Nell’asta odierna dei titoli trimestrali e annuali, i tassi offerti si sono attestati ben al di sotto dell’1,5%

Se da questo rendimento si tolgono anche le imposte e le commissioni di acquisto dei titoli si arriva a un tasso netto nell’ordine del punto percentuale. Il rendimento offerto dalle due tipologie di titoli è stato inferiore rispetto alla precedente asta del 12 gennaio. In quell’occasione il tasso lordo dei Bot trimestrali e annuali era stato fissato rispettivamente all’1,659% e all’1,84%.

Nel dettaglio, la Banca d’Italia ha comunicato che il prezzo di aggiudicazione dei Bot con scadenza 15 maggio del 2009 è stato di 99,706, pari a un rendimento lordo dell’1,206%. In forte calo anche il tasso del Bot annuale. La stessa Banca d’Italia ha comunicato che il prezzo di aggiudicazione dei titoli con scadenza 15 febbraio 2010 è stato fissato a 98,63, pari a un rendimento lordo dell’1,374%.
Per questa tipologia di titoli si tratta del livello minimo dal 1980, vale a dire da quando le aste dei Bot hanno una frequenza definita.
 
Il risultato di questa asta è il frutto delle recenti decisioni di politica economica adottate dalla Banca Centrale Europea. Nell’ultima riunione di giovedì 5 febbraio la BCE aveva deciso di lasciare invariati i tassi di interesse, con un saggio di riferimento fermo al 2%. Tuttavia, il numero uno dell’istituto, Jean Claude Trichet, nel corso della consueta conferenza stampa a seguito della riunione, aveva anticipato la possibilità di un taglio di 50 punti base dei tassi nell’incontro in agenda il 5 marzo. E tra gli analisti, c’è chi non esclude che entro l’estate il saggio di riferimento nell’area euro possa essere tagliato fino all’1%. Di conseguenza, non c’è da sorprendersi se i rendimenti dei titoli di stato, in particolare quelli con scadenze inferiori ai 12 mesi, si adeguano velocemente a questi scenari.

Anche nell’asta odierna la domanda dei Bot è stata sostenuta. La Banca d’Italia ha precisato che l’ammontare dei Bot trimestrali, pari a 4,5 miliardi di euro, è stato collocato per intero. Le richieste per questi titoli hanno superato i 10 miliardi. Di conseguenza, la domanda è stata doppia rispetto ai titoli offerti. Nell’asta del mese scorso le richieste di Bot trimestrali erano state pari a 9,8 miliardi di euro, ma in quell’occasione il Ministero dell’Economia e delle Finanze aveva offerto titoli per 5,5 miliardi.
Per quanto riguarda i Bot annuali, invece, sono stati collocati titoli per un ammontare di 7,5 miliardi di euro (anche in questo caso l’intero quantitativo offerto in asta), rispetto a una richiesta di circa 11,5 miliardi. Nuovamente la domanda è stata superiore rispetto a quella dell’asta di gennaio, quando le richieste erano state pari a oltre 10,5 miliardi in rapporto a un ammontare offerto di 7,5 miliardi.

I Bot confermano il loro appealing di bene rifugio nelle situazioni di elevata volatilità dei mercati. I risparmiatori continuano a preferire la sicurezza garantita da titoli di stato a breve e pagano questo bisogno con prezzi di sottoscrizione elevati, vicino al valore di rimborso degli stessi. Logicamente questo scenario si concretizzata nei bassi tassi di rendimento garantiti dai Bot. 


Ancora una volta il Ministero dell’Economia e delle Finanze può tirare un sospiro di sollievo, in quanto limiterà gli esborsi per finanziare il debito pubblico.

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