nei consumi degli italiani. Tra i nuovi ingressi troviamo:

  • Speck da banco
  • Pantaloncini da donna
  • Lampade da soffitto
  • Topper per materassi
  • Camere d’aria per biciclette
  • Spazzole tergicristalli
  • Cono gelato

Questi aggiornamenti rispecchiano le evoluzioni del mercato e le preferenze d’acquisto delle famiglie italiane, consentendo un monitoraggio più preciso dell’andamento dei prezzi al consumo.

Come vengono raccolti i dati sui prezzi?

Per stimare l’indice dei prezzi al consumo, l’ISTAT utilizza diversi metodi di rilevazione:

  • Scanner data: circa 33 milioni di quotazioni mensili raccolte dalla Grande Distribuzione Organizzata (GDO), relative a beni di largo consumo.
  • Indagini territoriali: oltre 388mila prezzi rilevati dagli Uffici comunali di statistica (UCS).
  • Dati fornitori: circa 237mila prezzi raccolti direttamente dall’ISTAT o tramite fornitori esterni.
  • Prezzi carburanti: circa 214mila quotazioni estratte dalla banca dati del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
  • Canoni di affitto: circa 1,5 milioni di rilevazioni sui contratti di locazione di abitazioni private.

Quanti comuni partecipano alla rilevazione ISTAT?

Nel 2025, 80 comuni (coprendo l’84% della popolazione italiana) contribuiscono alla rilevazione completa dei prezzi, mentre altri 10 comuni (coprendo un ulteriore 5,1% della popolazione) si occupano solo di tariffe e servizi locali.

Complessivamente, oltre 45mila punti vendita, imprese e istituzioni partecipano alla raccolta dati, insieme a 2.900 abitazioni per il monitoraggio dei canoni d’affitto.

Tecniche di rilevazione dei prezzi: tradizionali e digitali

  • 49,4% del paniere NIC è rilevato attraverso tecniche di indagine dirette.
  • 25,8% dei prezzi viene raccolto tramite web scraping o acquisito da grandi fornitori di dati.
  • Scanner data GDO: coprono il 13,4% del paniere NIC, analizzando un campione di 4.250 punti vendita appartenenti a 19 grandi gruppi della distribuzione.

L’aggiornamento del paniere ISTAT rappresenta un elemento chiave per monitorare con precisione l’inflazione e il costo della vita in Italia, fornendo dati affidabili per le politiche economiche e il potere d’acquisto delle famiglie.

Inflazione annua in Area Euro a gennaio 2025 +2,5%

Inflazione rispetto a dicembre scorso in diminuzione dello 0,3%

 

L’inflazione in area euro raggiunge, secondo le stime Eurostat il valore più alto dopo quello di  Luglio 2024 quando era al 2,6%. Quello di gennaio è il quarto aumento da settembre 2024 quando l’inflazione era a 1,7%.

Inflazione annua e mensile Euro Area – settembre 2024 – gennaio 2025(stima)

N Periodi Inflazione
annua
Inflazione
mensile
1 Settembre-2023 Settembre-2024 1,7% -0,1%
2 Ottobre-2023 Ottobre-2024 2,0% 0,3%
3 Novembre-2023 Novembre-2024 2,2% -0,3%
4 Dicembre-2023 Dicembre-2024 2,4% 0,4%
5 Gennaio-2024 Gennaio 2025 (stima) 2,5% -0,3%

Quello che fa ben sperare è la diminuzione mensile rispetto a dicembre 2024 con -0,3%. L’aumento rispetto all’anno precedente è stato guidato da una forte accelerazione dei costi energetici (1,8% contro lo 0,1% di dicembre).

Nel frattempo, come precisa  Eurostat nel comunicato, l’inflazione per i beni industriali non energetici è rimasta stabile allo 0,5%, mentre gli aumenti dei prezzi sono rallentati sia per i servizi (3,9% contro il 4,0%) sia per cibo, alcol e tabacco (2,3% contro il 2,6%).

Il tasso di inflazione di fondo, che esclude i prezzi volatili di cibo ed energia, è rimasto invariato al 2,7% per il quinto mese consecutivo, leggermente al di sopra delle previsioni di mercato del 2,6% ma comunque al suo livello più basso dall’inizio del 2022. 

