BCE:il Consiglio direttivo ha deciso di lasciare invariati i tassi d’interesse di riferimento

Il Consiglio direttivo ha deciso di lasciare invariati i tassi d’interesse di riferimento

Nella riunione del 4 ottobre 2007, sulla base della consueta analisi economica e monetaria il Consiglio direttivo ha deciso di lasciare invariati i tassi d’interesse di riferimento della BCE.

Le informazioni che si sono rese disponibili dopo la precedente riunione, tenuta il 6 settembre, hanno confermato che le prospettive di medio periodo per la stabilità dei prezzi sono soggette a rischi
verso l’alto. In questo contesto, considerando anche la vigorosa espansione della moneta e del credito nell’area dell’euro, la politica monetaria della BCE è pronta a contrastare i rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi, in linea con il suo obiettivo primario.

Le variabili economiche fondamentali dell’area confortano prospettive favorevoli per l’attività economica a medio termine.
In particolare, gli utili e la redditività delle imprese sono stati consistenti, l’occupazione è cresciuta a ritmi sostenuti e la disoccupazione ha registrato un calo. Questo quadro è tuttavia caratterizzato da maggiore incertezza, riconducibile alla volatilità dei mercati fi nanziari e alla rivalutazione del rischio nelle ultime settimane.

Poiché rispetto alla riunione del 6 settembre si dispone di una gamma limitata di nuovi dati economici, occorre valutare con particolare cautela qualsiasi potenziale impatto degli andamenti dei mercati fi nanziari sull’economia reale. Resta pertanto necessario raccogliere maggiori informazioni ed esaminare nuovi dati prima di trarre ulteriori conclusioni per la politica monetaria nel contesto della strategia della BCE orientata al medio periodo e incentrata sul mantenimento della stabilità dei prezzi. Il Consiglio direttivo seguirà dunque tutti gli sviluppi con molta attenzione.


Sulla base della sua valutazione e intervenendo con tempestività e fermezza, farà in modo di evitare che si concretizzino rischi per la stabilità dei prezzi a medio termine e assicurerà un saldo ancoraggio delle aspettative di infl azione in linea con la stabilità dei prezzi su un orizzonte di medio-lungo periodo, contribuendo a realizzare condizioni favorevoli a una crescita economica sostenuta, al buon funzionamento dei mercati e all’ulteriore creazione di posti di lavoro.


Tale ancoraggio delle aspettative è quanto mai importante in una fase di volatilità dei mercati fi nanziari e di acuita incertezza. Per quanto concerne i mercati fi nanziari, il Consiglio direttivo continuerà a seguirne con grande attenzione i futuri andamenti.


Guardando innanzitutto all’analisi economica, i dati disponibili suggeriscono che la vigorosa espansione dell’attività registrata nell’area dell’euro durante la prima metà del 2007 sia proseguita nel corso dell’estate. Tale evoluzione si rifl ette anche nelle previsioni disponibili sulla crescita del PIL in termini reali per il terzo e ilquarto trimestre del 2007. Sebbene la volatilità dei mercati fi nanziari sembri avere contribuito a un peggioramento degli indicatori del clima di fi ducia dei consumatori e delle imprese dell’area nel mese di settembre, questi permangono su livelli superiori alle medie storiche e continuano a segnalare il perdurare di una crescita sostenuta
nella seconda metà del 2007.


In una prospettiva di più lungo periodo, le previsioni disponibili per il 2008 confermano lo scenario principale delineato dal Consiglio direttivo secondo cui la crescita del PIL in termini reali risulterebbe prossima a quella del prodotto potenziale.
Tale scenario presuppone che l’attività mondiale resti sostenuta e che il rallentamento dell’economia statunitense venga compensato in ampia misura dal protratto vigore dei mercati
emergenti. Ciò continuerà a essere di impulso alle esportazioni e agli investimenti dell’area dell’euro.
Anche l’aumento dei consumi nell’area dovrebbe contribuire all’espansione economica, in linea con l’andamento del reddito disponibile reale, allorché le condizioni per l’occupazione resteranno favorevoli. Su questo sfondo, dato il potenziale impatto della maggiore volatilità dei mercati fi nanziari e della rivalutazione dei premi al rischio sull’economia reale, si è acuita l’incertezza che circonda le prospettive sostanzialmente positive per l’attività economica.


