Eurozona - Prezzi in rialzo

Bce: «Allentati gli sforzi per il risanamento»

Fonte: www.unità.it
11/10/2007
Trichet

Questa volta, a fare l’anima bella è la Bce. Dopo i rimproveri dell’Unione Europea e di Bankitalia che mercoledì hanno fatto sbottare il presidente del Consiglio Romano Prodi contro le «anime belle che criticano le nostre decisioni», giovedì mattina è il turno della Banca Centrale Europea. Che, a dir la verità, se la prende un po’ con tutta l’eurozona, e non solo con noi. Prezzi in rialzo, crescita bassa, sfiducia nei mercati finanziari. Insomma, dicono, serve «senso di responsabilità».

Un monito contenuto nel bollettino mensile della Bce, che disegna un quadro delle prospettive economiche dei paesi europei. A Ottobre, dicono da Francoforte, l’andamento dei prezzi «continua a essere soggetto a rischi al rialzo», così come prosegue la corsa del petrolio e dei prodotti agricoli. A questi dati vanno aggiunti il clima di scarsa fiducia nei mercati finanziari e «i timori di spinte protezionistiche e di possibili andamenti disordinati connessi agli squilibri mondiali».

Per tutti questi motivi, secondo le analisi della Banca centrale le prospettive di crescita economica dell’Ue rischiano di cadere «verso il basso».

Questo lo conferma anche l'Eurostat. L'economia di Eurolandia nel secondo trimestre del 2007 ha rallentato il passo. L'isituto di statistica europeo conferma che tra aprile e giugno di quest'anno il Pil della zona euro è cresciuto solo dell'0,3% contro l'0,8% dei primi tre mesi dell'anno e dell'ultimo trimestre del 2006. L'Italia resta in fondo alla classifica, con una crescita appena dello 0,1% rispetto allo 0,3% del primo trimestre 2007 e all'1,1% degli ultimi tre mesi del 2006. Peggio ha fatto solo la Grecia - fanalino di coda con un -0,9% - che però nei primi tre mesi dell'anno aveva fatto registrare un balzo del 3,2%. A trainare il Pil dell'eurozona sono Spagna, Austria e Finlandia, che tra aprile e giugno hanno messo a segno uno 0,9%, mentre Francia e Germania si sono fermate allo 0,3%.

E così ciò che preoccupa di più la Bce è che si stanno allentando «gli sforzi di risanamento strutturale delle finanze pubbliche e al ritardo nell'attuazione di misure di riequilibrio incisive». Ci risiamo. Dopo il commissario europeo Almunia, dopo il governatore di Bankitalia Draghi, altri economisti tirano le orecchie al governo Prodi, ma non solo, per le scelte attuate in Finanziaria. La Bce, infatti, esorta «tutti i paesi interessati dell'area dell'euro a tenere fede all'impegno preso nell'ambito del Patto di stabilità e crescita di apportare miglioramenti strutturali ai saldi di bilancio».

L’istituto presieduto da Jean Trichet chiede ai governo europei di mettere in campo politiche fiscali solide per contribuire «in maniera rilevante a preservare la fiducia» in una fase di maggiore incertezza sui mercati finanziari, dovuta alla crisi dei mutui cominciata nell’agosto scorso. Una crisi che ha visto scendere del 15% la domanda di mutui per l’acquisto di case nel terzo trimestre del 2007, e che si va a sommare al vertiginoso calo già registrato nel trimestre precedente e pari al -22%. La performance scadente del settore finanziario, spiegano, «riflette la mutata percezione degli operatori quanto al rischio di credito delle istituzioni finanziarie, comprese le banche». Serve «cautela», la stessa che la Bce sta adottando sospendendo la manovra di rialzo dei tassi che aveva avviato nel dicembre 2005.

Qualche dato positivo, per fortuna, c’è. La Banca centrale dell’Ue prevede «prospettive favorevoli per l'attività a medio termine. Gli utili e la redditività delle imprese sono stati consistenti – spiegano – l’occupazione è cresciuta a ritmi sostenuti»