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Inflazione Area Euro a dicembre 2024 in salita a +2,4%

l tasso di inflazione annuale nell’area dell’euro ha accelerato per il terzo mese consecutivo al 2,4% a dicembre 2024, il tasso più alto da luglio, rispetto al 2,2% di novembre e in linea con le aspettative, hanno mostrato stime preliminari. Qui i dati ufficiali

Inflazione Area Euro a dicembre 2024 in salita a +2,4% 6

Si stima che l’aumento rispetto a Novembre sia stato dello 0,3%. La media dell’inflazione in Area Euro per il 2024 si attesterebbe al 2,4% in calo netto rispetto al 5,5, del 2023.

Questo aumento di fine anno era ampiamente previsto a causa degli effetti base, poiché i bruschi cali dei prezzi dell’energia dell’anno scorso non sono più considerati nei tassi annuali.

I prezzi dell’energia sono aumentati per la prima volta da luglio (0,1% contro -2% a novembre) e l’inflazione è accelerata per i servizi (4% contro 3,9%).

D’altro canto, l’inflazione si è stabilizzata per cibo, alcol e tabacco (2,7%) e si è attenuata per i beni industriali non energetici (0,5% contro 0,6%). Considerando le maggiori economie del blocco, l’inflazione è aumentata in Germania (2,8% contro 2,4%), Francia (1,8% contro 1,7%) e Spagna (2,8% contro 2,4%) ma ha rallentato in Italia (1,4% contro 1,5%). Nel frattempo, l’inflazione di fondo, che esclude i prezzi di energia, cibo, alcol e tabacco, si è stabilizzata al 2,7%. La BCE prevede che l’inflazione tornerà all’obiettivo del 2% entro la fine dell’anno. 

Vedremo la BCE a fine dicembre cosa deciderà circa i tassi di interesse.

Inflazione US settembre 2024 al+2,4%.

Il  tasso più basso negli US dal febbraio 2021 

Inflazione US settembre 2024 al+2,4%. 7

Nel mese di settembre 2024, l’Indice dei Prezzi al Consumo per tutti i consumatori urbani (CPI-U) negli Stati Uniti è aumentato dello 0,2% su base destagionalizzata, mantenendo lo stesso tasso di crescita registrato nei mesi di agosto e luglio. Negli ultimi 12 mesi, l’indice complessivo è aumentato del 2,4%, il tasso più basso dal febbraio 2021.

L’indice per l’alloggio è cresciuto dello 0,2%, mentre l’indice per il cibo è aumentato dello 0,4%, rappresentando insieme oltre il 75% dell’aumento mensile complessivo. In particolare, l’indice per il cibo a casa è salito dello 0,4%, mentre il cibo fuori casa ha visto un aumento dello 0,3%. Tuttavia, l’indice dell’energia ha registrato un calo dell’1,9%, dopo una diminuzione dello 0,8% il mese precedente.

Escludendo cibo ed energia, l’indice è aumentato dello 0,3%, con aumenti nei settori abitativi, assicurazioni per veicoli, assistenza sanitaria, abbigliamento e tariffe aeree. Al contrario, i settori ricreativo e delle comunicazioni hanno visto una diminuzione.

Nel complesso, l’inflazione annuale del 2,4% indica una moderazione significativa, segnalando un miglioramento rispetto ai livelli più elevati osservati negli ultimi anni. Tuttavia, settori come l’alloggio e il cibo continuano a esercitare pressioni inflazionistiche, anche se contenute. Il calo dei prezzi energetici e la riduzione generale dell’inflazione rappresentano elementi positivi, ma la situazione rimane complessa, soprattutto per quanto riguarda l’inflazione “core” (al netto di cibo ed energia), che è ancora al 3,3%.

Giudizio

La situazione appare moderatamente positiva. Il calo dell’inflazione complessiva e dei prezzi dell’energia è un buon segnale per l’economia, ma l’aumento costante dei costi di beni essenziali come l’alloggio e il cibo può continuare a pesare sui consumatori. La riduzione dell’inflazione annuale è certamente un progresso, ma è necessario monitorare attentamente l’evoluzione dei prezzi dei beni di prima necessità.

Ora si attende la mossa della FED che potrebbe vedere al ribasso i tassi di interesse

Il dato Ufficiale sul sito U.S. Bureau 

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