Nel complesso, si ritiene che le prospettive di crescita siano soggette a rischi verso il basso, legati principalmente a un impatto potenzialmente più ampio della rivalutazione del rischio in atto nei mercati finanziari sul clima di fiducia e sulle condizioni di finanziamento, ai timori di spinte protezionistiche e di possibili andamenti disordinati connessi agli squilibri mondiali, nonché a ulteriori rincari del petrolio e delle materie prime.


Passando ai prezzi, la stima rapida dell’Eurostat indica per settembre un tasso di inflazione misurato sullo IAPC del 2,1 per cento sui dodici mesi, in forte aumento rispetto all’1,7 di agosto. Come già segnalato in precedenza dal Consiglio direttivo, gli sfavorevoli effetti dei prezzi dell’energia incideranno marcatamente sull’inflazione al consumo nel prossimo periodo.


Principalmente a seguito di tali effetti, dovuti al sensibile calo dei prezzi dell’energia di un anno fa unitamente ai recenti notevoli rincari del petrolio, il Consiglio direttivo si attende
che il tasso di inflazione rimanga su livelli nettamente superiori al 2 per cento nei restanti mesi del 2007 e agli inizi del 2008, per poi tornare a scendere. Di riflesso soprattutto a vincoli di capacità e a condizioni relativamente tese suimercati del lavoro, l’inflazione dovrebbe collocarsi intorno al 2 per cento nella media del 2008.
Le prospettive per l’andamento dei prezzi continuano a essere soggette a rischi al rialzo, che restano connessi fra l’altro a possibili ulteriori rincari del petrolio e dei prodotti agricoli, nonché ad aumenti dei prezzi amministrati e delle imposte indirette in aggiunta a quelli anticipati finora. Tenendo conto dell’esistenza di vincoli di capacità, dello slancio della crescita del PIL in termini reali osservato negli ultimi trimestri dei segnali positivi provenienti dai mercati del lavoro, la dinamica salariale può risultare più vivace rispetto alle attese correnti e il maggior potere delle imprese nel determinare i prezzi si potrebbe manifestare in segmenti di mercato
bassa concorrenza. Questa evoluzione comporterebbe rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi.

È pertanto cruciale che tutte le parti coinvolte mostrino senso di responsabilità.
L’analisi monetaria conferma che prevalgono rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi nel medio-lungo periodo. Una valutazione di ampiorespiro dei dati monetari induce a ritenere che l’espansione di fondo di moneta e credito resti esuberante. Tuttavia, il tasso di crescita sui dodici mesi dell’aggregato monetario M3, prossimo  al 12 per cento in agosto, e quello dei prestiti alle società non finanziarie, che ha raggiunto il livello massimo di oltre il 14 per cento nello stesso mese, potrebbero avere risentito di diversi fattori di carattere temporaneo o
straordinario, quali l’appiattimento della curva dei rendimenti e la recente volatilità dei mercati finanziari, così che l’espansione di fondo dimoneta e credito risulterebbe sovrastimata.


Una valutazione di ampio respiro delle tendenze di fondo di moneta e credito riveste particolare importanza nell’attuale contesto caratterizzato dalla volatilità dei mercati finanziari, poiché quest’ultima potrebbe influenzare il comportamento degli operatori privati nel breve periodo incidere quindi sugli andamenti della moneta.

I dati monetari e creditizi possono dunque fornire indicazioni rilevanti sulle reazioni delle istituzioni finanziarie, delle famiglie e delle imprese a tale volatilità. Di fatto, i passati episodi
di maggiore incertezza sui mercati finanziari sono stati associati a cospicue riallocazioni di portafoglio a favore di attività monetarie liquide e sicure. Allo stadio attuale, i dati monetari continuano a fornire scarse indicazioni su queste riallocazioni dopo l’aumento della volatilità agli inizi di agosto, tuttavia non si può escludere che il flusso di prestiti bancari alle società non
finanziarie nello stesso mese rifletta in parte la reintermediazione di alcuni finanziamenti attraverso i bilanci bancari. Saranno necessari ulteriori dati per acquisire una visione più completa dell’impatto della volatilità sui bilanci bancari, sulle condizioni di finanziamento e sulla crescita monetaria e creditizia.

Nel complesso, il persistente vigore dell’espansione di fondo di moneta e credito indica rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi a medio-lungo termine. Gli andamenti monetari continuano, dunque, a richiedere un’osservazione molto attenta finalizzata da un lato a individuare le tendenze di fondo, dall’altro a comprendere meglio la dinamica di breve periodo. Ciò consentirà di
tracciare un quadro più esaustivo della reazione del settore privato all’accresciuta volatilità dei mercati finanziari.
In sintesi, la verifica incrociata dei risultati dell’analisi economica con quelli dell’analisi monetaria ha confermato la presenza di rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi a medio termine, in un contesto caratterizzato dalla solidità  delle variabili economiche fondamentali dell’area dell’euro. Pertanto, considerando anche la vigorosa crescita della moneta e del credito nell’area, la politica monetaria della BCE è pronta a contrastare i rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi, in linea con il suo obiettivo primario. Nel contempo, dato il più elevato grado di incertezza, occorrono maggiori informazioni prima di trarre ulteriori conclusioni per la politica monetaria. Il Consiglio direttivo seguirà dunque tutti gli sviluppi con molta attenzione. Sulla base della sua valutazione e intervenendo con tempestività e fermezza, farà in modo di evitare che si concretizzino rischi per la stabilità dei prezzi a medio termine e assicurerà un saldo ancoraggio delle aspettative di inflazione in linea con la stabilità dei prezzi su un orizzonte di medio-lungo periodo, cosa quanto mai importante nel contesto attuale. Per quanto concerne i mercati finanziari, il Consiglio direttivo continuerà a seguirne con grande attenzione i futuri andamenti.

Quanto alle politiche fiscali, il Consiglio direttivo nutre crescenti timori riguardo a un allentamento degli sforzi di risanamento strutturale delle finanze pubbliche e al ritardo nell’attuazione di misure di riequilibrio incisive. In tale contesto, tutti i paesi interessati dell’area dell’euro sono esortati a tenere fede all’impegno preso nell’ambito del Patto di stabilità e crescita di apportare miglioramenti strutturali ai saldi di bilancio. L’impegno assunto dall’Eurogruppo di conseguire gli obiettivi di bilancio a medio termine nel 2008 o nel 2009, e comunque entro e non oltre il 2010, deve essere rispettato tutti i paesi dell’area. Gli Stati che hanno già raggiunto posizioni solide devono evitare politiche di bilancio procicliche. Inoltre, in una fase maggiore incertezza sui mercati finanziari, politiche fiscali solide contribuiranno in maniera rilevante a preservare la fiducia.
Passando alle riforme strutturali, il Consiglio direttivo sostiene appieno gli sforzi tesi ad accrescere la concorrenza, innalzare la produttività e promuovere la flessibilità dei mercati.


Il settore dei servizi rappresenta un ambito di riforma particolarmente importante; tuttavia, sono necessari ulteriori interventi anche per migliorare
il funzionamento dei mercati agricoli. A fronte del marcato rincaro delle materie prime alimentari a livello internazionale, un’ulteriore liberalizzazione e maggiori riforme dei mercati agricoli dell’UE contribuirebbero ad accrescere loro efficienza e a far diminuire i prezzi a beneficio dei consumatori europei. L’esito positivo dei negoziati commerciali internazionali del Doha Round dovrebbe inoltre concorrere a migliorare il funzionamento dell’interscambio globale in generale e dei mercati agricoli europei e mondiali in particolare.


Questa edizione del Bollettino mensile contiene articoli. Il primo verte sugli andamenti di lungo periodo dei prestiti erogati alle famiglie dalle istituzioni finanziarie monetarie dell’area dell’euro. Il secondo pone a confronto i sistemi delle garanzie del Federal Reserve System, della Banca del Giappone e dell’Eurosistema, evidenziando le analogie nei principi di fondo le differenze negli aspetti pratici. Il terzo fornisce una visione d’insieme della circolazione e del fabbisogno di banconote in euro, nonché dei preparativi per la seconda serie.